Transizione Energetica: un percorso sistemico per abbassare il prezzo dell’elettricità

Transizione Energetica: un percorso sistemico per abbassare il prezzo dell’elettricità

L’energia è il motore invisibile della civiltà, capace di alimentare ogni aspetto della vita umana, dalla sopravvivenza quotidiana allo sviluppo tecnologico. La storia dell’energia intreccia scoperte scientifiche, innovazioni tecnologiche e cambiamenti sociali.

Se pensiamo all'elettricità, il suo impiego diffuso ha contribuito a una maggiore efficienza e a nuove opportunità di innovazione. Grazie all'elettricità, è possibile sviluppare le tecnologie avanzate applicate nei settori industriali. L’impatto dei costi dell’energia sul sistema industriale e sui consumatori finali è quindi un tema centrale.

Ridurre il costo dell'energia

Alla 25ª edizione del Workshop dell’Osservatorio Utilities AGICI-Accenture, il dibattito è stato chiaro: abbassare il costo dell’energia elettrica è possibile, ma serve una strategia sistemica e di lungo termine. Le riforme di mercato, l’accelerazione della crescita delle rinnovabili e la riduzione del costo del gas possono portare, secondo l’analisi presentata, a una riduzione del prezzo dell’energia fino al 20% nei prossimi cinque anni.

Transizione Energetica: un percorso sistemico per abbassare il prezzo dell’elettricità
Transizione Energetica: un percorso sistemico per abbassare il prezzo dell’elettricità

Il prezzo dell’elettricità all’ingrosso in Italia è tra i più alti d’Europa, con un valore medio di 109 €/MWh nel 2024, contro i 59 €/MWh della Francia e gli 80 €/MWh della Germania. Un divario che pesa sulla competitività delle imprese e sul potere d’acquisto delle famiglie.

Italia ed Europa, prezzi a confronto sull'energia

Ma perché l’energia costa così tanto in Italia? La risposta è una combinazione di fattori: un’elevata dipendenza dal gas, che copre ancora il 45% della produzione, un limitato sviluppo delle rinnovabili rispetto ad altri Paesi europei e un sistema di formazione del prezzo che rende il gas il principale price setter per circa il 70% delle ore.

Transizione Energetica: un percorso sistemico per abbassare il prezzo dell’elettricità
Transizione Energetica: un percorso sistemico per abbassare il prezzo dell’elettricità

Tuttavia, la soluzione esiste. Lo studio presentato all’evento AGICI-Accenture delinea un piano d’azione concreto: ridurre il ruolo del gas, accelerare la produzione da fonti rinnovabili e abbattere i costi dell’approvvigionamento energetico attraverso strategie di negoziazione su scala europea. Come sottolinea Pierfederico Pelotti, responsabile del mercato Utilities di Accenture Italia: “Non esiste una soluzione unica, ma serve una programmazione equilibrata e sinergica. Con scelte strategiche mirate possiamo rendere il nostro sistema energetico più sicuro e competitivo”.

Transizione Energetica: un percorso sistemico per abbassare il prezzo dell’elettricità
Transizione Energetica: un percorso sistemico per abbassare il prezzo dell’elettricità

Comunicare la Transizione Energetica

Ma c’è un altro aspetto cruciale, spesso trascurato: la comunicazione. La transizione energetica non è solo una questione tecnica o economica, ma anche culturale e sociale. Un cambiamento di questa portata richiede che tutti i portatori di interesse – aziende, istituzioni, consumatori – siano coinvolti e consapevoli del ruolo che possono giocare.

La comunicazione istituzionale e d’impresa assume quindi un ruolo centrale. Non basta parlare di transizione energetica, bisogna renderla comprensibile, concreta e condivisa. Bisogna evitare il rischio di percepire il cambiamento come un’imposizione e trasformarlo in un’opportunità.

L’energia non è un settore in cui si può improvvisare: serve una pianificazione strutturata. È come costruire un ponte: non si può pensare solo all’inizio e alla fine del tragitto, bisogna progettare ogni pilastro con attenzione. Un approccio di lungo periodo è l’unico che può garantire risultati duraturi e benefici reali.

