Purpose company: la comunicazione efficace contro l'obesità
L’obesità, soprattutto quella giovanile, è una sfida sanitaria globale che richiede un intervento immediato. La prevenzione attraverso una comunicazione efficace e strategica è fondamentale per invertire questa tendenza preoccupante.
Una recente ricerca pubblicata sul Financial Time, ripresa anche da Il Corriere della Sera, ha analizzato dati provenienti da quasi 200 paesi su oltre 220 milioni di individui, ha evidenziato una preoccupante crescita dell'obesità a livello globale – il fenomeno in Italia è altrettanto allarmante sebbene non in aumento.
Obesità giovanile, un problema globale
Attualmente, una porzione significativa della popolazione mondiale è classificata come obesa, situazione che genera una pressante necessità di adottare politiche volte a promuovere la prevenzione dell'obesità, stimolare la perdita di peso e diminuire il rischio di malattie correlate.
Il drammatico incremento dei tassi di obesità rischia di compromettere i progressi raggiunti in termini di longevità e anni di vita in buona salute.
Inoltre, questo fenomeno carica i sistemi sanitari e i datori di lavoro di oneri finanziari crescenti.
Gli esperti riconducono questa escalation all'eccessiva disponibilità di alimenti e bevande poco salutari, alla difficoltà di accedere a prodotti nutritivi e alla scarsità di occasioni per praticare attività fisica.
Il ruolo della Comunicazione
Ecco perchè la comunicazione riveste un ruolo fondamentale nella prevenzione dell'obesità giovanile, agendo come ponte tra la conoscenza e l'azione nel contrasto a questa epidemia crescente.
Credo che un gran numero di aziende possano potenzialmente partecipare a ridurre questo fenomeno legando l’issue sociale positivamente al loro purpose attraverso l'adozione di strategie comunicative e promuovere stili di vita salutari.
L’obiettivo da centrare dovrebbe essere quello di creare un progetto d’azione che faccia della buona vita un atteggiamento alla moda.
I Purpose brand, con il loro vasto raggio d'azione, hanno la capacità di influenzare positivamente le abitudini delle persone e potrebbero promuovere programmi e campagne di marketing mirate.
Allo stesso modo, le istituzioni, attraverso politiche pubbliche e iniziative scolastiche, possono creare ambienti che favoriscono la scelta di opzioni alimentari sane e attività fisica regolare. Così contribuiscono a formare una consapevolezza precoce sui rischi associati all'obesità.
Lo sport al pari di altre materie
A proposito di attività fisica regolare, sono sempre più convinto che una delle rivoluzioni che la scuola italiana dovrebbe compiere è l’equiparazione dello sport alle altre materie scolastiche fin dalla materna e per tutto il percorso di formazione.
Anche famiglie, giocano un ruolo insostituibile nel modellare le abitudini di bambini e giovani, fornendo non solo le basi per una dieta equilibrata e un'attività fisica adeguata ma anche un modello di comunicazione aperto e di supporto.
La conversazione in famiglia sull'importanza della salute e del benessere può rafforzare ulteriormente i messaggi ricevuti dagli altri attori, creando una missione ecosistemica pubblico/provata dal grande impatto non solo sociale ma anche economico.
Ovviamente per parlare ai giovani dobbiamo utilizzare non solo i linguaggi giusti ma anche i mezzi giusti.
Quindi, l'adattamento della comunicazione alle nuove tecnologie e ai social media è fondamentale. App, chat di AI e giochi interattivi offrono un mezzo innovativo per promuovere stili di vita sani, coinvolgendo i giovani in maniera diretta e personale.
Tecnologia e salute, nuovo approccio
Le nuove tecnologie presentano sia opportunità che criticità: se da un lato amplificano il messaggio di prevenzione, dall'altro richiedono un'attenta valutazione dei contenuti per garantire efficienza ed efficacia nel raggiungere il target giovanile in maniera positiva, senza generare controproducenti effetti di stigma o disinformazione.
In conclusione, la comunicazione è fondamentale nella lotta contro l'obesità giovanile. Attraverso un moderno partenariato pubblico/privato trainato dai Purpose Brand e l'utilizzo delle nuove tecnologie, possiamo promuovere uno stile di vita sano fin dall'infanzia in grado di creare un volano positivo anche per l’economia, le famiglie e le finanze dello stato.
Happy communication!
Trasformare il purpose in azione, la nuova frontiera del branding in action
In Italia, sebbene l'inflazione stia registrando un calo in diversi settori, non si osserva la stessa tendenza per il carrello della spesa, continuando a rappresentare una fonte di disagio per le famiglie.
L'inflazione e il potere dei Brand
Ecco perchè i brand e le campagne che propongono un obiettivo superiore attraggono consumatori alla ricerca di partecipare a qualcosa di più grande di loro stessi. In questo contesto di branding in action”, Capitan Findus ha lanciato recentemente una sfida coraggiosa all'inflazione, annunciando una riduzione del 20% sui prezzi dei suoi iconici Bastoncini. Questa mossa, mirata a sostenere il potere d'acquisto dei consumatori, si accompagna a significativi investimenti nella fabbrica di Cisterna di Latina, volti a ridurre i costi di produzione. Un esempio concreto di come il purpose di un'azienda possa essere traducibile in azioni tangibili.
