reputazione post digitale

Il valore della reputazione nell'era post digitale

Nell'era dell'informazione e della globalizzazione, la reputazione ha assunto un ruolo centrale come mai prima d'ora. Viviamo in un mondo interconnesso, dove le informazioni viaggiano alla velocità della luce. In questo contesto  il fattore reputazione va trattato come una priorità assoluta. Per i brand commerciali, se c'è solidità in questo senso può significare la differenza tra il successo di mercato e l'oblio.

Nel contesto geopolitico, la reputazione di un paese può influenzare aspetti determinanti: gli investimenti esteri, la diplomazia, le relazioni internazionali, il percepito degli individui. In entrambi i casi,  è un fattore intimamente legato alla comunicazione: come un messaggio viene presentato, interpretato e condiviso può fare o disfare la reputazione di un'organizzazione.

Dando per scontato il ruolo centrale del contenuto, in questo articolo esplorerò l'importanza cruciale della reputazione nel mondo moderno, provando ad evidenziare come una comunicazione efficace sia fondamentale per costruire e mantenere questo bene apparentemente  immateriale ma concreto e inestimabile.

Infatti, nella realtà pratica incide profondamente sulle dinamiche socio-economiche. Prendiamo, ad esempio, il caso delle imprese. Una reputazione forte è un motore che attira i talenti, alimenta la fiducia del cliente, agevola la differenziazione dal mercato, consente margini più elevati e di posizionarsi presso gli stakeholders con forza.  Inoltre, consente all’organizzazione di gestire eventuali crisi di mercato facilitando l’accettazione da parte dei portatori di interesse (clienti, fornitori, dipendenti etc) delle azioni necessarie ad invertire la rotta e di gestire con maggiore efficace l’eventuale issue management.

reputazione post digitale

Analogamente, la reputazione di un paese può avere un impatto diretto sul suo capitale, umano, sociale e economico. Può attrarre investimenti esteri, aumentare il valore del turismo e persino influenzare le relazioni diplomatiche, favorire lo scambio intellettuale e l’accesso ai talenti. Al contrario, se è negativa, può dissuadere investimenti, diminuire il valore del marchio nazionale e complicare le relazioni con altre nazioni, nonché favorire “la fuga dei cervelli”.

Inoltre,  la reputazione non è qualcosa che può essere modificata da un giorno all'altro ma da un giorno all’altro può essere distrutta. Essa è il risultato di anni di decisioni, interazione e comunicazioni che si accumulano per creare un'immagine pubblica. È un puzzle complesso con un rischio “effetto domino” elevatissimo

La comunicazione in questo ha un ruolo fondamentale. Data la valutazione del contenuto della cui costruzione il comunicatore deve essere parte attiva e non meramente ricettiva/operativa, la definizione di un messaggio chiaro, rilevante e coerente è vitale. Quando un'organizzazione o un paese emette comunicati che sono ben articolati e allineati con i loro obiettivi e valori fondamentali, essi costruiscono un'immagine di affidabilità e competenza. Questa coerenza rassicura gli stakeholder, fornendo una base solida su cui costruire una relazione di fiducia. È la fiducia che, in ultima analisi, costituisce la spina dorsale della reputazione.

D'altro canto, la comunicazione può anche essere una spada a doppio taglio. Messaggi confusi, informazioni errate o dichiarazioni contraddittorie possono erodere rapidamente la fiducia e, di conseguenza, danneggiare la reputazione. In un'epoca in cui i social media possono amplificare sia i successi che gli errori, la mancanza di coerenza nella comunicazione può avere effetti estremamente negativi. 

Voglio portare alla vostra attenzione due casi concreti di costruzione di una reputazione vincente: il Canada e la Svezia. 

Il Canada è spesso raccontato come uno dei paesi migliori, noto per la sua qualità della vita, la sua politica di inclusione e la sua leadership in materia di diritti umani. Questa percezione attrae non solo turismo ma anche investimenti stranieri e capitale umano. Inoltre, la reputazione del Canada come paese "amico" e "affidabile" gli consente di avere un impatto diplomatico più che proporzionale rispetto alla sua dimensione o potenza militare. Il "marchio Canada" è così forte che si riflette positivamente anche sulle aziende e sui prodotti canadesi, che vengono vissuti come affidabili e di alta qualità.

La Svezia, d'altra parte, gode di una reputazione simile ma per ragioni leggermente diverse. È nota per il suo modello di welfare sociale, l'attenzione all'ambiente e la trasparenza governativa. Questo le permette di esercitare un'influenza a livello globale, spesso fungendo da esempio in discussioni su sostenibilità, diritti umani e democrazia. La Svezia è anche la patria di alcune delle aziende più rispettate al mondo che beneficiano enormemente della considerazione positiva del paese per quanto riguarda la qualità e l'innovazione.

In entrambi i casi, il percorso di reputazione è stato costruito attraverso una comunicazione efficace, rilevante e coerente. 

In un mondo sempre più interconnesso e competitivo, questa variabile  è un fattore distintivo che può  fare la differenza.

Happy reputation!


comunicazione esperienze coinvolgenti armandobarone

Trasformare la comunicazione dell'innovazione in esperienze coinvolgenti

Il mondo dell'innovazione è in costante evoluzione e la comunicazione efficace è diventata fondamentale per far comprendere agli stakeholder i benefici e il valore delle nuove idee e tecnologie. Tuttavia, la semplice trasmissione di informazioni non è sufficiente. In questo articolo, esploreremo l'importanza di trasformare la comunicazione in esperienze coinvolgenti che consentano agli stakeholder di vivere e comprendere appieno i benefici dell'innovazione.

