La comunicazione come leva di valore: il nuovo paradigma aziendale

La comunicazione come leva di valore: il nuovo paradigma aziendale

In un contesto di turbolenza economica e di trasformazione sociale, il valore non si misura più solo in termini finanziari, ma attraverso nuove modalità di partecipazione e scambio. Per le imprese che aspirano a prosperare, la chiave sarà ripensare il modo in cui comunicano e come coinvolgono il pubblico, trasformando i valori condivisi in autentico valore di business.

Oggi, la comunicazione non può essere un monologo; deve essere partecipativa, aperta, basata su uno scambio equo e significativo. I brand di successo sono quelli che parlano non solo di prodotti, ma di valori, e che offrono agli utenti modi innovativi per partecipare e sentirsi ricompensati.

I consumatori ridefiniscono il concetto di valore

I consumatori stanno ridefinendo il concetto di valore in un periodo di crescente incertezza economica. Con la Generazione Z sempre meno attratta dal lavoro tradizionale (il 49% ritiene che non soddisfi le proprie aspettative), stanno emergendo nuovi modelli per creare e catturare valore. Questo spostamento richiede che le aziende comprendano come l’impegno autentico e la partecipazione strategica possano tradursi in relazioni più profonde e in una fedeltà duratura.

Piattaforme di gaming e app social, ad esempio, stanno già sperimentando nuovi scambi di valore basati sull’attenzione. Giochi come Hamster Kombat su Telegram, che ha raggiunto 300 milioni di giocatori, dimostrano che la ricompensa per l’attenzione può diventare una moneta di scambio potente. Ma non si tratta solo di gaming: sistemi come il programma TYB di Glossier, che valorizza il coinvolgimento genuino dei micro-influencer, mostrano che l’autenticità è il nuovo asset più prezioso.

La comunicazione come leva di valore: il nuovo paradigma aziendale
La comunicazione come leva di valore: il nuovo paradigma aziendale

Perché adesso? La pressione sui consumatori e il ruolo della comunicazione

La pressione economica sta spingendo il 57% dei consumatori a effettuare ricerche approfondite prima di acquistare, considerando non solo il prezzo ma anche il valore futuro di rivendita o il supporto post-vendita. Questo fenomeno, unito all’ascesa dei lavori secondari (il 45% della Gen Z ha un side hustle), indica che i tradizionali flussi di reddito sono insufficienti. In questo contesto, la comunicazione aziendale deve andare oltre le metriche tradizionali e abbracciare modelli che premiano l’impegno e il talento.

Un esempio significativo è IKEA, che ha sperimentato il pagamento di salari reali per lavori virtuali, aprendo la strada a nuove economie parallele. Analogamente, MM:Berlin ha trasformato il feedback collettivo in una valuta riconosciuta. Questi casi dimostrano come la partecipazione possa diventare un asset scambiabile, ridefinendo le regole del valore economico.

Le nuove generazioni sono parte del dialogo

Le nuove generazioni non cercano solo prodotti; vogliono sentirsi parte di un dialogo, di una comunità. Per conquistare questa audience, le aziende devono adottare approcci che premiano l’attenzione e riconoscono le contribuzioni individuali. Non si tratta più di “vendere” qualcosa, ma di creare un ecosistema in cui il consumatore è al centro, valorizzato e ricompensato per la propria partecipazione.

La comunicazione non è più un mezzo, ma una leva per creare valore autentico. I brand che riusciranno a costruire sistemi inclusivi, che parlano attraverso i valori e premiano l’attenzione, non solo sopravviveranno a questa trasformazione, ma diventeranno leader del cambiamento. Ora è il momento di dimostrare il proprio valore.

Happy value!

 


made in italy dieta mediterranea_armandobarone

Dieta Mediterranea, il soft power del Made in Italy

Cosa succederebbe se la dieta mediterranea fosse un film? Probabilmente avrebbe già vinto un Oscar per il miglior contributo alla salute globale. Ma c’è un problema: nonostante sia riconosciuta come Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, il suo “ufficio stampa” – cioè la comunicazione che dovrebbe promuoverla – sembra aver perso la voce. E intanto, in Italia, ci troviamo con un paradosso: il Paese simbolo della cucina sana è tra quelli che affrontano un incremento allarmante dell'obesità infantile.

Secondo un recente rapporto presentato in Senato dalla Fondazione Aletheia, la mancanza di attività fisica e una cattiva alimentazione costano alle casse dello Stato italiano circa un miliardo di euro l’anno, aggravando il sistema sanitario con patologie che potrebbero essere prevenute. Ma non è tutto: entro il 2030, l’inattività fisica potrebbe generare 500 milioni di nuovi casi di malattie prevenibili nel mondo, con costi di trattamento che supereranno i 300 miliardi di euro.

Dieta Mediterranea e Made in Italy

Cosa c’entra il Made in Italy? Tantissimo. Le aziende del settore food e beverage rappresentano una leva strategica non solo per l’economia, ma per la promozione di uno stile di vita sano basato sulla dieta mediterranea. Eppure, i messaggi non scalano. È evidente che manca una narrazione che riesca a convincere i consumatori, le istituzioni e gli stessi stakeholder internazionali del valore di questo patrimonio.

Se l’Italia vuole realmente assumere un ruolo guida a livello globale nella lotta contro l’obesità e altre malattie legate all’alimentazione e favorire la nascita di campioni internazionali deve agire come un “faro” di buone pratiche.

Comunicazione, la chiave di tutto

E la chiave sta proprio nella comunicazione. Le aziende del Made in Italy, con il loro heritage e il loro purpose, possono diventare promotori di un cambiamento culturale, investendo in campagne di sensibilizzazione e in progetti di educazione alimentare, in Italia e all’estero. Un esempio positivo arriva da Barilla, che con iniziative come “Buona per te, buona per il pianeta” unisce sostenibilità ambientale e promozione della salute, dimostrando che un brand può essere non solo un produttore, ma un educatore.A livello internazionale quindi, l’Italia ha una chance unica: trasformare la “dieta mediterranea” in un brand e, di conseguenza, in un modello esportabile per combattere i fenomeni come l’obesità. Con il suo mix unico di prodotti eccellenti, tradizione culinaria e valori culturali, il nostro Paese ha tutti gli strumenti per influenzare positivamente le abitudini alimentari del mondo.