Branding in action, in pratica
Nell'attuale contesto di mercato, altamente competitivo e sempre più orientato verso i valori, rendere il proprio “purpose” tangibile diventa un requisito indispensabile per i brand. Questo richiede alle aziende un passo oltre la trasparenza e la condivisione dei propri valori superiori.
Sempre più ciò che spinge le persone a diventare sostenitori, celebrare e dimostrare fedeltà verso un brand è la capacità di quest'ultimo di compiere progressi nel campo del cambiamento sociale e di dare ai consumatori gli strumenti per risolvere priorità di vita contribuendo attivamente alla risoluzione.
Come nel caso sopracitato dove un brand ha applicato uno sconto importante sul suo prodotto principale che è anche quello che gode del più forte immaginario sul mercato rispetto ad altre referenze in quella categoria.
Il brand e azioni concrete
Questa esigenza si lega strettamente all’importanza per le marche di intraprendere azioni concrete. Nel mondo odierno, dove i consumatori sono sempre più informati e consapevoli delle problematiche economiche, essi cercano non solo prodotti o servizi, ma esperienze in cui ravvedono la realizzazione dei propri valori.
Quindi, le aziende che riescono a integrare nella loro missione e nelle loro pratiche quotidiane iniziative volte a promuovere un impatto sociale positivo, non solo guadagnano l'apprezzamento del pubblico, ma catalizzano anche un supporto attivo e una lealtà duratura.
In questo modo, diventano non solo fornitori di beni o servizi, ma veri e propri alleati dei loro clienti nella costruzione di un futuro migliore.
Questa è la nuova frontiera per le aziende che vogliono emergere in un mercato globale sempre più affollato e competitivo: essere motori di cambiamento sociale e permettere ai consumatori di partecipare attivamente a questa trasformazione.
Il brand in connessione coi giovani
A proposito di futuro, indubbiamente quello di un brand è intrinsecamente legato alla capacità di connettersi e di rimanere rilevante per le giovani generazioni, poiché i giovani di oggi rappresentano i consumatori, i leader e gli influenzatori di domani. Questa prospettiva enfatizza l'importanza di comprendere e rispondere alle aspettative, ai valori e agli ideali dei giovani, che sono in continua evoluzione. Man mano che crescono e si affermano nel tessuto socio-economico, i giovani di oggi porteranno con sé le loro preferenze e i loro valori nelle decisioni di acquisto, influenzando così le tendenze di consumo e la direzione del mercato.
Ecco perché l’adozione di un approccio che pone il "brand in action" al centro delle strategie aziendali risuona particolarmente con i giovani, che si distinguono per la ricerca di autenticità. Questi giovani, cresciuti in un'epoca di rapidi cambiamenti tecnologici e di crescente consapevolezza su temi come il globlal warming , ricercano nei brand un impegno concreto verso questioni reali.
Questa generazione valuta le aziende sulla base di come queste ultime integrano i loro valori etici e sociali all'interno dei propri modelli di business , mostrando una netta preferenza per quelle agiscono attivamente per realizzare il necessario cambiamento.
In questo contesto, la comunicazione che riesce a toccare corde autentiche, mostrando l'impatto reale delle azioni di un'azienda sulla comunità e sull'ambiente, ha una risonanza particolare.
Le strategie dei brand di oggi, infuse di un profondo purpose, tessono la trama di un domani in cui le aziende non sono solo scelte, ma vissute come parte integrante della propria identità e dei propri valori.
Un futuro, quindi, dove l'autenticità e l'impegno concreto diventano la chiave per sbloccare la fedeltà e l'entusiasmo dei consumatori, guidando i brand verso orizzonti sempre più ampi e significativi.
Happy purpose!
Dalle scuse di Zuckerberg ad una nuova era dei social media
Facebook compie 20 anni e il quasi simultaneo atto di scuse pubbliche da parte del co-fondatore presidente e CEO di Meta, Mark Zuckerberg, alle famiglie dei minori danneggiati dall'uso dei social media, segna un momento cruciale del settore.
Questo evento, avvenuto durante un'udienza del Senato degli Stati Uniti alla quale hanno partecipato gli AD delle principali piattaforme social, evidenzia uno dei problemi che unisce l'occidente: l'urgenza di affrontare le minacce poste dall'uso dei social media ai minori.
L'impatto dei social media sui minori e società
La realtà che emerge è univoca: l'uso improprio dei social può causare danni tangibili, sia a livello individuale che collettivo. Questo riconoscimento suggerisce a chi gestisce questi canali di ripensare radicalmente l'approccio alla governance aziendale andando oltre le policy interne e di iniziare a guardare alla regolamentazione come un asset indispensabile per garantire la sostenibilità futura delle aziende e del settore.
