Mentre scrivo questo articolo, su Netflix è in voga la serie “Zone Blu”, che ci trasporta in un viaggio intrigante alla scoperta dei segreti della longevità. Un prodotto mediatico che non solo intrattiene, ma sensibilizza, istruisce e ci guida a riflettere più profondamente sulla nostra salute e benessere, in un momento storico dove il tema del “corpo sano in mente sana” è più rilevante che mai.

In un periodo di profonda trasformazione la definizione di benessere è in continua evoluzione, ampliandosi per abbracciare non solo l’alimentazione e l’attività fisica, ma anche il sonno, la mindfulness e molto altro. Un cambiamento che richiede un’integrazione sempre più profonda del benessere in prodotti, servizi, esperienze e campagne di comunicazione.

Ci sarà pure un buon motivo se secondo una recente analisi della mia Accenture, nell’anno 2023, l’80% delle persone ha l’intenzione di mantenere o incrementare i loro investimenti in salute e fitness.

La comunicazione, in questo contesto, assume un ruolo centrale, diventando il veicolo attraverso il quale le aziende possono trasmettere agli stakeholder interni ed esterni valori di benessere e consapevolezza, promuovendo un approccio preventivo alla salute.

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Inoltre, il dialogo aperto e senza pregiudizi sulla salute mentale, favorito anche dalla destigmatizzazione avvenuta durante i lockdown, ha pavimentato la strada a trattamenti e terapie innovative, nonché a una profonda revisione delle priorità personali e aziendali. Le imprese, quindi, non solo come fornitori di beni e servizi, ma come veri e propri facilitatori di benessere, hanno il compito di contribuire a nutrire questo interesse nascente, promuovendo iniziative che favoriscano un maggiore equilibrio tra mente e corpo.

L’impronta di cura che le organizzazioni possono lasciare nella società, emerge con forza in questo contesto, delineando un percorso di crescita che va oltre l’individuo per abbracciare il benessere collettivo. E in questo, la comunicazione empatica e etica, diventa un pilastro fondamentale, unendo gli individui in una rete di mutuo sostegno che promuove la crescita personale e collettiva.

Il cammino verso un mondo più sano e armonioso è intrapreso, e ognuno di noi, sostenuto da aziende sempre più sensibili e responsabili, ha il potere e gli strumenti per costruire una realtà dove il corpo sano e la mente sana non sono più un lontano ideale, ma un obiettivo raggiungibile, una prassi quotidiana che arricchisce la vita di ciascuno.

Si viene così a delineare un nuovo professionista, rigenerato e rinnovato, in un periodo di riflessione e ri-prioritizzazione, dove sta emergendo con forza l’immagine consapevole del valore intrinseco della salute fisica e mentale. Questo individuo moderno non è più disposto a sacrificare il proprio benessere, dando vita ad un nuovo ciclo nel rapporto tra vita privata e doveri, personali e professionali.

In questo scenario emergono progetti molto interessanti, ve ne segnalo un paio che rappresentano con molto pragmatismo, il ruolo che le organizzazioni possono avere.

Interessante l’innovazione presentata da una Compania assicurativa Belga, Helan in collaborazione con uno studio di design, per promuovere l’attività fisica e combattere la sarcopenia. La sarcopenia, ovvero la perdita muscolare legata all’età, inizia a manifestarsi attorno ai 30 anni, rendendo sempre più importante l’impegno in attività fisica per mantenere un buon stato di salute nel tempo. Nonostante ciò, molti adulti tendono a trascurare l’esercizio fisico, specialmente durante momenti di relax nei parchi giochi.

Il progetto si basa su una serie di panchine attive, progettate per stimolare gli adulti a mettere in movimento il proprio corpo mentre frequentano i parchi giochi con i loro figli. Il progetto ha preso vita lo scorso agosto, quando sono state installate le prime quattro panchine attive in un’area ricreativa di Ghent. A seguito del successo iniziale, altre sei città belghe hanno manifestato interesse nel progetto. L’innovativa iniziativa delle panchine attive si prefigge di incoraggiare gli adulti a rimanere attivi, anche nei momenti di relax nei parchi giochi. Promuovendo l’uso dei muscoli in modo ludico e integrato nell’arredamento urbano.

Un altro caso che segnalo è quello di Nestlé Mexico che ha dato vita a un connubio tra fisioterapia e arte culinaria, lanciando il progetto “Terapia de Cocina” (Terapia della Cucina) sulla piattaforma di ricette Recetas Nestlé. Questa iniziativa innovativa ha l’obiettivo di trasformare la cucina in un ambiente terapeutico per coloro che soffrono di sintomi dell’artrite.

Il progetto Terapia de Cocina fonde insieme tre componenti fondamentali: la maestria culinaria, le tecniche fisioterapiche e la consulenza nutrizionale. In questo modo, gli atti spontanei e i movimenti naturali tipici della preparazione dei cibi si uniscono armoniosamente ad esercizi consigliati da fisioterapisti, studiati appositamente per mitigare i dolori causati dall’artrite.

La forza del progetto risiede nel trasformare movimenti quotidiani, come quelli delle mani e dei polsi, così come le posture assunte durante la cottura, in veri e propri esercizi di fisioterapia. Questi non solo facilitano l’elaborazione di piatti deliziosi, ma diventano attività benefiche e terapeutiche, parte di un percorso di cura e benessere.

Infine, un nutrizionista gioca un ruolo chiave nel progetto, assicurando che gli ingredienti selezionati per ogni ricetta non solo concorrano a creare un piatto gustoso, ma possano anche contribuire a ridurre i sintomi dell’artrite, offrendo un duplice beneficio per chi segue il programma: nutrire il corpo e alleggerire il dolore, trasformando il momento della preparazione del cibo in un’opportunità di cura e benessere.

Happy Healthing!

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Armando Barone Armando Barone
Ufficialmente il mio percorso nel mondo della comunicazione inizia nel 1999, ma ho sempre creduto di averlo iniziato molto tempo prima. Ed esattamente nel 1980 quando il terribile terremoto dell’Irpinia che aveva devastato la mia città Napoli, fu per il bambino di allora assetato di sorprese, l’occasione per ritrovare tra le mura fogli di giornale. Una vera magia! Le pareti crollate rivelavano pagine sovrapposte di quotidiani che una volta si usavano per favorire l’aderenza della carta da parato.