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Serve una strategia integrata

Ma serve una strategia integrata che coinvolga aziende, istituzioni e cittadini in una missione comune: fare della dieta mediterranea non solo un simbolo di identità italiana, ma un esempio di leadership globale. La comunicazione, in questo scenario, è il mezzo più potente. Non si tratta solo di vendere prodotti, ma di ispirare e educare.
Un caso di collaborazione ad impatto positivo è stato rappresentato dall'iniziativa del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali (MIPAAF), che nel 2021 ha lanciato una campagna globale per promuovere la dieta mediterranea come modello di salute e sostenibilità. La campagna, denominata "The Mediterranean Way", è stata sostenuta da aziende italiane del food & beverage e ha avuto come obiettivo quello di sensibilizzare i consumatori internazionali sui benefici di questo stile alimentare, posizionando l’Italia come punto di riferimento mondiale per una cucina sana.

Il valore della Dieta Mediterranea attraverso la comunicazione

Grazie a eventi di divulgazione organizzati in partnership con ambasciate italiane in oltre 30 Paesi, workshop per giornalisti di settore e chef internazionali, e una presenza mirata sui social media, il governo italiano ha sfruttato una comunicazione integrata per rilanciare il valore della dieta mediterranea. Questa iniziativa ha mostrato come un approccio collaborativo tra istituzioni pubbliche, aziende private e stakeholder internazionali possa trasformare il patrimonio alimentare italiano in uno strumento di diplomazia culturale e sanitaria.

L’idea di rendere la dieta mediterranea un “soft power” per l’Italia non solo ha rafforzato l’immagine del Paese, ma ha anche posto le basi per replicare un modello di leadership globale, mettendo al centro salute, cultura e sostenibilità.

Un altro esempio illuminante arriva da Mutti, azienda simbolo del Made in Italy, che ha lanciato campagne focalizzate sulla qualità delle materie prime e sul loro legame con la tradizione mediterranea. Con il progetto “Mutti e la tua dieta sana”, l’azienda ha promosso un percorso educativo nelle scuole, coinvolgendo studenti e famiglie per sensibilizzarli sull’importanza di una dieta equilibrata. Un progetto che ha un potenziale anche su scala mondiale.

Cibo e salute non sono mai stati così legati. È tempo che il Made in Italy, con il suo straordinario potenziale, esca dalla sua comfort zone per diventare protagonista su scala mondiale. Perché se la dieta mediterranea fosse davvero un film, sarebbe un capolavoro. Ma come tutti i capolavori, ha bisogno di un ottimo regista. E quel regista, oggi, può essere la comunicazione.

Happy Italy!

 


La musica cresce grazie al digitale e ai nuovi talenti

La musica cresce grazie al digitale e ai nuovi talenti

La musica è la forma più universale di comunicazione: supera le barriere linguistiche, attraversa culture e tocca l’anima di chiunque la ascolti. Ogni melodia racconta una storia, ogni ritmo crea un legame, ogni nota esprime ciò che le parole a volte non riescono a dire. È un linguaggio senza confini, capace di unire persone diverse in un’emozione condivisa. La musica non è solo suono, ma dialogo: tra artisti e pubblico, tra passato e presente, tra sogni e realtà.

Il digitale ha trasformato la Musica

Negli anni '80, l’arrivo del CD aveva scatenato una schiera di detrattori convinti che la tecnologia avrebbe segnato la fine della musica. Secondo loro, la produzione in serie e la digitalizzazione avrebbero ridotto l'arte a un prodotto senz'anima. Oggi, quei timori si rivelano infondati: non solo la musica è sopravvissuta, ma ha trovato nuove strade per prosperare. In un paradosso affascinante, la trasformazione digitale ha persino riportato in auge il vinile, che si è trasformato in un prodotto di nicchia dal grande valore economico, contribuendo a creare un mercato dinamico e diversificato.

Il digitale ha aperto le porte a nuovi talenti

L’innovazione genera inclusione. Infatti a differenza di altri settori, il mondo della musica ha dimostrato una straordinaria capacità di intercettare talenti. Grazie alle piattaforme digitali, artisti emergenti spesso provenienti dalle periferie hanno avuto l’opportunità di farsi conoscere e di trasformare il proprio talento in un motore di business. È un fenomeno che pochi altri mercati sono riusciti a replicare con tale intensità.

Il mercato della musica in crescita

Parlando di valori la musica ha superato il cinema: nel 2023, i ricavi globali del mercato musicale hanno raggiunto i 45,5 miliardi di dollari, superando gli incassi cinematografici di 33,3 miliardi. Questo successo è stato trainato dalle piattaforme di streaming, che hanno rivoluzionato il consumo musicale. I guadagni delle etichette discografiche e degli artisti sono aumentati del 12% rispetto all’anno precedente, dimostrando l’impatto delle nuove tecnologie. Perfino band storiche hanno beneficiato di questa crescita: ad esempio i Fugees, si sono riuniti e gli ABBA hanno dato vita a quel capolavoro di Human+ Machine che è ABBA Voyage.

La musica cresce grazie al digitale e ai nuovi talenti

La Musica come grande laboratorio

Oggi, scoprire nuovi talenti è più accessibile che mai, e questo è particolarmente evidente nel mondo urbano, dove generi come la trap hanno dato voce a intere generazioni di giovani. Mentre in altri ambiti – come l’ingegneria o la tecnologia – individuare e valorizzare talenti richiede investimenti enormi e risorse complesse, la musica è diventata un laboratorio aperto. Una chitarra, un microfono e un software gratuito possono bastare per alimentare un sogno e dare inizio a una carriera.