La posto in gioco è enorme, sia dal punto di vista sociale a tutela del sempre più scarso patrimonio di giovani che caratterizza i paesi occidentali ma anche le stesse aziende del settore. Usiamo sempre l'azienda di Mark Zuckerberg come esempio. Meta, che continua a macinare record, vale infatti oggi 1.2 trilioni di dollari. È semplice immaginarsi che se lo scandalo di Cambridge Analytica è costata 7 miliardi di dollari, quanto potrebbe fare male all'azienda di Menlo Park una crisi che avesse al suo centro una fetta determinante di audience come i giovani.
Anche qui l'Europa potrebbe ribadire l'indiscusso dominio giuridico culturale, semmai prendendo spunto dalla regolamentazione del settore TLC. Allo stesso modo sembra maturo un ragionamento rispetto al mercato dell'ADV on line per incentivare il passaggio da un sistema basato sui volumi a quello sulla qualità. Fatto che potrebbe portare benefici anche ai mercati "adiacenti" a quello delle Big Tech come l'editoria.
I social media e la regolamentazione
Tuttavia, l'episodio delle scuse di Meta rappresenta solo l'inizio di un percorso necessario verso un mercato più sostenibile. Parte della sfida è infatti in capo alle aziende e ai brand. Nell'epoca della "purpose driven company" è sempre più vicino il momento in cui i consumatori inizieranno a volgere lo sguardo verso di loro rispetto alla postura dei grandi player dell'online. Questo implicherà necessariamente la definizione di coerenti strategie di comunicazione e pianificazione mezzi.
Credo quindi che i social network si stiano avvicinando ad un bivio: continuare sulla strada dell'autoregolamentazione o intraprendere un percorso con il Regolatore per la definizione di norme che garantiscano la sostenibilità del business e il benessere collettivo.
La direzione scelta sarà determinante non solo per il futuro dei social network ma per la società nel suo complesso.
Happy Social!
La Comunicazione e la Tecnologia per un sistema fiscale sostenibile
Sappiamo che la comunicazione è un pilastro fondamentale per una società informata e partecipe. Nonché una variabile irrinunciabile per curare il percepito di qualsiasi sistema privato quanto istituzionale.
L'importanza della Comunicazione nel Fisco
Uno dei settori in cui la comunicazione dovrebbe avere un ruolo maggiormente strategico è l'apparato tributario. In un Paese dove la pressione fiscale e l’evasione pongono seri interrogativi sulla sostenibilità del sistema si sente il bisogno di un approccio ad una comunicazione trasparente, coinvolgente e vicina agli stakeholder (cittadini, imprese, professionisti, lavoratori, investitori) in grado di creare sostegno nei confronti della missione di tutelare i beni collettivi.
La prima sfida da superare è accettare il fatto che la comunicazione dei temi fiscali ha un’audience molto più larga dei tecnici, quindi avrebbe buon senso spostare l’asse dal mondo dei tecnici tributari e fiscali verso una comunicazione a favore della reale comprensione del cittadino, delle imprese, degli investitori.
Coinvolgere attivamente i cittadini nel dialogo è essenziale: campagne informative, strumenti online interattivi e incontri pubblici possono contribuire a creare un ambiente in cui i cittadini possono esprimere le proprie domande e preoccupazioni, ottenendo risposte chiare e aiutando a plasmare le politiche fiscali.
Educazione Fiscale e Giovani
Un altro aspetto quando si parla di comunicazione per un nuovo approccio in ambito di comprensione e comunicazione tributaria è quello di educare i giovani. Coinvolgerli nell'educazione fiscale è di fondamentale importanza per plasmare una società futura informata e responsabile.
La comunicazione aperta sulle questioni fiscali non solo fornisce loro le conoscenze necessarie per gestire le proprie finanze in modo responsabile, ma li sensibilizza anche sull'importanza del contributo fiscale per sostenere i servizi pubblici.
Educare i giovani al fisco li prepara a diventare cittadini consapevoli e partecipi, capaci di influenzare positivamente le politiche fiscali e contribuire al benessere collettivo. Inoltre, li incoraggia a porre domande critiche e a comprendere il valore della trasparenza e della comunicazione aperta nelle questioni finanziarie e sociali.
Case Study: Repubblica Ceca
A proposito di impatto positivo della comunicazione sulla comprensione fiscale dei cittadini, segnalo il caso della Repubblica Ceca che ha lanciato recentemente una campagna di comunicazione "DaDáme Daně" con l'obiettivo di migliorare la comprensione fiscale tra i cittadini.
La campagna è stata sviluppata dal Ministero delle Finanze ceco e ha coinvolto una serie di partner, tra cui l'Agenzia delle Entrate, l'Accademia delle Scienze ceca e l'Associazione dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili.
