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Dieta Mediterranea, il soft power del Made in Italy

Cosa succederebbe se la dieta mediterranea fosse un film? Probabilmente avrebbe già vinto un Oscar per il miglior contributo alla salute globale. Ma c’è un problema: nonostante sia riconosciuta come Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, il suo “ufficio stampa” – cioè la comunicazione che dovrebbe promuoverla – sembra aver perso la voce. E intanto, in Italia, ci troviamo con un paradosso: il Paese simbolo della cucina sana è tra quelli che affrontano un incremento allarmante dell'obesità infantile.

Secondo un recente rapporto presentato in Senato dalla Fondazione Aletheia, la mancanza di attività fisica e una cattiva alimentazione costano alle casse dello Stato italiano circa un miliardo di euro l’anno, aggravando il sistema sanitario con patologie che potrebbero essere prevenute. Ma non è tutto: entro il 2030, l’inattività fisica potrebbe generare 500 milioni di nuovi casi di malattie prevenibili nel mondo, con costi di trattamento che supereranno i 300 miliardi di euro.

Dieta Mediterranea e Made in Italy

Cosa c’entra il Made in Italy? Tantissimo. Le aziende del settore food e beverage rappresentano una leva strategica non solo per l’economia, ma per la promozione di uno stile di vita sano basato sulla dieta mediterranea. Eppure, i messaggi non scalano. È evidente che manca una narrazione che riesca a convincere i consumatori, le istituzioni e gli stessi stakeholder internazionali del valore di questo patrimonio.

Se l’Italia vuole realmente assumere un ruolo guida a livello globale nella lotta contro l’obesità e altre malattie legate all’alimentazione e favorire la nascita di campioni internazionali deve agire come un “faro” di buone pratiche.

Comunicazione, la chiave di tutto

E la chiave sta proprio nella comunicazione. Le aziende del Made in Italy, con il loro heritage e il loro purpose, possono diventare promotori di un cambiamento culturale, investendo in campagne di sensibilizzazione e in progetti di educazione alimentare, in Italia e all’estero. Un esempio positivo arriva da Barilla, che con iniziative come “Buona per te, buona per il pianeta” unisce sostenibilità ambientale e promozione della salute, dimostrando che un brand può essere non solo un produttore, ma un educatore.A livello internazionale quindi, l’Italia ha una chance unica: trasformare la “dieta mediterranea” in un brand e, di conseguenza, in un modello esportabile per combattere i fenomeni come l’obesità. Con il suo mix unico di prodotti eccellenti, tradizione culinaria e valori culturali, il nostro Paese ha tutti gli strumenti per influenzare positivamente le abitudini alimentari del mondo.

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Serve una strategia integrata

Ma serve una strategia integrata che coinvolga aziende, istituzioni e cittadini in una missione comune: fare della dieta mediterranea non solo un simbolo di identità italiana, ma un esempio di leadership globale. La comunicazione, in questo scenario, è il mezzo più potente. Non si tratta solo di vendere prodotti, ma di ispirare e educare.
Un caso di collaborazione ad impatto positivo è stato rappresentato dall'iniziativa del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali (MIPAAF), che nel 2021 ha lanciato una campagna globale per promuovere la dieta mediterranea come modello di salute e sostenibilità. La campagna, denominata "The Mediterranean Way", è stata sostenuta da aziende italiane del food & beverage e ha avuto come obiettivo quello di sensibilizzare i consumatori internazionali sui benefici di questo stile alimentare, posizionando l’Italia come punto di riferimento mondiale per una cucina sana.

Il valore della Dieta Mediterranea attraverso la comunicazione

Grazie a eventi di divulgazione organizzati in partnership con ambasciate italiane in oltre 30 Paesi, workshop per giornalisti di settore e chef internazionali, e una presenza mirata sui social media, il governo italiano ha sfruttato una comunicazione integrata per rilanciare il valore della dieta mediterranea. Questa iniziativa ha mostrato come un approccio collaborativo tra istituzioni pubbliche, aziende private e stakeholder internazionali possa trasformare il patrimonio alimentare italiano in uno strumento di diplomazia culturale e sanitaria.

L’idea di rendere la dieta mediterranea un “soft power” per l’Italia non solo ha rafforzato l’immagine del Paese, ma ha anche posto le basi per replicare un modello di leadership globale, mettendo al centro salute, cultura e sostenibilità.