Creare un percorso coinvolgente: per comunicare in modo efficace l'innovazione, è fondamentale creare un percorso coinvolgente che permetta alle persone a cui ci rivolgiamo di vivere un'esperienza completa. Ogni decisione presa durante la fase di pianificazione deve tener conto del percorso degli attendee, dalla fase di anticipazione fino al momento in cui lasciano l'esperienza. Questo percorso dovrebbe essere progettato per ispirare, informare e coinvolgere le persone in modo da far emergere i benefici dell'innovazione in modo tangibile.

La potenza dello storydoing: uno strumento fondamentale per trasformare la comunicazione in esperienze coinvolgenti è la narrazione in tempo reale. Una grande esperienza porta il pubblico in un viaggio, connettendosi con loro sia razionalmente che emotivamente. Raccontare una storia facendola vivere è un modo potente per coinvolgere gli utenti dall'inizio alla fine, permettendo loro di comprendere e agire con l'innovazione in modo più profondo e significativo. È importante combinare i principi dello storytelling con quelli dell'esperienza per lasciare un'impronta duratura nella mente degli stakeholder.

L'importanza dell'anticipazione e del coinvolgimento: per far sì che si comprendano veramente i benefici dell'innovazione, è essenziale creare un senso di anticipazione e coinvolgimento prima, durante e dopo l'esperienza. Considerare il percorso degli attendee e creare momenti di attesa e suspense è importante. Non è necessario rivelare tutto subito. Ciò può essere realizzato attraverso l'utilizzo di teaser, anteprime e comunicazioni mirate che suscitano curiosità e interesse.

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Durante l’esperienza, è fondamentale coinvolgere attivamente le persone. Ciò può essere realizzato attraverso l'interazione, l'utilizzo delle stesse innovazioni che si vogliono promuovere, sessioni di workshop o demo pratiche. Creare un ambiente partecipativo e coinvolgente permette  di sperimentare direttamente l'innovazione e comprendere i suoi benefici in modo tangibile.

Ma l'esperienza non finisce con la partecipazione. È importante mantenere il coinvolgimento e la comunicazione anche dopo. Utilizzare strumenti come follow-up personalizzati, materiali informativi o testimonianze di successo può aiutare a rafforzare il messaggio e mantenere vivo l'interesse per l'innovazione.

In conclusione, trasformare la comunicazione in esperienze coinvolgenti è fondamentale per trasmettere il messaggio di quanto può migliorare la vita delle persone. Per farlo abbiamo bisogno di creare un percorso coinvolgente, dove l’utilizzo dello storydoing è centrale e l'attenzione all'anticipazione e al coinvolgimento diventano elementi chiave della comunicazione. Solo attraverso esperienze coinvolgenti gli stakeholder potranno veramente comprendere e apprezzare il valore della tecnologia.


comunicatore cambiamento armandobarone

La comunicazione del futuro: 7 segnali di cambiamento

Nel mondo della comunicazione, essere aperti al cambiamento è fondamentale per rimanere rilevanti e adattarsi alle evoluzioni del mercato. I professionisti della comunicazione che riescono ad abbracciare il cambiamento dimostrano una maggiore capacità di innovazione e di adattamento alle nuove tecnologie e alle esigenze dei clienti. In questo articolo, esploro sette segnali che indicano se sei un professionista della comunicazione mentalmente aperto al cambiamento.

  • Curiosità e ricerca costante: un professionista della comunicazione aperto al cambiamento è guidato da una curiosità intrinseca e da una volontà di apprendere costantemente. Questo si traduce in una ricerca attiva di nuove tendenze, strumenti e metodologie nel campo della comunicazione. Un segnale di apertura mentale al cambiamento è l'impegno costante nel rimanere aggiornati sulle ultime innovazioni del settore.
  • Flessibilità e adattabilità: la capacità di adattarsi rapidamente ai cambiamenti è un tratto distintivo di un professionista della comunicazione aperto al cambiamento. Questa flessibilità si riflette nella volontà di esplorare nuovi approcci e di abbracciare nuove strategie di comunicazione, anche se ciò significa lasciare da parte le vecchie pratiche. L'apertura mentale si manifesta nel desiderio di ruotare verso il nuovo.
  • Mentalità sperimentale: i professionisti della comunicazione aperti al cambiamento sono disposti a sperimentare e ad assumere rischi. Essi comprendono che l'innovazione è un vero e proprio LAB che richiede l'esplorazione di nuove idee e la volontà di provare approcci non convenzionali. Questa mentalità sperimentale consente loro di esplorare nuove strategie di comunicazione, testare nuovi formati e adattarsi in base ai risultati ottenuti.

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  • Collaborazione e condivisione delle conoscenze: un segno di apertura mentale al cambiamento è la volontà di collaborare con colleghi e di condividere le proprie conoscenze. I professionisti della comunicazione aperti al cambiamento sono consapevoli che l'apprendimento e la crescita si verificano attraverso l'interazione e la relazione con gli altri. Essi sono disposti a condividere le proprie esperienze, a partecipare a gruppi di discussione e a supportare il progresso dell'intera industria della comunicazione.
  • Fare crescere il proprio team: il comunicatore che abbraccia la contemporaneità si adopera per valorizzare le aree di forza del suo team, garantendo la loro continua evoluzione, che si tratti di hard skills o soft skills.
  • Capacità di adattarsi alla tecnologia: l'era post digitale ha trasformato radicalmente il campo della comunicazione, richiedendo ai professionisti di adattarsi alle nuove tecnologie e ai canali di di consegna del messaggio emergenti. Un segnale di apertura mentale al cambiamento è la volontà di abbracciare e comprendere l'evoluzione tecnologica. I professionisti della comunicazione mentalmente aperti sono disposti a imparare nuovi da strumenti digitali, adottare piattaforme social emergenti e integrare le tecnologie digitali nella loro strategia di comunicazione. Sono consapevoli che la tecnologia è un potente superpotere e copilota per raggiungere il pubblico in modo più efficace e per adattarsi alle sue preferenze e abitudini.
  • Capacità di gestire il feedback e l'incertezza: un professionista della comunicazione aperto al cambiamento sa gestire il feedback in modo costruttivo e affrontare l'incertezza con tranquillità. Questo significa essere aperti a ricevere critiche, adattare le proprie strategie in base ai risultati ottenuti e abbracciare l'incertezza come opportunità di crescita. L'apertura mentale si manifesta nella volontà di ascoltare diverse prospettive e di adattare le proprie azioni di conseguenza, senza resistenza al cambiamento.

