scuola IA post digitale armandobarone

L’intelligenza artificiale nelle scuole: verso l’educazione post digitale

È proprio di questi giorni la notizia che sta per iniziare una sperimentazione finalizzata ad introdurre nelle scuole italiane l’intelligenza artificiale generativa. La sperimentazione coinvolgerà  15 scuole e rappresenta certamente un'iniziativa significativa per il nostro sistema scolastico. Ci auguriamo che questa sperimentazione sia un primo passo verso una scuola capace di interpretare i bisogni della società post-digitale.

L’intelligenza artificiale è un vero e proprio driver d’innovazione capace di trasformare il sistema scolastico. La sua adozione può supportare non solo gli insegnanti, ma anche gli studenti, offrendo loro un’esperienza educativa personalizzata, inclusiva e capace di adattarsi ai ritmi di ciascuno studente.

L'impatto della IA sull'istruzione

Possono aiutare lo studente ad aumentare la produttività nell'apprendimento grazie anche alla capacità di organizzare e suggerire un metodo per preparare interrogazioni ed esami. Addirittura, lo studente potrebbe trovare l'utilizzo dell'intelligenza artificiale divertente, un verbo scomparso nell’esperienza degli studenti “nativi digitali”.

Preparare le nuove generazioni alle sfide anche del mondo del lavoro, che vedrà un sempre maggiore utilizzo di nuove competenze legate all'IA diventa cruciale per tutto l'ecosistema. Secondo stime della mia Accenture, l'Intelligenza Artificiale Generativa creerà oltre 2 milioni di nuovi posti di lavoro nei prossimi anni e costituirà uno dei maggiori alleati per combattere gli effetti negativi dell’inverno demografico.

Il ruolo inclusivo della IA

Inoltre non dimentichiamoci il ruolo inclusivo dell'IA che attraverso l’uso di algoritmi di machine learning, permette agli insegnanti di identificare più facilmente le difficoltà degli studenti, per offrire interventi mirati e tempestivi. Inoltre, questa tecnologia può facilitare la gestione dei dati scolastici, ottimizzare l’organizzazione delle lezioni e persino suggerire nuovi approcci pedagogici.

scuola IA post digitale armandobarone

Uno studio della Commissione Europea ha rivelato che 7 scuole su 10 a livello europeo prevede di ampliare l'uso dell’IA nei prossimi cinque anni, segnalando la volontà diffusa di utilizzare la tecnologia per migliorare l’efficacia dell’insegnamento. L'Estonia, in particolare, ha già introdotto l’intelligenza artificiale nei suoi programmi educativi con risultati promettenti, garantendo un apprendimento più personalizzato e migliorando i tassi di successo scolastico. Guardiamo il caso Baltico un po' più da vicino.

Scuola e IA, l'esempio in Estonia

Le scuole estoni utilizzano l’intelligenza artificiale e le piattaforme digitali su tutto il territorio nazionale. La tecnologia viene usata per supportare gli studenti nella didattica quotidiana con programmi iper-personalizzati, che tengono conto di punti di forza ma anche delle fragilità dei ragazzi. Questo approccio ha permesso di ridurre i tassi di abbandono scolastico e di migliorare il rendimento degli alunni, con un impatto positivo sull’intero sistema paese.

A nostro avviso, la promettente iniziativa del governo italiano dovrebbe considerare un ciclo di sperimentazione rapido per garantire la raccolta dei dati e valutare una diffusione più ampia dell'intelligenza artificiale nelle scuole. Un periodo di test, contenuto, preventivato e a scalare, per consentire di adattare più velocemente le soluzioni e implementarle su scala nazionale quelle vincenti. Il numero limitato di 15 classi appare idoneo per iniziare un percorso che via via dovrebbe coinvolgere il maggiore numero di scuole possibili e raggiungere l’intera platea in pochi anni.

Ritengo che l’avvio della sperimentazione annunciata dal Governo sia un passaggio fondamentale per garantire alla nostra nazione un ruolo di primo piano nell'educazione del futuro e risolvere alcuni problemi strutturali come il basso numero di specializzati e laureati e del conseguente mismatch tra domanda e offerta di lavoro.

