crescita grandi aziende economia italiana armandobarone

La crescita economica italiana passa dalle grandi aziende

L’Italia paese dei comuni, ha saputo creare una rete economica diffusa sul territorio che è alla base del successo del Made in Italy. Questo fenomeno, dai tratti ampiamente positivi, cela una criticità strutturale non trascurabile nel mondo contemporaneo: una percentuale di gradi aziende estremamente bassa, intorno all’1% del tessuto produttivo, valore che per Germania e Francia è invece superiore al 2%.

La struttura economica e le sfide

Un dato che desta attenzione perché, sebbene stiamo parlando di un numero rispettabile, di un’economia complessa appartenente al G7, è emblematico di una realtà più ampia che vede l'Italia distante dai modelli di paesi come la Francia o la Germania, dove le grandi imprese sono in una percentuale più che doppia e giocano un ruolo centrale nell'economia e nella vita del paese.

Si tratta quindi di una constatazione che invita a riflettere sulla necessità di un cambiamento strutturale. Come potrebbe essere il nostro sistema Paese con un'economia energizzata dalla creazione di grandi imprese nei settori strategici del futuro?

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Dalla stagnazione al dinamismo

Emerge un quadro di stagnazione che potrebbe trasformarsi in dinamismo, di lentezza burocratica che potrebbe cedere il passo a processi decisionali snelli e rapidi, di investimenti contenuti che potrebbero espandersi significativamente migliorando la qualità della vita dei cittadini, di piccole eccellenza che potrebbero diventare campioni internazionali.

Le grandi aziende necessitano di un "ecosistema paese" funzionante, caratterizzato da un sistema giudiziario efficiente, infrastrutture moderne, smart city operative e un sistema scolastico e universitario all'avanguardia.

Il ruolo svolto dalle grandi aziende

Quando una grande azienda si stabilisce in un territorio, beneficiando di un contesto ottimale, il suo impatto sull'economia diventa significativo, incidendo sull’indotto e aumentando la competizione tra e con le aziende peer. Si crea lavoro e con il lavoro il livello di contribuzione a favore dello Stato aumenta cosa che può incidere sul miglioramento dei servizi per il cittadino. Questo effetto a cascata, quindi, non si limita agli aspetti puramente economici: si estende anche alla qualità della vita delle persone e delle famiglie che avranno maggiore possibilità di investire nel capitale umano rispetto a cui abbiamo molte volte discusso lo stato di pericoloso affaticamento.

Questo ciclo virtuoso, innescato dalla presenza di una grande impresa, contribuisce dunque non solo alla crescita economica del territorio ma anche al suo sviluppo sociale e culturale, promuovendo l'istruzione e l'apertura verso nuove opportunità e orizzonti.

Le questioni da affrontare

Affrontare la questione richiede un approccio olistico, che consideri l'ecosistema italiano nella sua interezza.

  • Riforme Strutturali: Implementare riforme volte a snellire la burocrazia, rendendo l'Italia più attrattiva per investimenti di larga scala. Ciò include la semplificazione dei processi per l'avvio di nuove grandi imprese e per l'espansione di quelle esistenti.
  • Investimenti in Infrastrutture: Ampliare e modernizzare le infrastrutture critiche, quali trasporti e telecomunicazioni, per sostenere le esigenze operative delle grandi aziende e migliorare la qualità della vita dei cittadini.
  • Focalizzazione sulle Smart Cities: Promuovere lo sviluppo di città intelligenti che integrino tecnologie avanzate per gestire efficientemente le risorse, migliorare i servizi pubblici e stimolare l'innovazione.
  • Potenziamento del Sistema di istruzione Investire di più nell'istruzione, in particolare in quella superiore e nella ricerca per fornire alle aziende un accesso a talenti altamente qualificati e a innovazioni di frontiera.
  • Incentivi all'Innovazione: Creare un sistema di incentivi che premi le imprese per investimenti in R&D, innovazione tecnologica e sostenibilità, incoraggiando così la crescita di aziende competitive a livello internazionale.

Il  potenziale delle grandi corporation per l'economia e la società è innegabile.

Happy Company, Happy Country!

 

 


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5 lezioni dalla Scienza per il comunicatore contemporaneo

Nell'ambito della comunicazione moderna, l'intersezione tra umanesimo e tecnologia pone sfide nuove e complesse. Per navigare con successo in questo paesaggio mutevole, i professionisti della comunicazione possono trarre ispirazione e metodologia dalla scienza, un campo che per sua natura abbraccia il cambiamento e cerca la verità.