In conclusione, essere professionisti della comunicazione mentalmente aperti al cambiamento è una caratteristica fondamentale per rimanere competitivi e rilevanti nel settore. La curiosità costante, la flessibilità, la mentalità sperimentale, la collaborazione, l'adattabilità alla tecnologia e la gestione del feedback e dell'incertezza sono i segnali che indicano se siamo veramente aperti come comunicatori. Mantenere queste qualità e competenze vive è essenziale per adattarsi alle nuove tendenze, tecnologie e preferenze del pubblico, garantendo il successo a lungo termine nella nostra professione.

Quindi, se vi riconoscerete in questi segnali, congratulazioni! Siete professionisti della comunicazione mentalmente aperti al cambiamento. Continuiamo ad abbracciare l'innovazione e a sperimentare nuove strategie per restare all'avanguardia nel nostro campo e guidare il cambiamento nel mondo della nostra amata comunicazione.

Happy innovating


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Comunicazione di team: come migliorarla per il successo collettivo

L’ingresso nell’era post-digitale porta con sé svariati vantaggi per le persone che lavorano in azienda, ma ci pone davanti a una nuova sfida: potenziare la comunicazione all’interno dei team di lavoro.

Questa tematica è un argomento essenziale per coadiuvare le attività e facilitare sinergie tra le persone, nonché risultati e benessere per l'intero gruppo.

La comunicazione di squadra dovrebbe svilupparsi su diversi livelli, i più importanti sono tre:

  1. la comunicazione focalizzata sulle decisioni;
  2. la comunicazione per il coordinamento tra i membri e i progetti;
  3. la comunicazione motivazionale per rafforzare il gioco di squadra e il contributo del singolo.

Quali potrebbero essere le cause di una possibile carenza comunicativa?

Tenere insieme i tre livelli comunicativi è difficile, prima di tutto per un fatto culturale: è un’esigenza nuova, il modello ibrido lascia prevalere, soprattutto nella fase online, lo stile di comunicazione appreso dalle persone usando i social, un modello per buona parte auto alimentato dalla prassi prevalente di questo media. Questa combinazione può generare alcuni deficit nella comunicazione di team. Ad esempio, si possono trasmettere messaggi poco esaustivi o non essere in grado di fare un briefing strategico. È quindi importante favorire lo sviluppo di competenze comunicative per poterle utilizzare in modo efficace perché la mancanza di una comunicazione di team adeguata influisce negativamente sui risultati e sul benessere di tutti i membri.

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Come l’era post digitale sta influenzando la comunicazione di team?

Il passaggio alla comunicazione online tra i membri del team ha cambiato alcune regole del gioco. Da un lato, questo cambiamento apre nuove opportunità di collaborazione che prima non erano possibili, ma dall'altro pone una sfida seria e non facile per i team, quella di riconoscersi nei valori dell’organizzazione, sentirsi squadra e collaborare anche senza vedersi e condividere lo stesso spazio fisico.

Come accennato sopra, esiste inoltre un elemento che va tenuto in conto: anni di utilizzo dei social con stili e modi spesso assunti dalla pratica che possono influenzare negativamente la comunicazione di team.

Una delle difficoltà più concrete in una situazione ibrida è quando si lavora online. Quando ci si trova faccia a faccia con un'altra persona, si può capire se è a suo agio o meno in base al suo linguaggio del corpo e alle sue espressioni facciali. Quando si è online, invece, è molto più difficile capire se qualcuno è a suo agio o meno con quello che sta facendo.

Questo può essere particolarmente impegnativo quando si cerca di collaborare a qualcosa di delicato come la pianificazione di un progetto strategico o la gestione di una crisi, dove la fiducia e la collaborazione sono elementi essenziali per creare un piano efficace.

Tre passaggi fondamentali per migliorare l'interconnessione del team che valgono anche in era post digitale:

  • Chiarire la visione e la missione del team:

Ogni team è guidato da una missione e da valori specifici, che possono essere più o meno espliciti. Tuttavia, non sempre tutti i membri hanno una chiara comprensione di tali elementi, il che ostacola una conoscenza approfondita degli obiettivi del proprio ruolo. È essenziale chiarire la visione e la missione del team in modo che ogni membro abbia una chiara direzione e sia in grado di contribuire in modo significativo e soddisfacente per l’individuo al raggiungimento degli obiettivi comuni.

  • Migliorare i rapporti tra colleghi:

Nonostante sia importante facilitare la vita privata per equilibrarla con quella professionale, migliorare le relazioni tra colleghi, rendendo quanto più evidente e possibile i relativi punti di forza, produce numerosi benefici. Una buona relazione tra i membri del team aumenta il grado di soddisfazione sul lavoro, migliora l'ambiente e favorisce una comunicazione interna più chiara ed efficace.