Il fenomeno della trap generation, andando oltre le degenerazioni giustamente perseguitate dalle autorità competenti,  rappresenta anche un esempio emblematico di come la trasformazione digitale abbia democratizzato il mercato musicale. Nata nelle periferie, questa corrente musicale si è affermata grazie a piattaforme come YouTube, SoundCloud e Spotify, che hanno abbattuto le barriere geografiche e sociali. Artisti come Sfera Ebbasta, Ghali, Geolier e tanti altri hanno costruito la propria carriera partendo da contesti spesso complessi. La trap non è solo musica: è anche storytelling, moda, cultura visuale, creando un ecosistema economico che coinvolge brand, produttori, e community locali.

La Musica abilita l'Innovazione

Questo ha permesso di attivare una filiera economica in grado di generare valore su più livelli. Dai produttori musicali ai creativi del marketing, dai manager ai tecnici del suono, il successo di questi artisti ha creato inclusione, opportunità lavorative e trasformato il mercato musicale in una macchina capace di generare business e innovazione.

Il  mercato della musica è la dimostrazione tangibile di come la trasformazione digitale possa essere un acceleratore di creatività, talento e sviluppo economico.

La lezione che ci lascia è chiara: l’innovazione tecnologica non è un nemico, ma un’opportunità. Se gestita con intelligenza e visione, può trasformare anche i mercati più fragili in motori di prosperità, con un impatto positivo non solo sull’economia, ma anche sulle persone e sui territori. La musica, ancora una volta, ci mostra la strada da seguire.

Happy Music!

 


Imparare per crescere: la formazione come motore del business

Imparare per crescere: la formazione come motore del business

Nei miei articoli ho spesso sottolineato l’importanza della formazione e dell’istruzione. Credo fermamente che l’apprendimento garantisca la crescita professionale, mentre l’istruzione rappresenta una delle chance migliori per attivare la scala sociale e offrire al Paese il capitale umano necessario per crescere nella società post digitale.

Mai come oggi la formazione non è più un semplice episodio nella carriera di un professionista, ma un processo continuo, una rotazione verso il nuovo che accompagna ogni fase della vita lavorativa.

Viviamo un’epoca caratterizzata da cambiamenti rapidi e sfide complesse: dall’ascesa dell’intelligenza artificiale generativa (IAG) alle esigenze legate alla sostenibilità ambientale, la capacità di apprendere costantemente è cruciale.

L'IA ridisegna le competenze

Secondo una recente analisi di Accenture, in Italia saranno necessari programmi di riqualificazione per ben nove milioni di lavoratori nei prossimi anni, un dato che riflette quanto l’IA stia ridisegnando le competenze richieste nel mondo del lavoro. Ma non si tratta solo di aggiornarsi per stare al passo: oggi, la formazione è il mezzo per valorizzare il proprio potenziale, per sviluppare una leadership basata sui valori e per creare un rapporto più consapevole con strumenti come l’IA e con gli obiettivi di sostenibilità.

Un esempio concreto di come la formazione possa diventare un elemento strategico per il successo aziendale è il format LHUB - Human Gaming, che ho adottato con il mio team. Questo approccio incarna pienamente il concetto di apprendimento continuo, combinando lo sviluppo di competenze tecniche e relazionali con una visione innovativa che integra le potenzialità dell’intelligenza artificiale.

Imparare per crescere: la formazione come motore del business

Il LHUB per rafforzare la Leadership

Nel nostro percorso, il format LHUB si è rivelato fondamentale per rafforzare la leadership dei partecipanti, aiutandoli a proporre soluzioni ancorate a valori condivisi. Allo stesso tempo, abbiamo esplorato l’interazione tra persone e IA, trasformandola in un vantaggio strategico grazie a sessioni mirate alla creazione e verifica di output generati dall’intelligenza artificiale. Non meno importante è stato il lavoro sulla capacità di bilanciare l’efficienza operativa con il benessere, un principio che definiamo “velocità sostenibile”, così come l’abilità di adattarsi rapidamente ai cambiamenti attraverso la simulazione di scenari e risposte innovative.

Le trasformazioni del lavoro non si limitano all’IA. Un altro fronte cruciale è rappresentato dalle competenze legate alla sostenibilità. Il divario di competenze nel settore green potrebbe arrivare a 7 milioni entro il 2030, rappresentando un ostacolo significativo al raggiungimento degli obiettivi climatici globali.

La necessità per le aziende di investire

Le aziende più lungimiranti stanno già investendo in:

  • Piattaforme di formazione mirate a ridurre il gap di competenze, rendendo i dipendenti attori attivi del cambiamento.
  • Cultura aziendale orientata al purpose, cioè al raggiungimento di obiettivi significativi, come la transizione verso la neutralità climatica.

Un dato significativo, rivela che quasi 9 giovani su 10 appartenenti alla Gen Z e 8 su 10 Millennial attribuiscono valore a lavori che offrono un senso di scopo. La formazione, dunque, non è più un processo isolato: è un percorso per attirare e trattenere nuovi talenti in un momento di grande trasformazione.

La formazione continua è, oggi più che mai, un tema centrale per chiunque voglia affrontare le sfide di un mercato del lavoro in continua evoluzione. L’apprendimento non è più un momento isolato nella carriera, ma un percorso costante che ci permette di crescere, innovare e contribuire al cambiamento. Ho sempre creduto che investire nella formazione sia la strada più sicura per costruire competenze solide, rafforzare la propria leadership e affrontare con successo le trasformazioni in atto.

Sono proprio questi temi che ho avuto il piacere di approfondire in un nuovo progetto, un podcast realizzato da Forbes Italia in collaborazione con UM Italia. Nel primo episodio, abbiamo discusso dell’importanza della formazione e di come essa sia il fondamento di qualsiasi strategia di crescita personale e professionale. Ringrazio Forbes per avermi coinvolto in questa iniziativa, che rappresenta un’occasione unica per condividere esperienze, spunti e consigli utili a chi vuole continuare a migliorarsi.