Un futuro energetico sostenibile e collaborativo

Se le politiche energetiche saranno guidate da una visione chiara e condivisa, se tutti gli attori – istituzioni, imprese e cittadini – faranno la loro parte, allora il prezzo dell’energia potrà scendere nei prossimi tre anni, come dimostrano anche gli studi di ENI. E con esso, l’intero sistema economico potrà beneficiarne.

Il traguardo non è solo un costo dell’energia più basso, ma un’Italia più competitiva, sostenibile e indipendente in un'Europa coesa e solidale. La transizione energetica è già in corso: il successo dipenderà da quanto sapremo lavorare insieme, con metodo, visione e responsabilità.

Happy Pricing!

 


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Come rendere popolare l′Innovazione, l′esempio dell′Idrogeno

Proprio nei giorni scorsi su Il Sole 24 Ore, ha posto sotto i riflettori il tema della transizione verde e dell’Idrogeno con una storia eccellente come quella della Società De Nora, che punta direttamente a piazza affari con un aumento di capitale che che supera i 3 miliardi di euro.

Storie di eccellenza che non devono stare troppo lontano ma ci devono riguardare. Perché?

Le fonti alternative sono un argomento sempre più vicino ai bisogni delle persone. Gli obiettivi legati al taglio delle emissioni di Co2 coinvolgono tutti, non solo i super esperti.

I media, gli influencer e i comunicatori hanno una grande responsabilità nel divulgare questi temi perché senza un’alleanza con le persone il cambiamento stenterà a decollare.

La strada verso la transizione energetica, ha bisogno di Idrogeno come strategia per realizzare un’ efficienza energetica strettamente connessa alle energie rinnovabili.

L’idrogeno è ovunque nell’universo, è il combustibile con la massima efficienza energetica per massa e quando viene utilizzato non emette CO2.

Riuscire a favorire le conoscenze tecnologiche, lo sviluppo di infrastrutture e l’utilizzo dell’idrogeno rinnovabile significa portare evidenti benefici a tutto l’ecosistema Aziende, comunità e persone.

Perché voglio parlarvi di Idrogeno oggi? Non sono di certo un tecnico del settore o un divulgatore scientifico della materia ma credo che la comunicazione giochi un ruolo fondamentale nel difendere innovazione e creare un’alleanza con le persone comuni, quelle che pagano le bollette.

Bisognerebbe semplificare e portare cultura nelle famiglie, nelle piccole aziende che giocano un ruolo fondamentale nella transizione energetica. Un processo di innovazione così repentino come quello di cui abbiamo bisogno per abbattere l’emissione dei CO2 deve potere contare sul supporto della più alta percentuale di popolazione possibile. Mai come adesso la comunicazione gioca un ruolo determinante. Ma siamo ancora lontani. Nel momento in cui sto scrivendo questo articolo digito la parola Idrogeno su Google, i primi 10 risultati sono tutti scientifici.

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La sfida della transizione tecnologica non è relegata esclusivamente ai livelli funzionali delle soluzioni ma altresì deve spostarsi verso l’engagement di nuove audience. Solo così possiamo massificare il bisogno e l’utilizzo delle nuove tecnologie.

L’idrogeno consente di raccontare storie accessibili a tutti, vere fiabe tecnologiche: con 1 kg di idrogeno è possibile muovere un'automobile per 130 km, fornire riscaldamento per due giorni a un'abitazione, produrre 9 kg di acciaio a partire dal ferro grezzo.

Ma non solo. Condivido tre esempi di soluzioni che hanno usato l’idrogeno, tre prospettive diverse ma tutte e tre molto interessanti.

Il caso di Ecopetrol che ha stretto alleanze con sei società internazionali per sviluppare una strategia energetica all'idrogeno, il caso di Volvo che prevede già quest'anno di avviare la produzione di concept car e componenti in acciaio realizzati utilizzando l'idrogeno e infine, il caso di un profumo che per essere prodotto utilizza CO2 convertiti in alcolici privi d’impurità utilizzando l’idrogeno nel sistema di reattore di conversione.

Veniamo al primo esempio: dopo aver testato il suo primo progetto pilota a idrogeno green, a maggio il produttore petrolifero colombiano Ecopetrol ha annunciato una collaborazione con società energetiche internazionali per sviluppare una strategia incentrata sul carburante verde. Insieme a Total Eren ed EDF dalla Francia, Siemens Energy dalla Germania, H2B2 dalla Spagna, Empati dal Regno Unito e Mitsui dal Giappone, l'azienda ha avviato una strategia per rafforzare lo sviluppo di un piano globale a basse emissioni di carbonio. Dedicherà progetti specifici alla de-carbonizzazione della produzione di idrogeno nelle raffinerie e realizzerà iniziative per il suo utilizzo nell’industria e nel settore mobilità.

