Benessere mentale, ecco perché le aziende non devono ignorarlo
Immagina il benessere mentale come un sistema operativo. Per anni abbiamo lavorato con versioni datate, trascurando bug come stress e ansia. Ora, però, un aggiornamento è indispensabile: più della metà dei lavoratori globali sta ripensando il proprio ruolo a causa di problemi legati alla salute mentale.
In risposta, il 94% dei manager e l’89% dei dipendenti sostengono l’adozione di strumenti per il benessere mentale potenziati dall’intelligenza artificiale. In un contesto dove i servizi pubblici spesso non riescono a soddisfare la crescente domanda di supporto psicologico, le aziende emergono come attori chiave nel colmare queste lacune. Non si tratta più solo di offrire assistenza post-crisi, ma di implementare strategie preventive che promuovano un ambiente lavorativo sano e resiliente.
Programmi di formazione, workshop sul benessere e politiche aziendali inclusive diventano strumenti essenziali per prevenire il deterioramento della salute mentale dei dipendenti.
Adattarsi è fondamentale
In un mondo in continua evoluzione, la capacità di adattarsi e superare le difficoltà è fondamentale. Le aziende hanno il compito di fornire ai propri dipendenti e clienti gli strumenti necessari per sviluppare la resilienza emotiva. Attraverso programmi di coaching, sessioni di mindfulness e accesso a risorse psicologiche, è possibile costruire una forza interiore che permette di affrontare le sfide quotidiane con maggiore serenità e determinazione.
Il benessere mentale non dovrebbe essere un lusso, ma una componente integrata nella vita di tutti i giorni. Iniziative come pause benessere durante l’orario lavorativo, accesso a piattaforme di supporto psicologico e promozione di stili di vita sani possono essere implementate senza gravare economicamente sui consumatori.

Il benessere come pratica quotidiana
L’obiettivo è rendere il benessere una pratica quotidiana, accessibile a tutti, indipendentemente dal contesto socio-economico. Tecnologia e cultura aziendale: alleati del benessere mentale.
La trasformazione digitale sta aprendo nuove strade al supporto psicologico, rendendo il benessere accessibile, personalizzabile e sempre più integrato nella vita quotidiana. Applicazioni intelligenti e piattaforme digitali permettono oggi di monitorare l’umore, gestire lo stress e accedere a risorse terapeutiche in tempo reale.
AXA, ad esempio, ha introdotto il Mind Health Self-Check, uno strumento gratuito e anonimo che valuta lo stato mentale degli utenti e fornisce consigli pratici personalizzati.
Headspace ha sviluppato una piattaforma integrata per aziende e operatori sanitari, offrendo coaching, terapia e supporto all’equilibrio vita-lavoro, con impatti documentati su ansia e depressione.
Anche in Italia si stanno moltiplicando esperienze virtuose. La mia Accenture ha scelto di mettere il benessere al centro della propria cultura organizzativa, riconoscendone il valore strategico oltre che umano. Dall’Employee Assistance Program, disponibile 24/7 per dipendenti e familiari, alla community Thrive Yourself, fino ai percorsi formativi come Thriving Mind o Mental Health Ally, l’azienda promuove una visione olistica della salute mentale, dove prevenzione, supporto e consapevolezza convivono in modo integrato.
La salute mentale è in investimento, non un costo
Questi esempi dimostrano che la tecnologia, da sola, non basta. Serve una cultura che valorizzi il benessere come priorità condivisa, che superi stigma e reticenze, e che costruisca ambienti di lavoro realmente inclusivi e sostenibili. La salute mentale è una responsabilità collettiva — e un investimento di lungo periodo.
In un’epoca in cui la salute mentale è al centro dell’attenzione, adottare uno stile di vita sano e consapevole diventa un simbolo di successo e realizzazione personale. Le aziende che investono nel benessere dei propri dipendenti non solo migliorano la produttività, ma contribuiscono a costruire una società più equilibrata e resiliente. In questo contesto, la salute mentale non è più un tabù, ma un obiettivo condiviso e valorizzato.
Salute mentale dei giovani: nuovo purpose per i brand
La società post-digitale sta ridefinendo alcuni concetti e delineando alcuni fenomeni in maniera abbastanza chiara. Il primo elemento che voglio condividere, riguarda la salute che è mutato in tema trasversale, non più confinato al settore sanitario, ma parte fondante dell’ecosistema sociale ed economico. Quando poi guardiamo alla salute mentale ci rendiamo conto che questa è una priorità che permea ogni aspetto della vita dei giovani e della società. Le organizzazioni non possono non tenerne conto.
Un'altra riflessione riguarda il fatto che i brand che operano con successo nei mercati hanno un forte purpose. In virtù di un profondo significato associato al proprio brand, queste aziende assumono un ruolo attivo nella società, contribuendo al benessere collettivo, spesso integrando la salute dei giovani nei propri obiettivi.
Un fenomeno preoccupante
Ultimo fenomeno riguarda i giovani la cui situazione è preoccupante. Infatti, un'indagine ha rilevato che il 49,4% dei giovani tra i 18 e i 25 anni ha sofferto di ansia e depressione. La vulnerabilità dei giovani è un dato che richiede l'attenzione di tutti gli attori sociali, inclusi i brand.
Un rapporto di Havas ha evidenziato come per gli italiani, e in particolare per i giovani, lo "star bene" sia diventato una priorità sia come diritto individuale che come dovere collettivo. Questo riflette un cambiamento importante nelle aspettative che i giovani hanno nei confronti dei brand: non solo prodotti e servizi, ma anche un impegno concreto verso il benessere della comunità.
È nostra convinzione che la salute mentale dei giovani dovrebbe diventare parte integrante del purpose di un brand by design. Possiamo condividere alcune riflessioni su come i marchi possono impegnarsi per affrontare questa sfida. Bisogna iniziare dalle progettualità in grado di generare beneficio concreto, essere misurabili e scalabili. Questi progetti diventano certamente asset di comunicazione, empatia e autenticità. Le aziende devono riconoscere l’opportunità, economica e sociale, ed associarvi l'importanza di comunicare direttamente con i giovani.
Creazione di spazi di dialogo
Su questa base sono molte le tattiche che si possono mettere in campo. Come la creazione di spazi sicuri e di dialogo dove i giovani possano esprimere le loro idee senza timore di giudizi. Questo approccio non solo favorisce il coinvolgimento, ma posiziona il brand come alleato del benessere sociale ed emotivo.
Così come può risultare determinante l’educazione e il supporto emotivo attraverso la comunicazione: le aziende possono collaborare con esperti di salute mentale per ideare, materializzare e offrire contenuti educativi, risorse di supporto e programmi di sensibilizzazione.
In un contesto in cui i giovani vivono una pressione crescente e affrontano sfide senza precedenti, i brand hanno l'opportunità e la responsabilità di giocare un ruolo cruciale nel promuovere la salute mentale. Integrare il benessere dei giovani nel proprio purpose non è solo una scelta etica, ma anche una strategia che rafforza la relazione con i consumatori e costruisce una reputazione di marca solida e affidabile.
Adottando strategie comunicative autentiche, empatiche e inclusive, i brand possono contribuire al benessere sociale e supportare le nuove generazioni in questo periodo complesso.
Happy purpose!