Dall’innovazione all’IA, una nuova era per la comunicazione

Dall’innovazione all’IA, una nuova era per la comunicazione

Prima ancora di ripensare i processi, serve ripensare le competenze. La trasformazione guidata dall’intelligenza artificiale non riguarda solo le tecnologie, ma anche le persone che le utilizzano. Secondo il rapporto Future of Jobs” del World Economic Forum (gennaio 2025), il 63% dei datori di lavoro considera le lacune nelle competenze il principale ostacolo alla trasformazione aziendale nei prossimi cinque anni. È per questo che l’85% delle aziende punterà sul reskilling, mentre il 70% prevede di assumere profili con competenze emergenti.

Le nuove figure per la trasformazione

Per affrontare questa transizione, emergono tre figure chiave: il Centauro, che combina la potenza computazionale dell’IA con l’intuito umano; il Curatore Cognitivo, in grado di trasformare dati in decisioni strategiche; e il Meta-Generalista, capace di collegare discipline diverse e pensare in modo sistemico. Questi profili non sono fantascienza: rappresentano già oggi il ponte tra l’efficienza tecnologica e la profondità umana, essenziale per costruire comunicazioni significative, etiche e impattanti.

Dall’innovazione all’iper-innovazione, nuovo paradigma

Per decenni, l'innovazione ha seguito un percorso consolidato: ricerca, ideazione, prototipazione, test e lancio. Questo modello, sebbene efficace, è diventato una routine aziendale. Tuttavia, l'avvento dell'intelligenza artificiale (IA) sta trasformando radicalmente questo approccio, inaugurando l'era dell'iper-innovazione.

Nella comunicazione, l'iper-innovazione implica l'integrazione dell'IA in ogni fase del processo comunicativo, consentendo alle aziende di non solo reagire ai cambiamenti, ma di anticiparli e plasmarli. Questo approccio proattivo permette di creare strategie comunicative più efficaci e personalizzate.

Dall’innovazione all’IA, una nuova era per la comunicazione
Dall’innovazione all’IA, una nuova era per la comunicazione

Le quattro fasi dell'iper-innovazione comunicativa

Analisi e insight in tempo reale

  • Analisi e insight: tradizionalmente, raccogliere informazioni sul pubblico richiedeva tempo e risorse significative. Oggi, l'IA può analizzare vasti volumi di dati in tempo reale, identificando modelli e tendenze che informano la strategia comunicativa.

Ideazione strategica potenziata

  • Ideazione della strategia: con l'ausilio dell'IA, le aziende possono generare e perfezionare concetti strategici, adattandoli ai vincoli di costo e alle esigenze del mercato, migliorando l'esperienza del cliente e garantendo una maggiore efficacia dei messaggi.

Contenuti personalizzati su larga scala

  • Creazione dei contenuti: l'IA consente di sviluppare contenuti personalizzati su larga scala, ottimizzando testi, immagini e video per diversi segmenti di pubblico, aumentando l'engagement e la rilevanza dei messaggi.

Ottimizzazione continua

  • Lancio e ottimizzazione: dopo il lancio, l'IA monitora le performance in tempo reale, analizzando il sentiment dei consumatori e adattando dinamicamente le strategie per massimizzare l'impatto comunicativo.

Secondo il report "Pulse of Change" di Accenture, il 76% dei leader aziendali vede l'IA generativa più come un'opportunità che come una minaccia, riconoscendo il suo potenziale nel trasformare le strategie comunicative e nel favorire la crescita dei ricavi.

L'integrazione dell'IA nel processo comunicativo rappresenta non solo un vantaggio competitivo, ma una necessità per le aziende che desiderano rimanere rilevanti in un mercato in continua evoluzione. Abbracciare l'iper-innovazione nella comunicazione significa adottare un approccio proattivo, sfruttando le potenzialità dell'IA per creare strategie più efficaci, personalizzate e reattive alle esigenze del pubblico.

Happy AI!

 


Il Giubileo della Comunicazione e il potere dell'Hopetelling

Il Giubileo della Comunicazione e il potere dell'Hopetelling

Eravamo abituati allo storytelling, l’arte di raccontare storie capaci di emozionare. Poi è arrivato lo storydoing, che ha trasformato le parole in azioni concrete, rendendo la narrazione più autentica e tangibile. Oggi, in un’epoca segnata da crisi e incertezze, emerge un nuovo paradigma: l’hopetelling, il racconto della speranza, una narrazione che non solo informa, ma ispira e motiva al cambiamento.

