innovazione territori post-digitale armandobarone

Innovazione e crescita dei Territori nell'Era post-digitale

Il purpose dell’innovazione dovrebbe essere quello di rispondere alle esigenze di crescita delle comunità e dei territori in cui esse sono inserite.

Si tratta di un atteggiamento che andrebbe applicato su diversa scala e livelli. Sia alla rigenerazione di aree urbane sia al recupero di piccoli territori su scala più ristretta.  

L'approccio fondamentale dovrebbe rimanere lo stesso, indipendentemente dalla dimensione o complessità del progetto. Trasformare un territorio utilizzando la tecnologia come leva per scalare le eccellenze strategiche del luogo. 

Ci sono diversi esempi da cui possiamo dedurre che i territori, indipendentemente dalla loro dimensione o posizione geografica. Questi possono trasformarsi positivamente attraverso investimenti strategici nelle nuove tecnologie.  

Esempi di Successo: Silicon Valley, Estonia e Albania

Le chiavi del successo includono comunicazione strategica, politiche favorevoli, formazione tecnica e infrastrutture adeguate.  

Inoltre, c’è anche un importante tema di capitale umano. Quando un territorio adotta le nuove tecnologie e le integra nella sua infrastruttura e cultura, attira più talenti, più investimenti in start-up. Tutto questo permette di posizionarsi come leader nell'era digitale.  

La Silicon Valley è diventata un’icona dell’innovazione, eppure inizialmente, era solo una regione agricola. Tuttavia, la strategia di investimenti mirati dell’amministrazione americana ha consentito l'introduzione di università, centri di ricerca, la nascita di start-up che oggi sono i giganti tecnologici Apple, Google e Facebook.  

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Su una scala diversa l'Estonia ha trasformato la sua capitale, Tallinn, in un hub di tecnologia digitale. Con iniziative come e-Residency e una forte enfasi sull'educazione digitale, il piccolo paese baltico è diventato un modello per la trasformazione digitale. 

L'Albania, ispirandosi alle esperienze di Singapore e Dubai, ha intrapreso un percorso di trasformazione digitale. Alcuni fatti sono già accaduti, come l’antico mausoleo-piramide dedicato a Enver Hoxha, il dittatore comunista dell'Albania del XX secolo. L’obiettivo di diventare l'hub tecnologico più grande dei Balcani Occidentali. Questa metamorfosi rappresenta un modo di reinventare un passato turbolento, in linea con il nuovo racconto albanese: la transizione dai call center ai centri digitali. 

In un paese che si trasforma in Digital Nation, la comunicazione è una chiave fondamentale per creare un senso di appartenenza e una visione condivisa. 

L'Importanza degli Innovation Hub nella Società Moderna

Gli Innovation Hub diventano non solo luoghi di lavoro. Rappresentano comunità vibranti e interconnesse, dove le idee fluiscano liberamente e le reti si estendano oltre le frontiere fisiche. La comunicazione efficace non solo presenta i risultati. Essa contribuisce a costruire una cultura in cui l'innovazione è parte integrante della vita quotidiana. 

Nei centri di innovazione, la comunicazione non è solo uno strumento di marketing. È un mezzo attraverso il quale si possono creare reti, condividere conoscenze e attrarre talenti e investimenti. 

Nell'era post-digitale, è sempre più evidente che la prosperità di una nazione dipende direttamente dalla sua capacità di abbracciare il cambiamento e posizionarsi come faro di innovazione nel panorama globale.

Happy Innovation! 


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L’evoluzione della Super Potenza Culturale nell’era post digitale

L'Italia è custode di un patrimonio culturale immenso che non è ancora riuscito a manifestare completamente il suo potenziale in termini economici e di incremento del benessere della società nel suo insieme. L’era post digitale offre l’opportunità di agire per valorizzare ulteriormente le ricchezze culturali del nostro Paese, per chi aspira a rivitalizzare l’economia italiana, “rammendare” il tessuto sociale e rafforzare il nostro prestigio a livello mondiale.

Un obiettivo che necessita di una forte discontinuità per progredire in un contesto macroeconomico e geopolitico fluido.

