L’invecchiamento della popolazione e il calo demografico che caratterizza molti paesi sviluppati, tra cui l’Italia, rende necessario una trasformazione del sistema sanitario.

Un grande risolutore di questa fragilità potrebbe essere la tecnologia e l’innovazione delle modalità di accesso alla salute pubblica da parte delle persone.

Come avviene in Giappone che si distingue per il suo approccio innovativo alla medicina e alla salute digitale e per gli investimenti (il 10.9 % del PIL rispetto alla media OCSE del 7.1%).

La nazione dell’Estremo Oriente, nota per la sua capacità di armonizzare tradizione e innovazione, offre preziose lezioni sulla gestione della salute pubblica e l’importanza della divulgazione scientifica.

Le similitudini tra Italia e Giappone

Ci sono molte similitudini tra il nostro Paese e quello nipponico, limitiamoci qui a considerare questa: si tratta di due nazione vecchie con un’età media di oltre 48 anni degli italiani e di 46 anni per i giapponesi e un’aspettativa di vita ben oltre gli 80 anni in entrambi i paesi.

In Italia, la recente mobilitazione di eminenti scienziati, tra cui il Premio Nobel Giorgio Parisi e l’immunologo Alberto Mantovani, evidenzia l’urgenza di investire più risorse nel sistema sanitario.

innovare sanità modello giapponese

Partiamo da un dato: l’Italia investe solo il 6.9% del PIL in Sanità, mancano all’appello per raggiungere la media europea circa 15 miliardi di euro all’anno, secondo una recente proiezione della fondazione Gimbe.

Questi appelli per una maggiore attenzione alla scienza e alla ricerca nel campo della sanità sono quindi fondati e riecheggiano le iniziative giapponesi, dove la digital health non è solo una questione di tecnologia, ma anche di divulgazione e comprensione pubblica.

Il Giappone, con la sua rapida adozione della telemedicina, delle applicazioni per la gestione della salute e dei sistemi avanzati di monitoraggio dei pazienti, dimostra come la tecnologia possa essere impiegata per migliorare l’accesso alle cure e l’efficienza dei servizi per evitare gli sprechi.

Tecnologia accessibile a tutti

Ma oltre alla tecnologia, c’è un profondo impegno per assicurare che queste innovazioni siano accessibili e comprensibili a tutti, ponendo l’umanità al centro dell’attenzione. La posta in gioco è alta: si stima che la diffusione del digital health abbia consentito al paesi nipponico di migliorare un sistema sanitario già all’avanguardia risparmiando almeno 10 miliardi di dollari all’anno, aumentando la produttività del 10% e con un livello di soddisfazione dei cittadini tra i più alti al mondo.

La pandemia di COVID-19 ha accelerato questa trasformazione, spingendo a una riflessione su come i comunicatori scientifici possano svolgere un ruolo cruciale nel colmare il divario tra la comunità scientifica e il pubblico. In Giappone, l’attenzione è rivolta a rendere la comunicazione scientifica più accessibile, utilizzando linguaggi semplici e piattaforme digitali per diffondere conoscenze vitali.

L’importanza per il comunicatore di saper incorporare la Scienza

Il caso italiano sottolinea l’importanza della comunicazione efficace in tempi di crisi. Walter Ricciardi, consigliere dell’ex Ministro della Salute, in un articolo recente sul Corriere della Sera, ha sottolineato con ragionevolezza l’importanza della correttezza nella diagnosi e nelle misure adottate, rivelando la necessità di una comunicazione chiara e tempestiva per gestire le aspettative e le ansie del pubblico.

Per i comunicatori, questo pone l’accento su alcuni punti fondamentali:

  1. Chiarezza: Utilizzare un linguaggio semplice e diretto per rendere le informazioni scientifiche accessibili a tutti.
  2. Empatia: Mostrare comprensione e sensibilità verso le preoccupazioni e le esperienze del pubblico.
  3. Affidabilità: Fornire informazioni basate su evidenze scientifiche e fonti autorevoli per costruire fiducia.
  4. Interattività: Sfruttare le piattaforme digitali per creare dialoghi, rispondere alle domande e dissipare i dubbi.
  5. Continuità: Mantenere il pubblico informato con aggiornamenti regolari e follow-up sulle questioni di interesse pubblico.

L’esempio del Giappone già nel 2020 era un promemoria cruciale dell’importanza di investire nella salute digitale e nella comunicazione. Per capire tutto il vantaggio del Giappone su questo tema, il Ministero della Salute, del Lavoro e del Welfare del Giappone lanciò una campagna di comunicazione per promuovere l’accesso alla sanità digitale. La campagna si chiama “デジタルヘルスで健康な毎日を” (Digital Health for a Healthy Everyday Life).

Gli obiettivi principali della campagna erano:

  • Aumentare la consapevolezza sulla sanità digitale
  • Informare il pubblico sui benefici della sanità digitale
  • Incoraggiare le persone a utilizzare i servizi di sanità digitale

La strategia puntò su una varietà di canali per raggiungere il pubblico, tra cui:

  • TV: Spot pubblicitari
  • Radio: Spot radiofonici
  • Internet: Sito web, banner pubblicitari, social media
  • Eventi: Seminari, conferenze 

Anche i messaggi chiave sono stati confezionati in maniera strategica:

  • La sanità digitale può aiutarti a vivere una vita più sana.
  • La sanità digitale è facile da usare e accessibile a tutti.
  • La sanità digitale può aiutarti a risparmiare tempo e denaro. 

I  KPI  altrettanto ragguardevoli,  infatti la campagna ha avuto un impatto positivo sulla consapevolezza e sull’utilizzo della sanità digitale in Giappone.

  • Aumento della consapevolezza: Un sondaggio del 2021 ha rilevato che il 70% dei giapponesi è consapevole della sanità digitale, rispetto al 50% del 2020.
  • Aumento dell’utilizzo: Il numero di persone che utilizza i servizi di sanità digitale è aumentato del 20% nel 2021. 

La comunicazione per l’accesso alla sanità digitale è la chiave successo nell’innovare il settore sanitario pèrchè aiuta ad aumentare la consapevolezza e l’utilizzo dei servizi.

Happy Communication

 

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Armando Barone Armando Barone
Ufficialmente il mio percorso nel mondo della comunicazione inizia nel 1999, ma ho sempre creduto di averlo iniziato molto tempo prima. Ed esattamente nel 1980 quando il terribile terremoto dell’Irpinia che aveva devastato la mia città Napoli, fu per il bambino di allora assetato di sorprese, l’occasione per ritrovare tra le mura fogli di giornale. Una vera magia! Le pareti crollate rivelavano pagine sovrapposte di quotidiani che una volta si usavano per favorire l’aderenza della carta da parato.