In questo scenario, il Giubileo della Comunicazione diventa un’opportunità per riflettere sul potere delle parole e sul loro impatto nel costruire un futuro più consapevole e positivo. Può la comunicazione, spesso dominata dal sensazionalismo e dalla paura, farsi strumento di speranza e trasformazione?

Il Giubileo è tradizionalmente un momento di riflessione e rinnovamento, e applicarlo alla comunicazione significa interrogarsi su come questa possa diventare più etica, inclusiva e costruttiva. La società contemporanea è spesso segnata da una comunicazione polarizzata, in cui prevalgono il sensazionalismo e la paura. Tuttavia, questo evento ci invita a ripensare il modo in cui raccontiamo la realtà: può la comunicazione essere al servizio del bene comune?

Papa Francesco, in più occasioni, ha sottolineato l'importanza di un’informazione che non si limiti alla denuncia del male, ma che sappia anche evidenziare il bene, promuovendo l'impegno come purpose per un futuro migliore. Questo approccio si collega perfettamente all'idea di hopetelling.

Cosa si intende per Hopetelling

L'hopetelling è una strategia narrativa che si concentra sulla comunicazione di storie di speranza, trasformazione e soluzioni. Non significa edulcorare la realtà o ignorare le difficoltà, ma mettere in luce percorsi di resistenza e resilienza che possano ispirare e motivare.

Nella comunicazione, ciò si traduce in una maggiore attenzione ai progetti di innovazione sociale, alle storie di comunità che trovano soluzioni a problemi complessi e a quelle persone che, con le loro azioni, diventano simboli di cambiamento. L'obiettivo è fornire al pubblico non solo un'analisi dei problemi, ma anche strumenti narrativi che alimentino la fiducia nel futuro.

Il Giubileo della Comunicazione e il potere dell'Hopetelling
Il Giubileo della Comunicazione e il potere dell'Hopetelling

Perché l'hopetelling è essenziale oggi?

Viviamo in un'epoca in cui il "doomscrolling" – l’abitudine a consumare incessantemente notizie negative – può generare ansia e sfiducia. Di fronte a questo fenomeno, l’ecosistema della comunicazione  ha la responsabilità di bilanciare il racconto della realtà con narrazioni capaci di generare speranza e consapevolezza.

L'hopetelling è essenziale per almeno tre validi motivi:

  1. Offre una prospettiva alternativa: invece di concentrarsi solo sui problemi, mostra le soluzioni in atto.
  1. Motiva all'azione: evidenziando esempi di cambiamento positivo, ispira altre persone a contribuire alla trasformazione sociale.
  2. Rafforza il senso di comunità: promuove la condivisione di esperienze costruttive e crea connessioni tra chi vuole migliorare la complessità.

Un esempio concreto di hopetelling nel giornalismo è l’iniziativa di The Guardian, che ha lanciato una sezione dedicata al constructive journalism (giornalismo costruttivo) chiamata “The Upside” e del Corriere della Sera con “Buone notizie”.

Un nuovo riferimento: offrire soluzioni

Questo progetto che mirano a raccontare non solo i problemi, ma anche le soluzioni e le persone che stanno lavorando per risolverli, un approccio che potrebbe diventare un riferimento editoriale diffuso.

Il Giubileo della Comunicazione è stata un'occasione per riflettere sul nostro modo di raccontare il mondo. L'hopetelling rappresenta una prospettiva che può rinnovare la comunicazione, rendendola più orientata al bene comune e capace di risvegliare nelle persone il desiderio di essere parte attiva di un cambiamento positivo.

In un'epoca in cui la speranza sembra talvolta offuscata dalla crisi e da un’incertezza conclamata, il potere della narrazione può essere un faro capace di illuminare strade nuove e possibili.

Happy Telling!

 


La Comunicazione del futuro, tra IA e autenticità umana

La Comunicazione del futuro, tra IA e autenticità umana

Nel panorama sempre più complesso della comunicazione, l’Intelligenza Artificiale (IA) non è più solo uno strumento, ma un alleato capace di trasformare decisioni complesse in opportunità concrete.

Tuttavia, in un contesto in cui la velocità del cambiamento è spesso paralizzante, emerge un bisogno fondamentale: mantenere al centro l’autenticità e l’empatia umana.

Le aziende più visionarie stanno già adottando soluzioni innovative per prevedere scenari futuri e guidare con precisione le proprie strategie comunicative.

L’obiettivo? Democratizzare il futuro e rafforzare il dialogo con stakeholder e audience, con un approccio chiaro e genuino.