Ecco cinque lezioni fondamentali che la scienza offre ai comunicatori del nostro tempo:

Prontezza nell'autocorrezione

La scienza non è dogmatica; è un processo continuo di apprendimento e raffinamento. Allo stesso modo, i comunicatori dovrebbero essere aperti a rivedere e aggiornare i loro messaggi e strategie. In un'epoca in cui la tecnologia e le circostanze possono cambiare rapidamente, l'abilità di adattarsi e correggersi è vitale. La capacità di autovalutazione e autocorrezione permette di rimanere rilevanti e mantenere la fiducia degli stakeholder.

Valutazione critica dell'informazione

Così come un esperimento scientifico dipende dalla precisione dell’informazione, l'efficacia di una campagna comunicativa dipende dalla qualità dell'informazione. Un comunicatore deve quindi agire con scrupolosità simile a quella di un ricercatore, verificando le fonti e interpretando i dati con un occhio critico. Una comprensione profonda del contesto e un'analisi accurata dell'informazione sono imprescindibili per una comunicazione che aspiri all’autenticità. 

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Focalizzazione sull'Umanità

La scienza sa che dietro ogni numero e dato c'è l'umanità. Per i comunicatori, questo si traduce in un approccio che considera le persone, non solo come destinatari di messaggi, ma come cuore pulsante di ogni strategia comunicativa. Riconoscendo le esigenze, aspirazioni e timori delle persone, si possono costruire narrazioni che veramente risuonano e che creano legami significativi. 

Integrazione tra conoscenza umanistica e competenze tecnologiche

La storia ci mostra figure emblematiche, come Steve Jobs, che hanno saputo integrare l'umanesimo con la tecnologia. I comunicatori possono imparare a sintetizzare queste due aree per creare messaggi che siano tecnicamente avanzati ma che parlino anche all'esperienza umana. La tecnologia non deve essere un fine ma uno strumento al servizio di una comunicazione che tocchi la dimensione umana profondamente.

Apprendimento e sperimentazione continui

La scienza avanza testando ipotesi e accettando il fallimento come parte del processo. I comunicatori devono adottare questo approccio sperimentale, essere curiosi e pronti a imparare da ogni risultato. Questa mentalità orientata verso la scoperta e l'innovazione consente di esplorare nuove frontiere comunicative, di sperimentare con nuove tecnologie e di trovare modi creativi per coinvolgere il pubblico.

Attraverso queste lezioni, la scienza si rivela un faro per il comunicatore contemporaneo, che in un mare di informazioni e innovazioni tecniche deve sempre trovare la rotta che conduce all'essere umano. Integrando autocorrezione, rigore nell'informazione, una visione umanistica, l'adozione di nuove tecnologie e una costante disposizione all'apprendimento, i comunicatori possono aspirare a creare messaggi che non solo informano ma anche ispirano.

Happy communication!

 


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Parità di genere: una sfida che deve includere le famiglie

Ogni 8 marzo, il mondo celebra la Giornata Internazionale della Donna, un'occasione non solo per riconoscere i traguardi raggiunti, ma anche per riflettere sui persistenti divari di genere che caratterizzano il panorama professionale.

Nonostante i progressi significativi, questioni come il gap salariale, la scarsità di donne in posizioni di leadership e le disuguaglianze nelle discipline STEM rimangono ostacoli rilevanti.

Il ruolo della comunicazione per l'attenzione sui problemi

La business community e il dibattito pubblico hanno indubbiamente messo in luce l'importanza di queste tematiche, sottolineando la necessità di una comunicazione che si adoperi costantemente per portarle all'attenzione di tutti.

Tuttavia, per indirizzare il progetto verso un’azione che possa accelerare la soluzione dobbiamo osare una domanda più profonde:

Quali sono le radici culturali e sociali che alimentano un tale squilibrio?

Le radici dello squilibrio

Negli anni è stato dimostrato che molte delle sfide affrontate dalle donne hanno origine fin dall'infanzia, quando le scelte educative fatte dalle famiglie vengono influenzate da stereotipi di genere.

In un altro articolo abbiamo raccontato di quanto l’orientamento scolastico dei ragazzi sia fortemente condizionato dai genitori.

