digitale crescita paese armandobarone

Il ruolo del Digitale per la crescita del sistema Paese

Negli ultimi anni, siamo testimoni di una forte accelerazione della digitalizzazione, dimostrando quanto questa sia diventata fondamentale per la nostra società e per l’economia.

Per i consumatori, piattaforme come Amazon hanno trasformato le abitudini di acquisto, offrendo convenienza e rapidità, mentre i cittadini hanno beneficiato di strumenti come lo SPID, che semplificano l'accesso ai servizi pubblici online rendendoli più efficienti e sicuri.

Anche le aziende hanno tratto vantaggio dalla digitalizzazione, specialmente nel settore manifatturiero, adottando tecnologie dell'Industria 4.0 come l'Internet of Things e l'intelligenza artificiale per migliorare produttività e qualità dei prodotti.

L'impatto della Digitalizzazione

La digitalizzazione ha avuto un impatto significativo a livello nazionale, aumentando la produttività e creando nuovi posti di lavoro, stimolando l'innovazione e la competitività del paese.

In questo contesto, il digitale non è solo un insieme di tecnologie, ma un vero e proprio ecosistema che interconnette consumatori, cittadini, aziende e istituzioni, migliorando la qualità della vita e favorendo uno sviluppo economico sostenibile.

Inoltre, il digitale ha contribuito a renderci più resilienti in tempi di pandemia, facendoci progredire e spingendoci a cogliere nuove opportunità. La digitalizzazione si conferma quindi come un elemento imprescindibile per la crescita e la resilienza dell'Italia, offrendo vantaggi tangibili in termini di efficienza, produttività e accessibilità.

Comunicare il Digitale

Quindi, comunicare l'importanza del digitale e promuoverne i valori è cruciale per incoraggiare cittadini, lavoratori e imprese ad adottare le tecnologie digitali. Questo non solo aumenta la consapevolezza dei benefici, come l'efficienza e la produttività, ma aiuta anche a superare resistenze e timori legati all'innovazione. Una maggiore comprensione del digitale facilita l'inclusione, stimola l'innovazione e crea un ecosistema più resiliente e competitivo, favorendo una crescita economica sostenibile e migliorando la qualità della vita per tutti.

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La rilevanza dell'istruzione digitale

Anche nell’istruzione il digitale gioca un ruolo rilevante; infatti, quando usato correttamente, può essere una risorsa preziosa per l'apprendimento, la crescita personale e la connessione con gli altri. Studi hanno dimostrato che l'uso di strumenti digitali in ambito educativo può migliorare significativamente le competenze degli studenti, rendendo l'apprendimento più interattivo e accessibile.

Tuttavia, l'educazione digitale è cruciale per assicurare che i giovani possano navigare in sicurezza nel mondo online e sfruttare appieno le opportunità offerte dalla rete. Senza un'adeguata educazione, i giovani rischiano di incorrere in pericoli come il cyberbullismo, la disinformazione e le violazioni della privacy. Insegnare competenze digitali fin dalla giovane età aiuta a sviluppare un uso critico e consapevole della tecnologia, preparando i giovani a un futuro sempre più digitale. Evidenze mostrano che programmi di educazione digitale ben strutturati riducono significativamente i rischi online e aumentano la fiducia e la competenza digitale tra i giovani, favorendo un ambiente online più sicuro e produttivo.

Il valore dell'inclusione digitale

L'inclusione digitale nell'istruzione è cruciale poiché non solo modernizza i metodi di trasmissione della conoscenza, ma facilita anche il processo di apprendimento, rendendolo più coinvolgente e motivante. Le tecnologie digitali stimolano la creatività e lo scambio di idee, promuovendo la partecipazione attiva degli studenti.

Questo approccio innovativo permette di personalizzare l'apprendimento in base alle esigenze individuali, migliorando la comprensione e l'interesse per le materie. Inoltre, l'uso di strumenti digitali prepara gli studenti a un futuro tecnologico, dotandoli delle competenze necessarie per affrontare le sfide del mondo moderno.