Un altro esempio illuminante arriva da Mutti, azienda simbolo del Made in Italy, che ha lanciato campagne focalizzate sulla qualità delle materie prime e sul loro legame con la tradizione mediterranea. Con il progetto “Mutti e la tua dieta sana”, l’azienda ha promosso un percorso educativo nelle scuole, coinvolgendo studenti e famiglie per sensibilizzarli sull’importanza di una dieta equilibrata. Un progetto che ha un potenziale anche su scala mondiale.

Cibo e salute non sono mai stati così legati. È tempo che il Made in Italy, con il suo straordinario potenziale, esca dalla sua comfort zone per diventare protagonista su scala mondiale. Perché se la dieta mediterranea fosse davvero un film, sarebbe un capolavoro. Ma come tutti i capolavori, ha bisogno di un ottimo regista. E quel regista, oggi, può essere la comunicazione.

Happy Italy!

 


Purpose company: la comunicazione efficace contro l'obesità

L’obesità, soprattutto quella giovanile, è una sfida sanitaria globale che richiede un intervento immediato. La prevenzione attraverso una comunicazione efficace e strategica è fondamentale per invertire questa tendenza preoccupante.

Una recente ricerca pubblicata sul Financial Time, ripresa anche da Il Corriere della Sera, ha analizzato dati provenienti da quasi 200 paesi su oltre 220 milioni di individui, ha evidenziato una preoccupante crescita dell'obesità a livello globale – il fenomeno in Italia è altrettanto allarmante sebbene non in aumento.

Obesità giovanile, un problema globale

Attualmente, una porzione significativa della popolazione mondiale è classificata come obesa, situazione che genera una pressante necessità di adottare politiche volte a promuovere la prevenzione dell'obesità, stimolare la perdita di peso e diminuire il rischio di malattie correlate.

Il drammatico incremento dei tassi di obesità rischia di compromettere i progressi raggiunti in termini di longevità e anni di vita in buona salute.

Inoltre, questo fenomeno carica i sistemi sanitari e i datori di lavoro di oneri finanziari crescenti.

Gli esperti riconducono questa escalation all'eccessiva disponibilità di alimenti e bevande poco salutari, alla difficoltà di accedere a prodotti nutritivi e alla scarsità di occasioni per praticare attività fisica.

Il ruolo della Comunicazione

Ecco perchè la comunicazione riveste un ruolo fondamentale nella prevenzione dell'obesità giovanile, agendo come ponte tra la conoscenza e l'azione nel contrasto a questa epidemia crescente.

Credo che un gran numero di aziende possano potenzialmente partecipare a ridurre questo fenomeno legando l’issue sociale positivamente al loro purpose attraverso l'adozione di strategie comunicative e promuovere stili di vita salutari.

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L’obiettivo da centrare dovrebbe essere quello di creare un progetto d’azione che faccia della buona vita un atteggiamento alla moda.

I Purpose brand, con il loro vasto raggio d'azione, hanno la capacità di influenzare positivamente le abitudini delle persone e potrebbero promuovere programmi e campagne di marketing mirate.

Allo stesso modo, le istituzioni, attraverso politiche pubbliche e iniziative scolastiche, possono creare ambienti che favoriscono la scelta di opzioni alimentari sane e attività fisica regolare. Così contribuiscono a formare una consapevolezza precoce sui rischi associati all'obesità.

Lo sport al pari di altre materie

A proposito di attività fisica regolare, sono sempre più convinto che una delle rivoluzioni che la scuola italiana dovrebbe compiere è l’equiparazione dello sport alle altre materie scolastiche fin dalla materna e per tutto il percorso di formazione.

Anche famiglie, giocano un ruolo insostituibile nel modellare le abitudini di bambini e giovani, fornendo non solo le basi per una dieta equilibrata e un'attività fisica adeguata ma anche un modello di comunicazione aperto e di supporto.

La conversazione in famiglia sull'importanza della salute e del benessere può rafforzare ulteriormente i messaggi ricevuti dagli altri attori, creando una missione ecosistemica pubblico/provata dal grande impatto non solo sociale ma anche economico.

Ovviamente per parlare ai giovani dobbiamo utilizzare non solo i linguaggi giusti ma anche i mezzi giusti.

Quindi, l'adattamento della comunicazione alle nuove tecnologie e ai social media è fondamentale. App, chat di AI e giochi interattivi offrono un mezzo innovativo per promuovere stili di vita sani, coinvolgendo i giovani in maniera diretta e personale.

Tecnologia e salute, nuovo approccio

Le nuove tecnologie presentano sia opportunità che criticità: se da un lato amplificano il messaggio di prevenzione, dall'altro richiedono un'attenta valutazione dei contenuti per garantire efficienza ed efficacia nel raggiungere il target giovanile in maniera positiva, senza generare controproducenti effetti di stigma o disinformazione.