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Il cuore della soluzione a queste problematiche risiede proprio nella famiglia, il fulcro dove si possono innescare cambiamenti significativi. Istituzioni, organizzazioni, aziende, media hanno il potere di attuare iniziative e strategie comunicative mirate a coinvolgere le famiglie in un processo di storydoing che mira a promuovere una nuova cultura, incentrata sulla parità e il valore intrinseco di ogni individuo, a prescindere dal genere.

Incoraggiare una nuova generazione di Donne

Incoraggiando una nuova generazione di donne attraverso un ambiente familiare che le sostengano, possiamo porre le basi per un futuro in cui la parità di genere nel mondo del lavoro sarà la norma.

Le imprese, per quanto possano cercare di promuovere la diversità e l'inclusione, si troveranno a combattere una battaglia persa in partenza se non si affronta e si previene il problema alla sua radice, , aumentando significativamente il numero di donne formate in materie STEM.

Le famiglie al centro del Cambiamento

In conclusione, il cambiamento verso la parità di genere richiede un impegno collettivo che parte dalle fondamenta: le nostre famiglie.

Solo affrontando e modificando le convinzioni e i comportamenti a livello domestico, possiamo sperare di sradicare le cause profonde delle disuguaglianze di genere, permettendo alle donne di ogni età di realizzare appieno il loro potenziale.

Celebriamo quindi la Giornata Internazionale della Donna non solo come un momento di riflessione, ma come un punto di partenza per un impegno rinnovato verso l'uguaglianza di genere in ogni ambito della vita.

 

 


Purpose company: la comunicazione efficace contro l'obesità

L’obesità, soprattutto quella giovanile, è una sfida sanitaria globale che richiede un intervento immediato. La prevenzione attraverso una comunicazione efficace e strategica è fondamentale per invertire questa tendenza preoccupante.

Una recente ricerca pubblicata sul Financial Time, ripresa anche da Il Corriere della Sera, ha analizzato dati provenienti da quasi 200 paesi su oltre 220 milioni di individui, ha evidenziato una preoccupante crescita dell'obesità a livello globale – il fenomeno in Italia è altrettanto allarmante sebbene non in aumento.

Obesità giovanile, un problema globale

Attualmente, una porzione significativa della popolazione mondiale è classificata come obesa, situazione che genera una pressante necessità di adottare politiche volte a promuovere la prevenzione dell'obesità, stimolare la perdita di peso e diminuire il rischio di malattie correlate.

Il drammatico incremento dei tassi di obesità rischia di compromettere i progressi raggiunti in termini di longevità e anni di vita in buona salute.

Inoltre, questo fenomeno carica i sistemi sanitari e i datori di lavoro di oneri finanziari crescenti.

Gli esperti riconducono questa escalation all'eccessiva disponibilità di alimenti e bevande poco salutari, alla difficoltà di accedere a prodotti nutritivi e alla scarsità di occasioni per praticare attività fisica.

Il ruolo della Comunicazione

Ecco perchè la comunicazione riveste un ruolo fondamentale nella prevenzione dell'obesità giovanile, agendo come ponte tra la conoscenza e l'azione nel contrasto a questa epidemia crescente.

Credo che un gran numero di aziende possano potenzialmente partecipare a ridurre questo fenomeno legando l’issue sociale positivamente al loro purpose attraverso l'adozione di strategie comunicative e promuovere stili di vita salutari.

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L’obiettivo da centrare dovrebbe essere quello di creare un progetto d’azione che faccia della buona vita un atteggiamento alla moda.

I Purpose brand, con il loro vasto raggio d'azione, hanno la capacità di influenzare positivamente le abitudini delle persone e potrebbero promuovere programmi e campagne di marketing mirate.

Allo stesso modo, le istituzioni, attraverso politiche pubbliche e iniziative scolastiche, possono creare ambienti che favoriscono la scelta di opzioni alimentari sane e attività fisica regolare. Così contribuiscono a formare una consapevolezza precoce sui rischi associati all'obesità.

Lo sport al pari di altre materie

A proposito di attività fisica regolare, sono sempre più convinto che una delle rivoluzioni che la scuola italiana dovrebbe compiere è l’equiparazione dello sport alle altre materie scolastiche fin dalla materna e per tutto il percorso di formazione.