È stata utilizzata una comunicazione semplice e diretta per spiegare concetti fiscali complessi. Si è fatto uso di un linguaggio chiaro e illustrazioni intuitive per rendere le informazioni più accessibili ai cittadini. Gli sforzi sono stati concentrati sulla promozione della trasparenza e sull'invito ai cittadini a partecipare attivamente al processo di definizione delle politiche fiscali.
La campagna "DaDáme Daně" anche dal punto della "delivery" è stata pensata bene, sono stati utilizzati una serie di canali per raggiungere i cittadini, tra cui:
- Spot televisivi e radiofonici
- Pubblicità online
- Materiali informativi, come brochure e opuscoli
- Eventi pubblici
L'operazione ha avuto un impatto positivo sulla comprensione fiscale dei cittadini cechi. Un sondaggio condotto dal Ministero delle Finanze ha rilevato che il 70% dei cittadini ha trovato la campagna utile o molto efficace. Inoltre, il sondaggio ha rilevato che il 60% è più propenso a partecipare al processo di definizione delle politiche fiscali.
Tecnologia e Comunicazione Fiscale
Questo è un esempio di come la comunicazione può essere utilizzata per migliorare la comprensione dei cittadini dei temi complessi.
In conclusione, il sistema fiscale italiano può trarre enormi benefici da una comunicazione multi-stakeholder più chiara, semplice e coinvolgente. Questo non solo aiuterà cittadini e imprese a comprendere meglio le tasse, ma migliorerà anche il rapporto con il fisco.
Una comunicazione intelligente e coinvolgente è la chiave per plasmare e emancipare la comprensione delle tasse in Italia, contribuendo a una società più informata e partecipe. Anche in questo caso le tecnologie possono essere un alleato, si pensi al potere della iper-personalizzazione che consente l’intelligenza artificiale generativa.
Happy communication!
Henry Kissinger e la lezione di comunicazione strategica
La scomparsa di Henry Kissinger, un uomo che ha forgiato la politica internazionale del XXI secolo, consente di riflettere rispetto al rapporto dell’ ’arte dello scegliere’ con la comunicazione.
Kissinger ha sempre avuto una predisposizione nei confronti della comunicazione. A ben vedere ciò è evidente già all’inizio della carriera, infatti, il ventenne Kissinger già nella propria tesi di laurea decise di analizzare il ruolo dell’atomica come strumento di deterrenza fondamentale per la strategia di sicurezza degli Stati Uniti.
L'ascesa di Henry Kissinger
Una scelta che gli attirò da subito l’attenzione del governo americano, ammirato dalla lungimiranza del giovane tedesco nato a Fürth che, infatti, a soli 39 anni divenne consigliere alla sicurezza nazionale iniziando così una carriera politica che ha avuto pochi pari nella storia degli Stati Uniti e dell’Occidente.
Ancora la comunicazione si evince come uno strumento fondamentale nella strategia di Kissinger nello storico avvicinamento alla Cina, culminato nell’incontro tra Nixon e Mao nel 1972 e che gli valse, l'anno successivo, il Nobel Per la Pace perché: "Ha contribuito a ridurre la tensione internazionale e a promuovere la comprensione reciproca tra i paesi".
La Comunicazione nella Diplomazia
Kissinger capì da subito che la chiave del successo della missione, dai più considerata un suicidio , era la relazione con il primo ministro Zhou Enlai, unica persona ascoltata da Mao Zedong. Qui il genio: Kissinger creò una strategia politica che partiva dal principio fondamentale che in una comunicazione efficace l’empatia non poteva mancare.
Sono storia gli accorgimenti e lo studio che portarono alla creazione di una connessione significativa tra Kissinger e Enlai che non solo permise la distensione tra i due paesi ma che ha lasciato una legacy quanto mai attuale: ovvero ha mostrato al mondo la differenza politica tra Cina e Russia.
Nel corso del tempo la passione per la comunicazione non ha mai lasciato Kissinger e gli esempi sarebbero tanti, anche inaspettati, come quello che vide il diplomatico impegnato nella candidatura degli Stati Uniti per i mondiali di calcio del 1994.
Convincere un paese che orgogliosamente rivendicava la propria differenza con l’Europa anche nello sport dove il principio era che la palla andava usata con le mani e non con i piedi fu un capolavoro di comunicazione che fruttò agli Stati Uniti 5 miliardi di dollari di ricavi e mostrò al mondo che la super potenza americana poteva dire la propria anche in settore dove non aveva primeggiato ma il cui impatto culturale è Globale.
Kissinger e la lezione di Comunicazione
Per concludere, Kissinger ci ha lasciato un “testamento” culturale di inestimabile valore per ogni comunicatore. Anche il suo ultimo libro Leadership: Six Studies in World Strategy dove il file rouge è stato legare 6 personaggi esaminati dal “professore di Harvard” e la loro capacità di avere una strategia di comunicazione in grado di interpretare il contesto e includere i punti di vista per creare una connessione proficua.
Happy strategy!
Navigare l'incertezza: la nuova frontiera della Comunicazione
In un'epoca segnata da turbolenze globali, tensioni geopolitiche, eventi meteorologici estremi, il mondo si confronta con una realtà ineludibile: la capacità di programmazione di lungo periodo è estremamente complessa.