  • Implementare strategie di comunicazione efficaci:

Una volta chiarita la visione e “migliorati” i rapporti tra i colleghi, è essenziale implementare strategie di comunicazione efficaci. Ciò può essere ottenuto attraverso diverse azioni:

  • Utilizzo di strumenti tecnologici: sfruttare le tecnologie disponibili per facilitare la comunicazione e la condivisione di informazioni. Esistono numerose piattaforme e software che consentono una collaborazione efficiente, come le applicazioni di messaggistica istantanea, le piattaforme di project management e i software di videoconferenza. L'utilizzo di tali strumenti favorisce una comunicazione costante e immediata tra i membri del team, indipendentemente dalla loro posizione geografica.
  • Promuovere la trasparenza: creare un ambiente lavorativo in cui sia possibile condividere apertamente informazioni, opinioni e feedback. La trasparenza permette ai membri del team di avere una visione chiara delle attività e degli obiettivi, riducendo la possibilità di fraintendimenti e migliorando la collaborazione.
  • Organizzare riunioni efficaci: le riunioni rappresentano un momento importante per la comunicazione di team, ma spesso possono diventare inefficaci e disorganizzate. È fondamentale pianificare le riunioni in modo attento, stabilendo un ordine del giorno chiaro e coinvolgendo solo i membri del team necessari. Durante le riunioni, è importante favorire la partecipazione attiva di tutti i membri, ascoltando le loro opinioni e prendendo decisioni condivise.
  • Promuovere la comunicazione informale: oltre alle comunicazioni formali, è importante favorire la comunicazione informale tra i membri del team. Ciò può avvenire attraverso momenti di socializzazione, come pause caffè in virtuali, pranzi in presenza o chat informali, che permettono di creare un senso di appartenenza e condivisione tra i membri del team.
  • Valutare e adattare le strategie: è fondamentale valutare l'efficacia delle strategie di comunicazione implementate e adattarle, se necessario. Monitorare costantemente la comunicazione di team, raccogliere feedback dai membri e apportare eventuali modifiche consente di ottimizzare il processo comunicativo nel tempo.

In conclusione, la comunicazione di team è un elemento chiave per il successo di un gruppo di lavoro. Attraverso la chiarezza della visione e della missione, il miglioramento delle relazioni tra colleghi e l'implementazione di strategie di comunicazione efficaci, è possibile creare un ambiente di lavoro collaborativo e produttivo in un’epoca post- digitale .


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La Nuova Comunicazione nel post-pandemia

L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato la fine dell'emergenza internazionale legata alla pandemia da Covid-19.

In realtà, la pandemia ha lasciato un'impronta indelebile sulla società, avendo avuto un impatto anche sulla comunicazione, avviando ufficialmente l’era post-digitale.

Due grandi accelerazioni dovute al periodo di emergenza si sono consolidate: la maggiore focalizzazione sul digitale e l’attenzione agli aspetti umani. Questo ha generato un allineamento strategico tra comunicazione esterna e interna, fatto che nei manuali si auspicava da decenni ma con poco successo.

Infatti, con la pandemia le aziende hanno dovuto rivedere la messaggistica per allinearla alla strategia, includendo i dipendenti come stakeholder interni ed esterni, anche in riferimento alla necessità di aggiornare policy, prassi e strumenti per conciliare la sfera personale con quella professionale in un contesto cambiato e di forte stress.

Uno studio condotto dal Centre for Employee Relations and Communication (CERC) dell'Università Iulm di Milano su un campione di aziende e di responsabili della comunicazione fra luglio e novembre 2020, ha evidenziato che durante la pandemia il ruolo strategico della comunicazione interna è aumentato in modo significativo. Inoltre, è stato osservato un aumento dell'attaccamento e del senso di appartenenza dei collaboratori nei confronti dell'organizzazione.

Ma se apriamo ancora di più lo sguardo, come si dovranno muovere i comunicatori d’azienda ora che la pandemia è finita?

nuova comunicazione post pandemia

In particolare, ci sono quattro grandi variabili irrinunciabili per i comunicatori post-pandemia.

La prima è l'importanza dell'empatia come leva per l'efficacia della comunicazione. Prima del Covid-19, la connessione emotiva con il pubblico era importante, ma ora è diventata indispensabile per coinvolgere le persone. Ingaggiare il pubblico solo sul piano razionale non è più sufficiente.

L’empatia in era post-pandemica, e post digitale, è molto di più della capacità di un leader di trasmettere emozioni, oggi diventa il registro di comunicazione percettivo dove autenticità e integrità sono fondamentali. Non si può creare una comunicazione empatica senza sincerità e coerenza nel tempo, né tanto meno senza agire con integrità: non solo essere etici, ma anche dimostrarlo con coerenza attraverso azioni come la trasparenza su ciò che genera le decisioni.

La seconda variabile indispensabile per il comunicatore riguarda la personalizzazione dei contenuti e dei media. Prima della pandemia, la personalizzazione era importante soprattutto nella comunicazione rivolta a pubblici di nicchia. Oggi, invece, l'unicità è un valore primario nella comunicazione. Le persone vogliono sentirsi “speciali” e cercano contenuti che rispondano alle loro esigenze e interessi specifici, anche il medium scelto è sempre più legato a questa logica.

Non è più sufficiente avere un buon contenuto, ma deve essere un buon contenuto fatto su misura per l'utente. Questo richiede un livello di personalizzazione che molte organizzazioni non sono sempre in grado di gestire, ma vale la pena fare questo sforzo se si vuole che il pubblico si senta coinvolto dal brand.

La terza variabile riguarda le fake news. La pandemia ha dimostrato l'enorme potere delle informazioni false e la necessità di garantire una comunicazione corretta e affidabile. La rilevanza diventa fondamentale non solo per la qualità della comunicazione ma anche per la lotta alle fake news, inoltre i comunicatori hanno il compito di presidiare i punti di contatto coinvolti nelle strategie e nei piani per garantire la reputazione delle aziende.

La rilevanza aiuta a creare fiducia e credibilità per costruire relazioni tra le organizzazioni e il loro pubblico. La fiducia non è solo un sentimento individuale, ma anche una cultura organizzativa che consiste in valori e comportamenti che possono essere osservati chiaramente.

Infine, c'è una crescente domanda di eventi altamente strutturati secondo il modello ibrido. Questo modello si basa principalmente sul coinvolgimento del pubblico piuttosto che sul consumo passivo dei servizi. La chiave sta nel fatto che questi eventi possono essere "on-off", il che si riferisce a una struttura più flessibile dell'evento complessivo e delle sessioni al suo interno, che possono cambiare in base alle esigenze e ai requisiti del pubblico. Questi eventi creano nuove esigenze di comunicazione, nonché nuove modalità di coinvolgimento e di esperienza comunicativa.

