La GenZ, il cluster di popolazione più ampia al mondo, è nata e cresciuta in un mondo fisico che rispecchia e incorpora il mondo online. È la generazione che ha trascorso quasi più tempo di vita online che nella vita reale. Quindi i nostri giovani hanno la velocità e l’accesso istantaneo ai servizi come parte del loro set dei desideri, non sono aspettative, come accadeva per le generazioni precedenti, ma veri e propri bisogni non derogabili.

Se vogliamo una società inclusiva e partecipativa dobbiamo quindi necessariamente riflettere la cultura delle generazioni più giovani anche nei servizi di cui hanno bisogno. È un argomento chiave per superare la sfida con il basso a livello di istruzione e la piaga dei ragazzi e ragazze che non studiano e non lavorano, cifra che oltrepassa i 3 milioni secondo l’Eurispes. Considerando che le proiezioni al 2033 dicono che nel nostro paese solo 6 milioni di giovani saranno in età di formazione è evidente che stiamo parlando di un tema determinante.

Le nuove tecnologie si stanno fondendo rapidamente online e offline, assicurando che i nostri ragazzi non siano mai completamente sconnessi. Tuttavia, non possiamo creare una realtà che disconosca il mondo fisico, i ragazzi vivono ancora nel mondo reale. Quindi, mentre l’ON-LINE ha più portata, velocità, scelta, stimoli, luoghi in grado di alimentare l’immaginazione, la realtà fisica, OFF-LINE, ha anche i suoi vantaggi: autenticità, bellezza, presenza sensoriale e fisica che l’ON-LINE  non può eguagliare.

La PA sta realizzando progetti importanti di digitalizzazione e tanto arriverà sulla scorta di quanto previsto dal PNRR, è fondamentale che questi siano fatti bene e comunicati adeguatamente.

La comunicazione è un asset fondamentale anche per creare un legame empatico tra le nuove generazione e la PA, oggi vissuta con un sentimento che oscilla tra l’indifferenza e l’ostilità.

bisogni GenZ armandobarone

L’esempio di PagoPa calza a dovere per ricordarci quanto l’importanza di avviare servizi pubblici digitali che possano essere fruiti sia on che off-line per un’esperienza “instant”, personalizzata e flessibile alle esigenze del singolo, siano strategici per la trasformazione del Paese. Viviamo nell’era in cui la tecnologica abbraccia qualsiasi area della vita umana, spinta da innovazioni veloci e a volte anche radicali.

Anche la Pubblica amministrazione si dovrà spingere sempre più forte verso questa transizione, e accelerare il ritmo avvicinandosi alla velocità dell’impresa privata per divenire più resiliente, facile e attrattiva. Aprire le porte all’innovazione per rendere moderno l’accesso ai servizi pubblici è una sfida collettiva, che tocca gli interessi di tutti.

A partire dalle Università, forse il luogo dove i giovani fanno maggiore fatica ad accettare la logica analogica alla sua base, in un mondo che negli ultimi due anni e mezzo è profondamente cambiato.

Progettare servizi per questo peculiare pezzo della PA vuol dire non solo accrescere la skill degli studenti, ma anche progettare esperienze di accesso e fruizione che tengano conto del cambiamento, per cercare di avvicinare gli obiettivi di studio al purpose personale – quello “scopo” che ogni giovane dovrebbe avere nella vita e che deve raggiungere attraverso un lavoro, delle competenze e un Sistema paese tecnologicamente  contemporaneo.

Happy Innovating!

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Armando Barone Armando Barone
Ufficialmente il mio percorso nel mondo della comunicazione inizia nel 1999, ma ho sempre creduto di averlo iniziato molto tempo prima. Ed esattamente nel 1980 quando il terribile terremoto dell’Irpinia che aveva devastato la mia città Napoli, fu per il bambino di allora assetato di sorprese, l’occasione per ritrovare tra le mura fogli di giornale. Una vera magia! Le pareti crollate rivelavano pagine sovrapposte di quotidiani che una volta si usavano per favorire l’aderenza della carta da parato.