In questo contesto di continuo cambiamento, la resilienza emerge come un'imperativa competenza per i comunicatori moderni.
La Nuova Frontiera della Comunicazione
Il comunicatore moderno si trova a navigare in un mare di incertezze. Come rivelato dal World Economic Forum (2023), il 69% dei cittadini mondiali prevede un futuro di volatilità continua, con shock multipli che influenzano economie e industrie. In tale panorama, il comunicatore non solo deve trasmettere messaggi, ma anche agire come un faro di stabilità e chiarezza.
Per i comunicatori, la resilienza significa molto più che sopravvivere a una crisi. Si tratta di adattarsi, apprendere e crescere attraverso le sfide. Questo richiede un approccio proattivo e reattivo alla comunicazione, dove l'anticipazione e l'adattamento immediato agli shock diventano competenze fondamentali. Le principali aziende considerano da tempo la resilienza una priorità strategica, sottolineando l'importanza di comunicatori capaci di guidare attraverso l'incertezza.
Comunicare con Agilità e Flessibilità
Il comunicatore resiliente si distingue per la sua capacità di essere agile e flessibile. In un mondo in rapido cambiamento, i messaggi devono essere tempestivi. E anche in grado di adattarsi a contesti in continua evoluzione.
Dall'Informazione alla Trasformazione
La resilienza nella comunicazione non è solo una questione di gestione delle crisi. È anche una questione di trasformare queste crisi in opportunità di apprendimento e crescita. Come il team di LibreOffice ha dimostrato, ogni sfida può diventare un'occasione per innovare e migliorare.
Per il comunicatore contemporaneo la resilienza ha un impatto profondo non solo su come le informazioni vengono comunicate. Ma anche su come vengono percepite e consumate dal proprio team prima che dal pubblico. La fruizione all’informazione subisce trasformazioni significative, con una diminuzione della fiducia nelle fonti tradizionali, una sempre più acritica attenzione al mondo dei “creators”. E un aumento delle preoccupazioni tra un pubblico sempre più polarizzato.
I media, in risposta a queste tendenze, stanno adottando nuove strategie per riconquistare la fiducia del pubblico e adattarsi ai cambiamenti nei modelli di consumo.
Ciò include:
- Enfatizzare la veridicità e l'affidabilità: i media si stanno concentrando maggiormente sulla verifica delle fonti e sulla trasparenza nell'erogazione delle notizie per ricostruire la fiducia con il pubblico.
- Adattare i formati di comunicazione: per rispondere all’ascesa dei “creators”, i media stanno sperimentando formati più brevi e visivamente accattivanti con data telling coinvolgenti.
- Focus su argomenti rilevanti: c'è una maggiore enfasi su temi come la salute, il benessere e l'ambiente, rispecchiando le preoccupazioni del pubblico e fornendo informazioni utili e pratiche.
In conclusione, in un mondo dove la tempesta del cambiamento è la nuova norma, la resilienza diventa un imperativo per il comunicatore moderno. Andando oltre la semplice sopravvivenza, i comunicatori devono diventare catalizzatori di cambiamento. Guidare le organizzazioni e le comunità attraverso le acque agitate del presente verso un futuro più chiaro e stabile. In questo contesto, la capacità di comunicare efficacemente, con agilità e adattabilità è essenziale per il successo. In un mondo in costante discontinuità.
Il potere dei Brand: opportunità per una Società più Gentile
Nel mondo il 76% dei lavoratori di prima linea sperimenta l'inciviltà almeno una volta al mese. È un dato che mi ha colpito, facendomi scorrere davanti agli occhi i tanti episodi a cui con sempre più frequenza siamo costretti ad assistere. Al livello micro quanto macro, in un contesto dove anche la guerra sembra essere ritornata ad essere un’opzione accettabile.
Lasciando da parte gli scenari complessi e geopolitici legati alle guerre, vorrei focalizzarmi con voi sulla “micro inciviltà”. Quell’impulso che spinge una persona ad incidere il proprio nome sul Colosseo oppure a guidare guardando una serie TV, ad esempio.
Cosa sta alimentando tutto ciò? La risposta è complessa. La solitudine, la polarizzazione, il flusso travolgente dei social media, il crescente divario economico sono tutti fattori contribuenti, ma è difficile determinare se siano causa o conseguenza.
I Brand promotori del Cambiamento
Rimane il fatto che nel vasto panorama della società moderna l'inciviltà sembra guadagnare uno spazio crescente. Da indomabili ottimisti vogliamo analizzare un angolo di luce. I brand possono farsi avanti come potenti agenti di cambiamento, capaci di guidare il nostro mondo verso una direzione più civile e gentile.
Con le loro singole identità e purpose, essi possono contribuire a un quadro più ampio di civiltà. Come le note di una sinfonia, ognuno di essi suona un ruolo specifico, ma tutti insieme creano un'armonia che ispira.