Secondo le ricerche più recenti:

  • Il 49% dei consumatori globali desidera un clone IA entro il 2035 per gestire attività ricorrenti.
  • Il 70% ritiene che, entro lo stesso anno, le relazioni con l’ IA potranno essere gratificanti quanto quelle umane.

Cosa significa questo per la comunicazione aziendale?

Bilanciare Innovazione e Autenticità

Le organizzazioni devono imparare a bilanciare innovazione e autenticità, utilizzando l’ IA come mezzo per anticipare esigenze e comportamenti, ma senza perdere di vista l’identità umana del messaggio.

Butterflies, un social network lanciato nel 2024, utilizza l’ IA per creare avatar che rappresentano le personalità degli utenti in maniera autentica e fluida. Questo permette alle persone di vivere narrazioni digitali più umane e coinvolgenti.

Immaginiamoci una CEO reputation strategy dove l’ IA aiuta a personalizzare i messaggi per diversi stakeholder, mantenendo però coerenza e autenticità nella voce del leader.

Altro esempio che vorrei segnalare è Future You una piattaforma che utilizza gemelli digitali per aiutare individui e organizzazioni a visualizzare le conseguenze delle decisioni nel tempo. Un potenziale rivoluzionario per chi deve definire strategie comunicative e prevedere l’impatto delle proprie azioni.

La Comunicazione del futuro, tra IA e autenticità umana"
La Comunicazione del futuro, tra IA e autenticità umana"

La IA per il benessere sociale

Un leader aziendale può usare questi strumenti per simulare scenari di crisi o opportunità, perfezionando i propri messaggi e affrontando proattivamente le criticità.

Anche il caso di Lenovo è interessante, ha introdotto un progetto IA per supportare la salute mentale dei giovani, dimostrando come la tecnologia possa avere valore sociale.

Creare contenuti responsabili e consapevoli che affrontano temi delicati come il benessere e la pressione sociale, promuovendo un linguaggio empatico e autentico.

Per le organizzazioni che vogliono guidare il cambiamento attraverso la comunicazione, è essenziale adottare approcci che integrano l’IA con l’empatia umana.

L’utilizzo di modelli IA può aiutare a prevedere trend emergenti e personalizzare i contenuti per i diversi target. Ad esempio, analizzando dati e feedback, è possibile creare narrazioni che risuonano realmente con i valori e le aspettative degli stakeholder.

Comunicare con Trasparenza

L’IA non deve mai sostituire la persona, ma amplificarla. Le aziende devono saper comunicare in modo autentico, affrontando imperfezioni e complessità.

In un mondo saturo di informazioni, chi sa comunicare con trasparenza e autenticità costruisce relazioni di fiducia a lungo termine. Le tecnologie possono diventare strumenti di supporto decisionale sia interno (team aziendali) che esterno (clienti e partner).

La comunicazione del futuro, si gioca sul delicato equilibrio tra previsione e autenticità. L’AI può anticipare, analizzare e semplificare scenari complessi, ma spetta ai leader aziendali mantenere viva la dimensione umana, emotiva e autentica del dialogo.

In questo contesto, la comunicazione esterna e la reputazione sono pilastri strategici: saper navigare il futuro con strumenti innovativi, senza perdere il contatto con ciò che rende la comunicazione vera e potente.

 


La comunicazione come leva di valore: il nuovo paradigma aziendale

La comunicazione come leva di valore: il nuovo paradigma aziendale

In un contesto di turbolenza economica e di trasformazione sociale, il valore non si misura più solo in termini finanziari, ma attraverso nuove modalità di partecipazione e scambio. Per le imprese che aspirano a prosperare, la chiave sarà ripensare il modo in cui comunicano e come coinvolgono il pubblico, trasformando i valori condivisi in autentico valore di business.

Oggi, la comunicazione non può essere un monologo; deve essere partecipativa, aperta, basata su uno scambio equo e significativo. I brand di successo sono quelli che parlano non solo di prodotti, ma di valori, e che offrono agli utenti modi innovativi per partecipare e sentirsi ricompensati.

I consumatori ridefiniscono il concetto di valore

I consumatori stanno ridefinendo il concetto di valore in un periodo di crescente incertezza economica. Con la Generazione Z sempre meno attratta dal lavoro tradizionale (il 49% ritiene che non soddisfi le proprie aspettative), stanno emergendo nuovi modelli per creare e catturare valore. Questo spostamento richiede che le aziende comprendano come l’impegno autentico e la partecipazione strategica possano tradursi in relazioni più profonde e in una fedeltà duratura.