DESI 2023

L'Italia e il Digitale, si deve ancora tanto

A livello nazionale, l'Italia si colloca al 19° posto nel Digital Economy and Society Index (DESI) tra i 27 Stati membri dell'UE. Nonostante i progressi compiuti, il paese deve ancora affrontare sfide significative, come il miglioramento delle competenze digitali della popolazione e l'incremento dell'adozione di tecnologie avanzate come l'intelligenza artificiale e i Big Data. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) rappresenta un'opportunità cruciale per colmare questi gap, con circa 127 miliardi di euro destinati a riforme e investimenti nel settore della digitalizzazione.

In sintesi, il digitale crea valore trasformando il modo in cui acquistiamo beni, soddisfiamo bisogni, lavoriamo, impariamo e interagiamo, portando benefici tangibili in termini di efficienza, produttività e qualità della vita.

Happy Digital!

 


Comunicazione Politica piattaforme digitali

La comunicazione politica e la sfida della scelta delle piattaforme digitali

Da oltre un secolo, la politica e i media hanno intrecciato i loro percorsi. Negli anni Venti, l'avvento della radio trasformò radicalmente la politica iniziando ad allontanare i politici dalle piazze. Negli anni Sessanta, la televisione restituì ai politici la loro presenza fisica, sebbene in forma bidimensionale.

E oggi? Qual è il nuovo media che sta ridefinendo le dinamiche del gioco? Senza dubbio, sono i social media.

L'evoluzione della Comunicazione Politica

Non è un errore affermare che esiste una connessione significativa tra i risultati delle elezioni del 10 giugno in Europa e l'uso dei social media. Queste piattaforme hanno rivoluzionato il modo in cui i messaggi politici vengono diffusi e ricevuti, permettendo ai leader di raggiungere in maniera estremamente produttiva audience numerosissime.

Risulta molto interessante la sinergia tra piattaforme social e strategie di comunicazione mirate alle apparizioni pubbliche usate da molti politici, in Italia e in Europa.

Dirette streaming, Q&A live e campagne di hashtag sono diventati strumenti potenti per creare una connessione più immediata e personale con gli elettori. Questo cambiamento rappresenta una sfida continua per i politici, che devono adattarsi rapidamente alle nuove dinamiche digitali per mantenere e ampliare il loro consenso.

L'astensionismo e i social media

Tuttavia, nell'analisi del passaggio dalla TV ai social media, emerge un dato che merita attenzione: il crescente astensionismo. Nonostante l'enorme audience dei social media, sembra che questi non riescano a coinvolgere adeguatamente gli elettori nei progetti politici, ma piuttosto fidelizzano intorno a parole chiave che polarizzano un nucleo forte di aderenti, lasciando però fuori gli indecisi.

Dati sull'affluenza elettorale

I dati sull'affluenza alle urne mostrano una tendenza preoccupante. Dal 2009 a oggi, l'affluenza è diminuita progressivamente:

- 2009 Europee: 65,1% (anno in cui Facebook, lanciato al pubblico nel 2006, introdusse il pulsante Mi piace)
- 2014 Europee: 57,2%
- 2019 Europee: 54,5%
- 2024 Europee: 49,69%

Questa diminuzione dell'affluenza alle urne solleva interrogativi sull'efficacia dei social nel coinvolgere gli elettori ai fini di una robusta presenza alle urne, inequivocabilmente un segnale di buona salute della società.

Strategie di comunicazione politica

Un fenomeno che suggerisce due considerazioni fondamentali: in primo luogo, l'uso politico dei social dovrebbe essere più strategico, puntando a raccontare il progetto politico piuttosto che inseguire i trend con buzz word. In secondo luogo, la televisione dovrebbe essere rivalutata dalla politica come mezzo più inclusivo.

La TV, infatti, richiede una narrazione ben strutturata e divulgativa, supportata dalla presenza di giornalisti che mediano il messaggio, favorendo la condivisione del progetto con un pubblico più ampio.

Il futuro della politica e I nuovi media

Guardando al futuro, un'altra considerazione fondamentale riguarda le nuove generazioni di elettori, i cosiddetti nativi digitali, secondo un’analisi del Censis il cluster a maggiore astensione al voto in questa tornata.

In un continente che vive un inverno demografico l’offerta politica sarà capace di rappresentare anche i loro bisogni? Inoltre, riusciranno ad essere ben informati attraverso il loro canale naturale che sono i social media?