Se rileggete gli articoli condivisi con voi in questo sito vi accorgerete immediatamente che il tema del purpose è un fil rouge molto attuale.
Esso si sta rapidamente diffondendo nell'economia moderna. E le aziende non sono più solo entità che cercano di massimizzare i profitti.
È possibile che quelli che abbracceranno un ruolo civico, ovvero che rappresenteranno qualcosa di più grande di sé stessi lavorando instancabilmente per costruire un mondo più civile, saranno certamente accolti con entusiasmo da coloro che desiderano essere parte di un mondo migliore.
I Brand come "difensori civici"
Ci sono tanti temi di cui i brand potrebbero farsi “difensori civici”. Guardiamo alle strade italiane, per esempio. Incidenti stradali, pedoni investiti, semafori ignorati: sono tutti segni di inciviltà che mettono a rischio la vita delle persone. Lo scorso anno più di 3000 persone hanno perso la vita sulle strade italiane con 485 pedoni investiti. È un problema di sicurezza stradale che va oltre il mero rispetto delle regole.
La sicurezza è un bisogno umano fondamentale, come ci insegna la Piramide dei Bisogni di Maslow. I brand possono intervenire in sinergia con la doverosa opera di repressione delle autorità pubbliche. Infatti, non basta imporre leggi più severe; serve anche una grande opera di comunicazione e sensibilizzazione. Ecco dove entrano in gioco i "purpose brand", aziende che vogliono cogliere l'opportunità di avere un impatto positivo sulla società. Possono promuovere la sicurezza stradale attraverso campagne di sensibilizzazione, programmi di educazione stradale e investimenti in tecnologie avanzate per la sicurezza automobilistica.
In conclusione, in un mondo in cui l'inciviltà sembra diffondersi i brand possono contribuire ad invertire il trend e rendere l’educazione un fatto “cool”.
Possono ispirare, educare e guidare la società verso una direzione più civile. E attraverso la comunicazione, trasformare la consapevolezza civica in azione concreta.
Happy Purpose!
Il valore della reputazione nell'era post digitale
Nell'era dell'informazione e della globalizzazione, la reputazione ha assunto un ruolo centrale come mai prima d'ora. Viviamo in un mondo interconnesso, dove le informazioni viaggiano alla velocità della luce. In questo contesto il fattore reputazione va trattato come una priorità assoluta. Per i brand commerciali, se c'è solidità in questo senso può significare la differenza tra il successo di mercato e l'oblio.
Nel contesto geopolitico, la reputazione di un paese può influenzare aspetti determinanti: gli investimenti esteri, la diplomazia, le relazioni internazionali, il percepito degli individui. In entrambi i casi, è un fattore intimamente legato alla comunicazione: come un messaggio viene presentato, interpretato e condiviso può fare o disfare la reputazione di un'organizzazione.
Dando per scontato il ruolo centrale del contenuto, in questo articolo esplorerò l'importanza cruciale della reputazione nel mondo moderno, provando ad evidenziare come una comunicazione efficace sia fondamentale per costruire e mantenere questo bene apparentemente immateriale ma concreto e inestimabile.
Infatti, nella realtà pratica incide profondamente sulle dinamiche socio-economiche. Prendiamo, ad esempio, il caso delle imprese. Una reputazione forte è un motore che attira i talenti, alimenta la fiducia del cliente, agevola la differenziazione dal mercato, consente margini più elevati e di posizionarsi presso gli stakeholders con forza. Inoltre, consente all’organizzazione di gestire eventuali crisi di mercato facilitando l’accettazione da parte dei portatori di interesse (clienti, fornitori, dipendenti etc) delle azioni necessarie ad invertire la rotta e di gestire con maggiore efficace l’eventuale issue management.
Analogamente, la reputazione di un paese può avere un impatto diretto sul suo capitale, umano, sociale e economico. Può attrarre investimenti esteri, aumentare il valore del turismo e persino influenzare le relazioni diplomatiche, favorire lo scambio intellettuale e l’accesso ai talenti. Al contrario, se è negativa, può dissuadere investimenti, diminuire il valore del marchio nazionale e complicare le relazioni con altre nazioni, nonché favorire “la fuga dei cervelli”.
Inoltre, la reputazione non è qualcosa che può essere modificata da un giorno all'altro ma da un giorno all’altro può essere distrutta. Essa è il risultato di anni di decisioni, interazione e comunicazioni che si accumulano per creare un'immagine pubblica. È un puzzle complesso con un rischio “effetto domino” elevatissimo
La comunicazione in questo ha un ruolo fondamentale. Data la valutazione del contenuto della cui costruzione il comunicatore deve essere parte attiva e non meramente ricettiva/operativa, la definizione di un messaggio chiaro, rilevante e coerente è vitale. Quando un'organizzazione o un paese emette comunicati che sono ben articolati e allineati con i loro obiettivi e valori fondamentali, essi costruiscono un'immagine di affidabilità e competenza. Questa coerenza rassicura gli stakeholder, fornendo una base solida su cui costruire una relazione di fiducia. È la fiducia che, in ultima analisi, costituisce la spina dorsale della reputazione.
