L′Intelligenza Artificiale e la qualità dell′Informazione
Entro il 2030 le previsioni ci dicono che il 30% del lavoro sarà automatizzato. La ricerca scientifica sull'intelligenza artificiale e la robotica continua a crescere e le tecnologie del "fattore wow" vengono integrate in ogni tipo di prodotto e servizio.
Che si tratti di elaborazione del linguaggio, di protezione e selezione delle informazioni, di sistemi di raccomandazione che alimentano TikTok o Netflix, il ruolo moderno dei media sta cambiando faccia.
L’esempio del Secolo XIX, accompagnato dalla mia Accenture, sta cogliendo l’opportunità e le potenzialità dell'intelligenza artificiale e ci dimostra che la nuova tecnologia può essere un abilitatore differenziante anche per il giornalismo.
Il quotidiano ligure ha incorporato un Intelligent Assistant nel sistema redazionale. Il risultato? Un giornalismo sempre di qualità, immediato e preciso e la possibilità per i professionisti di dedicarsi a progetti a maggiore valore aggiunto. Milioni di dati vengono analizzati e i contenuti classificati in tempo reale. Un giornalista che si presta a scrivere una notizia, può contare sul prezioso e immancabile aiuto dell’assistente AI che controlla la coerenza dei dati presenti nel testo, i potenziali link e altre risorse, oltre all’ortografia e alla sintassi.
Sicuramente esistono importanti temi legati ad un’adozione massiva della tecnologia. La tutela della privacy e dei diritti è correttamente al centro dell'attenzione, così come l’adeguamento dei sistemi di istruzione e formazione per consentire la chiusura del gap tra i nuovi lavori che stanno già emergendo e le competenze utili per ricoprire le nuove professioni. In Italia una parte consistente del PNRR ha questo scopo.
Dal punto di vista normativo, si osservano passi importanti. Europa e USA stanno lavorando per preparare leggi per la protezione del cittadino.
La Casa Bianca ha avanzato un "Blueprint for an AI Bill of Rights" che contiene un insieme di principi e pratiche per guidare "la progettazione, l'uso e l'implementazione di sistemi automatizzati" in maniera tale da proteggere i diritti dei cittadini nell'era dell'intelligenza artificiale.
Vengono affrontati diversi punti, a partire dalle preoccupazioni su algoritmi viziati da pregiudizi, passando a quelle legate agli aspetti della sorveglianza basata su AI.
Anche in questo contesto la comunicazione, e i comunicatori, hanno un ruolo determinante. Le preoccupazioni sono infatti del tutto legittime, ma vanno viste in un processo di trasformazione per portare l’intera società nell’epoca della sostenibilità. Fondamentale quindi che tutti gli stakeholder abbiano evidenza ed accesso ad informazioni corrette e divulgative per includere positivamente in questo entusiasmante percorso il maggiore numero di persone.
Happy innovating!
Oltre le Logiche dei media per una logica della rilevanza
In un mondo sempre più connesso, in cui le informazioni si diffondono ad una velocità mai vista prima, i media assumono sempre di più un ruolo centrale nell’intercettare le persone che s’informano in modo diversificato rispetto alle fonti da cui attingono notizie e approfondimenti.
Tutti i dati disponibili fotografano una situazione di crescita e fluidità delle audience nella ricerca di ciò che ritengono rilevante.
Ma devono essere le audience a seguire i media o viceversa?
Nella mia visione sono i media che dovrebbero seguire le audience, anzi dovrebbero anticiparle.In uno scenario mediatico sempre più data driven la tecnologia si comporta da acceleratore - la case history di Club House nato, cresciuto e fallito tutto in contemporanea è interessantissima - e da abilitatore di cambiamenti improvvisi permettendo la nascita di media che in poco tempo raggiungono numeri impressionanti. Vedi per esempio TikTok che sta assumendo un ruolo centrale anche nel purpose con hashtag come #ecotok, #antirazzismo e #ecohack che hanno raggiunto oltre 1,25 miliardi di visualizzazioni in totale. Pensate che TikTok sia un media solo per i giovani? Ripensateci. Oltre 200 milioni di utenti TikTok hanno più di 35 anni.
In questo contesto di continua fluidità dove la vera contesa si sposta sulla capacità di convincere le persone ad investire il proprio tempo, il comunicatore che si è formato nel mondo dei media tradizionali come dovrebbe comportarsi?
Risposta 1 - Ripensa alle milioni di copie che le edicole vendevano solo pochi anni fa;
Risposta 2 – Butta la spugna e “munge la mucca”;
Risposta 3 – Cavalca la grande opportunità del mercato dell’informazione.