 


learn tech armandobarone

Learn Tech: come innovare l'istruzione e il capitale umano

Negli ultimi anni è sempre più sentita la necessità di innovare il sistema educativo italiano. In un contesto di forte ritardo nell’alta educazione del nostro capitale, la Gen Z lamenta una scuola noiosa, poco capace di includerli nella didattica e lamentano che lo studio non serva realmente per affermarsi nel mondo del lavoro e guadagnare in maniera adeguata.

Queste affermazioni, seppur talvolta espresse con superficialità, racchiudono delle verità. Se a ciò aggiungiamo che esiste una correlazione diretta tra la qualità del capitale umano e la produttività del paese, allora ci rendiamo conto che siamo difronte ad una sfida che dobbiamo vincere.

Il Learn Tech, una nuova era per l'istruzione

Il Learn Tech, l’utilizzo delle tecnologie digitali a supporto del modello educativo, si pone come uno strumento che può invertire la tendenza e avviare un volano positivo.

Esso, infatti, può agire su più livelli. Prima di tutto può consentire agli studenti di cambiare il loro percepito nei confronti della scuola, coinvolgendoli con modalità di insegnamento più vicine alle loro abitudini.

Può inoltre contribuire ad elevare il quoziente tecnologico degli attori del comparto; aiutare la creazione di figure che vanno a colmare il “mismatch” domanda/offerta di lavoro.

Infine la combinazione di quanto espresso prima può contribuire ad aumentare la produttività del paese e, di conseguenza, i salari.

Il percorso appare tracciato. Si tratta di capire se continuare ad essere follower nell’adozione delle tecnologie. Oppure approfittare della congiuntura per invertire il nostro posizionamento.

L'IA generativa e il suo impatto sull'education

Anche qui l’Intelligenza Artificiale Generativa sembra essere determinante. Infatti, la GenAI impatterà il comparto dell’education in maniera importante, tanto che l'UNESCO si è affrettata a porre l’accento sull'urgente necessità di adottare una visione centrata sull'essere umano nell'integrazione dell'IA generazionale nell'istruzione.

Secondo l'organizzazione, solo 15 paesi al momento hanno sviluppato o stanno sviluppando programmi di studi sull'IA. Questo evidenzia la sfida globale che rappresenta l'integrazione delle nuove tecnologie nell'ambito educativo.

Si tratta di una sfida in cui l’Italia può differenziarsi facendo leva sulla migliore collaborazione pubblico-privato che il PNRR ha generato. Nonché sui capitali che esso prevede.

Ritengo che la comunicazione in questo scenario sia di importanza strategica.

Lungi da ogni oscillazione estrema, è fondamentale l’impegno per segnalare ad un pubblico sempre più allargato e ai principali stakeholder, i benefici delle tecnologie. E la necessità di instradarle in percorsi sostenibili a vantaggio della collettività nel suo complesso.

Happy Education!

 

 


diritti delle donne armandobarone

L’ecosistema Paese per risollevare i diritti delle donne

È "violenza contro le donne" ogni atto di violenza fondata sul genere che provochi un danno o una sofferenza fisica, sessuale o psicologica per le donne, incluse le minacce, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà.

Così recita l'art 1 della dichiarazione Onu sull’eliminazione della violenza contro le donne.

In Italia, il flagello dei femminicidi ha gettato un'ombra oscura sulla società negli ultimi anni. I recenti fatti di violenza contro le donne hanno scosso le coscienze e richiamato l'attenzione sulla necessità urgente di un cambiamento significativo. Non basta: bisogna trasformare la violenza contro le donne in un tabù.

I femminicidi sono solo la parte più dolente perché se consideriamo gli abusi sulle donne a tutti i livelli, il panorama diventa ancora più preoccupante.

Nota doverosa questa distinzione non riguarda solo il nostro paese, anche in contesti più evoluti la situazione è delicata. Il 49% delle donne nel Regno Unito ha subito un livello di abuso o molestie durante il gioco o lo streaming online, percentuale che sale al 75% tra le persone di 18-24 anni.

Trasformare un moto di coscienza in un tabù è possibile a patto che si intervenga creando sinergia tra tre pilastri: la normativa, le organizzazioni e l'istruzione.

La legge è il fondamento su cui si basa una società giusta e civile. Pertanto, è essenziale che la normativa sia rigorosa e applicabile da parte degli addetti ai lavori. Inoltre, è cruciale promuovere una cultura di denuncia e garantire che le vittime si sentano sicure nel segnalare abusi.