D'altro canto, la comunicazione può anche essere una spada a doppio taglio. Messaggi confusi, informazioni errate o dichiarazioni contraddittorie possono erodere rapidamente la fiducia e, di conseguenza, danneggiare la reputazione. In un'epoca in cui i social media possono amplificare sia i successi che gli errori, la mancanza di coerenza nella comunicazione può avere effetti estremamente negativi.
Voglio portare alla vostra attenzione due casi concreti di costruzione di una reputazione vincente: il Canada e la Svezia.
Il Canada è spesso raccontato come uno dei paesi migliori, noto per la sua qualità della vita, la sua politica di inclusione e la sua leadership in materia di diritti umani. Questa percezione attrae non solo turismo ma anche investimenti stranieri e capitale umano. Inoltre, la reputazione del Canada come paese "amico" e "affidabile" gli consente di avere un impatto diplomatico più che proporzionale rispetto alla sua dimensione o potenza militare. Il "marchio Canada" è così forte che si riflette positivamente anche sulle aziende e sui prodotti canadesi, che vengono vissuti come affidabili e di alta qualità.
La Svezia, d'altra parte, gode di una reputazione simile ma per ragioni leggermente diverse. È nota per il suo modello di welfare sociale, l'attenzione all'ambiente e la trasparenza governativa. Questo le permette di esercitare un'influenza a livello globale, spesso fungendo da esempio in discussioni su sostenibilità, diritti umani e democrazia. La Svezia è anche la patria di alcune delle aziende più rispettate al mondo che beneficiano enormemente della considerazione positiva del paese per quanto riguarda la qualità e l'innovazione.
In entrambi i casi, il percorso di reputazione è stato costruito attraverso una comunicazione efficace, rilevante e coerente.
In un mondo sempre più interconnesso e competitivo, questa variabile è un fattore distintivo che può fare la differenza.
Happy reputation!
Trasformare la comunicazione dell'innovazione in esperienze coinvolgenti
Il mondo dell'innovazione è in costante evoluzione e la comunicazione efficace è diventata fondamentale per far comprendere agli stakeholder i benefici e il valore delle nuove idee e tecnologie. Tuttavia, la semplice trasmissione di informazioni non è sufficiente. In questo articolo, esploreremo l'importanza di trasformare la comunicazione in esperienze coinvolgenti che consentano agli stakeholder di vivere e comprendere appieno i benefici dell'innovazione.
Creare un percorso coinvolgente: per comunicare in modo efficace l'innovazione, è fondamentale creare un percorso coinvolgente che permetta alle persone a cui ci rivolgiamo di vivere un'esperienza completa. Ogni decisione presa durante la fase di pianificazione deve tener conto del percorso degli attendee, dalla fase di anticipazione fino al momento in cui lasciano l'esperienza. Questo percorso dovrebbe essere progettato per ispirare, informare e coinvolgere le persone in modo da far emergere i benefici dell'innovazione in modo tangibile.
La potenza dello storydoing: uno strumento fondamentale per trasformare la comunicazione in esperienze coinvolgenti è la narrazione in tempo reale. Una grande esperienza porta il pubblico in un viaggio, connettendosi con loro sia razionalmente che emotivamente. Raccontare una storia facendola vivere è un modo potente per coinvolgere gli utenti dall'inizio alla fine, permettendo loro di comprendere e agire con l'innovazione in modo più profondo e significativo. È importante combinare i principi dello storytelling con quelli dell'esperienza per lasciare un'impronta duratura nella mente degli stakeholder.
L'importanza dell'anticipazione e del coinvolgimento: per far sì che si comprendano veramente i benefici dell'innovazione, è essenziale creare un senso di anticipazione e coinvolgimento prima, durante e dopo l'esperienza. Considerare il percorso degli attendee e creare momenti di attesa e suspense è importante. Non è necessario rivelare tutto subito. Ciò può essere realizzato attraverso l'utilizzo di teaser, anteprime e comunicazioni mirate che suscitano curiosità e interesse.
Durante l’esperienza, è fondamentale coinvolgere attivamente le persone. Ciò può essere realizzato attraverso l'interazione, l'utilizzo delle stesse innovazioni che si vogliono promuovere, sessioni di workshop o demo pratiche. Creare un ambiente partecipativo e coinvolgente permette di sperimentare direttamente l'innovazione e comprendere i suoi benefici in modo tangibile.
Ma l'esperienza non finisce con la partecipazione. È importante mantenere il coinvolgimento e la comunicazione anche dopo. Utilizzare strumenti come follow-up personalizzati, materiali informativi o testimonianze di successo può aiutare a rafforzare il messaggio e mantenere vivo l'interesse per l'innovazione.