Piattaforme di gaming e app social, ad esempio, stanno già sperimentando nuovi scambi di valore basati sull’attenzione. Giochi come Hamster Kombat su Telegram, che ha raggiunto 300 milioni di giocatori, dimostrano che la ricompensa per l’attenzione può diventare una moneta di scambio potente. Ma non si tratta solo di gaming: sistemi come il programma TYB di Glossier, che valorizza il coinvolgimento genuino dei micro-influencer, mostrano che l’autenticità è il nuovo asset più prezioso.

La comunicazione come leva di valore: il nuovo paradigma aziendale
La comunicazione come leva di valore: il nuovo paradigma aziendale

Perché adesso? La pressione sui consumatori e il ruolo della comunicazione

La pressione economica sta spingendo il 57% dei consumatori a effettuare ricerche approfondite prima di acquistare, considerando non solo il prezzo ma anche il valore futuro di rivendita o il supporto post-vendita. Questo fenomeno, unito all’ascesa dei lavori secondari (il 45% della Gen Z ha un side hustle), indica che i tradizionali flussi di reddito sono insufficienti. In questo contesto, la comunicazione aziendale deve andare oltre le metriche tradizionali e abbracciare modelli che premiano l’impegno e il talento.

Un esempio significativo è IKEA, che ha sperimentato il pagamento di salari reali per lavori virtuali, aprendo la strada a nuove economie parallele. Analogamente, MM:Berlin ha trasformato il feedback collettivo in una valuta riconosciuta. Questi casi dimostrano come la partecipazione possa diventare un asset scambiabile, ridefinendo le regole del valore economico.

Le nuove generazioni sono parte del dialogo

Le nuove generazioni non cercano solo prodotti; vogliono sentirsi parte di un dialogo, di una comunità. Per conquistare questa audience, le aziende devono adottare approcci che premiano l’attenzione e riconoscono le contribuzioni individuali. Non si tratta più di “vendere” qualcosa, ma di creare un ecosistema in cui il consumatore è al centro, valorizzato e ricompensato per la propria partecipazione.

La comunicazione non è più un mezzo, ma una leva per creare valore autentico. I brand che riusciranno a costruire sistemi inclusivi, che parlano attraverso i valori e premiano l’attenzione, non solo sopravviveranno a questa trasformazione, ma diventeranno leader del cambiamento. Ora è il momento di dimostrare il proprio valore.

Happy value!

 


multinazionali made in italia illy caffè armandobarone

Multinazionali made in Italy tra opportunità e successo: il caso Illy Caffè

Le multinazionali di quell’ampio comparto definito Made in Italy rappresentano una forza silenziosa ma estremamente dinamica all'interno dell'ecosistema globale delle imprese. Queste aziende, pur avendo dimensioni contenute rispetto ai giganti del mercato, giocano un ruolo fondamentale almeno su tre livelli: innovazione, crescita economica e competitività.

Operando in segmenti di mercato ad alta specializzazione, riescono a posizionarsi come leader nei loro settori, sfruttando al massimo la flessibilità e la capacità di adattarsi rapidamente alle mutevoli esigenze del mercato, spesso con un livello tecnologico superiore alla media del settore.

Il ruolo delle multinazionali nell'ecosistema economico

La loro importanza nell'ecosistema economico non va affatto sottovalutata. Queste aziende, centrate su prodotti di alta qualità, sono capaci di catalizzare innovazione non solo a livello tecnologico, ma anche in termini di modelli di business e strategie di comunicazione. Esse possono contribuire a muovere intere categorie merceologiche grazie alle loro iniziative. Inoltre, contribuiscono in modo sostenibile e significativo alla crescita delle economie locali, generando posti di lavoro e promuovendo una cultura imprenditoriale orientata alla qualità e alla vicinanza alle persone.

Grazie alla loro capacità di internazionalizzarsi pur mantenendo una forte identità locale, le multinazionali del Made in Italy fungono da ponte tra economie locali e mercati globali, arricchendo l'intero ecosistema con una visione imprenditoriale unica.

Parlando in questo articolo di multinazionali del Made in Italy, non posso non riferirmi a un’azienda che è anche motivo di orgoglio nazionale: il caso Illy.

Multinazionali di successo, il caso Illy Caffè

Illy Caffè è riuscita a costruire un brand mondiale grazie a una strategia di comunicazione raffinata e coerente. Pur operando in un mercato globale dominato da enormi corporation, Illy ha saputo differenziarsi grazie a un prodotto eccellente e a una comunicazione incentrata su qualità, arte e sostenibilità, conquistando così un posto di rilievo tra i brand premium price. Questo caso di studio esplora come la comunicazione abbia permesso a Illy di trasformarsi da azienda familiare a brand internazionale, esportando nel mondo non solo un prodotto, ma anche un’imprenditoria di eccellenza.