Le organizzazioni e i “purpose brands” possono svolgere un ruolo significativo nella creazione di un ambiente sicuro e rispettoso per le donne. Le aziende possono contribuire a combattere il femminicidio attraverso politiche e pratiche aziendali orientate all'uguaglianza di genere e alla sensibilizzazione. Questo potrebbe includere programmi di formazione per i dipendenti sul rispetto e la prevenzione della violenza di genere, nonché la promozione di presidi ed eventi sul territorio che possano diventare momenti di crescita per tutti.

diritti delle donne armandobarone

Collaborare con enti locali e nazionali per promuovere campagne di sensibilizzazione che sfatino i miti e le credenze errate che perpetuano la violenza contro le donne. Certo tutto questo deve partire dalle aziende innanzi tutto come esempio creando un ambiente di lavoro in cui le donne si sentano supportate e rispettate, alimentando la parità di genere in ambito professionale e superando il fenomeno del gender gap.

E poi a fare la differenza c’è il delicato aspetto dell’istruzione che non è ultimo in ordine di importanza. L'istruzione è la chiave per il cambiamento a lungo termine. Gli sforzi dovrebbero essere concentrati su programmi educativi che promuovano l'uguaglianza di genere, il rispetto reciproco e la consapevolezza delle problematiche legate alla violenza di genere. Questi programmi dovrebbero essere integrati nelle scuole a tutti i livelli, coinvolgendo le famiglie degli studenti, incoraggiando una nuova generazione a rispettare e valorizzare l'uguaglianza di genere.

Inoltre, l'istruzione può anche svolgere un ruolo cruciale nell'empowerment delle donne, fornendo loro le competenze necessarie per essere economicamente indipendenti e consapevoli dei propri diritti.

Su questi ho scritto recentemente un articolo sulla discriminazione a cui le donne sono ancora assoggettate quando si parla di materie STEM.

Come comunicatore credo che affrontare il tema della violenza contro le donne in Italia richiede anche un impegno inderogabile da parte di tutti gli addetti ai lavori. Comunicare il cambiamento duraturo significa comunicare innanzitutto il superamento di arcaiche vedute. È solo attraverso la comunicazione capillare e l'azione coordinata che possiamo sperare di porre fine a questa tragedia e costruire un futuro più sicuro per le donne italiane.

Segnalo un interessante iniziativa in un paese lontano dal nostro, il Kazakistan. Lo scorso autunno è stato aperto a Karaganda una stazione di polizia per donne. Definita come un Centro Unificato di Assistenza Familiare, la stazione impiega esclusivamente donne ed è rivolta in particolare a coloro che subiscono abusi domestici o economici. L’iniziativa offre consulenze gratuite con avvocati, psicologi, esperti fiscali, ufficiali giudiziari e altro, con la possibilità di contatto anonimo. La stazione di polizia è dotata anche di un'area giochi per le donne che portano con sé i loro figli. Entro un mese dall'apertura, erano già state elaborate oltre 500 richieste.

L'impegno per un mondo senza violenza di genere è una responsabilità condivisa da tutti.

Happy Women!


famiglie carriere STEM armandobarone

Orientamento Inclusivo: svolta per le carriere STEM

Le recenti statistiche italiane sull'orientamento educativo e professionale dei giovani rivelano una verità fondamentale: le madri svolgono un ruolo predominante nelle decisioni formative dei loro figli. Questa influenza materna è particolarmente significativa nel contesto del deficit di donne nei campi STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica). E pone una questione cruciale: le politiche e le comunicazioni di orientamento devono necessariamente includere le famiglie per essere efficaci.

Dati e implicazioni sociali

Il dato che 1,7 milioni di giovani italiani tra i 15 e i 29 anni rientrano nella categoria dei Neet (Not in Education, Employment or Training), superando la media europea di sette punti percentuali, e che la disoccupazione giovanile è al 22%, contro il 13,8% europeo, pone l'accento sull'urgenza di strategie di orientamento più efficaci. Tuttavia, solo il 29,2% degli studenti italiani consegue una laurea. Vale a dire, meno della media europea del 42% (dati Istat/Eurostat), sottolineando la necessità di un orientamento mirato e consapevole.