La mia intervista a Forbes

Vi invito ad ascoltare il primo episodio del podcast “Communication Tips”, disponibile a questo link: Forbes Italia presenta il podcast “Communication Tips”. È un progetto che ho trovato estremamente stimolante, e spero possa ispirare anche voi a considerare la formazione non solo come un obiettivo, ma come una filosofia di vita.

https://www.youtube.com/watch?v=e18feBOgZyY

Happy Training!

 


Il futuro del settore farmaceutico italiano: ricerca e giovani talenti

Il futuro del settore farmaceutico italiano: ricerca e giovani talenti

Il settore farmaceutico è in un momento di crescita globale soprattutto nel comparto  biotecnologico e farmaceutico. La crescita del mercato è un’opportunità preziosa per trattenere e attrarre quei giovani talenti italiani che sempre più spesso lasciano il Paese alla ricerca di migliori opportunità professionali e di sviluppo. Secondo dati recenti, l’Italia continua a perdere numerosi giovani laureati in discipline scientifiche, che scelgono di trasferirsi all’estero attratti da posizioni più remunerative e da ambienti di lavoro maggiormente innovativi e stimolanti.

Una perdita di capitale inaccettabile per un Paese che sa che la salute è un settore essenziale ma anche una risorsa strategica su cui è vitale investire per la stabilità e la longevità del Paese. Le aziende farmaceutiche italiane svolgono un ruolo fondamentale nel mantenere la popolazione in salute e nel ridurre i costi a lungo termine per il sistema sanitario. Questa consapevolezza ha stimolato anche il settore privato a sviluppare competenze e investimenti significativi per sostenere la ricerca scientifica e migliorare la qualità della vita.

Il settore farmaceutico e la "fuga dei cervelli"

Il settore farmaceutico italiano ha proprio ora la possibilità di assumere un ruolo cruciale per frenare la “fuga dei cervelli” e creare nuove opportunità di lavoro altamente qualificato per i giovani. Le aziende italiane potrebbero attrarre questi talenti puntando su salari competitivi, ma soprattutto offrendo progetti di ricerca ambiziosi, un ambiente di lavoro inclusivo e percorsi di crescita strutturati. In un contesto internazionale in cui competere per le menti migliori è sempre più difficile, la creazione di un ecosistema innovativo e orientato al futuro farà la differenza.

Investire in ricerca farmaceutica e biotecnologica è anche un passo strategico per tutto il Paese. Un sistema sanitario robusto, supportato da un settore farmaceutico forte, significa una popolazione più sana, una riduzione dei costi sanitari e una migliore resilienza di fronte a future emergenze sanitarie. La capacità di mantenere la popolazione in buona salute è diventata fondamentale non solo per motivi etici e sociali, ma per il benessere economico del Paese: più la popolazione è longeva e sana, più è produttiva e meno graverà sulle risorse pubbliche.

La necessità di comunicazioni mirate

Per attrarre giovani professionisti qualificati, le aziende farmaceutiche italiane devono adottare strategie di comunicazione mirate e intelligenti. Creare una campagna di talent recruiting efficace richiede un approccio multicanale che utilizzi social media, piattaforme professionali e media tradizionali, adattando il messaggio al target specifico.

Il futuro del settore farmaceutico italiano: ricerca e giovani talenti

Ecco alcuni suggerimenti su come le aziende possono ottimizzare la propria comunicazione per attrarre i migliori talenti:

Utilizzare un linguaggio inclusivo e motivante

Per i giovani talenti, la crescita personale e la possibilità di fare la differenza sono spesso più importanti del mero compenso economico. I messaggi di recruiting devono trasmettere la missione aziendale e l’impatto sociale del lavoro, evidenziando come i candidati possano contribuire direttamente al miglioramento della salute pubblica.

Raccontare storie di successo

Condividere casi studio di dipendenti che hanno trovato realizzazione all’interno dell’azienda è un ottimo modo per rendere tangibili le opportunità offerte. Video, articoli e testimonianze sui social possono dimostrare ai potenziali candidati che esistono reali prospettive di crescita e di carriera all’interno dell’azienda.

Sfruttare LinkedIn e piattaforme professionali

LinkedIn resta la piattaforma di riferimento per il talent scouting. Qui le aziende possono creare contenuti che mostrino l’innovazione e la ricerca continua come valori centrali, raggiungendo direttamente i profili di giovani con background accademico in settori scientifici.

Coltivare una presenza nei media

Articoli su testate scientifiche e giornali di settore che raccontino le sfide e i traguardi delle aziende italiane sono un modo per guadagnare visibilità e autorevolezza. Le aziende possono anche collaborare con università e istituti di ricerca per organizzare eventi e webinar che attraggano studenti e neolaureati.

Coinvolgere i dipendenti come brand ambassador

La voce interna dei dipendenti ha un valore inestimabile. Attraverso interviste, post e video, i collaboratori possono raccontare la cultura aziendale e dare un’immagine autentica dell’ambiente di lavoro, trasmettendo un messaggio di trasparenza e fiducia.

Il potenziale di crescita del settore farmaceutico italiano è enorme. Puntare sui talenti e sulla ricerca scientifica significa investire in un futuro più sano, più resiliente e più competitivo. Affinché ciò avvenga, è fondamentale che le aziende adottino una visione a lungo termine, integrando nella propria strategia di sviluppo l’obiettivo di rafforzare il capitale umano. La salute, come dimostrato negli ultimi anni, non è solo un settore strategico ma un pilastro fondamentale per la prosperità del Paese.