Questa domanda apre un dibattito cruciale sul ruolo dell'informazione politica e nella società post digitale. I social media, come li conosciamo adesso, favoriscono la fruizione di contenuti brevi e di intrattenimento, mentre una comprensione approfondita delle questioni politiche richiede tempo e analisi dettagliate.

La politica e i media continueranno a evolversi insieme, con i social che giocano un ruolo sempre più centrale. Capire e sfruttare queste piattaforme in modo efficace sarà cruciale per qualsiasi leader politico che aspira a rimanere rilevante e influente nel panorama politico contemporaneo. Tuttavia, sarà altrettanto importante garantire una strategia di comunicazione maggiormente inclusiva, capace di andare oltre la logica delle piattaforme social, e di fornire una visione chiara e dettagliata del progetto politico.


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Nell’era post digitale la Comunicazione è Business

La società post digitale, trainata da un’accelerazione convergente di più tecnologie mai sperimentata dall’uomo, si sta lentamente modellando. I fenomeni da analizzare sono tantissimi e uno di questi è senz’altro il ruolo della comunicazione.

Una prima riflessione riguarda il fatto che tra i principali protagonisti della società post digitale ci sono delle media company come Meta e Google, due aziende private che ogni anno investono in nuova tecnologia più o meno la metà di quello che investe tutto il sistema Italia. L’altro aspetto da sottolineare è il conseguente ingresso della comunicazione nel DNA delle strategie di business e quindi la capacità di generare valore per le organizzazioni e gli stakeholder.

La Comunicazione come fattore produttivo

Sempre più, quindi, la comunicazione è da intendere come uno dei fattori produttivi da combinare tra loro per massimizzare i profitti e generare valore sostenibile. Ritengo quindi lecito affermare che nella società post digitale non esista una strategia di business senza una strategia di comunicazione.

I germi di questo fenomeno sono presenti nel sistema da molto, segnali deboli da catturare durante la tempesta digitale che si è abbattuta su un ecosistema per troppo tempo impegnato nel biblico esercizio di provare a svuotare il mare del nuovo con la piccola conchiglia della resistenza. Con risultati che sono sotto gli occhi di tutti.

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Il caso della nuova Fiat 500

Il primo segnale che ricordo è il rilancio della Fiat 500 nel 2007, forse potremmo affermare che in quella occasione la comunicazione coincideva con la strategia di prodotto. Il risultato fu il rilancio dell'azienda, il miglioramento della percezione del brand, in Italia e all’estero, e l’aumento del valore nominale in borsa. Qualche dato può aiutare a focalizzare meglio.

Nei primi due giorni, Fiat ricevette 57.000 ordini dai concessionari, superando la produzione prevista per i due trimestri successivi. La Fiat 500 fu prodotta in più di 2.5 milioni di unità nei primi dieci anni dal suo rilancio. La milionesima auto venne prodotta nel 2012, mentre il traguardo di 2 milioni di modelli venduti fu raggiunto nel 2017.

Il ruolo degli stakeholder nelle strategie di Comunicazione

Non ritengo sia un caso se oggi la 500 è l’unica automobile a trazione elettrica nel parco auto Fiat che contribuisce al portafoglio dei prodotti del Gruppo Stellantis. Un acceleratore alla dimensione strategica della comunicazione arriva anche dal basso, ovvero dai clienti quelli che nella vita dell’azienda sono "gli stakeholder".

Abbiamo analizzato spesso l’evoluzione che porta le persone ad esigere dalle aziende un comportamento sempre più virtuoso e coerente. Ciò ha portato alla definizione di organizzazioni purpose driven.

Il valore della Leadership nella Comunicazione

Nella società post digitale quanto più è ampio il gap tra la comunicazione e la strategia di business tanto più è probabile che in quello spazio si annidi la sfiducia dei consumatori e la conseguente perdita di mercato da parte dell’organizzazione. Certo assumere il ruolo di comunicatore richiede una grande preparazione hardware e la capacità di apprendere continuamente, come del resto accade per le altre figure apicali.

Nello stesso tempo è necessaria una presa di coscienza dell’intero ecosistema e una leadership che sappia guidare le organizzazioni guardando alla gestione del cambiamento richiesta dal passaggio alla società post digitale ponendo nuova attenzione alle figure chiave del proprio team di business.