In conclusione, il comunicatore, nei futuri scenari evolutivi, dovrebbe essere al centro di quella svolta che promuove nuove modalità di coinvolgimento delle audience, sempre più tecno-umano-centriche, diventando così un attore contemporaneo in un mondo che cambia ogni giorno ad una velocità mai vista prima.

Happy Innovating!


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Comunicare per comprendere il Valore del Cambiamento

A parte essere molto orgoglioso di ricevere questo premio, voglio condividere con voi una riflessione che mi accompagna quotidianamente: come deve evolvere la strategia di comunicazione in un’epoca di accelerazione esponenziale delle tecnologie, quando l’oggetto del messaggio è la tecnologia stessa?

Penso che la strategia di comunicazione debba mirare ad aiutare le organizzazioni e le persone nel comprendere il valore del cambiamento attraverso la sperimentazione del beneficio che l’adozione delle nuove tecnologie può fornire, vantaggi spesso difficilmente immaginabili.

L’esperienza permette alla comunicazione di passare dallo storytelling allo storydoing e quindi di abilitare un racconto in grado di stimolare le corde della soddisfazione del bisogno delle organizzazioni e delle persone.

Così è stato per i media coinvolti nella Tech Vision 2022, intervenuti a toccare con mano l’impatto del Metaverso sulla vita quotidiana e su un settore specifico, quello dell’editoria abilitando successivamente il racconto.

Comunicare l'innovazione in maniera “POP” significa rendere accessibili e comprensibili le nuove tecnologie per un pubblico vasto. Grazie al suo linguaggio diretto, e ai suoi contenuti coinvolgenti e pratici, questo approccio incoraggia l'accettazione del cambiamento.

Negli ultimi anni si è assistito ad un'accelerazione senza precedenti nella storia. La fase di maturazione contemporanea di nuove tecnologie convergenti come il cloud, l'intelligenza artificiale, l'internet delle cose, la blockchain, la realtà virtuale e aumentata, e tanti altri, ha avviato ad una rapida trasformazione di molte industrie e settori, generando nuove opportunità ma anche nuove sfide e problemi da affrontare.

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È umano che in questa fase prevalga un sentimento bivalente di odio-amore nei confronti del cambiamento. Per questo ritengo che contribuire ad una consapevolezza diffusa sia non solo utile ma doveroso.

Nel passato la distanza temporale tra una rivoluzione tecnologica e l'altra era generalmente molto più dilatata rispetto ai giorni nostri. Ad esempio, la rivoluzione industriale del XVIII e XIX secolo ha portato a grandi cambiamenti nel modo in cui le merci venivano prodotte, trasportate e distribuite, e ha rappresentato una trasformazione radicale per molte società dell'epoca. Tuttavia, la rivoluzione tecnologica successiva, cioè l'introduzione del telefono, dell'automobile e dell'elettricità, non si è verificata fino al XX secolo.

Al contrario, negli ultimi decenni abbiamo assistito a una rapida accelerazione del cambiamento tecnologico, che ha portato all'introduzione di nuove tecnologie e innovazioni a ritmo sempre più sostenuto. Ad esempio, l'avvento di internet ha avuto un impatto significativo sulla società e sull'economia in generale, e la sua evoluzione ha portato velocemente all'introduzione di successive e nuove tecnologie come i dispositivi mobili, la cloud computing, i social network, l'intelligenza artificiale e la blockchain. Adesso stiamo vivendo l’avvio della società post – digitale.

Se rifletto sulla mia generazione, quella dei comunicatori nati negli anni settanta, è stata la prima a vivere completamente immersa nella transizione tra l’era analogica e quella digitale e a sperimentare l'accelerazione tecnologica in prima persona. A partire dagli anni '80, con l'introduzione dei primi personal computer, si è assistito ad una rapida evoluzione della tecnologia, che ha rivoluzionato il modo in cui le persone lavorano, comunicano e si divertono.

La generazione degli anni '70 ha dovuto imparare ad adattarsi a questa nuova realtà ed ha il bagaglio necessario per affrontare la comunicazione dell’era post-digitale.

La comunicazione per generare impatto deve interiorizzare la capacità di ruotare dinamicamente verso il nuovo per personalizzare le progettualità e mantenere l'attenzione del pubblico. A mio parere gli asset di questa strategia sono:

Utilizzo di nuovi canali di comunicazione: sperimentare i nuovi canali di comunicazione, come metatarso, realtà aumentata, social media, podcast, video e piattaforme di messaggistica istantanea, permette di raggiungere i pubblici che si informano in maniera sempre più frammentata.

Ricerca delle ultime tendenze: monitorare le tendenze emergenti nel settore della comunicazione, sia in termini di contenuti che di strumenti e tecnologie, consente di essere sempre all'avanguardia e di avviare sperimentazioni sostenibili e misurabili.

Raccolta e analisi dei dati: utilizzare dati e analisi per comprendere meglio il comportamento del pubblico e le sue preferenze consente una comunicazione più rilevante e coinvolgente per ciascun individuo.

Storytelling esperienziale ovvero storydoing: sperimentare nuovi modi di raccontare e presentare informazioni può aiutare a mantenere il pubblico interessato e ad attirare l'attenzione su temi importanti. Ad esempio, si può utilizzare la realtà virtuale o aumentata per creare esperienze immersive. Fare toccare con mano l’innovazione nell’epoca post-digitale è un modo potentissimo per ridurre le resistenze e fare emergere i benefici.

Ascolto adattivo: una competenza che considero di crescente rilevanza è la capacità di adattamento del proprio stile di ascolto alle diverse situazioni e alle esigenze del comunicatore. Questa abilità consente di comprendere meglio il messaggio dell'interlocutore, elaborarlo rispetto al contesto attuale e di rispondere in modo appropriato.