 


Salute mentale dei giovani: nuovo purpose per i brand

Salute mentale dei giovani: nuovo purpose per i brand

La società post-digitale sta ridefinendo alcuni concetti e delineando alcuni fenomeni in maniera abbastanza chiara. Il primo elemento che voglio condividere,  riguarda la  salute che è mutato in tema trasversale, non più confinato al settore sanitario, ma parte fondante dell’ecosistema sociale ed economico. Quando poi guardiamo alla salute mentale ci rendiamo conto che questa è una priorità che permea ogni aspetto della vita dei giovani e della società. Le organizzazioni non possono non tenerne conto.

Un'altra riflessione riguarda il fatto che i brand che operano con successo nei mercati hanno un forte purpose. In virtù di un profondo significato associato al proprio brand, queste aziende assumono un ruolo attivo nella società, contribuendo al benessere collettivo, spesso integrando la salute dei giovani nei propri obiettivi.

Un fenomeno preoccupante

Ultimo fenomeno riguarda i giovani la cui situazione è preoccupante. Infatti, un'indagine ha rilevato che il 49,4% dei giovani tra i 18 e i 25 anni ha sofferto di ansia e depressione. La vulnerabilità dei giovani è un dato che richiede l'attenzione di tutti gli attori sociali, inclusi i brand. 

Un rapporto di Havas ha evidenziato come per gli italiani, e in particolare per i giovani, lo "star bene" sia diventato una priorità sia come diritto individuale che come dovere collettivo. Questo riflette un cambiamento importante nelle aspettative che i giovani hanno nei confronti dei brand: non solo prodotti e servizi, ma anche un impegno concreto verso il benessere della comunità. 

È nostra convinzione che la salute mentale dei giovani dovrebbe diventare parte integrante del purpose di un brand by design. Possiamo condividere alcune riflessioni su come i marchi possono impegnarsi per affrontare questa sfida. Bisogna iniziare dalle progettualità in grado di generare beneficio concreto, essere misurabili e scalabili. Questi progetti diventano certamente asset di comunicazione, empatia e autenticità. Le aziende devono riconoscere l’opportunità, economica e sociale, ed associarvi l'importanza di comunicare direttamente con i giovani.

Salute mentale dei giovani: nuovo purpose per i brand

Creazione di spazi di dialogo

 Su questa base sono molte le tattiche che si possono mettere in campo. Come  la creazione di spazi sicuri e di dialogo dove i giovani possano esprimere le loro idee senza timore di giudizi. Questo approccio non solo favorisce il coinvolgimento, ma posiziona il brand come alleato del benessere sociale ed emotivo. 

Così come può risultare determinante l’educazione e il supporto emotivo attraverso la comunicazione: le aziende possono collaborare con esperti di salute mentale per ideare, materializzare e offrire contenuti educativi, risorse di supporto e programmi di sensibilizzazione.

In un contesto in cui i giovani vivono una pressione crescente e affrontano sfide senza precedenti, i brand hanno l'opportunità e la responsabilità di giocare un ruolo cruciale nel promuovere la salute mentale. Integrare il benessere dei giovani nel proprio purpose non è solo una scelta etica, ma anche una strategia che rafforza la relazione con i consumatori e costruisce una reputazione di marca solida e affidabile. 

Adottando strategie comunicative autentiche, empatiche e inclusive, i brand possono contribuire al benessere sociale e supportare le nuove generazioni in questo periodo complesso. 

Happy purpose!

 


multinazionali tascabili manifatturiero armandobarone

I super artigiani che stanno rivoluzionando i mercati

Il settore manifatturiero italiano ha saputo reinventarsi, evolvendo da una base di Piccole e Medie Imprese verso realtà impattanti sullo scenario internazionale.

Queste aziende incarnano l’essenza del Made in Italy, rappresentando un mix unico di tradizione artigianale e innovazione tecnologica, capaci di competere nei mercati globali più esigenti. Non sono solo manifatturiere di prodotti, ma vere e proprie narratrici di un’eccellenza costruita sulla qualità e sull’attenzione ai dettagli, e la loro forza risiede anche nella capacità di comunicare e personalizzare il rapporto con le loro audience.

Il valore della Personalizzazione

L’aspetto della personalizzazione non si limita al prodotto stesso, ma si estende alla capacità di instaurare relazioni profonde e su misura sia nel mercato B2B che B2C. Aziende come quelle italiane che forniscono componenti per la Formula 1 o come i piccoli brand emergenti nel design e nella moda, non si limitano a vendere un prodotto: offrono un’esperienza unica, costruita sulla base di una conoscenza approfondita delle esigenze del cliente e della capacità di rispondere con soluzioni personalizzate. Questa attenzione umana – che parte dalla bottega artigianale e arriva fino ai vertici internazionali – è ciò che permette a queste imprese di allacciare relazioni significative con i loro stakeholder.

L'esempio dell'industria automobilistica

Un esempio concreto è dato dai fornitori emiliani dell’industria automobilistica ad alte prestazioni. Queste aziende, fortemente radicate nella tradizione meccanica locale, sono in grado di collaborare strettamente con le scuderie, offrendo componenti personalizzati e un servizio calibrato al millimetro sulle richieste di ingegneri e team di gara. L’approccio artigianale si fonde con una capacità di comunicazione empatica e reattiva, che assicura un dialogo continuo e costruttivo, alimentando fiducia e collaborazione a lungo termine.

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I settore della moda e del design

Anche nel settore moda e design, questa filosofia si esprime attraverso la creazione di collezioni uniche e su misura, con la capacità di dialogare con un pubblico che cerca esclusività e autenticità. Le aziende italiane non solo mettono a disposizione prodotti di altissima qualità, ma riescono a farlo attraverso una comunicazione che valorizza il cliente come parte integrante del processo creativo. Questo approccio è particolarmente efficace anche nel B2C, dove la capacità di interagire con il consumatore finale, raccontando storie autentiche legate alla tradizione e al territorio, contribuisce a creare un legame emotivo forte.