Anche famiglie, giocano un ruolo insostituibile nel modellare le abitudini di bambini e giovani, fornendo non solo le basi per una dieta equilibrata e un'attività fisica adeguata ma anche un modello di comunicazione aperto e di supporto.

La conversazione in famiglia sull'importanza della salute e del benessere può rafforzare ulteriormente i messaggi ricevuti dagli altri attori, creando una missione ecosistemica pubblico/provata dal grande impatto non solo sociale ma anche economico.

Ovviamente per parlare ai giovani dobbiamo utilizzare non solo i linguaggi giusti ma anche i mezzi giusti.

Quindi, l'adattamento della comunicazione alle nuove tecnologie e ai social media è fondamentale. App, chat di AI e giochi interattivi offrono un mezzo innovativo per promuovere stili di vita sani, coinvolgendo i giovani in maniera diretta e personale.

Tecnologia e salute, nuovo approccio

Le nuove tecnologie presentano sia opportunità che criticità: se da un lato amplificano il messaggio di prevenzione, dall'altro richiedono un'attenta valutazione dei contenuti per garantire efficienza ed efficacia nel raggiungere il target giovanile in maniera positiva, senza generare controproducenti effetti di stigma o disinformazione.

In conclusione, la comunicazione è fondamentale nella lotta contro l'obesità giovanile. Attraverso un moderno partenariato pubblico/privato trainato dai Purpose Brand e l'utilizzo delle nuove tecnologie, possiamo promuovere uno stile di vita sano fin dall'infanzia in grado di creare un volano positivo anche per l’economia, le famiglie e le finanze dello stato.

Happy communication!

 


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Learn Tech: come innovare l'istruzione e il capitale umano

Negli ultimi anni è sempre più sentita la necessità di innovare il sistema educativo italiano. In un contesto di forte ritardo nell’alta educazione del nostro capitale, la Gen Z lamenta una scuola noiosa, poco capace di includerli nella didattica e lamentano che lo studio non serva realmente per affermarsi nel mondo del lavoro e guadagnare in maniera adeguata.

Queste affermazioni, seppur talvolta espresse con superficialità, racchiudono delle verità. Se a ciò aggiungiamo che esiste una correlazione diretta tra la qualità del capitale umano e la produttività del paese, allora ci rendiamo conto che siamo difronte ad una sfida che dobbiamo vincere.

Il Learn Tech, una nuova era per l'istruzione

Il Learn Tech, l’utilizzo delle tecnologie digitali a supporto del modello educativo, si pone come uno strumento che può invertire la tendenza e avviare un volano positivo.

Esso, infatti, può agire su più livelli. Prima di tutto può consentire agli studenti di cambiare il loro percepito nei confronti della scuola, coinvolgendoli con modalità di insegnamento più vicine alle loro abitudini.

Può inoltre contribuire ad elevare il quoziente tecnologico degli attori del comparto; aiutare la creazione di figure che vanno a colmare il “mismatch” domanda/offerta di lavoro.

Infine la combinazione di quanto espresso prima può contribuire ad aumentare la produttività del paese e, di conseguenza, i salari.

Il percorso appare tracciato. Si tratta di capire se continuare ad essere follower nell’adozione delle tecnologie. Oppure approfittare della congiuntura per invertire il nostro posizionamento.

L'IA generativa e il suo impatto sull'education

Anche qui l’Intelligenza Artificiale Generativa sembra essere determinante. Infatti, la GenAI impatterà il comparto dell’education in maniera importante, tanto che l'UNESCO si è affrettata a porre l’accento sull'urgente necessità di adottare una visione centrata sull'essere umano nell'integrazione dell'IA generazionale nell'istruzione.

Secondo l'organizzazione, solo 15 paesi al momento hanno sviluppato o stanno sviluppando programmi di studi sull'IA. Questo evidenzia la sfida globale che rappresenta l'integrazione delle nuove tecnologie nell'ambito educativo.

Si tratta di una sfida in cui l’Italia può differenziarsi facendo leva sulla migliore collaborazione pubblico-privato che il PNRR ha generato. Nonché sui capitali che esso prevede.

Ritengo che la comunicazione in questo scenario sia di importanza strategica.

Lungi da ogni oscillazione estrema, è fondamentale l’impegno per segnalare ad un pubblico sempre più allargato e ai principali stakeholder, i benefici delle tecnologie. E la necessità di instradarle in percorsi sostenibili a vantaggio della collettività nel suo complesso.