Fondata nel 1933 a Trieste, Illy Caffè ha costruito una reputazione per l'eccellenza del suo prodotto, rivolgendosi a un mercato dell’esperienza e a consumatori che cercano momenti di consumo di alta qualità. Partendo da un mercato italiano altamente frammentato, l’azienda ha adottato una missione che l’ha portata a promuovere nel mondo non solo il prodotto, ma l'intera esperienza del caffè come forma d'arte.

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La sfida delle multinazionali Made in Italy

La sfida, comune a molte multinazionali del Made in Italy, è stata quella di comunicare efficacemente il proprio valore unico in un mercato internazionale dominato da grandi marchi con risorse finanziarie molto superiori. L'azienda doveva trovare il modo di posizionarsi come leader di qualità in un contesto complesso e competitivo.

I pilastri della Comunicazione

E così è stato! La comunicazione Illy Caffè ha costruito una strategia che si è basata su tre pilastri fondamentali:

  1. Branding basato sull'arte e la cultura: Illy ha collegato il suo brand all'arte e alla cultura, collaborando con artisti internazionali per creare collezioni di tazzine e packaging unici. Queste iniziative hanno posizionato il brand come sinonimo di stile e creatività, rendendo il prodotto non solo un bene di consumo, ma anche un oggetto di design e collezione.
  2. Forte impegno sulla sostenibilità: La comunicazione di Illy è fortemente incentrata sul suo impegno per la sostenibilità e l'eticità della filiera del caffè. L'azienda ha raccontato in modo trasparente il suo processo di approvvigionamento diretto dai coltivatori, sottolineando come la qualità del prodotto sia legata a pratiche agricole sostenibili. Questo ha rafforzato il legame con un pubblico sensibile ai temi ambientali e sociali.
  3. Espansione digitale e storytelling visivo: Illy ha utilizzato il digitale in modo strategico per raggiungere un pubblico globale, creando contenuti visivi di alta qualità e utilizzando piattaforme social per raccontare la storia del brand. Attraverso video, immagini e racconti dei luoghi di produzione, l'azienda ha creato un legame emotivo con i consumatori, facendo leva sul concetto di autenticità. 

L'importanza della strategia

Risultati? Grazie a una strategia di comunicazione ben definita, Illy Caffè è riuscita a diventare un marchio riconosciuto a livello internazionale. La sua presenza globale è cresciuta significativamente, con una distribuzione in oltre 140 paesi e una rete di caffetterie che contribuisce a consolidare il brand e i ricavi. Illy è stata anche premiata per il suo impegno verso la sostenibilità, ottenendo certificazioni e riconoscimenti che hanno ulteriormente rafforzato la sua reputazione.

Questo caso dimostra che, per una multinazionale del Made in Italy, una comunicazione ben curata e focalizzata su valori distintivi può fare la differenza nella competizione globale. Illy, guidata da imprenditori illuminati, ha saputo raccontare una storia coerente e affascinante, legando il suo prodotto a concetti di arte, qualità e sostenibilità. Ha costruito così un brand che va oltre il caffè e che continua a crescere grazie alla sua capacità di comunicare in modo autentico e differenziato.

[L'immagine di copertina è stata generata usando un modello di intelligenza artificiale]

 


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Il ritiro di Joe Biden, una lezione di leadership

Domenica 21 luglio 2024 è una data che entrerà nei libri di storia. Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha annunciato il suo ritiro dalla corsa alle presidenziali del 2024.

Questa decisione è stata presa dopo una performance televisiva non all’altezza dell’incredibile curriculum del presidente americano.

Con oltre 50 anni di esperienza politica, Biden ha risollevato la più grande democrazia del mondo dopo i fatti di Capitol Hill del 2021, inanellando una serie di successi economici senza precedenti. Sotto la sua amministrazione, il PIL è salito del 3%, la disoccupazione è scesa ai minimi storici del 4%, i posti di lavoro sono cresciuti di 5 milioni e gli investimenti in infrastrutture hanno raggiunto i 1000 miliardi di dollari.

Un grande leader che ha saputo dimostrare il suo valore anche nel ritirarsi, compiendo un atto di enorme responsabilità, empatia e inclusività, nonostante la posta in gioco e la forte polarizzazione.

Da tecnici della comunicazione vogliamo porre l’attenzione sulla gestione della campagna per la rielezione di Biden che, a nostro parere, non è stata in grado di valorizzare l’“asset” Joe Biden.