Il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, ha coniato una definizione straordinaria per la nostra amata Italia: "superpotenza culturale". Queste parole riflettono in modo perfetto la ricchezza inestimabile del nostro Paese in termini di patrimonio culturale e artistico e l’ambizione che deve muovere l’ecosistema per migliorarsi ulteriormente. Obiettivo utopico? Per nulla. Bisogna infatti rendersi conto che nessuna nazione ha asset comparabili a quelli dell’Italia che detiene il primato per il numero di siti inclusi nel Patrimonio mondiale UNESCO: sono ben 59 con la Spagna che si ferma a 49, la Francia a 51, la Germania 37 e Regno Unito 28.

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Questi numeri rendono inoltre più semplice inquadrare l’importanza del risultato ottenuto dal Ministero nei confronti dell’UNESCO rispetto alla volontà di escludere Venezia dalla lista dei siti Patrimonio Mondiale dell'Umanità.

Per valorizzare ulteriormente la ricchezza artistica, culturale e paesaggistica italiana è fondamentale costruire un forte immaginario per trasmettere la bellezza e la profondità della nostra cultura e sprigionare la potenza culturale della nostra unicità. Non è una missione impossibile perché il mondo desidera profondamente l’Italia.

Un esempio interessante in tal senso è l’introduzione del costo di ingresso al Pantheon a partire da luglio, una scelta strategica significativa

La cifra del biglietto è stata emessa più che accessibile a un prezzo di 5 euro.

Tuttavia, è interessante notare che questa iniziativa non solo ha contribuito alla conservazione del monumento, ma ha generato un effetto a scala molto interessante.

Nel mese di agosto, il Pantheon ha registrato una target eccezionale: oltre 200.000 visitatori, generando un incasso superiore al milione di euro.

Ma c'è un aspetto ancor più notevole in questa storia. Parte del ricavato è stato destinato a sostenere i meno fortunati di Roma, dimostrando la capacità di “rammendare” la comunità locale evidenziando quindi in maniera tangibile come la cultura possa rappresentare un ruolo motore per il benessere sociale.

L'altra parte delle risorse è stata investita nella tutela e nel miglioramento del Pantheon stesso, contribuendo a garantire la qualità dei servizi offerti ai visitatori. Questo approccio olistico alla gestione del patrimonio culturale conferma anche che le strategie dirompenti possono generare un impatto positivo su molteplici livelli. Immaginiamoci gli effetti che questo progetto potrebbe avere se portato a scala sull’intero territorio nazionale.

Un altro anello a diposizione della superpotenza culturale è la trasformazione digitale.

Il digitale non sostituisce la visita fisica ai musei e ai luoghi culturali, ma piuttosto la migliora. Durante la pandemia, il Ministero dei Beni Culturali ha emesso un appello ufficiale a tutti gli enti del patrimonio culturale per digitalizzare i loro contenuti. Questa iniziativa ha consentito l'accesso a un pubblico più ampio, compensando l'assenza causata dalle restrizioni sanitarie.

Il digitale sta rendendo la fruizione del patrimonio culturale non solo più agevole ma anche più coinvolgente e istruttiva. Le nuove tecnologie permettono di esplorare virtualmente i musei, le opere d'arte e i siti storici, offrendo esperienze immersive che arricchiscono la comprensione e l'apprezzamento del patrimonio italiano. Nel mondo che è entrato nell’era post-digitale investire nelle nuove tecnologie dovrebbe essere centrale a qualsiasi strategia.


reputazione post digitale

Il valore della reputazione nell'era post digitale

Nell'era dell'informazione e della globalizzazione, la reputazione ha assunto un ruolo centrale come mai prima d'ora. Viviamo in un mondo interconnesso, dove le informazioni viaggiano alla velocità della luce. In questo contesto  il fattore reputazione va trattato come una priorità assoluta. Per i brand commerciali, se c'è solidità in questo senso può significare la differenza tra il successo di mercato e l'oblio.

Nel contesto geopolitico, la reputazione di un paese può influenzare aspetti determinanti: gli investimenti esteri, la diplomazia, le relazioni internazionali, il percepito degli individui. In entrambi i casi,  è un fattore intimamente legato alla comunicazione: come un messaggio viene presentato, interpretato e condiviso può fare o disfare la reputazione di un'organizzazione.