Il ruolo cruciale della Comunicazione

La comunicazione gioca dunque un ruolo cruciale. Non si tratta solo di promuovere un prodotto, ma di costruire una narrazione che renda il cliente parte di un’esperienza. Queste aziende sono maestre nel creare contenuti che riflettono la loro storia e il loro impegno per la qualità, utilizzando canali digitali e tradizionali per raggiungere un pubblico globale senza perdere l’impronta artigianale e personale che le caratterizza.

Personalizzare le Relazioni

In un mondo in cui le grandi corporation spesso puntano su strategie standardizzate, le multinazionali tascabili italiane emergono grazie alla loro capacità di personalizzare non solo i prodotti, ma anche le relazioni con clienti e partner. L’attenzione umana verso gli stakeholder, che traspare in ogni interazione, è il segreto che permette loro di allacciare legami duraturi e significativi, facendo del Made in Italy un sinonimo di eccellenza non solo nella produzione, ma anche nella comunicazione e nel servizio. Queste aziende rappresentano la perfetta sintesi di creatività, resilienza e capacità di innovazione, pronte a essere l’avanguardia del nuovo paradigma industriale.

 


Multinazionali tascabili e la sfida innovativa nei mercati emergenti

Multinazionali tascabili e la sfida innovativa nei mercati emergenti

Un nuovo tipo di impresa sta facendo sentire la sua presenza su scala mondiale. Si tratta delle multinazionali tascabili, piccole e medie imprese altamente specializzate che, nonostante le loro dimensioni contenute, operano a livello internazionale con necessaria per competere con i giganti del mercato. In questo scenario di rapidi cambiamenti, dove le nuove tecnologie e i mercati emergenti stanno ridefinendo le regole del gioco, queste aziende stanno diventando protagoniste silenziose ma potenti.

Secondo un recente report di McKinsey & Company, il settore del Beauty globale crescerà al ritmo del 6% all’anno fino al 2028, con un valore di mercato stimato di 590 miliardi di dollari. Regioni come il Medio Oriente e l'Africa guideranno questa crescita con un aumento del 18%, mentre altre aree come l'Asia-Pacifico e l'America Latina seguiranno a ruota. Questo scenario rappresenta una straordinaria opportunità per le multinazionali tascabili di affermarsi come attori globali nei paesi emergenti. Ma come possono queste aziende, spesso meno conosciute e con risorse limitate rispetto ai colossi internazionali, sfruttare al meglio questa espansione?

Il vantaggio delle multinazionali tascabili

Hanno un vantaggio chiave: la loro capacità di adattarsi rapidamente ai cambiamenti del mercato. La loro agilità è determinante per avere successo in mercati dove le esigenze dei consumatori possono variare drasticamente rispetto a quelle dei mercati maturi.

Nel settore della bellezza, ad esempio, McKinsey evidenzia come le fragranze siano uno dei segmenti trainanti per lo sviluppo dei mercati. Qui le multinazionali tascabili possono giocare un ruolo fondamentale, adattando i loro prodotti e strategie di marketing alle preferenze locali. Grazie alla loro natura snella, possono testare nuovi prodotti con rapidità e modificare la loro offerta in base alle risposte del mercato, offrendo così un’esperienza più personalizzata e autentica.

Alla ricerca del giusto equilibrio

Una delle sfide principali è quella di trovare il giusto equilibrio tra l’identità globale del brand e l’adattamento ai contesti locali. Questo approccio richiede una strategia di comunicazione che rispetti le differenze culturali, senza perdere di vista la coerenza del messaggio aziendale.

In paesi come il Medio Oriente e l'Africa, la comunicazione diventa un fattore decisivo per il successo. Uno storydoing efficace può fare la differenza, soprattutto in settori come quello della bellezza, dove il valore percepito del brand è fortemente influenzato dall'immagine e dalla narrazione che lo circondano.

Inoltre, in un contesto in cui il digitale sta ridefinendo il panorama delle vendite, le multinazionali tascabili devono saper sfruttare i canali online per raggiungere i consumatori. Il mix tra negozi fisici e piattaforme di e-commerce diventa cruciale: non solo per aumentare le vendite, ma anche per costruire una relazione diretta e personalizzata con il cliente. In paesi come l’Arabia Saudita o il Sudafrica, dove l’uso dei social media è in forte espansione, un'adeguata strategia di comunicazione digitale può aprire nuove porte.

Multinazionali tascabili e la sfida innovativa nei mercati emergenti

La Leadership, un aspetto cruciale

Un altro aspetto cruciale è la leadership. In molte di queste imprese, il CEO o il fondatore rappresenta il volto pubblico del brand, giocando un ruolo attivo nella costruzione della reputazione aziendale. I vertici dell’azienda devono essere presenti e visibili, incarnando i valori del brand attraverso una comunicazione diretta e trasparente.

In questo contesto, la formula L = S + P³ (Leadership = Storydoing + Percezione, Posizionamento, Presenza) diventa fondamentale. I CEO di queste aziende devono raccontare la storia applicata della loro azienda (Storydoing), posizionarsi strategicamente nei mercati (Posizionamento), e mantenere una presenza costante e autentica sia sui media che sui canali digitali (Presenza). Questo approccio non solo rafforza la fiducia dei consumatori, ma permette anche di costruire una reputazione solida e duratura nei nuovi mercati.

Le multinazionali tascabili hanno la possibilità di innovare con maggiore agilità rispetto ai grandi conglomerati. Che si tratti di sviluppare nuovi prodotti di bellezza sostenibili o di sfruttare le tecnologie emergenti per migliorare l’esperienza del cliente, queste imprese possono posizionarsi come leader in settori altamente specializzati.

La personalizzazione del prodotto

Un esempio è l’uso di tecnologie digitali avanzate per la personalizzazione del prodotto. Nei mercati emergenti, dove le preferenze dei consumatori possono variare notevolmente, la capacità di adattare l’offerta alle esigenze specifiche locali rappresenta un vantaggio competitivo significativo. Dall’uso di dati per prevedere le tendenze di acquisto, alla creazione di packaging sostenibili che rispecchiano le preoccupazioni ambientali dei consumatori, l’innovazione è il motore che guida il successo.