La seconda innovazione che merita un accenno è una nuova produzione, quella della svedese Hybrit (Società di proprietà di SSAB)  che ha consegnato un lotto di "acciaio green” a Volvo. Mentre il carbone viene utilizzato per la produzione di acciaio a base di minerali, Hybrit utilizza energia rinnovabile e idrogeno in un impianto pilota aperto nel nord della Svezia nel 2020. Volvo  già utilizza dalla fine del 2021 l'acciaio per prototipi e parti separate di veicoli, l’azienda ha dichiarato di voler diventare un’azienda climaticamente neutra entro il 2050 in linea con l'Accordo di Parigi.

L’ultima innovazione che vorrei condividere con voi è quella di Air Eau de Perfume,  un profumo a base di etanolo prodotto da Air Company. L'azienda specializzata in tecnologie del carbonio con sede a New York crea prodotti di consumo utilizzando CO2 estratti da impianti di fermentazione tradizionali e alcolici industriali, che convertono in alcol privi di impurità utilizzando l'idrogeno nel sistema del reattore di conversione del carbonio dell'azienda. L'azienda ha dichiarato che ogni bottiglia utilizza 0,036 kg di CO2. Le bottiglie costano 220 USD ed erano disponibili con un preordine nell'ottobre 2021 con spedizione prevista nel primo trimestre del 2022.

Insomma esistono già progetti tangibili, perché non raccontarli?

Allora amici comunicatori proprio per questo motivo se avete delle innovazioni o dei POV da condividere che riguardano l’Idrogeno, eccomi qui pronto ad accoglierle tra vostri commenti.

Happy Innovating!


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La transizione energetica ci sta insegnando il futuro

E se vi dicessi che l’Italia può diventare indipendente dal gas straniero entro 3 anni? Capisco che mentre si osserva la strepitosa bolletta da pagare o semplicemente si sta facendo il pieno all’automobile può risultare una provocazione.

Invece secondo uno studio Accenture – Agici è uno scenario assolutamente fattibile. La soluzione sta in un grande impegno che tutto l’ecosistema Paese dovrebbe prendere per accelerare l’installazione di fonti rinnovabili portandola a 20 GW/anno,  incrementare la produzione di biometano a 8 Bcm, aumentare l’efficienza energetica dall’ attuale 1% a 1.5% all’anno e migliorare la produzione nazionale di gas.

E’ difficile? Assolutamente ma non impossibile. I benefici di uno sforzo collettivo in questo senso sarebbero enormi. In termini macro e microeconomici ma anche di prestigio del nostro Paese che da diversi decenni fa fatica a stare al tavolo che conta dei paesi avanzati. Ci sarebbe inoltre un grandissimo contributo al tema dei temi: il cambiamento climatico. La battaglia per fermare il “disastro climatico” come l’ha definito Bill Gates, è cinta d’assedio tra la pandemia, che ancora mostra qualche picco, la guerra in Ucraina e il correlato rischio geopolitico che ne consegue.

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Ma non bisogna perdere la bussola perché ogni rallentamento dalla traiettoria del raggiungimento dell’obiettivo di emettere zero Co2 ci avvicina sempre di più allo scenario di rischio che secondo molti studi può costare al nostro Paese il 7-8% di PIL per la convergenza del peggioramento delle condizioni dei centri urbani, del tessuto idrogeologico, delle risorse idriche, dell’agricoltura e degli incendi boschivi. Tacendo sullo scempio che questo scenario arrecherebbe al nostro Bel Paese e al proprio patrimonio paesaggistico e culturale.

Ritornando alla “Green Acceleration” è possibile se facciamo convergere tutte le intelligenze del fare per semplificare i processi amministrativi, armonizzare gli incentivi, rendere stabili il mix di fonti, usare la tecnologia per adeguare le infrastrutture e ottimizzare gli impianti esistenti.

Ritorna quindi la necessità di dotarsi di un mind set innovativo andando oltre al business as usual e  accelerare per cogliere l’evidente bisogno di cambiamento.