In conclusione, trasformare la comunicazione in esperienze coinvolgenti è fondamentale per trasmettere il messaggio di quanto può migliorare la vita delle persone. Per farlo abbiamo bisogno di creare un percorso coinvolgente, dove l’utilizzo dello storydoing è centrale e l'attenzione all'anticipazione e al coinvolgimento diventano elementi chiave della comunicazione. Solo attraverso esperienze coinvolgenti gli stakeholder potranno veramente comprendere e apprezzare il valore della tecnologia.
La comunicazione del futuro: 7 segnali di cambiamento
Nel mondo della comunicazione, essere aperti al cambiamento è fondamentale per rimanere rilevanti e adattarsi alle evoluzioni del mercato. I professionisti della comunicazione che riescono ad abbracciare il cambiamento dimostrano una maggiore capacità di innovazione e di adattamento alle nuove tecnologie e alle esigenze dei clienti. In questo articolo, esploro sette segnali che indicano se sei un professionista della comunicazione mentalmente aperto al cambiamento.
- Curiosità e ricerca costante: un professionista della comunicazione aperto al cambiamento è guidato da una curiosità intrinseca e da una volontà di apprendere costantemente. Questo si traduce in una ricerca attiva di nuove tendenze, strumenti e metodologie nel campo della comunicazione. Un segnale di apertura mentale al cambiamento è l'impegno costante nel rimanere aggiornati sulle ultime innovazioni del settore.
- Flessibilità e adattabilità: la capacità di adattarsi rapidamente ai cambiamenti è un tratto distintivo di un professionista della comunicazione aperto al cambiamento. Questa flessibilità si riflette nella volontà di esplorare nuovi approcci e di abbracciare nuove strategie di comunicazione, anche se ciò significa lasciare da parte le vecchie pratiche. L'apertura mentale si manifesta nel desiderio di ruotare verso il nuovo.
- Mentalità sperimentale: i professionisti della comunicazione aperti al cambiamento sono disposti a sperimentare e ad assumere rischi. Essi comprendono che l'innovazione è un vero e proprio LAB che richiede l'esplorazione di nuove idee e la volontà di provare approcci non convenzionali. Questa mentalità sperimentale consente loro di esplorare nuove strategie di comunicazione, testare nuovi formati e adattarsi in base ai risultati ottenuti.
- Collaborazione e condivisione delle conoscenze: un segno di apertura mentale al cambiamento è la volontà di collaborare con colleghi e di condividere le proprie conoscenze. I professionisti della comunicazione aperti al cambiamento sono consapevoli che l'apprendimento e la crescita si verificano attraverso l'interazione e la relazione con gli altri. Essi sono disposti a condividere le proprie esperienze, a partecipare a gruppi di discussione e a supportare il progresso dell'intera industria della comunicazione.
- Fare crescere il proprio team: il comunicatore che abbraccia la contemporaneità si adopera per valorizzare le aree di forza del suo team, garantendo la loro continua evoluzione, che si tratti di hard skills o soft skills.
- Capacità di adattarsi alla tecnologia: l'era post digitale ha trasformato radicalmente il campo della comunicazione, richiedendo ai professionisti di adattarsi alle nuove tecnologie e ai canali di di consegna del messaggio emergenti. Un segnale di apertura mentale al cambiamento è la volontà di abbracciare e comprendere l'evoluzione tecnologica. I professionisti della comunicazione mentalmente aperti sono disposti a imparare nuovi da strumenti digitali, adottare piattaforme social emergenti e integrare le tecnologie digitali nella loro strategia di comunicazione. Sono consapevoli che la tecnologia è un potente superpotere e copilota per raggiungere il pubblico in modo più efficace e per adattarsi alle sue preferenze e abitudini.
- Capacità di gestire il feedback e l'incertezza: un professionista della comunicazione aperto al cambiamento sa gestire il feedback in modo costruttivo e affrontare l'incertezza con tranquillità. Questo significa essere aperti a ricevere critiche, adattare le proprie strategie in base ai risultati ottenuti e abbracciare l'incertezza come opportunità di crescita. L'apertura mentale si manifesta nella volontà di ascoltare diverse prospettive e di adattare le proprie azioni di conseguenza, senza resistenza al cambiamento.
In conclusione, essere professionisti della comunicazione mentalmente aperti al cambiamento è una caratteristica fondamentale per rimanere competitivi e rilevanti nel settore. La curiosità costante, la flessibilità, la mentalità sperimentale, la collaborazione, l'adattabilità alla tecnologia e la gestione del feedback e dell'incertezza sono i segnali che indicano se siamo veramente aperti come comunicatori. Mantenere queste qualità e competenze vive è essenziale per adattarsi alle nuove tendenze, tecnologie e preferenze del pubblico, garantendo il successo a lungo termine nella nostra professione.
Quindi, se vi riconoscerete in questi segnali, congratulazioni! Siete professionisti della comunicazione mentalmente aperti al cambiamento. Continuiamo ad abbracciare l'innovazione e a sperimentare nuove strategie per restare all'avanguardia nel nostro campo e guidare il cambiamento nel mondo della nostra amata comunicazione.
Happy innovating