Nelle famiglie italiane, le madri influenzano il 31,9% delle scelte scolastiche e il 25,4% di quelle lavorative per le generazioni più giovani (18-34 anni), mentre il ruolo dei padri è meno incisivo (11,4% e 13,4% rispettivamente). Inoltre, il 49,3% delle decisioni è influenzato dall'ambiente familiare e parentale, con circa il 20-30% dei giovani che compie scelte senza riferimenti esterni.

Questo quadro evidenzia come le politiche di orientamento debbano coinvolgere attivamente le famiglie, specialmente le madri. Allo scopo di indirizzare le scelte educative e professionali. È essenziale che le madri siano consapevoli delle opportunità e dei percorsi nei campi STEM, dove le ragazze mostrano eccellenze durante gli studi liceali ma tendono poi a scegliere percorsi universitari umanistici. Questa discrepanza sottolinea un gap culturale che necessita di essere affrontato attraverso un'educazione familiare mirata.

famiglie carriere STEM armandobarone

Le campagne di orientamento devono quindi fornire non solo informazioni, ma anche ispirazione e supporto. L'obbiettivo deve essere di incoraggiare le famiglie a intraprendere scelte audaci e a rompere gli stereotipi di genere. Riconoscendo il potenziale delle donne nelle STEM e promuovendo un approccio inclusivo, è possibile iniziare una rivoluzione culturale che veda le ragazze e le donne protagoniste in campi tradizionalmente dominati dagli uomini.

Con un linguaggio chiaro e coinvolgente, le iniziative di orientamento possono stimolare curiosità e aspirazione nelle giovani, spronandole a seguire le loro vere passioni.

Iniziative per il Cambiamento

Di fronte a questa realtà, emergono alcune idee innovative per campagne ed eventi di orientamento che coinvolgano le famiglie:

Workshop Interattivi per Famiglie: Organizzare incontri dove genitori e figli possono esplorare insieme le discipline STEM attraverso esperimenti, giochi educativi e sessioni di problem solving. Questi eventi possono essere ospitati nelle scuole o nei centri comunitari, offrendo uno spazio comune di apprendimento e scoperta.

Campagne di Sensibilizzazione su Piattaforme Social: Utilizzare i social media per diffondere storie di successo di donne nelle STEM, accompagnate da webinar e Q&A con professioniste del settore. Queste campagne possono essere mirate a smontare gli stereotipi di genere e a ispirare sia le giovani che le loro famiglie.

Programmi di Mentorship Familiare: Creare programmi di mentorship in cui professioniste STEM si impegnano a guidare non solo le studentesse, ma anche le loro famiglie, attraverso il percorso educativo e professionale. Questo può aiutare a creare un dialogo aperto e a fornire un modello di riferimento concreto.

Fiere dell'Orientamento con Focus su STEM: Organizzare fiere dell'orientamento dove università e aziende presentano opportunità nei campi STEM, con workshop speciali per genitori su come supportare le scelte educative dei figli in questi settori.

Programmi Estivi di Immersione STEM per Famiglie: Offrire programmi estivi dove famiglie possono partecipare a progetti STEM, sperimentando direttamente il potenziale creativo e professionale di questi campi.

Verso un Futuro STEM Inclusivo

Includendo le famiglie in queste iniziative, si può favorire un cambio di prospettiva e incoraggiare scelte più consapevoli e audaci nel campo dell'orientamento, soprattutto per le ragazze interessate alle discipline STEM. Questo approccio, che vede le famiglie come partner attivi nel processo di orientamento, potrebbe essere la chiave per sbloccare un futuro in cui le donne sono pienamente rappresentate e valorizzate nei settori scientifici e tecnologici.

 

Happy STEM!


didattica IA armandobarone

L'alleanza tra didattica avanzata e Intelligenza Artificiale

Nell'ambito scolastico, l'era dell'Intelligenza Artificiale (IA) ha ormai superato la fase di mera speculazione. Oggi, più che mai, è fondamentale che tutti gli attori del sistema scolastico – dagli studenti ai docenti, passando per il personale amministrativo – comprendano e abbraccino le potenzialità dell'IA. Si sono certamente verificate alcune controversie, come nel caso degli studenti che hanno utilizzato ChatGPT per redigere temi e testi, suscitando preoccupazioni tra le istituzioni scolastiche.

