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Una potenza culturale ha bisogno di una Istruzione post digitale

Nel mondo in continua evoluzione di oggi, la contaminazione tra il settore pubblico e privato non dovrebbe limitarsi a migliorare i servizi esistenti, ma estendersi a settori in cui il cambiamento a scala è strategico, urgente e necessario. Uno di questi settori è l'istruzione, che in Europa e in Italia sta vivendo una trasformazione senza precedenti.

Abbiamo ampiamente parlato della grande difficoltà in cui versa il nostro paese, fanalino di coda nel mondo avanzato e analizzato il fenomeno India che si propone al mondo come il bacino in cui reperire giovani e qualificati talenti così come è evidente il forte nesso tra il livello di istruzione del paese e la difesa e rafforzamento del ruolo di “Super potenza culturale” che abbiamo analizzato.

In questo contesto, un fenomeno degno di nota è il boom di acquisizioni di scuole private da parte di gruppi internazionali, l’ultima delle quali messa a segno da Globeducate che ha acquistato la piemontese Learn&Play.

Questo trend non solo sta creando opportunità per gli investitori, ma ha anche aperto nuovi orizzonti per gli studenti e le famiglie. Le scuole private internazionali e bilingue stanno emergendo come leader nell'offrire un'educazione di alta qualità, spesso superando le scuole pubbliche in termini di risorse e innovazione.

Questo spostamento al momento sembra ampliare la forbice del nostro sistema educativo pubblico, che fatica ad adattarsi ai rapidi cambiamenti indotti dall’accelerazione delle tecnologie e alle conseguenti esigenze dei giovani dell’era post digitale, che non si riconoscono in programmi e tecniche di insegnamento nate nel mondo analogico.

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Una situazione che contribuisce in maniera determinante al mismatch di competenze che sempre più appare come uno dei maggiori rischi per il nostro sistema produttivo, come segnala ANPAL

Tuttavia, questa crescita delle scuole private internazionali non dovrebbe essere vista come una minaccia per il sistema pubblico, ma come un'opportunità. La competizione anche nel campo istruzione, può portare il “Sistema Istruzione” ad innescare un volano verso una qualità superiore e garantire un accesso più ampio da parte degli utilizzatori finali. Un sano confronto tra il settore pubblico e privato può quindi nutrire la scuola pubblica di nuove sfide e spunti per modernizzarsi e contribuire a formare il capitale umano necessario ad uno stato occidentale che vuole continuare a competere nel contesto internazionale.

In conclusione, mentre assistiamo a un'epoca di collaborazione tra pubblico e privato che sta portando benefici tangibili a molti settori, l'istruzione si trova in prima linea di questa trasformazione. La crescente presenza di scuole private internazionali può rappresentare un motore di cambiamento positivo, alimentando la modernizzazione della scuola pubblica e preparando gli studenti a un mondo in costante evoluzione. È un segno del nostro impegno collettivo a garantire un futuro migliore per tutti attraverso la scuola.

Happy learning!


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L’evoluzione della Super Potenza Culturale nell’era post digitale

L'Italia è custode di un patrimonio culturale immenso che non è ancora riuscito a manifestare completamente il suo potenziale in termini economici e di incremento del benessere della società nel suo insieme. L’era post digitale offre l’opportunità di agire per valorizzare ulteriormente le ricchezze culturali del nostro Paese, per chi aspira a rivitalizzare l’economia italiana, “rammendare” il tessuto sociale e rafforzare il nostro prestigio a livello mondiale.

Un obiettivo che necessita di una forte discontinuità per progredire in un contesto macroeconomico e geopolitico fluido.

Il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, ha coniato una definizione straordinaria per la nostra amata Italia: "superpotenza culturale". Queste parole riflettono in modo perfetto la ricchezza inestimabile del nostro Paese in termini di patrimonio culturale e artistico e l’ambizione che deve muovere l’ecosistema per migliorarsi ulteriormente. Obiettivo utopico? Per nulla. Bisogna infatti rendersi conto che nessuna nazione ha asset comparabili a quelli dell’Italia che detiene il primato per il numero di siti inclusi nel Patrimonio mondiale UNESCO: sono ben 59 con la Spagna che si ferma a 49, la Francia a 51, la Germania 37 e Regno Unito 28.

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Questi numeri rendono inoltre più semplice inquadrare l’importanza del risultato ottenuto dal Ministero nei confronti dell’UNESCO rispetto alla volontà di escludere Venezia dalla lista dei siti Patrimonio Mondiale dell'Umanità.

Per valorizzare ulteriormente la ricchezza artistica, culturale e paesaggistica italiana è fondamentale costruire un forte immaginario per trasmettere la bellezza e la profondità della nostra cultura e sprigionare la potenza culturale della nostra unicità. Non è una missione impossibile perché il mondo desidera profondamente l’Italia.

Un esempio interessante in tal senso è l’introduzione del costo di ingresso al Pantheon a partire da luglio, una scelta strategica significativa

La cifra del biglietto è stata emessa più che accessibile a un prezzo di 5 euro.

Tuttavia, è interessante notare che questa iniziativa non solo ha contribuito alla conservazione del monumento, ma ha generato un effetto a scala molto interessante.

Nel mese di agosto, il Pantheon ha registrato una target eccezionale: oltre 200.000 visitatori, generando un incasso superiore al milione di euro.

Ma c'è un aspetto ancor più notevole in questa storia. Parte del ricavato è stato destinato a sostenere i meno fortunati di Roma, dimostrando la capacità di “rammendare” la comunità locale evidenziando quindi in maniera tangibile come la cultura possa rappresentare un ruolo motore per il benessere sociale.

L'altra parte delle risorse è stata investita nella tutela e nel miglioramento del Pantheon stesso, contribuendo a garantire la qualità dei servizi offerti ai visitatori. Questo approccio olistico alla gestione del patrimonio culturale conferma anche che le strategie dirompenti possono generare un impatto positivo su molteplici livelli. Immaginiamoci gli effetti che questo progetto potrebbe avere se portato a scala sull’intero territorio nazionale.

Un altro anello a diposizione della superpotenza culturale è la trasformazione digitale.

Il digitale non sostituisce la visita fisica ai musei e ai luoghi culturali, ma piuttosto la migliora. Durante la pandemia, il Ministero dei Beni Culturali ha emesso un appello ufficiale a tutti gli enti del patrimonio culturale per digitalizzare i loro contenuti. Questa iniziativa ha consentito l'accesso a un pubblico più ampio, compensando l'assenza causata dalle restrizioni sanitarie.

Il digitale sta rendendo la fruizione del patrimonio culturale non solo più agevole ma anche più coinvolgente e istruttiva. Le nuove tecnologie permettono di esplorare virtualmente i musei, le opere d'arte e i siti storici, offrendo esperienze immersive che arricchiscono la comprensione e l'apprezzamento del patrimonio italiano. Nel mondo che è entrato nell’era post-digitale investire nelle nuove tecnologie dovrebbe essere centrale a qualsiasi strategia.