In conclusione, la comunicazione è fondamentale nella lotta contro l'obesità giovanile. Attraverso un moderno partenariato pubblico/privato trainato dai Purpose Brand e l'utilizzo delle nuove tecnologie, possiamo promuovere uno stile di vita sano fin dall'infanzia in grado di creare un volano positivo anche per l’economia, le famiglie e le finanze dello stato.

Happy communication!

 


L′invecchiamento cambia il tema della Salute

L'invecchiamento della popolazione globale sta cambiando radicalmente la società e ha un impatto sulla salute, la felicità e la prosperità di tutti.

Le previsioni sul futuro demografico in Italia restituiscono un quadro preciso. Nel 2020 il 21% della popolazione aveva 65 anni e più, rispetto al 16% del 2001, con un aumento di 5 punti percentuali. Le implicazioni includono che questo è un segmento in crescita della società e che non deve e vuole essere tenuto, e protetto, in un pluriball.

Le generazioni più anziane richiederanno prodotti, servizi ed esperienze che offrano indipendenza, connessione e stile.

Il Giappone è un grande esempio di come sia riuscito a rendere produttivo un target apparentemente inattivo attraverso l’introduzione di nuove tecnologie dedicate alla salute. Il Giappone si annovera tra i principali mercati importatori nell’industria delle tecnologie sanitarie (Healthcare Tech) con una storia consolidata nell’importazione di tecnologia medicale (il 49% del mercato MedTech nel 2014). L’innalzamento dell’età media tra la popolazione cresce rapidamente (il 30% della popolazione sarà ultrasessantacinquenne entro il 2025) l’utilizzo nell’industria sanitaria di prodotti IT e di servizi ad essi connessi dovrebbe aumentare almeno di 2,3 volte entro il 2030 (rispetto al 2013). Tra altri importanti sub-segmenti, il mercato degli strumenti legati a IoT e sistemi nel campo medico (del valore di 753 milioni di dollari USA nel 2016) dovrebbe raggiungere 1.685 miliardi di dollari USA nel 2025. I prodotti legati all’intelligenza artificiale e al mercato dei servizi, incluse le analisi di big data (del valore di 37 milioni di dollari nel 2016) si prevede che raggiungano 134 milioni di dollari nel 2025.

L’ultimo report di ISTAT registra che la salute degli anziani cresce ma cresce anche  la domanda di cura e assistenza e registra anche  forti differenze territoriali a svantaggio del Sud e delle Isole e le disuguaglianze sociali nella salute.

Circa un terzo degli over 75 presenta una grave limitazione dell’autonomia e per un anziano su 10 questa incide sia sulle le attività quotidiane di cura personale che su quelle della vita domestica.

La quota di popolazione over 65 con gravi patologie croniche e multi-mobilità è del 32,3%, mentre tra gli over 85 è il 47,7%, vale a dire 3,8 milioni di persone.

Sanità digitale

La nuova frontiera della sanità digitale è certamente un’opportunità per rispondere a questa domanda di cure e assistenza e superare le limitazioni territoriali in un’economia della distanza che prende sempre più forza economica.

Lo stesso PNRR prevede uno stanziamento di 1,67 miliardi di euro per il rafforzamento della sanità. Investimenti principalmente dedicati a reti di prossimità, telemedicina, innovazione, ricerca e digitalizzazione del servizio sanitario nazionale. La realtà virtuale che spesso viene associata alle generazioni più giovani sta facendo breccia nel settore sanitario per gli anziani e potrebbe aiutare a scongiurare l'Alzheimer facendo sentire i senior delle nostre società civili meno sole.

Oppure dispositivi indossabili destinati ad alleviare il disagio e aumentare la mobilità delle persone affette dal morbo di Parkinson.

Immaginiamo come sarebbe la telemedicina se potessimo includere esami fisici basati sull'intelligenza artificiale nei controlli? Questo poteva essere difficile  da immaginare alcuni anni fa. Ma oggi disponiamo di dispositivi basati sull'intelligenza artificiale in grado di rilevare importanti parametri vitali per aiutare i medici a offrire un'assistenza sanitaria eccellente ai loro pazienti anziani e in remoto.

Un utilizzo intelligente delle tecnologie per la salute innesca un meccanismo premiante per l’intera filiera: gli anziani stanno meglio, accedono facilmente ai servizi, i costi di gestione diminuiscono e i consumi aumentano perché ovviamente in salute ci si hanno più desideri, a qualsiasi età.