Tuttavia, se andiamo oltre un uso superficiale di queste tecnologie, possiamo considerare l'IA come un prezioso alleato per migliorare la gestione e i servizi offerti dal sistema educativo. Prendiamo come esempio la Gran Bretagna: lì è già stato introdotto il concetto di "cyber-preside", un assistente digitale impegnato nella gestione quotidiana delle scuole, come il monitoraggio della presenza degli studenti o la gestione degli orari delle lezioni.

Ma non si tratta solo di gestione: l'IA rappresenta un'opportunità straordinaria per elaborare piani di studio su misura, calibrati sulle esigenze e gli interessi individuali degli studenti. Questa non è una tendenza limitata al Regno Unito. Anche in Italia e in Svizzera si stanno compiendo progressi in questa direzione. Il Gruppo Inspired Education, ad esempio, sta sviluppando corsi personalizzati grazie al supporto di algoritmi di IA.

L'IA può trasformare l'istruzione

L'IA va ben oltre l'essere un semplice strumento tecnologico di ultima generazione. L'IA ha la capacità di trasformare radicalmente il nostro modo di concepire l'istruzione. Può unire la didattica classica a metodi focalizzati sull'inclusione, la parità e la crescita, sia a livello individuale che professionale. Grazie ai progressi recenti nelle neuroscienze, abbiamo anche l'opportunità di integrare approcci didattici all'avanguardia, mescolando lezioni in aula e online.

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Questo cambiamento non coinvolge solo gli studenti. Anche gli insegnanti possono trarre vantaggio da dati in tempo reale riguardanti i progressi dei loro studenti, adottando quindi un approccio didattico più mirato. Grazie all'IA, ad esempio, possono ottenere informazioni dettagliate sulla velocità di apprendimento di ogni studente, nonché sulle sue predisposizioni e capacità di concentrazione.

Il progetto Inspired AI e le sue potenzialità

Uno degli esempi più concreti di questo progresso è rappresentato dal progetto  Inspired AI, concepito sottoforma di piattaforma educativa per studenti e docenti. Attualmente sta interessando un totale di 15 scuole, tra le quali, in Italia, le International School di MonzaMilano e Como, oltre alla St. Louis School of Milan. Ad oggi la piattaforma è utilizzabile per materie quali l’inglese, la matematica, le scienze e l’educazione fisica, ma presto saranno aggiunte altre materie.

Questa piattaforma intelligente analizza vari aspetti, come i movimenti sul display, la durata di interazione con un contenuto e il comportamento generale dello studente, al fine di personalizzare l'esperienza didattica. Altri dettagli, come la rapidità con cui si muove il mouse o l'attesa prima di dare una risposta, possono rivelare il grado di sfida o stress che lo studente sta affrontando. Queste informazioni sono preziose per gli insegnanti, permettendo loro di focalizzarsi sulle aree di maggiore difficoltà degli studenti, soprattutto per quelli che hanno disturbi dell’attenzione.

Ciò consente anche agli studenti di avere un maggiore controllo sul loro percorso di apprendimento. Inoltre, offre agli educatori informazioni aggiornate sui progressi dei loro allievi, permettendo loro di adattare l'approccio didattico e assistere chi necessita di maggior supporto.

Queste informazioni possono anche essere estremamente importanti per esaltare e comprendere i talenti già negli anni scolastici, coprendo aspetti come la velocità con cui apprendono, le loro inclinazioni e la loro capacità di concentrarsi, tra gli altri.

L’IA può aiutare anche a rendere le scuole più sicure, favorendo l’utilizzo del riconoscimento facciale per controllare il flusso delle persone che entrano a scuola.

Inoltre, collocare un dispositivo simile all’interno della classe permetterebbe di svolgere l’appello in automatico.

Per concludere con una nota leggera: anche se l'Intelligenza Artificiale può fare meraviglie in ambito scolastico, ricordiamoci che la nota per l'alunno in ritardo ingiustificato non sarà data dall'IA, ma sempre dal buon vecchio professore. Quindi, cari studenti, non contate troppo sulla tecnologia per salvarvi da quel "ritardino" mattutino!

Happy school!


potenza culturale istruzione post digitale armandobarone

Una potenza culturale ha bisogno di una Istruzione post digitale

Nel mondo in continua evoluzione di oggi, la contaminazione tra il settore pubblico e privato non dovrebbe limitarsi a migliorare i servizi esistenti, ma estendersi a settori in cui il cambiamento a scala è strategico, urgente e necessario. Uno di questi settori è l'istruzione, che in Europa e in Italia sta vivendo una trasformazione senza precedenti.