Evidentemente la risposta che accenderei è la numero tre perché il mercato dell’informazione ha un potenziale enorme. Per conquistare la merce più rara a disposizione delle persone, il tempo, l’asse si è spostato definitivamente dalla quantità alla qualità e alla trasparenza. La voglia d’informarsi che le persone manifestano va accompagnata con strategie e modi per essere più rilevanti e guadagnarsi così la fiducia delle audience.
Le skill imparate gestendo i media tradizionali sono un plus se vengono capitalizzate e rimesse in gioco nel nuovo scenario. Pensiamo ad esempio al sempre più sensibile tema delle fake news e al supporto che chi è formato al rigore della verifica può offrire.
L’opzione obbligatoria per rimanere rilevanti è ruotare verso il nuovo, facendo leva sull’esperienza per continuare ad avere una rapporto proficuo con i media tradizionali e includere tra gli asset di comunicazione nuovi media con contenuti di valore che raggiungono i target.
Man mano che il confine tra fisico e digitale continuerà il proprio processo di avvicinamento e folks e considerando che nulla si ripete perché il metaverso non è second live due, emergeranno nuovi mezzi e ci saranno sempre nuove opportunità.
Da un punto di vista del linguaggio i media tradizionali sono destinati ad andare oltre le parole per raggiungere le nuove generazioni e consentire alle persone di interagire con i concetti in un modo che è più allineato con le loro comunicazioni quotidiane. È una grandissima opportunità per i brand forti e riconosciuti del mercato dell’editoria.
Mi piace ricordare Jack London, un grande scrittore e giornalista britannico della fine dell’800, il padre delle serie che guardiamo oggi su Netflix. Era una persona orientata al cambiamento, fece anche lo strillone di giornali, il pescatore clandestino di ostriche, il lavandaio, il cacciatore di foche e il corrispondente di guerra.
Fu uno dei primi giornalisti ad utilizzare la tecnica a puntate per farsi leggere dai suoi lettori sulla rivista in cui venivano pubblicate le sue storie. In questo modo si assicurava l’attenzione e l’engagement dei suoi lettori.
La storia ci dice che nessun media sostituisce un altro eliminandolo del tutto, ma che una convergenza intelligente è possibile. Certo è che il media è un contenitore, il suo prodotto è il contenuto, ma il produttore e il garante della qualità dell'informazione è il Comunicatore che deve contribuire a rendere virtuoso e sostenibile l’ecosistema.
La TV e l′avanzata dei New Media
Anche il media TV ormai da tempo sta attraversando la sua transizione digitale con la messa in discussione dello stesso concetto di audience.
Sempre di più si sente parlare di total audience, telespettatori della TV e dei device connessi (per 120 milioni di schermi). Ai 45 milioni di apparecchi televisivi che sono posizionati nelle case degli italiani, quindi, vanno considerati i 75 milioni di schermi connessi, tra pc, tablet, smartphone e console per il gaming che fruiscono di programmi, trasmissioni, film, e qualsiasi contenuto audiovisivo in diretta, on demand, in modalità di gruppo o individuale, da una postazione fissa o in mobilità.
Un aspetto questo che offre una grande opportunità alla TV di tornare a diventare il media dei media, il media dei grandi numeri ma soprattutto il media con un grande ruolo.
Infatti, la TV ha storicamente ha rappresentato un importante ruolo nel vissuto del Paese, contribuito ad alfabetizzare gli Italiani, accompagnato l’emancipazione femminile e il boom economico, diffondendo quell’ottimismo che ci servì per innovarci. Ci ha raccontato l’allunaggio minuto per minuto tenendo milioni d’italiani incollati a quella frase famosa di Neil Amstrong “Un piccolo passo per un uomo, un balzo gigantesco per tutta l’umanità”. Insomma, la televisione è stata uno stimolo positivo al cambiamento, non solo raccontandolo ma plasmandolo.
Oggi tra i Primi 8 programmi più seguiti in TV stream. ci sono:
- Grande Fratello
- Daydreamers
- Amici di Maria De Filippi
- Uomini e donne
- Le Iene
- Il paradiso delle signore
- Il collegio
- Verissimo
Qual è rispetto alla sua storicità il vero ruolo della TV? Qual è il suo purpose?
E' a questa domanda che dobbiamo dare una risposta per cogliere e individuare l’opportunità che la Total Audience e le nuove tecnologie possono offrire alla TV, un Traditional e New media nello stesso tempo.