Collaborazione e co-creazione: coinvolgere i pubblici nel processo di creazione dei progetti può portare a una comunicazione più personalizzata e coinvolgente. La co-creazione permette di sviluppare contenuti che rispecchino le esigenze e le preferenze del pubblico.

Formazione continua: investire nella formazione e nello sviluppo delle proprie competenze consente di essere pronti a cogliere le nuove opportunità che si presentano e di rimanere rilevanti presso gli stakeholder.

Team: un team con una forte leadership individuale e competente fa la differenza nel realizzare la strategia di comunicazione in modo più efficace ed efficiente. Questo contribuisce a migliorare la qualità e la rilevanza della comunicazione.

In conclusione, il riconoscimento Forbes Top Quality ha premiato non solo me e il mio team ma l'importanza della comunicazione nell'era post- digitale, un elemento strategico per contribuire al coinvolgimento dei pubblici nell’accogliere il cambiamento focalizzandosi sui vantaggi che l’innovazione può fornire e consentire ai leader di affrontare e risolvere i nodi che il cambiamento pone sulla base di un consenso diffuso.

 


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La fuga dei talenti nella comunicazione italiana: cause e soluzioni per il futuro

Non è un segreto che l'Italia sia da tempo alle prese con il problema della fuga dei talenti. Nonostante viviamo in un Paese incredibile, con una storia e una cultura ricche che lo rendono un luogo ideale per vivere, Il Sole 24 ore qualche giorno fa ha segnalato che l'8% dei laureati italiani lascia il Paese per cercare migliori opportunità all'estero, e questo fenomeno rischia di interessare anche il settore della comunicazione. Ma perché questo accade? E cosa si può fare?

Negli ultimi anni si è assistito a un aumento del numero di studenti che scelgono di frequentare corsi di laurea legati alla comunicazione. Un numero forse eccessivo che rimanda al tema del deficit nell’orientamento dei giovani, argomento che merita certamente un approfondimento separato.

In Italia, i laureati in comunicazione devono spesso affrontare una serie di sfide, tra cui la mancanza di opportunità di lavoro, i salari bassi e lo scarso utilizzo delle competenze acquisite durante gli studi nonché alcuni gap formativi su dei basic come ad esempio le lingue straniere. Questo scenario rende sempre più difficile per i giovani di talento costruirsi una carriera soddisfacente e gratificante nel proprio Paese.

Secondo i dati forniti da LinkedIn ed Eurostat, molti laureati italiani scelgono di iniziare la propria carriera all'estero. Le destinazioni più gettonate sono Germania (21%), Regno Unito (13%), Svizzera (10%), Francia (9%) e Danimarca (8%).

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La ragione principale di questa tendenza è semplice: l'elevato tasso di disoccupazione giovanile. Sebbene l'Italia abbia tassi più bassi rispetto ad altri Paesi del Sud Europa come la Grecia o la Spagna, soffre ancora di alti livelli di disoccupazione giovanile (circa il 40%). Inoltre, molti laureati non riescono a trovare un lavoro che corrisponda alla loro qualifica. Questo contesto, unito al fatto che i salari medi e le possibilità di carriera all’estero sono sensibilmente più alti, è facile intendere il motivo per cui l’ipotesi di lavorare all'estero risulti sempre più attraente per i nostri ragazzi.

In un mondo alle prese con una spirale inflazionistica il tema salari diventa centrale nella “guerra dei talenti”. I giovani laureati partono attratti dalle migliori opportunità offerte all’estero, soprattutto in termini di retribuzioni e prospettive di carriera. All’estero c’è una minore incidenza del lavoro autonomo. Solo il 4,6% lo sceglie fuori dai confini nazionali, contro il 13% in Italia. Rapporto opposto per i contratti a tempo indeterminato: 51,8% all’estero, 27,6% in Italia. A pesare, forse più di tutto, è la questione economica. Chi si trasferisce, a uno anno dalla laurea, ha una retribuzione mensile di circa 1.963 euro mensili netti. Contro i 1.384 euro percepiti in Italia. A cinque anni, poi, quasi non c’è paragone. Oltre 2.350 euro all’estero, appena 1.600 in Italia. (Fonte: studio del Sole 24 Ore su dati Miur e Istat).

Per fermare questa tendenza, la fuga di laureati, l'Italia deve investire nella formazione e nel miglioramento delle competenze dei giovani tanto quanto nelle capacità di offrire maggiori opportunità e salari più vicini alla media europea. È senz’altro una sfida che il Paese può vincere cogliendo le opportunità che il PNNR offre di creare infrastrutture ed adeguare i servizi ed innalzare il quoziente tecnologico ai migliori standard, condizione necessaria per rimanere nella parte di Occidente industrializzato che compete sul valore.

Differentemente il destino è segnato, il fenomeno che abbiamo oggi finalmente riconosciuto diventerà strutturale e i nostri talenti naturalmente andranno nei paesi il cui mercato li accoglierà alimentando negativamente la spirale di perdita di competitività del Sistema Paese.

Happy Innovating!


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Alessandro Volta, esempio di comunicazione e leadership

Alessandro Volta è noto soprattutto per aver inventato la pila elettrica, uno dei dispositivi più importanti della storia dell'elettricità. Ma questo grande personaggio non è stato solo un grande scienziato e inventore: è stato anche un abile comunicatore e un leader carismatico.

In questo articolo, voglio condividere come Volta abbia usato la sua abilità di comunicazione e la sua leadership per diffondere idee e convincere gli stakeholder a seguirlo.

Volta era un oratore eloquente e un appassionato sostenitore delle sue idee. In particolare, era molto capace a semplificare a spiegare concetti complessi in modo chiaro e accessibile. Ad esempio, quando presentò per la prima volta la sua pila elettrica all'Accademia delle Scienze di Parigi nel 1801, fu in grado di comunicare con chiarezza i principi di base del dispositivo e le sue potenzialità.