Abbiamo ampiamente parlato della grande difficoltà in cui versa il nostro paese, fanalino di coda nel mondo avanzato e analizzato il fenomeno India che si propone al mondo come il bacino in cui reperire giovani e qualificati talenti così come è evidente il forte nesso tra il livello di istruzione del paese e la difesa e rafforzamento del ruolo di “Super potenza culturale” che abbiamo analizzato.

In questo contesto, un fenomeno degno di nota è il boom di acquisizioni di scuole private da parte di gruppi internazionali, l’ultima delle quali messa a segno da Globeducate che ha acquistato la piemontese Learn&Play.

Questo trend non solo sta creando opportunità per gli investitori, ma ha anche aperto nuovi orizzonti per gli studenti e le famiglie. Le scuole private internazionali e bilingue stanno emergendo come leader nell'offrire un'educazione di alta qualità, spesso superando le scuole pubbliche in termini di risorse e innovazione.

Questo spostamento al momento sembra ampliare la forbice del nostro sistema educativo pubblico, che fatica ad adattarsi ai rapidi cambiamenti indotti dall’accelerazione delle tecnologie e alle conseguenti esigenze dei giovani dell’era post digitale, che non si riconoscono in programmi e tecniche di insegnamento nate nel mondo analogico.

potenza culturale istruzione post digitale armandobarone

Una situazione che contribuisce in maniera determinante al mismatch di competenze che sempre più appare come uno dei maggiori rischi per il nostro sistema produttivo, come segnala ANPAL

Tuttavia, questa crescita delle scuole private internazionali non dovrebbe essere vista come una minaccia per il sistema pubblico, ma come un'opportunità. La competizione anche nel campo istruzione, può portare il “Sistema Istruzione” ad innescare un volano verso una qualità superiore e garantire un accesso più ampio da parte degli utilizzatori finali. Un sano confronto tra il settore pubblico e privato può quindi nutrire la scuola pubblica di nuove sfide e spunti per modernizzarsi e contribuire a formare il capitale umano necessario ad uno stato occidentale che vuole continuare a competere nel contesto internazionale.

In conclusione, mentre assistiamo a un'epoca di collaborazione tra pubblico e privato che sta portando benefici tangibili a molti settori, l'istruzione si trova in prima linea di questa trasformazione. La crescente presenza di scuole private internazionali può rappresentare un motore di cambiamento positivo, alimentando la modernizzazione della scuola pubblica e preparando gli studenti a un mondo in costante evoluzione. È un segno del nostro impegno collettivo a garantire un futuro migliore per tutti attraverso la scuola.

Happy learning!


capitale umano crescita india armandobarone

India, come il capitale umano qualificato traina la crescita del paese

L'India è uno dei paesi più grandi del mondo, con una popolazione di oltre 1,4 miliardi di persone. È anche una delle economie che si sta sviluppando più velocemente, con un tasso di crescita del PIL costantemente tra i più elevati negli ultimi anni. Uno dei fattori chiave del successo è la sua imponente forza lavoro altamente qualificata, che include ingegneri, scienziati, programmatori e altri professionisti specializzati.

Nonostante la presenza di una grande povertà nel paese, l'India ha un sistema d'istruzione molto ampio, diversificato e in grado di gestire numeri elevatissimi.

Secondo le statistiche, questo Paese immette sul mercato del lavoro ogni anno due milioni di laureati di cui circa mezzo milione ingegneri. Per renderci conto del valore di queste cifre basta constatare che in Italia il numero complessivo di ingegneri è di circa 250 mila persone. Un risultato notevole, considerando le molte sfide da affrontare, tra cui la povertà, la disuguaglianza e la mancanza di infrastrutture di base in alcune parti del territorio. Tuttavia, nonostante queste sfide si è riuscito a creare un capitale umano differenziante, che diventa il miglior alleato per la stessa crescita economica.

La maggior parte delle scuole e delle università sono gestite dal governo, anche se ci sono scuole e Università private di alto livello. C’è anche un gran numero di istituti tecnici e di ricerca, tra cui l'IT (Indian Institutes of Technology), che sono considerati tra le migliori scuole di ingegneria del mondo.

capitale umano crescita india armandobarone

Un sistema di istruzione oggetto di investimenti crescenti, molto orientato alla specializzazione e alla sperimentazione di metodi innovativi, con tanti studenti che scelgono di concentrarsi su aree specifiche come l'ingegneria, la medicina, l'informatica e così via. Ciò significa che i giovani che escono dalle scuole e dalle Università sono in grado di contribuire immediatamente al fabbisogno di industrie e alle organizzazioni del paese.