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La strategia di comunicazione, lungi dal valorizzare gli incredibili risultati sociali ed economici, è sembrata volere inseguire il proprio competitor, l’ex presidente Donald Trump, nei suoi punti di forza, mettendo in moto una macchina strategica che è deflagrata nel dibattito televisivo del 27 giugno.

L'azione del team del presidente Biden sembra quindi essere caduta nell’errore di elaborare una strategia da follower e di essere stata poco attenta ai “basic”. Ecco alcuni punti:

  • Pianificazione puntuale e sostenibile: la pianificazione degli eventi deve essere contestualizzata, dettagliata e sostenibile.
  • Preparazione all'evento con una checklist strategica: la preparazione dell’evento deve essere affiancata da una checklist strategica per garantire che il percorso di avvicinamento sia nella giusta direzione.
  • Costruzione di una narrativa differenziante e strategica: creare una narrativa forte e unica che risuoni con il pubblico e distingua il leader dal follower.
  • Media training: il portavoce deve essere in formazione continua e avere modo di simulare il proprio intervento per testare l’efficacia del contenuto e la presenza scenica.
  • Monitoraggio continuo del feedback: analizzare continuamente il feedback ricevuto dal pubblico, dai media e dagli stakeholder per adattare e migliorare la strategia.

Happy leadership!

[Immagine di copertina di Gage Skidmore su Wikimedia Commons con licenza CC BY-SA 2.0.]

 


purpose kpi comuncazione responsabile armandobarone

Nuovi KPI nella comunicazione post digitale

Il recente episodio che ha coinvolto Zlatan Ibrahimovic, ripreso mentre partecipava a un gioco omofobo con lo youtuber IShowSpeed, conduce a una riflessione sul rapporto tra il purpose delle aziende, la scelta del media mix e i KPI.

Purpose e KPI: un nuovo approccio

Le aziende post-digitali devono essere guidate da un purpose chiaro e integrato nel design organizzativo. Il purpose rappresenta, nell’azienda moderna, una componente centrale della governance organizzativa. La vicenda che ha visto protagonista il campione svedese rende attuale un interrogativo rispetto a scelte di comunicazione basate sui KPI tradizionali, spesso meramente quantitativi.

È nostra convinzione, invece, che in una società post-digitale le scelte di comunicazione debbano essere “certificate” con un nuovo rigore che gli attuali media mix, creati sulla base di KPI quantitativi, non riescono a fornire, generando scelte insufficienti per valutare l'efficacia della comunicazione e rischiose per l’azienda.

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L'importanza dell'etica nella comunicazione

Appare sempre più evidente che l’ecosistema della comunicazione debba muoversi dalla comfort zone dei KPI quantitativi per sviluppare nuovi parametri in grado di rappresentare la qualità e l'impatto delle iniziative comunicative rispetto al purpose delle organizzazioni.

I driver per KPI post-digitali

Esistono almeno tre driver da considerare per la creazione dei KPI post-digitali:

  1. Engagement di Qualità: misurare l'interazione con il pubblico, valutando non solo la quantità ma anche la qualità delle interazioni.
  2. Impatto ESG: valutare il ROI delle campagne di comunicazione, pesando la loro capacità di promuovere la sostenibilità finanziaria, sociale e ambientale.
  3. Coerenza con il Purpose: monitorare la coerenza delle comunicazioni con il purpose aziendale, assicurando che ogni messaggio rafforzi i valori fondamentali dell'organizzazione.

Proprio qualche giorno fa, come membro del board di Comunicazione, ho partecipato all'evento "L’Impresa Comunicativa" organizzato da Assolombarda, dove è emerso come la comunicazione d’impresa sia sempre più centrale nella governance aziendale e nei processi decisionali. Appare quindi matura una riflessione su un set di KPI in grado di misurare questa nuova centralità della comunicazione.

Happy Purpose!

 


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Il futuro del Made in Italy, tra tecnologia e comunicazione

Alla luce dei grandi cambiamenti in corso, come la sostenibilità, la transizione tecnologica, i cambiamenti nei modelli di business e nelle politiche transnazionali, è possibile immaginare una nuova centralità del brand "Made in Italy"? Il valore simbolico e la percezione di eccellenza sintetizzati nel logo-slogan Made in Italy associano l’immagine di tutte le aziende che lo utilizzano a una certa internazionalità.

L'importanza della Comunicazione

Parliamo di settori che, se considerati nel loro insieme, commerciano internazionalmente oltre il 50% della produzione complessiva, significativamente superiore rispetto al 35% degli altri settori manifatturieri. Quindi, la comunicazione gioca un ruolo prezioso nell'esito finale e la capacità di produrre una differenziazione di valore è una responsabilità non solo nei confronti dell'azienda stessa e dei suoi clienti, ma anche del brand Made in Italy.