 

 


industria notizie digital news 2023

Industria delle notizie, tra sfide e nuove prospettive

L'industria delle notizie è in costante evoluzione, e le sfide legate alla compensazione equa per i giornalisti stanno diventando sempre più rilevanti in tutto il mondo.

Recentemente, il nuovo Online News Act (Bill C-18) in Canada ha suscitato reazioni da parte dei colossi tecnologici Google e Meta, che hanno annunciato di non condividere più i collegamenti alle notizie dei giornalisti canadesi sulle loro piattaforme.

Questa situazione richiama l'attenzione anche sulla situazione europea, dove si stanno affrontando questioni simili riguardanti la remunerazione dei giornalisti.

L'industria delle notizie in trasformazione

È indubbio che l'industria delle notizie si trovi ad attraversare una fase di trasformazione su scala globale.

Secondo il Digital News Report dell'Istituto Reuters, nel 2023 il 30% dei lettori di tutto il mondo preferisce ottenere le proprie notizie dai social media anziché andare direttamente alla fonte editoriale, che rappresenta il 22%.

Alla luce di questi cambiamenti, sorge una domanda cruciale: gli editori di notizie stanno ricevendo una giusta quota? Sono emerse proposte come il modello di pagamento per articolo di Twitter, ma finora non si sono verificate modifiche significative nel settore.

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I modelli di business sostenibili

Questa tendenza ha portato a una ridefinizione delle strategie di distribuzione e a una ricerca di modelli di business sostenibili nel settore dei media.

Il Bill C-18 introdotto in Canada richiede alle piattaforme come Google e Meta di pagare per la condivisione di notizie provenienti da giornalisti canadesi. Da qui, gli interrogativi sulla sua implementazione e sulle conseguenze per l'accessibilità e la diversità delle notizie online.

L'Europa sta affrontando sfide simili?

Sì! Infatti, in diversi Paesi europei sono stati proposti e discussi nuovi regolamenti che mirano a garantire una giusta remunerazione per l'uso di contenuti giornalistici da parte delle piattaforme digitali.

Google e Meta hanno annunciato la decisione di non condividere più i collegamenti con le notizie dei giornalisti canadesi sulle loro piattaforme.

Questa mossa è stata interpretata come una forma di protesta contro l'obbligo di pagare per la condivisione dei contenuti provenienti da quelle fonti. Tuttavia, questa decisione solleva interrogativi sul futuro e sul ruolo di queste piattaforme nella promozione dell'accesso alle informazioni nonché sulla diversità delle opinioni e delle idee giornalistiche.

Il tema della compensazione equa per i giornalisti

Certamente, la questione della compensazione equa per i giornalisti è un dibattito complesso che richiede una riflessione su come garantire una giusta remunerazione senza compromettere l'accessibilità alle notizie per il pubblico.

È importante che le autorità di regolamentazione, le big tech, gli editori e i giornalisti si impegnino in un dialogo costruttivo e circolare per trovare soluzioni sostenibili.

In Europa, ci sono stati sforzi per raggiungere un equilibrio tra la protezione dei diritti dei giornalisti e la promozione di un ecosistema mediatico vitale.

È fondamentale trovare un equilibrio per mantenere un ecosistema dei media vibrante e diversificato. Solo attraverso un dialogo aperto e un impegno congiunto tra tutti gli attori coinvolti sarà possibile raggiungere una soluzione sostenibile per il futuro

In conclusione, l'industria delle notizie è in costante evoluzione e le sfide legate alla compensazione equa per i giornalisti sono sempre più rilevanti. È importante che tutti gli attori coinvolti si impegnino in un dialogo costruttivo e circolare per trovare soluzioni sostenibili che garantiscano un futuro per l'informazione.

Happy Innovating!


genx futuro armandobarone

La Generazione X il ponte verso il futuro

Ogni generazione possiede caratteristiche, esperienze e influenze uniche che la definiscono. Le dinamiche intergenerazionali sono complesse e vanno oltre il semplice passaggio di conoscenze e tendenze, coinvolgendo fattori sociali, culturali ed economici.