Con l’obiettivo di avere un capitale umano in grado di gestire positivamente le discontinuità macro-economiche è molto attiva la collaborazione pubblico-privato. Le aziende, infatti, investono percentuali importanti dei loro ricavi per programmi di formazione e di sviluppo dei dipendenti.

La strategia dell’India appare avere il chiaro intento di rendere il Paese molto attraente per il mercato e per gli investitori. I dati aiutano ad inquadrare la strategia.

Già nel 2018 il rapporto “Educational at glancer 2021”, confermava che il 34% dei laureati indiani avevano completato un corso di laurea in una disciplina STEM. Questo accadeva nel momento in cui l’Europa si fermava al 24% e gli Stati Uniti ristagnavano in un povero 11%. Aggiungiamo a questo che mentre i paesi occidentali invecchiano secondo l’Organizzazione Internazionale del Lavoro, i due terzi della popolazione indiana ha meno di 35 anni.

Possiamo quindi affermare che l’India ha deciso di mettere a disposizione dell’economia mondiale un'enorme riserva di talento giovane.

Ma non solo. Anche gli investimenti nell'innovazione e nella ricerca stanno crescendo rapidamente, con molte aziende, start-up e istituzioni che collaborano per sviluppare nuove tecnologie e prodotti. Questi sforzi di innovazione stanno contribuendo a posizionare l'India come una delle principali potenze tecnologiche del mondo, e molte organizzazioni indiane stanno guadagnando una reputazione globale per la loro innovazione e la loro capacità di adattarsi rapidamente ai cambiamenti in corso.

È strabiliante costatare come un paese con un reddito medio annuo di poco più di 2 mila dollari sia stato in grado di darsi una strategia tanto lucida ed efficace per proiettarsi nel nuovo millennio.

Certamente il caso India è molto interessante visto dall’Italia, che ha la grande occasione di affrontare alcuni di questi temi attraverso gli investimenti previsti dal PNRR. Comunicare l’innovazione è quindi sempre più importante per contribuire a tenere alta l’attenzione su una sfida che può determinare il posizionamento del Paese nel contesto mondiale dei prossimi decenni.


istruzione crescita armandobarone

Il rilancio dell’istruzione come volano per la crescita

Un giorno gli studenti impareranno la storia “viaggiando” indietro nel tempo, le nuove tecnologie stanno già avendo un impatto positivo nel settore dell’istruzione, e le Big Tech stanno contribuendo a svilupparlo. Mentre l’innovazione assicura un impatto sulla vita reale di milioni di studenti e studentesse, l’ecosistema che regge l’intero ciclo dell’istruzione italiano invece sembra accusare anelli deboli.

Il punto debole del funnel non è la fase di recruiting da parte delle aziende, ma la scarsità di laureati per soddisfare la domanda del cambiamento.

L’OCSE da poco ha rilasciato un report che mette in evidenza la crescita lenta del Paese quando si parla di istruzione. L'Italia rimane uno dei 12 Paesi dell'OCSE in cui il livello di istruzione terziaria è ancora meno diffuso rispetto a quello secondario superiore o post-secondario.

I NEET crescono oltre 3 milioni, giovani adulti che non hanno un lavoro, né seguono un percorso scolastico o formativo per periodi prolungati, giovani che rischiano di avere risultati economici e sociali negativi sia a breve che a lungo termine. Dopo essere aumentata fino al 31,7% durante la pandemia da COVID-19 nel 2020, la quota di NEET di età compresa tra 25 e 29 anni in Italia ha continuato ad aumentare fino al 34,6% nel 2021. Tale quota è diminuita tra il 2019 e il 2020 dal 28,5% al 27,4% ed è aumentata fino al 30,1% nel 2021 per i giovani di età compresa tra 20 e 24 anni.

Il cambiamento crea un volano di domanda importante e l’opportunità per i giovani laureati e diplomati di cogliere il futuro come una prospettiva economica nettamente migliorativa è davvero un fatto tangibile.