L'Italia possiede un valore unico e iconico, in grado di rappresentare il "lifestyle italiano", molto apprezzato a livello internazionale. Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy sta concentrando da tempo attenzione e investimenti per aumentarne la competitività globale e renderlo un motore di crescita accelerata per la nostra economia e per i giovani talenti e le future generazioni.

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La responsabilità nella Comunicazione

Questo contesto pone grande responsabilità nella comunicazione dei brand che fanno parte di questo importante cluster dell’economia italiana. Infatti, devono garantire che i loro messaggi riflettano l'unicità e l'attrattiva del "lifestyle italiano", contribuendo così a mantenere e accrescere la competitività internazionale. Una comunicazione efficace non solo valorizza il brand stesso, ma sostiene anche l'immagine complessiva dell'Italia come leader in qualità, innovazione e stile, promuovendo una crescita accelerata per l'economia e offrendo opportunità ai giovani talenti e alle future generazioni.

È chiaro che il valore simbolico del Made in Italy non opera nel vuoto. Si inserisce all’interno di un sistema simbolico del consumo. Questo è evidente per il mondo della moda ma nel contesto odierno si applica anche ai brand B2B che vogliano scalare.

"Made in Italy" e opportunità tecnologiche

La diversità di questo brand è quindi un punto di forza che deve sensibilizzare la leadership delle aziende, nonché i comunicatori coinvolti, che devono essere in grado di accompagnare il percorso di business e l’evoluzione tecnologica che la sorregge anche per gli aspetti di comunicazione: la Gen AI costituisce infatti una grande opportunità per i brand del Made in Italy.

I modelli di linguaggio di grandi dimensioni (LLM) sono una frontiera da esplorare per dare maggior impatto alla narrativa del Made in Italy, soprattutto nel modo in cui i clienti interagiscono con l'informazione attraverso chatbot in grado di fornire risposte sempre più risolutive e soddisfacenti.

Se la marca altro non è che il risultato di una comunicazione interattiva e di uno scambio simbolico intorno al prodotto, la capacità dei brand del Made in Italy va oltre le parole o i loro loghi e diventa una questione strategica per la capacità dell’azienda di creare valore sostenibile.

 


team centauro comunicazione armandobarone

Team Centauro di Comunicazione e la collaborazione con l’IA

Nel panorama del "nuovo normale", le sfide e le opportunità nel settore della comunicazione stanno subendo un' accelerazione senza precedenti dovuta alla disponibilità di tecnologie sempre più potenti ed in grado di processare le informazioni nello stesso modo in cui fa il cervello umano, come accade per l’intelligenza artificiale generativa.

I team di comunicazione possono trovare valore nella collaborazione con questa tecnologia emergente, trasformandola da potenziale avversaria a collaboratrice.

Le sfide della IA

Si tratta di una sfida, quindi è necessaria una strategia per implementarla, monitorarne lo sviluppo e misurarne i risultati.

I team di comunicazione possono adottare un approccio centauro, amalgamando le capacità umane con le potenzialità dell'IA per massimizzare l'efficacia e l'impatto delle loro attività. E, al contempo, elevare il work life balance.

Nel contesto della comunicazione, l'intelligenza artificiale (IA) non si limita a emulare le dinamiche critiche del nostro cervello, ma opportunamente utilizzata, può migliorare il processo e l’output.

La IA per migliorare la Comunicazione

L'IA introduce qualità e potenzialità uniche che possono arricchire e migliorare la comunicazione. In particolare, due aspetti chiave - connettività e possibilità di aggiornamento - assumono un ruolo centrale in questa trasformazione. Immagina un team di comunicazione in cui persone e IA lavorano insieme come un'unica entità, sfruttando le rispettive forze per raggiungere obiettivi comuni.

