Siamo in un momento di trasformazione aumentata, in mercati pieni di nuove idee, di start-up che si moltiplicano a una velocità incredibile; di più, rispetto al passato, il nostro lavoro è sempre più compresso, abbiamo sempre più obiettivi trasformativi da raggiungere. Come misuriamo i nostri risultati alla luce di un mondo e di un mercato sempre più orientato al nuovo?

I KPI tradizionali riescono a catturare questo cambiamento?

Un indicatore chiave di prestazione è un valore misurabile che dimostra l’efficacia con cui un team sta raggiungendo gli obiettivi principali, e quando parliamo di comunicazione ci sono specifici KPI che assolvono a questo incarico: numero di articoli, condivisione, visualizzazioni, coinvolgimento etc.

La mia impressione è che questi KPI vadano arricchiti. Ad esempio tutto ciò che esula dai media tradizionali necessita di una misurazione dell’efficacia, un indicatore in grado di dimostrare il grado di trasformazione raggiunto dai principali veicoli con cui “distribuiamo” l’informazione.

Stesso discorso vale per il purpose, che coinvolge sempre di più i comunicatori del nuovo millennio. Senza la condivisione di standard trasparenti che misurano l’approccio individuale, come possiamo capire in maniera oggettiva se le azioni intraprese sono in grado di sedimentare valore?

trasformazione aumentata armandobarone

La definizione di KPI più rivolti agli individui appare importante nel momento in cui la comunicazione è sempre più distribuita tra differenti media e di conseguenza aumentano le possibilità che l’individuo possa con le proprie azioni quotidiane agire nei confronti del posizionamento dell’azienda.

Un nuovo approccio può favorire un accorpamento dei troppi standard già esistenti, ed essere adottati su base volontaria?

Il mondo cambia velocemente, noi cambiamo velocemente, i KPI dovrebbero evolvere, senza per altro stravolgere la loro anatomia che è sempre legata a caratteristiche standard. L’anatomia di un KPI strutturato include 4 punti principali:

  1. Una Misura. Ogni indicatore KPI deve avere una misura. I migliori KPI hanno misure più espressive.
  2. Un Obiettivo. Ogni KPI deve avere un obiettivo che corrisponda alla misurazione individuata e al periodo di tempo individuato per raggiungerlo.
  3. Un’Origine Dati. Ogni KPI deve disporre di un’origine dati chiaramente definita, in modo che non vi siano aree grigie nel modo in cui ciascuna viene misurata e tracciata.
  4. Una frequenza. KPI diversi hanno frequenze di segnalazione diverse; tendenzialmente è buona prassi confrontarsi con le proprie metriche almeno una volta al mese.

In un’epoca di grandi cambiamenti diventa strategico evolvere  il sistema di misura con un cruscotto di KPI che accompagni i professionisti in un percorso che necessariamente richiede di combinare credibilità con flessibilità.

author avatar
Armando Barone Armando Barone
Ufficialmente il mio percorso nel mondo della comunicazione inizia nel 1999, ma ho sempre creduto di averlo iniziato molto tempo prima. Ed esattamente nel 1980 quando il terribile terremoto dell’Irpinia che aveva devastato la mia città Napoli, fu per il bambino di allora assetato di sorprese, l’occasione per ritrovare tra le mura fogli di giornale. Una vera magia! Le pareti crollate rivelavano pagine sovrapposte di quotidiani che una volta si usavano per favorire l’aderenza della carta da parato.