L’ostacolo che va superato e che insieme possiamo superare riguarda come gli attori principali dell’ecosistema comunicano e lavorano insieme. Famiglie, Scuole, Università, Enti, Aziende tutti insieme per creare un meccanismo dove aumentiamo l’intensità dell’istruzione e il numero di laureati.

Quale forza lavoro sosterrà la competitività del nostro Paese se non i nostri giovani studenti di oggi e futuri manager e talenti di domani?

Siamo un Paese capitalistico con una scarsità di laureati e questo è un paradosso in un’economia moderna come la nostra. I giovani (25-34) con una laurea non raggiungono neppure il 30%.

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Le Famiglie meritano attenzione. Certamente i tassi record di abbandono scolastico (1 persona su 4 non arriva alla maturità) e di rinuncia del percorso universitario (solo 1 su 5 si laurea) hanno una radice anche nel nucleo familiare. Probabilmente le famiglie e i giovani non percepiscono il valore anche economico dell’istruzione. Di certo i nuclei familiari devono affrontare uno sforzo economico considerevole: secondo recenti analisi il percorso dal nido alla laurea per un singolo figlio costa 130 mila euro. Sicuramente si tratta di un investimento ma oltre al tema del percepito ci sono i limiti oggettivi di un paese con un reddito medio di poco più di 21 mila euro, è aritmetico giungere alla conclusione che le famiglie possano avere difficoltà talvolta insormontabili, per non parlare poi di quelle in difficoltà economica che sono secondo recenti dati 4 milioni e destinate ad aumentare.

Bisognerebbe quindi valutare con pragmatica attenzione il costo-beneficio di un intervento che sostenga le famiglie nel percorso di formazione dei propri figli.

Là fuori c’è fermento, ragazzi che hanno voglia di studiare e crescere, ce ne sono tanti e tutti pronti a mettersi in gioco, non dobbiamo ostacolare o interrompere questa energia ma tutt’altro dobbiamo stimolarla, potenziarla e supportarla per immettere i nostri giovani, tutti senza distinzione di genere o provenienza, all’interno di un ciclo virtuoso dove il binomio Studiare-Benessere diventa il leit motiv. Negli anni del boom economico Henry Ford voleva che tutti gli americani avessero avuto un’automobile, in segno di progresso. Oggi che non siamo nel boom economico, e abbiamo tutti più di un’automobile quello a cui dovremmo ambire è che tutti gli italiani dovrebbero avere un’istruzione in grado di generare benessere, per sé e per il Paese.

Con una percentuale di laureati, e diplomati, così bassa dobbiamo assolutamente abbattere gli ostacoli al talento, anzi dobbiamo sforzarci a coltivarlo ovunque risieda.

A questo proposito, quello che sta succedendo in questi giorni a Scampia, con l’apertura dell’Università, e di un nuovo campus per le professioni sanitarie, è una cosa straordinaria. L’istruzione può vincere tutte le sacche di degrado del nostro Paese, è il mezzo più efficace anche per combattere la criminalità. Per adesso l’Università di Scampia ospiterà fino a 2660 alunni della Federico II.

È il momento che il sistema educativo italiano sia più inclusivo e adatto alle nuove generazioni. Essere più inclusivi vuol dire certamente presidiare anche le aree maggiormente svantaggiate, luoghi dove i talenti spesso si perdono ma anche ridisegnare i programmi di studio e i servizi, pensati per buona parte nel boom economico degli anni ’60.

Affinché un sistema economico sia competitivo sul mercato, è essenziale che abbia la capacità di potenziare la cultura e le competenze dei giovani. Diventa determinante, quindi, comprendere la diversità e la ricchezza dei nostri talenti made in Italy, rinunciando a suddividere la realtà in mere categorie socio-demo e comprendendone i cambiamenti e i bisogni, quelli che si situano tra cuore e stomaco, lì dove pulsano i valori più profondi in cui crediamo e dove l’istruzione ha sempre avuto un posto fondamentale.

La buona notizia è che il sistema impresa italiano è pronto ad accogliere un maggior numero di laureati, un maggior numero di competenze e un maggior numero di talenti.

In piena transizione come quella che stiamo vivendo una politica di prevenzione del sistema educativo che abbassa i rischi connessi alla crescente competizione globale e colga nuove e prospere opportunità di crescita per il nostro Paese, diventa un volano di successo per tutti.