Svolgo questo meraviglioso lavoro da più di vent’anni e mai come oggi le sfide da affrontare sono significative. Lo scenario economico, geopolitico e sociale ha spinto ovunque il “trust gap” a livelli importanti, farsi ascoltare dalle audience diventa sempre di più complesso del catturare l’attenzione. Comunicare un brand oggi vuol dire sempre più andare oltre le qualità intrinseche del prodotto/servizio offerto per entrare sempre più nella sfera dei valori che “la persona” vuole realizzati nelle società.

Come possono le organizzazioni colmare il vuoto lasciato dai governi, proprio ora che le persone attribuiscono alle aziende un ruolo importante nella società?

Se verso l’esterno tutte le parti di un’impresa sono responsabili dell’organizazione stessa , allora un efficace strategia di comunicazione deve avere il proprio baricentro sui valori e sul credo del brand, cioè sul suo purpose. I clienti non comprano più solo ciò che facciamo ma anche ciò in cui crediamo, il pubblico obiettivo della comunicazione non è più composto da coloro che hanno bisogno dell’azienda o dei suoi servizi e prodotti, ma da coloro che credono in ciò in cui l’azienda crede.

Si tratta di un fenomeno che ha implicazioni profonde. Pensiamo al fenomeno della “great resignation” e a come trattenere e attirare nuovi talenti. Appare lecito attendersi che quelle aziende che sapranno meglio interpretare il proprio ruolo di attore sociale e colmare il vuoto potranno gestire meglio di altri il grande tema del capitale umano.

Il ruolo del comunicatore si arricchisce quindi di nuove skill perché deve contribuire alla definizione del purpose, garantire azioni coerenti, intercettare stakeholders in sinergia con le credenze e valori aziendali. Se la strategia di comunicazione sarà vincente gli stakeholder restituiranno riconoscendo al brand tempo, fedeltà e anche denaro.

A proposito di Trust Gap e di di ruolo sociale delle aziende condivido con voi 3 best practise sperando di dare qualche spunto e riflessione.

Boots è uno dei principali retailer in UK che commercializza dal 1849 prodotti per la salute e per la bellezza. Per colmare il vuoto causato dall’inflazione e dalla crisi i del costo della vita dovuto ai grandi eventi contemporanei, il retailer ha bloccato il prezzo su 1.500 prodotti.

Proprio lo scorso mese Boots ha annunciato che l’azienda sta subendo la sua “più grande variazione di prezzo in assoluto” su oltre 1.500 prodotti per aiutare i clienti alle prese con la crisi del costo della vitaper aiutare i clienti alle prese con la crisi del costo della vita. Il rivenditore segue l’iniziativa della rivale Superdrug nel congelamento dei prezzi dei prodotti a marchio proprio, inclusi shampoo, dentifricio, gel doccia e pannolini, almeno fino alla fine del 2022. L’elenco dei prodotti sarà rivisto alla fine del 2022, sono disponibili 11.000 prodotti a marchio Boots, con prezzi a partire da 40 pence, con 100 linee al prezzo di 1 GBP o meno e 1.000 prodotti a un prezzo inferiore a 2 GBP.

Telco ha celebrato la fusione con telco Vocus regalando un bonus, a ogni bambino nato in Nuova Zelanda il 1 giugno 2022 assegnabili una quota di 222.000 NZD (circa 139.061 USD).

L’iniziativa mira a dare ad alcune famiglie neozelandesi un vantaggio nella creazione del proprio futuro più equo, un gesto in linea con lo scopo della società di telecomunicazioni di “Fighting for Fair”. L’iniziativa è stata accompagnata da una campagna umoristica e commovente, con un gruppo di bambini in tailleur su misura che rappresentano il futuro della Nuova Zelanda.

Alla luce della notizia del potenziale ribaltamento di Row vs. Wade nel maggio 2022 – che ha coinciso con la festa della mamma negli Stati Uniti – l’agenzia pubblicitaria GDS&M con sede in Texas ha pubblicato la campagna “Happy Forced Mother’s Day“. Le carte regalo raffiguranti lo slogan potrebbero essere condivise e inviate a funzionari federali e statali, fisicamente o digitalmente, nel tentativo di esercitare pressioni sul governo per proteggere i diritti all’aborto. La campagna afferma che le mamme sono fantastiche, ma nessuno dovrebbe essere costretto a esserlo.

Happy Innovating!

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Armando Barone Armando Barone
Ufficialmente il mio percorso nel mondo della comunicazione inizia nel 1999, ma ho sempre creduto di averlo iniziato molto tempo prima. Ed esattamente nel 1980 quando il terribile terremoto dell’Irpinia che aveva devastato la mia città Napoli, fu per il bambino di allora assetato di sorprese, l’occasione per ritrovare tra le mura fogli di giornale. Una vera magia! Le pareti crollate rivelavano pagine sovrapposte di quotidiani che una volta si usavano per favorire l’aderenza della carta da parato.