Happy Education!

 

 


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Trasformare il purpose in azione, la nuova frontiera del branding in action

In Italia, sebbene l'inflazione stia registrando un calo in diversi settori, non si osserva la stessa tendenza per il carrello della spesa, continuando a rappresentare una fonte di disagio per le famiglie.

L'inflazione e il potere dei Brand

Ecco perchè i brand e le campagne che propongono un obiettivo superiore attraggono consumatori alla ricerca di partecipare a qualcosa di più grande di loro stessi. In questo contesto di branding in action”, Capitan Findus ha lanciato recentemente una sfida coraggiosa all'inflazione, annunciando una riduzione del 20% sui prezzi dei suoi iconici Bastoncini. Questa mossa, mirata a sostenere il potere d'acquisto dei consumatori, si accompagna a significativi investimenti nella fabbrica di Cisterna di Latina, volti a ridurre i costi di produzione. Un esempio concreto di come il purpose di un'azienda possa essere traducibile in azioni tangibili.

Branding in action, in pratica

Nell'attuale contesto di mercato, altamente competitivo e sempre più orientato verso i valori, rendere il proprio “purpose” tangibile  diventa un requisito indispensabile per i brand. Questo richiede alle aziende un passo oltre la trasparenza e la condivisione dei propri valori superiori.

Sempre più ciò che spinge le persone a diventare sostenitori, celebrare e dimostrare fedeltà verso un brand è la capacità di quest'ultimo di compiere progressi nel campo del cambiamento sociale e di dare ai consumatori gli strumenti per risolvere priorità di vita contribuendo attivamente alla risoluzione.

Come nel caso sopracitato dove un brand ha applicato uno sconto importante sul suo prodotto principale che è anche quello che gode del più forte immaginario sul mercato rispetto ad altre referenze in quella categoria.

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Il brand e azioni concrete

Questa esigenza si lega strettamente all’importanza per le marche di intraprendere azioni concrete. Nel mondo odierno, dove i consumatori sono sempre più informati e consapevoli delle problematiche economiche, essi cercano non solo prodotti o servizi, ma esperienze in cui ravvedono la realizzazione dei propri valori.

Quindi, le aziende che riescono a integrare nella loro missione e nelle loro pratiche quotidiane iniziative volte a promuovere un impatto sociale positivo, non solo guadagnano l'apprezzamento del pubblico, ma catalizzano anche un supporto attivo e una lealtà duratura.

In questo modo, diventano non solo fornitori di beni o servizi, ma veri e propri alleati dei loro clienti nella costruzione di un futuro migliore.

Questa è la nuova frontiera per le aziende che vogliono emergere in un mercato globale sempre più affollato e competitivo: essere motori di cambiamento sociale e permettere ai consumatori di partecipare attivamente a questa trasformazione.

Il brand in connessione coi giovani

A proposito di futuro, indubbiamente quello di un brand è intrinsecamente legato alla capacità di connettersi e di rimanere rilevante per le giovani generazioni, poiché i giovani di oggi rappresentano i consumatori, i leader e gli influenzatori di domani. Questa prospettiva enfatizza l'importanza di comprendere e rispondere alle aspettative, ai valori e agli ideali dei giovani, che sono in continua evoluzione. Man mano che crescono e si affermano nel tessuto socio-economico, i giovani di oggi porteranno con sé le loro preferenze e i loro valori nelle decisioni di acquisto, influenzando così le tendenze di consumo e la direzione del mercato.

Ecco perché l’adozione di un approccio che pone il "brand in action" al centro delle strategie aziendali risuona particolarmente con i giovani, che si distinguono per la ricerca di autenticità. Questi giovani, cresciuti in un'epoca di rapidi cambiamenti tecnologici e di crescente consapevolezza su temi come il globlal warming , ricercano nei brand un impegno concreto verso questioni reali.

Questa generazione valuta le aziende sulla base di come queste ultime integrano i loro valori etici e sociali all'interno dei propri modelli di business , mostrando una netta preferenza per quelle agiscono attivamente per realizzare il necessario cambiamento.

In questo contesto, la comunicazione che riesce a toccare corde autentiche, mostrando l'impatto reale delle azioni di un'azienda sulla comunità e sull'ambiente, ha una risonanza particolare.