Le multinazionali tascabili si trovano in una posizione unica: hanno l'agilità di adattarsi rapidamente alle nuove sfide e l’innovazione come loro più grande alleato. In un mondo in cui i mercati emergenti, come il Medio Oriente e l'Africa, stanno assumendo un ruolo sempre più rilevante, queste imprese hanno l’opportunità di crescere ed espandersi come mai prima d'ora.

Grazie a una strategia di comunicazione intelligente, una leadership visibile e a una costante spinta verso l’innovazione, le multinazionali tascabili possono ritagliarsi una posizione di leadership nei settori al alto valore.

 

 


Dal timore all'opportunità, un ecosistema in continua evoluzione

Dal timore all'opportunità, un ecosistema in continua evoluzione

L’intelligenza artificiale (IA) sta trasformando radicalmente il panorama digitale, creando un ecosistema dinamico dove accanto alle tradizionali Big Tech emergono nuovi player verticali sempre più specializzati. Questi attori, spesso startup, stanno ridefinendo il modo in cui vengono generati contenuti multimediali come video, immagini, musica, e persino i flussi organizzativi e di lavoro, aprendo la strada a innovazioni che influenzano ogni settore.

Accanto ai grandi player, che integrano l’Intelligenza Artificiale nelle loro suite di prodotti, si stanno facendo strada aziende più piccole e specializzate, capaci di rivoluzionare singoli segmenti di mercato con soluzioni mirate. Strumenti come quelli per la creazione di video generati da IA, software per il design automatizzato e piattaforme per la generazione musicale stanno modificando il modo di creare contenuti a tutti i livelli, rendendo accessibile a un pubblico sempre più vasto ciò che un tempo era prerogativa di esperti.

La "lunga coda" di Anderson

Il concetto della “lunga coda" di Chris Anderson è centrale in questa dinamica: le nuove tecnologie non servono più solo il mainstream, ma permettono di raggiungere mercati di nicchia, dando spazio a innovazioni specifiche che prima non avrebbero avuto un pubblico. Ogni player si concentra su un’esigenza particolare, proponendo strumenti su misura per esigenze specifiche, spesso ignorate o inaccessibili fino a pochi anni fa.

In questo nuovo scenario, l'AI sta avendo un impatto significativo sul mondo del lavoro. Secondo stime recenti, il 40% delle ore lavorative sarà influenzato dall’IA, generando grande attenzione tra i lavoratori, inclusi quelli della categoria dei "White collar". Questo scenario pone nuove sfide, ma anche opportunità, per coloro che devono adattarsi a un ecosistema che cambia rapidamente.

Dal timore all'opportunità, un ecosistema in continua evoluzione

I comunicatori devono evolversi

In questo contesto, chi si occupa di comunicazione deve saper cogliere le opportunità offerte dall'IA. Da un lato, c'è un’urgente necessità di un "upskilling": i comunicatori devono evolversi con il nuovo ecosistema e padroneggiare gli strumenti emergenti che possono migliorare la produttività e la creatività. Dall’altro, devono rispondere a una crescente domanda di responsabilità. La comunicazione deve essere trasparente e puntuale, capace di affrontare due grandi tematiche: l’impatto positivo dell’AI su persone, imprese e società, e la formazione come chiave per cavalcare il cambiamento anziché subirlo.

La stessa tecnologia è un grande alleato della formazione e rappresenta una grande opportunità per aiutare i lavoratori e prepararli a questo cambiamento epocale. Il recente annuncio di Teodoro Lio, nuovo AD di Accenture Italia, a ComoLake24 va in questa direzione. La piattaforma LearnVantage presentata durante l’evento mira a supportare la trasformazione tecnologica nelle organizzazioni pubbliche e private, partendo dalla persona e dai sui bisogni formativi, creando un progetto altamente personalizzato.

L'IA non è un competitor

Nelle PMI, il 90% delle aziende italiane, l’AI viene spesso percepita come un competitor. Questa visione della tecnologia non fa altro che rallentare la trasformazione. Tuttavia, come ci insegna la storia, coloro che colgono le opportunità dell'innovazione possono progredire più rapidamente. È come quando fu inventata la ruota: mentre qualcuno ancora trasportava pesi sulle spalle, altri capirono che la ruota poteva farli muovere più velocemente e con meno fatica.

Per le imprese, grandi e piccole, il messaggio è chiaro: l'IA non è qui per sostituire l'uomo, ma per amplificare le sue capacità creative. Coloro che capiranno questo concetto e adotteranno la tecnologia con saggezza saranno i leader di domani.

L'IA e le opportunità che offre

Albert Einstein una volta disse: "Non possiamo risolvere i nostri problemi con lo stesso tipo di pensiero che abbiamo usato quando li abbiamo creati."

Questa frase è straordinariamente rilevante nel contesto dell’IA. Non possiamo affrontare le sfide che questa rivoluzione tecnologica porta con noi con le stesse paure e resistenze che abbiamo messo in questi ultimi mesi. Se guardiamo all’IA solo come una minaccia, rischiamo di perdere le immense opportunità che essa ci offre.

Happy IA!

 


L’importanza della comunicazione nella sicurezza informatica

L’importanza della comunicazione nella sicurezza informatica

L’ultima edizione della CyberTech Europe si è da poco conclusa e credo abbia definitivamente sedimentato il concetto di “Sicurezza by design”, ovvero la necessità di considerare la sicurezza informatica parte integrante dell’architettura tecnologica delle organizzazioni e non un’aggiunta da apportare semmai post emergenza.

Ed è un passo molto importante. Da addetto ai lavori mi sorprende ancora la poca attenzione sulla comunicazione, come collante per unire la lunga catena che riguarda il perimetro di attacco di una qualsiasi organizzazione che va dai propri fornitori, fino ai clienti finali passando per i dipendenti.