Dando per scontato il ruolo centrale del contenuto, in questo articolo esplorerò l'importanza cruciale della reputazione nel mondo moderno, provando ad evidenziare come una comunicazione efficace sia fondamentale per costruire e mantenere questo bene apparentemente  immateriale ma concreto e inestimabile.

Infatti, nella realtà pratica incide profondamente sulle dinamiche socio-economiche. Prendiamo, ad esempio, il caso delle imprese. Una reputazione forte è un motore che attira i talenti, alimenta la fiducia del cliente, agevola la differenziazione dal mercato, consente margini più elevati e di posizionarsi presso gli stakeholders con forza.  Inoltre, consente all’organizzazione di gestire eventuali crisi di mercato facilitando l’accettazione da parte dei portatori di interesse (clienti, fornitori, dipendenti etc) delle azioni necessarie ad invertire la rotta e di gestire con maggiore efficace l’eventuale issue management.

reputazione post digitale

Analogamente, la reputazione di un paese può avere un impatto diretto sul suo capitale, umano, sociale e economico. Può attrarre investimenti esteri, aumentare il valore del turismo e persino influenzare le relazioni diplomatiche, favorire lo scambio intellettuale e l’accesso ai talenti. Al contrario, se è negativa, può dissuadere investimenti, diminuire il valore del marchio nazionale e complicare le relazioni con altre nazioni, nonché favorire “la fuga dei cervelli”.

Inoltre,  la reputazione non è qualcosa che può essere modificata da un giorno all'altro ma da un giorno all’altro può essere distrutta. Essa è il risultato di anni di decisioni, interazione e comunicazioni che si accumulano per creare un'immagine pubblica. È un puzzle complesso con un rischio “effetto domino” elevatissimo

La comunicazione in questo ha un ruolo fondamentale. Data la valutazione del contenuto della cui costruzione il comunicatore deve essere parte attiva e non meramente ricettiva/operativa, la definizione di un messaggio chiaro, rilevante e coerente è vitale. Quando un'organizzazione o un paese emette comunicati che sono ben articolati e allineati con i loro obiettivi e valori fondamentali, essi costruiscono un'immagine di affidabilità e competenza. Questa coerenza rassicura gli stakeholder, fornendo una base solida su cui costruire una relazione di fiducia. È la fiducia che, in ultima analisi, costituisce la spina dorsale della reputazione.

D'altro canto, la comunicazione può anche essere una spada a doppio taglio. Messaggi confusi, informazioni errate o dichiarazioni contraddittorie possono erodere rapidamente la fiducia e, di conseguenza, danneggiare la reputazione. In un'epoca in cui i social media possono amplificare sia i successi che gli errori, la mancanza di coerenza nella comunicazione può avere effetti estremamente negativi. 

Voglio portare alla vostra attenzione due casi concreti di costruzione di una reputazione vincente: il Canada e la Svezia. 

Il Canada è spesso raccontato come uno dei paesi migliori, noto per la sua qualità della vita, la sua politica di inclusione e la sua leadership in materia di diritti umani. Questa percezione attrae non solo turismo ma anche investimenti stranieri e capitale umano. Inoltre, la reputazione del Canada come paese "amico" e "affidabile" gli consente di avere un impatto diplomatico più che proporzionale rispetto alla sua dimensione o potenza militare. Il "marchio Canada" è così forte che si riflette positivamente anche sulle aziende e sui prodotti canadesi, che vengono vissuti come affidabili e di alta qualità.

La Svezia, d'altra parte, gode di una reputazione simile ma per ragioni leggermente diverse. È nota per il suo modello di welfare sociale, l'attenzione all'ambiente e la trasparenza governativa. Questo le permette di esercitare un'influenza a livello globale, spesso fungendo da esempio in discussioni su sostenibilità, diritti umani e democrazia. La Svezia è anche la patria di alcune delle aziende più rispettate al mondo che beneficiano enormemente della considerazione positiva del paese per quanto riguarda la qualità e l'innovazione.

In entrambi i casi, il percorso di reputazione è stato costruito attraverso una comunicazione efficace, rilevante e coerente. 

In un mondo sempre più interconnesso e competitivo, questa variabile  è un fattore distintivo che può  fare la differenza.

Happy reputation!