Le strategie dei brand di oggi, infuse di un profondo purpose, tessono la trama di un domani in cui le aziende non sono solo scelte, ma vissute come parte integrante della propria identità e dei propri valori.

Un futuro, quindi, dove l'autenticità e l'impegno concreto diventano la chiave per sbloccare la fedeltà e l'entusiasmo dei consumatori, guidando i brand verso orizzonti sempre più ampi e significativi.

Happy purpose!

 

 


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Sanremo 2024: la TV social nell'era del digitale

Il Festival di Sanremo 2024, guidato da Amadeus, ha segnato una pietra miliare nella storia televisiva, chiudendo con un record senza precedenti. La finale, trasmessa su Rai1 dalle 21.27 all'1.59, ha catturato l'attenzione di ben 14 milioni 301mila spettatori, raggiungendo una quota di mercato del 74.1%. Questo straordinario successo solleva interrogativi rilevanti sulla capacità dei media tradizionali di rinnovarsi e prosperare in un'era dominata dal digitale.

Negli ultimi anni, il panorama mediatico ha assistito a un'inversione di tendenza, con gli investimenti pubblicitari online che superavano quelli televisivi. Tuttavia, Sanremo 2024 ha dimostrato come una strategia di comunicazione ben orchestrata, che integra i social media, possa rivitalizzare un format considerato obsoleto, attrarre un pubblico vasto e diversificato, e riconquistare lo slancio per i media generalisti.

Sanremo 2024 e la forza dei social media

Amadeus ha sapientemente sfruttato la convergenza dei media, selezionando artisti con un forte seguito e un elevato livello di engagement sui social in segmenti estranei all'audience tradizionale dell'evento. Questa mossa ha non solo amplificato la presenza del festival sui nuovi media, ma ha anche creato un ponte tra il tradizionale e il digitale, rendendo il festival più accessibile e coinvolgente per i nativi digitali.

La presenza influente di artisti con radici profonde nei social media, come evidenziato dal successo di Goelier, che ha ottenuto il 60% delle preferenze attraverso il televoto, dimostra l'importanza di queste piattaforme nel modellare le preferenze e le scelte del pubblico e di coinvolgere audience molto più ampie.

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Sanremo 2024, tre lezioni fondamentali

Il caso di Sanremo 2024 sembra sottolineare tre lezioni fondamentali per i comunicatori contemporanei:

  • Primo, i social media rimangono il canale più dinamico a disposizione dei professionisti - in altri articoli abbiamo segnalato il momento di bivio per i social in termini di sostenibilità ma ciò non esclude il valore dello strumento in sé;
  • Secondo, l'immagine e la reputazione di figure pubbliche influenti devono essere supportate da una presenza sinergica sui social media, che possa amplificare il loro impatto su altri canali;
  • Terzo, il ruolo del comunicatore deve continuare a ruotare, richiedendo una comprensione strategica delle dinamiche di convergenza tra i vari media, superando la visione dei social come strumenti isolati.

In conclusione, Sanremo 2024 non è solo un trionfo nell'audience televisiva, ma anche una dimostrazione eloquente di come le strategie mediatiche innovative e integrate possano rinvigorire format tradizionali, coinvolgere pubblici eterogenei, e sfruttare il potere trasformativo dei social media.

I social se ben usati contribuiscono in modo significativo a dare rilevanza ai giovani, linfa del sistema sociale ed economico, cosa che sappiamo essere non semplice in contesto di paese che vive un  "inverno" demografico.

 Questa edizione del festival lascia un'eredità di preziose intuizioni per chi opera nel campo della comunicazione, evidenziando la straordinaria capacità dei media di adattarsi, innovare e prosperare nell'era digitale.

Happy social!

 


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Dalle scuse di Zuckerberg ad una nuova era dei social media

Facebook compie 20 anni e il quasi simultaneo atto di scuse pubbliche da parte del co-fondatore presidente e CEO di Meta, Mark Zuckerberg, alle famiglie dei minori danneggiati dall'uso dei social media, segna un momento cruciale del settore.

Questo evento, avvenuto durante un'udienza del Senato degli Stati Uniti alla quale hanno partecipato gli AD delle principali piattaforme social, evidenzia uno dei problemi che unisce l'occidente: l'urgenza di affrontare le minacce poste dall'uso dei social media ai minori.