La comunicazione dell'innovazione è una sfida costante per ricercatori, imprenditori, consulenti  ed esperti di tecnologia. Per spiegare in modo efficace una nuova innovazione, è importante comunicarla in modo chiaro e semplice. La semplicità nella comunicazione della tecnologia risulta quindi cruciale per coinvolgere un pubblico più ampio e far sì che le persone possano comprendere e apprezzare l'innovazione, quindi incide sulla diffusione della stessa.

Inoltre, Volta era abile anche nella scrittura. I suoi articoli e le sue lettere erano sempre ben strutturati e argomentati, e dimostravano una grande padronanza della lingua italiana e francese. Questo gli permise di far circolare le sue idee non solo tra i colleghi scienziati, ma anche tra un pubblico più vasto.

Ma la sua comunicazione non si limitava solo alle parole. Volta era anche un grande sperimentatore, e spesso usava esperimenti pubblici per dimostrare i suoi principi. Ad esempio, quando fece una dimostrazione della sua pila al Conservatorio di Parigi nel 1801, progettò uno colpo di scena che catturò l'attenzione del pubblico e dei mezzi di comunicazione di allora. I colpi di scena nella comunicazione dell’innovazione sono importanti strumenti perché aiutano il pubblico comprendere i concetti principali più velocemente. Per esempio, tutti ricordiamo ancora il momento il coup de théâtre di Steve Jobs quando presentò il MacBook Air come il computer più sottile del mondo durante una delle sue famose presentazioni, inserendolo in una busta manila.

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Volta non era solo un abile comunicatore, ma anche un leader carismatico. Era rispettato e ammirato dai suoi colleghi e dagli studenti, che lo consideravano un esempio da seguire.

In particolare, aveva la capacità di ispirare gli altri con la sua passione per la scienza e la sua curiosità intellettuale. Era sempre alla ricerca di nuove sfide e nuove scoperte, e questo atteggiamento positivo contagiava anche gli altri. Quando si comunica un'idea o un progetto innovativo, la passione è un fattore che può fare la differenza, soprattutto se si vuole influenzare l'opinione degli altri e motivarli a sostenere la causa.

Per trasmettere la passione, è importante che il comunicatore dimostri un profondo interesse e coinvolgimento per l'argomento. I leader carismatici sono in grado di ispirare gli altri con la loro visione e la loro passione, e questo può essere un elemento chiave per motivare e coinvolgere il proprio team.

Ecco altre capacità di leadership di Alessandro Volta e analogia con la leadership moderna:

  1. Capacità di adattamento:  era un inventore e uno scienziato che sapeva adattarsi ai cambiamenti e alle sfide che si presentavano. Questa abilità di adattamento è fondamentale anche per la leadership moderna, soprattutto in un'epoca caratterizzata da rapidi cambiamenti tecnologici e sociali. I leader moderni dovrebbero essere in grado di adattarsi alle nuove tendenze e innovazioni, e di essere flessibili e pronti a cambiare rotta se necessario.
  2. Capacità creative: come inventore, era noto per la sua creatività e la sua capacità di innovare. Questa stessa abilità è molto importante anche per i leader moderni, soprattutto in settori come la tecnologia e l'imprenditoria. I leader che sanno stimolare la creatività e l'innovazione nel loro team sono in grado di trovare soluzioni innovative ai problemi, e di creare prodotti e servizi che soddisfano le esigenze dei clienti.
  3. Collaborazione e teamwork:  era noto per la sua capacità di collaborare con altri scienziati e inventori, e di condividere le sue scoperte con la comunità scientifica. Questa abilità di collaborazione è molto importante anche per i leader moderni, che devono saper lavorare in team e creare un ambiente di lavoro collaborativo e inclusivo. La capacità di ascoltare le opinioni degli altri e di creare un clima di fiducia e rispetto è fondamentale per il successo di un team.
  4. Etica e integrità: Era noto per la sua etica e la sua integrità, e per la sua capacità di mantenere gli standard etici più elevati nella sua ricerca scientifica. Questa stessa attenzione all'etica e all'integrità è molto importante anche per i leader di oggi, che devono essere esempi di comportamento etico e professionale per il proprio team e per l'azienda nel suo complesso. La trasparenza, l'onestà e la coerenza tra parole e azioni sono tutti elementi fondamentali per costruire la fiducia e la credibilità di un leader.

In conclusione, Alessandro Volta è stato un grande scienziato, un inventore e un leader carismatico che ha saputo comunicare con efficacia le sue idee e ispirare gli altri con la sua passione e la sua curiosità intellettuale. La sua abilità di semplificare concetti complessi, la sua capacità di collaborare e di lavorare in team, e la sua attenzione all'etica e all'integrità sono tutte qualità ancora importanti per i leader moderni.

In un mondo in rapida evoluzione, dove l'innovazione e la creatività sono fondamentali, i leader che sono in grado di adattarsi ai cambiamenti, di stimolare la collaborazione, e di ispirare gli altri con la loro passione e il loro entusiasmo, possono fare la differenza e guidare il loro team verso il successo.

La lezione di Volta ci insegna che la comunicazione efficace e la leadership carismatica sono due elementi fondamentali per ottenere l'adesione degli stakeholder, e che la passione e l'entusiasmo possono essere contagiosi e creare un movimento di persone che condividono gli stessi valori e ideali.

Happy innovating!


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Gestione crisi aziendali: il ruolo cruciale della Comunicazione

Vivere un’epoca con cicli economici sempre più brevi impone una nuova attenzione alla gestione delle crisi. Una crisi può causare interruzioni dei servizi, danni materiali e perdite economiche.

L'evolversi delle minacce e la persistenza della turbolenza stanno cambiando lo scenario anche per quanto riguarda la gestione di momenti di difficoltà. Le organizzazioni sono chiamate ad evolvere considerando le fasi di turoblenza come parte centrale della propria strategia, andando oltre alla gestione reattiva imposta dall’evento critico.