L’Intelligenza Artificiale Generativa può essere integrata in una rete flessibile e collaborativa, garantendo un flusso continuo di informazioni e conoscenze aggiornate, aiutando quindi non solo alla creazione di asset migliori ma ad una collaborazione maggiormente olistica.

team centauro comunicazione armandobarone

Il Team Centauro

Ecco alcuni esempi concreti di come il Team Centauro potrebbero trasformare il settore della comunicazione:

  • Analisi dei dati avanzata e personalizzazione: team possono accedere a un flusso continuo di dati e informazioni, consentendo analisi approfondite e personalizzazioni su larga scala. Questo significa creare messaggi mirati e coinvolgenti per ogni segmento di pubblico, migliorando l'esperienza complessiva del cliente.
  • Generazione automatizzata di contenuti: L'IA può essere impiegata per generare contenuti scritti, visivi e audio di alta qualità in modo automatizzato, liberando il tempo delle persone per attività più strategiche e creative. Questo non solo aumenta l'efficienza, ma apre anche nuove opportunità creative e dicura delle relazioni.
  • Monitoraggio e adattamento in tempo reale:  l'IA può monitorare continuamente le prestazioni delle campagne di comunicazione e  suggerire aggiustamenti in tempo reale. Ciò significa adattare rapidamente le strategie in base ai feedback del pubblico e alle tendenze di mercato, mantenendo sempre un vantaggio competitivo e la decisione in capo alle persone.

In conclusione, il futuro delle squadre di comunicazione risiede nella collaborazione uomo-tecnologia, incarnata dal concetto di Team Centauro. Integrare l'IA non solo migliora le prestazioni e l'efficacia delle strategie di comunicazione, ma trasforma anche il modo in cui lavoriamo insieme, lasciando alle persone compiti a più alto valore e creando un ambiente più collaborativo, dinamico e orientato al risultato.

Happy IA!

 


lezioni scienza comunicazione_armandobarone

5 lezioni dalla Scienza per il comunicatore contemporaneo

Nell'ambito della comunicazione moderna, l'intersezione tra umanesimo e tecnologia pone sfide nuove e complesse. Per navigare con successo in questo paesaggio mutevole, i professionisti della comunicazione possono trarre ispirazione e metodologia dalla scienza, un campo che per sua natura abbraccia il cambiamento e cerca la verità.

Ecco cinque lezioni fondamentali che la scienza offre ai comunicatori del nostro tempo:

Prontezza nell'autocorrezione

La scienza non è dogmatica; è un processo continuo di apprendimento e raffinamento. Allo stesso modo, i comunicatori dovrebbero essere aperti a rivedere e aggiornare i loro messaggi e strategie. In un'epoca in cui la tecnologia e le circostanze possono cambiare rapidamente, l'abilità di adattarsi e correggersi è vitale. La capacità di autovalutazione e autocorrezione permette di rimanere rilevanti e mantenere la fiducia degli stakeholder.

Valutazione critica dell'informazione

Così come un esperimento scientifico dipende dalla precisione dell’informazione, l'efficacia di una campagna comunicativa dipende dalla qualità dell'informazione. Un comunicatore deve quindi agire con scrupolosità simile a quella di un ricercatore, verificando le fonti e interpretando i dati con un occhio critico. Una comprensione profonda del contesto e un'analisi accurata dell'informazione sono imprescindibili per una comunicazione che aspiri all’autenticità. 

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Focalizzazione sull'Umanità

La scienza sa che dietro ogni numero e dato c'è l'umanità. Per i comunicatori, questo si traduce in un approccio che considera le persone, non solo come destinatari di messaggi, ma come cuore pulsante di ogni strategia comunicativa. Riconoscendo le esigenze, aspirazioni e timori delle persone, si possono costruire narrazioni che veramente risuonano e che creano legami significativi. 

Integrazione tra conoscenza umanistica e competenze tecnologiche

La storia ci mostra figure emblematiche, come Steve Jobs, che hanno saputo integrare l'umanesimo con la tecnologia. I comunicatori possono imparare a sintetizzare queste due aree per creare messaggi che siano tecnicamente avanzati ma che parlino anche all'esperienza umana. La tecnologia non deve essere un fine ma uno strumento al servizio di una comunicazione che tocchi la dimensione umana profondamente.

Apprendimento e sperimentazione continui

La scienza avanza testando ipotesi e accettando il fallimento come parte del processo. I comunicatori devono adottare questo approccio sperimentale, essere curiosi e pronti a imparare da ogni risultato. Questa mentalità orientata verso la scoperta e l'innovazione consente di esplorare nuove frontiere comunicative, di sperimentare con nuove tecnologie e di trovare modi creativi per coinvolgere il pubblico.

Attraverso queste lezioni, la scienza si rivela un faro per il comunicatore contemporaneo, che in un mare di informazioni e innovazioni tecniche deve sempre trovare la rotta che conduce all'essere umano. Integrando autocorrezione, rigore nell'informazione, una visione umanistica, l'adozione di nuove tecnologie e una costante disposizione all'apprendimento, i comunicatori possono aspirare a creare messaggi che non solo informano ma anche ispirano.

Happy communication!