L'impatto dei social media sui minori e società

La realtà che emerge è univoca: l'uso improprio dei social può causare danni tangibili, sia a livello individuale che collettivo. Questo riconoscimento suggerisce a chi gestisce questi canali di ripensare radicalmente l'approccio alla governance aziendale andando oltre le policy interne e di iniziare a guardare alla regolamentazione come un asset indispensabile per garantire la sostenibilità futura delle aziende e del settore.

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La posto in gioco è enorme, sia dal punto di vista sociale a tutela del sempre più scarso patrimonio di giovani che caratterizza i paesi occidentali ma anche le stesse aziende del settore.  Usiamo sempre l'azienda di Mark Zuckerberg come esempio. Meta, che continua a macinare record, vale infatti oggi 1.2 trilioni di dollari. È semplice immaginarsi che se lo scandalo di Cambridge Analytica è costata 7 miliardi di dollari, quanto potrebbe fare male all'azienda di Menlo Park una crisi che avesse al suo centro una fetta determinante di audience come i giovani.

Anche qui l'Europa potrebbe ribadire l'indiscusso dominio giuridico culturale, semmai prendendo spunto dalla regolamentazione del settore TLC. Allo stesso modo sembra maturo un ragionamento rispetto al mercato dell'ADV on line per incentivare il passaggio da un sistema basato sui volumi a quello sulla qualità. Fatto che potrebbe portare benefici anche ai mercati "adiacenti" a quello delle Big Tech come l'editoria.

I social media e la regolamentazione

Tuttavia, l'episodio delle scuse di Meta rappresenta solo l'inizio di un percorso necessario verso un mercato più sostenibile. Parte della sfida è infatti in capo alle aziende e ai brand. Nell'epoca della "purpose driven company" è sempre più vicino il momento in cui i consumatori inizieranno a volgere lo sguardo verso di loro rispetto alla postura dei grandi player dell'online. Questo implicherà necessariamente la definizione di coerenti strategie di comunicazione e pianificazione mezzi.

Credo quindi che i social network si stiano avvicinando ad un bivio: continuare sulla strada dell'autoregolamentazione o intraprendere un percorso con il Regolatore per la definizione di norme che garantiscano la sostenibilità del business e il benessere collettivo. 

La direzione scelta sarà determinante non solo per il futuro dei social network ma per la società nel suo complesso.

Happy Social!

 

 


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Il successo di Sinner e il valore della ricerca del talento

Proprio in questi giorni mentre il mondo dello sport celebra l'impresa del nostro Sinner, ripongo alcune riflessioni che più volte ho approfondito nei miei articoli.

Mi riferisco all'importanza che lo sport ha per il Paese, su più fronti: sociale, educativo, economico e di reputazione. L'ecosistema che ruota intorno allo sport italiano è colmo di opportunità e suo impatto potrebbe essere più rilevante. Perché investire in questo settore? Le ragioni ovviamente sono multidimensionali, perchè non solo riaccende la passione dei giovani praticanti e dei sostenitori ma genera anche ricavi che innescano economie virtuose.

In Italia l'osservatorio SportSystem ci aiuta a capire qualcosa di più, indicandoci un settore che mediamente, genera ricavi annui per quasi 100 miliardi di euro.

Investire nello Sport e valorizzare i Talenti

Per far ruotare il sistema sport verso il nuovo non basta focalizzarsi sul business nel senso tradizionale della parola, ma dobbiamo sviluppare un approccio laterale e olistico che parta innanzitutto dalla valorizzazione dei suoi talenti. È questo il mezzo più efficace per dare una nuova spinta e tornare a competere con le grandi potenze sportive. Un tassello fondamentale per questo rinnovamento è la valorizzazione dei talenti sportivi.

Anche la storia del campione altoatesino rappresenta come l'Italia è un Paese ricco di potenziali campioni, ma spesso questi giovani talenti non vengono identificati e sviluppati in modo adeguato.

Un primo passo importante per valorizzarli è quello di intensificare la presenza delle materie motorie nelle scuole e concepirle alla stessa stregua di altri insegnamenti che servono ad allenare la cultura degli studenti.

In questo modo, si darebbe a tutti i ragazzi l'opportunità di scoprire le proprie attitudini atletiche e motivazionali e di coltivarle fin da piccoli. Tacendo sugli evidenti benefici in termini di salute, fisica e mentale.