La complessità che viviamo richiede una combinazione di flessibilità, preparazione, monitoraggio costante e comunicazione efficace e costante con i vari stakeholder. Chi gestisce la comunicazione delle organizzazioni, deve essere in grado di adattarsi rapidamente al contesto con una prospettiva strategica di lungo termine.

Trasparenza e comunicazione empatica giocano un ruolo centrale nella gestione della crisi: la prima aiuta a mantenere la fiducia e la credibilità delle organizzazioni, mentre la seconda permette di stabilire un rapporto di empatia e comprensione con i vari stakeholder.
 Nel periodo di trasformazione che stiamo attualmente vivendo, il tempo ha un valore diverso rispetto al passato.
Il principio delle 24 golden hour secondo cui la capacità di agire entro le prime 24 ore fa la differenza tra il successo o il fallimento nella gestione di una crisi, oggi non è più attuale. La trasformazione compressa a cui stiamo assistendo ha compresso anche l’arco temporale d’intervento in caso di crisi.

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La capacità di prevenire attraverso lo studio dei dati e di agire istantaneamente e in modo efficace è quanto mai fondamentale per la gestione delle crisi. Le organizzazioni devono essere in grado di avere un controllo dei dati in tempo reale e la capacità di preparare una risposta adeguata per gestire le sfide. Ma non solo: i dati devono essere condivisi costantemente con gli stakeholder perché nel mondo post- digitale la capacità di protezione del singolo attore è a tutela dell’intero ecosistema. 
Anche qui emerge la centralità della comunicazione, ecco alcuni passi per gestire efficacemente la crisi:

  1. Realizzare un sistema di controllo aperto e real time degli asset aziendali
  2. Identificare le competenze necessarie: identificare le competenze relative agli asset e le conoscenze che sono necessarie per gestire efficacemente le crisi. Queste competenze devono includere quelle “classiche” di comunicazione aumentate dalla capacità di analisi dei dati
  3. Selezionare i membri del team: selezionare i membri del team in base alle loro competenze e alle loro differenti conoscenze e personalità.
  4. Definire i ruoli e le responsabilità: assicurarsi che ogni membro del team sappia cosa deve fare in caso di crisi.
  5. Fornire la formazione necessaria: questa formazione può includere l’uso delle tecnologie applicate alla comunicazione.
  6. Testare e migliorare continuamente: testare continuamente il team di crisi e migliorare la sua efficacia. Questo può includere la simulazione di scenari di crisi per verificare la preparazione del team e la sua capacità di gestione dello scenario.

In conclusione, le crisi sono sempre stati eventi imprevisti che possono avere un impatto significativo sulle organizzazioni e sulle comunità. In un momento complesso come quello che stiamo vivendo, con repentini cambi di ciclo economico e la necessità di realizzare progetti trasformativi delle organizzazioni ad una velocità mai vista nella storia dell’economia, l’impatto può essere ancora più forte. Proprio per questo il comunicatore di oggi deve cambiare prospettiva inquadrando lo scenario di crisi della propria organizzazione in un contesto di responsabilità di ecosistema.


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Comunicare la tecnologia nel cambiamento globale

Nell’arco degli anni abbiamo visto il pendolo oscillare da un estremo all'altro. Dal boom delle dot-com degli anni '90 alla Grande Recessione del 2008, alla pandemia, alle Grandi Dimissioni e ora alla guerra e alla crisi energetica. Abbiamo toccato con mano come le cose possano cambiare rapidamente incidendo significativamente sui modelli di business e i comportamenti. Approfittando dell’enorme patrimonio di pensiero che anche quest’anno è stato condiviso dai leader del mondo a Davos mi è apparso chiaro che la sfida per noi comunicatori consiste nel comunicare efficacemente i cambiamenti attraverso una storia dell’organizzazione connessa al macro contesto ed in grado di guardare al futuro con pragmatica fiducia.

Ancor prima dell’econometria i fatti ci proiettano in un mondo i cui cicli economici sono compressi, con un profondo impatto anche sulla comunicazione. La nuova economia richiede un ritmo di comunicazione più veloce e connesso alle audience.

Di questo profondo processo di trasformazione il grande alleato è la tecnologia, non credo ci siano dubbi.

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E a proposito del ruolo centrale della tecnologia nel cambiamento, una rappresentazione molto efficace la fornisce il rapporto della mia Accenture presentato proprio a Davos: “Accelerating Europe’s path to reinvention”. Sebbene dallo studio emergano chiaro e forte le sfide del nostro tempo, parallelamente si respira, dati alla mano, la fiducia nel futuro e soprattutto grande consapevolezza che per tenere l’Europa a passo con il cambiamento la tecnologia fa la differenza in tutti i sensi.

Il rapporto mette chiaramente in evidenza i margini di miglioramento e come le aziende europee crescano a un ritmo molto più lento rispetto a quelle del Nord America e dell'Asia Pacifico ma restituisce anche l’immagine di un continente che sta progredendo, ma non basta. Nel 2023 e nel 2024, l'Europa registrerà una crescita dell'1,8% rispetto al +3,1% del Nord America e al +3,8% dell'Asia Pacifico. La differenza risiede quasi esclusivamente nello scarto di investimenti in innovazione tra i diversi continenti.

In sintesi, il modo migliore per raccontare la trasformazione mantenendo la massima fiducia nel futuro è spiegare come il fattore tecnologia giochi un ruolo centrale nell’economia di ecosistema contemporanea. Grazie a questa conoscenza, è possibile dipingere un quadro dell'economia più equilibrato e diversificato, e quindi argomentare in modo più convincente il motivo per cui le aziende dovrebbero continuare a seguire il loro percorso trasformativo per competere a livello mondiale e crescere in maniera sostenibile.