La comunicazione come asset strategico

Credo che parallelamente all’adozione delle migliori tecnologie, la comunicazione sia un assist strategico per creare un vero tabù rispetto alle regole da seguire per rendere la propria azienda sicura.

Perché sostengo questo? Quanti di noi adottano password veramente sicure?

I dati giustificano le notizie di cronaca che si susseguono: negli ultimi due anni, infatti, la situazione della cyber security ha subito un peggioramento significativo.

A maggio del 2024, ad esempio, sono stati registrati 283 eventi cyber, con un aumento del 148% rispetto al mese precedente, e 45 incidenti con impatto confermato (contro i 27 di aprile), secondo i dati dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale.

La centralità della sicurezza informatica

Questi numeri mostrano chiaramente che nei prossimi mesi e anni la sicurezza informatica sarà sempre più centrale nelle politiche pubbliche e private.

Il concetto di “tilt tecnologico” è essenziale per comprendere la portata del rischio. Si parla di tilt tecnologico quando l’equilibrio tra sviluppo tecnologico e sicurezza si rompe, causando un cortocircuito che può esporre aziende, istituzioni e cittadini a vulnerabilità critiche.

Questo fenomeno emerge quando l’innovazione tecnologica procede a un ritmo tale che le misure di sicurezza non riescono a stare al passo non solo per mancanza di aggiornamento tecnologico ma per carenza culturale.

L’importanza della comunicazione nella sicurezza informatica

Come detto,  per una comunicazione efficace della sicurezza informatica, occorre prima di tutto chiarire chi sono i destinatari. Quando parliamo di cyber security, lo spettro degli stakeholder è estremamente ampio: la questione riguarda indistintamente tutti, dal semplice cittadino/consumatore alle grandi imprese, alla catena dei fornitori, passando per le istituzioni statali.

Strategie di comunicazione personalizzate

Diventa quindi fondamentale focalizzarsi sul linguaggio che deve essere personalizzato per ogni target. Un altro aspetto importante è l’inclusività: la sicurezza informatica non è – almeno non solo – un fatto per tecnici quindi bisogna essere inclusivi considerando che in Italia solo poco più della metà della popolazione ha competenze digitali adeguate ma tutti possiedono almeno uno smartphone.

La comunicazione deve quindi diventare informativa, ma anche educativa, puntando su linguaggi accessibili e canali di comunicazione popolari.

All’interno delle imprese italiane non bisogna abbassare la guardia sulla formazione che deve essere continua per adeguare gli atteggiamenti al mutare del rischio e testare continuamente il livello di attenzione dei dipendenti. Non bisogna infatti dimenticarsi che gli hacker sono costantemente alla ricerca di nuove vulnerabilità, sviluppando virus e malware sempre più sofisticati.

Ecco alcune strategie da adottare

Per affrontare in modo efficace le criticità legate alla comunicazione sulla sicurezza informatica, è quindi necessario adottare strategie mirate. Ecco alcuni suggerimenti:

  1. Personalizzare i messaggi: la comunicazione deve essere adattata ai diversi tipi di pubblico. I cittadini, le piccole imprese e le grandi organizzazioni hanno esigenze e livelli di competenza differenti. Creare contenuti su misura per ogni gruppo aumenta l’efficacia della sensibilizzazione.
  2. Semplificare i concetti tecnici: è essenziale rendere il linguaggio della cyber security accessibile a tutti. Utilizzare esempi pratici, analogie e metafore può facilitare la comprensione di concetti complessi.
  3. Integrare la formazione continua: la sicurezza informatica non può essere trattata come una formazione “una tantum”. Le aziende devono implementare programmi di aggiornamento costanti per tutti i dipendenti e metterli alla prova;
  4. Utilizzare più canali di comunicazione: non limitarsi a un solo mezzo. È importante sfruttare diversi canali per raggiungere un pubblico più ampio e diversificato.
  5. Collaborazione tra pubblico e privato: la comunicazione sulla sicurezza informatica deve coinvolgere tutti gli attori dell’ecosistema digitale. Le aziende e le istituzioni pubbliche devono collaborare per creare una rete di protezione diffusa e condividere le best practice.
  6. Monitorare e adattare la strategia di comunicazione: le minacce informatiche cambiano rapidamente, e così devono fare le strategie di comunicazione. Monitorare costantemente l’efficacia della comunicazione e adattarla ai nuovi scenari è fondamentale per mantenere alta la consapevolezza.

L'esempio Cyber Aware in UK

Un esempio recente di campagna di prevenzione sulla cyber security è la fase primaverile della campagna “Cyber Aware” del Regno Unito, lanciata dal National Cyber Security Centre (NCSC) nel 2023.

Questa fase è stata rivolta principalmente a piccole imprese  e ai lavoratori autonomi, con l’obiettivo di proteggerli da minacce come il ransomware e il phishing. La campagna ha enfatizzato due misure chiave di sicurezza: l’uso di password forti basate su tre parole casuali e l’attivazione dell’autenticazione a due fattori (2FA) per proteggere gli account email.

La campagna ha anche offerto strumenti gratuiti, come il Cyber Action Plan, che fornisce un elenco personalizzato di azioni per migliorare la sicurezza informatica, e il servizio Check Your Cyber Security, che analizza i dispositivi connessi a internet per rilevare vulnerabilità comuni.

Questa iniziativa è stata parte di uno sforzo più ampio per aiutare le piccole imprese, che rappresentano una porzione significativa delle vittime di attacchi informatici, a migliorare la loro resilienza e ridurre i costi legati a tali incidenti.

La comunicazione efficace è uno strumento essenziale nella battaglia contro le minacce informatiche.

Solo con una strategia inclusiva, comprensibile e continua possiamo mitigare i rischi del tilt tecnologico e costruire una difesa solida a livello nazionale.

Happy Communication!