Il "talent scouting" diventa così un attività su scala nazionale, multidisciplinare ed inclusiva che può fare la differenza nel promuovere i giovani sportivi provenienti dalle tante "periferie" che rappresentano la società odierna. Non si tratta di avere un popolo di campioni, sebbene appaia ovvio che la percentuale di incidenza sarebbe destinata a crescere, ma di includere i giovani in un progetto di società sempre più disponibile ad accogliere, riconoscere e valorizzare il merito.

La storia e l'insegnamento di Jannik Sinner

La storia di Jannik Sinner è del resto una testimonianza evidente. Il giovane talento di un paese in provincia di Bolzano è arrivato a conquistare un prestigioso torneo del Grande Slam, consolidando la propria posizione di possibile numero 1 mondiale in uno sport, e un business, da anni dominato da campioni leggendari provenienti da paesi stranieri.

È un esempio di resilienza e determinazione, ma lo è anche di come un talento possa essere coltivato e valorizzato anche in piccoli centri. La riflessione da fare riguarda il fatto che l'Italia ha visto un proprio atleta vincere un torneo del Grande Slam dopo 48 anni dall'epica vittoria di Adriano Panatta a Parigi.

Nello stesso periodo la Spagna, ad esempio, si è aggiudicata 24 prove del prestigioso circuito. Un gap notevole che lascia intravedere una difficoltà del nostro sistema nel "talent scouting".

Quindi, appare necessario un impegno corale da parte di tutti gli attori del sistema sport per valorizzare il grande sentimento d'orgoglio nei confronti di Sinner in un progetto Paese a favore del talento. Solo con un lavoro di "squadra" sarà possibile costruire un futuro più roseo per lo sport italiano e per i nostri giovani.

Happy sport!

 


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One Team: l’arte della sinergia nell'era dell’incertezza

In un mondo aziendale in rapido cambiamento, dove le risorse e le strategie devono continuamente essere adeguate al contesto in divenire emerge con forza il nuovo concetto di "One Team".

Questo approccio basa le sue evidenze sulla collaborazione sinergica di tutti gli asset dell’azienda e del proprio ecosistema. Per quello che riguarda la comunicazione aziendale, One Team estende il suo raggio d'azione dal business fino ai fornitori che all’interno del perimetro strategico vanno considerati parte integrante del team stesso.

One Team, l'importanza della collaborazione

Quindi, "One Team" non è solo un modo di lavorare, le statistiche mostrano come team estesi, solidificati intorno ad una strategia chiara, obiettivi misurabili e ritorni condivisi divengono più coesi con un aumento significativo del benessere dell’individuo e un netto miglioramento della produttività.

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One Team e la Leadership

Affinché funzioni, One Team ha bisogno di una leadership pronta ad accogliere non solo una cambio culturale ma anche a condividere risorse, conoscenze e responsabilità.

Immaginate il team come un giardino: ogni membro è un fiore diverso, unico nella sua bellezza e funzione. Alcuni fioriscono in estate, altri in inverno, ma insieme creano un armonioso paesaggio tutto l'anno. Come in un giardino, la diversità e l'interdipendenza nel team sono fondamentali per la resilienza, la produttività il benessere.

Nella gara contro il tempo tipica del mondo contemporaneo, il comunicatore che deve navigare in un mare in continua evoluzione di piattaforme di Gen AI, aspettative dei consumatori e tendenze globali, deve impegnarsi in un apprendimento costante, adottando nuovi strumenti e strategie per rimanere all'avanguardia. Non esiste nessun training migliore rispetto alla capacità di apprendere attingendo dalle forze di una squadra multidisciplinare come One Team.

Un approccio strategico alla collaborazione, che manda definitivamente in cantina l’organizzazione per silos, permette di lavorare meglio, apprendere continuamente, liberare tempo e ottenere risultati misurabili.

One Team e il futuro del lavoro

In conclusione, One Team" non è solo una strategia, ma una cultura aziendale che risponde alle sfide della contemporaneità. In un’epoca di cambiamenti repentini e continue accelerazioni del contesto macro economico, tecnologico e organizzativo l'adozione di questo approccio può essere la chiave per una maggiore efficacia, innovazione e soddisfazione lavorativa.

Il futuro del lavoro è collaborativo e inclusivo in tutti i sensi e il "One Team" è in prima linea in questa evoluzione.

Happy Team!


Armando Barone

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