Per definire una generazione, è fondamentale che un gruppo di individui nati nello stesso periodo abbia condiviso esperienze durante eventi di grande rilevanza. Questi eventi plasmano un sistema di valori comune e una prospettiva condivisa riguardo al futuro.

Le generazioni Baby Boomer, Generazione X, Millennials e Generazione Z comprendono le persone nate dal 1944 al 2015. In questo articolo, ci concentriamo sulla Generazione X e il ruolo dei comunicatori. La Generazione X è vissuta tra il 1966 e il 1982, un periodo in cui l'Italia ha subito trasformazioni sociali, culturali, economiche e politiche significative. Il termine "Generazione X" è stato coniato da Douglas Coupland nel romanzo "Generation X: Tales for an Accelerated Culture".

I comunicatori della Generazione X hanno svolto un ruolo di transizione tra i media tradizionali e i nuovi media. Hanno influenzato le generazioni successive con il loro stile e la loro visione. Hanno vissuto numerosi cambiamenti tecnologici nella comunicazione, dall'avvento dei personal computer e di Internet, all'utilizzo delle email come strumento di comunicazione interprofessionale, all'introduzione dei telefoni cellulari e degli smartphone, allo smart working, all'ascesa dei social media e all'economia delle app. Hanno sperimentato la transizione verso una società post-digitale.

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La Generazione X è stata un motore di cambiamento, simbolo della capacità di adattarsi e abbracciare le sfide e le opportunità offerte dai nuovi media. Hanno affrontato cambiamenti rapidi e profonde innovazioni che hanno migliorato notevolmente la qualità e lo scenario della comunicazione nel nostro Paese e nel mondo.

La visione strategica dei comunicatori della Generazione X può essere estremamente preziosa per le organizzazioni e la società nel suo complesso. Posseggono la capacità di identificare opportunità offerte dalle nuove tecnologie e dalla transizione digitale e di pianificare strategie per sfruttarle al meglio. Ciò può portare a una maggiore efficienza e competitività per l'intero ecosistema.

Inoltre, la Generazione X gioca un ruolo significativo almeno su tre grandi temi:

  • il primo è legato alla stabilità e alla continuità aziendale, in un momento di elevato turn over e di grandi dimissioni.
    Infatti, Il 44% della Gen Z e il 38% dei Millennial sono disposti a cambiare lavoro per poter vivere in una diversa località, mentre solo il 27% della Gen X sarebbe disposto;
  • il secondo è un tema di connessione intergenerazionale sui temi legati al  purpose. Ad esempio, rispetto alla a fluidità di genere la Gen X si pone da collante tra i Baby Boomer e le generazioni successive. La fluidità è un tema fondamentale per il 34% della Generazione Z e per il 31% dei Millennial ma solo il 12% dei Baby Boomer da rilievo a questo tema. La Generazione X con il proprio 24% si pone da ponte culturale, mediando gli angoli provenienti dalle differenti generazioni;
  • il terzo riguarda le competenze, la Gen X è quella che più di tutte può trasferire abilità strategiche all'interno delle aziende, dal momento che per abbracciare il nuovo creando valore bisogna avere basi solide – si pensi ad esempio ai temi legati alle fake news .

In conclusione, la Generazione X rappresenta una forza in costante evoluzione e orientata verso il futuro. I comunicatori appartenenti a questa generazione sono testimoni preziosi e narratori di una trasformazione epocale che accelera ogni giorno, portando verso un futuro post-digitale.


libri digitale metaverso armandobarone

Il valore dei libri nell′era post-digitale

È vero che i libri fisici hanno una lunga storia e un'importante tradizione, e probabilmente continueranno ad esistere anche nel post digitale. Tuttavia, con l'evoluzione della tecnologia le case editrici hanno fatto fatica a stare dietro al cambiamento. Non è facile, ma neanche impossibile!

Nel suo intervento di apertura della giornata conclusiva del 40° Seminario Superiore della Scuola per Librai Umberto ed Elisabetta Mauri, Ricardo Franco Levi, presidente dell'Aie (Associazione Italiana Editori) e della Federazione degli Editori Europei, ha sottolineato il primato dell'Europa nell'editoria libraria, un fatto eccezionale e ricco di sfide.

I consumatori, infatti, spingono il mercato in una situazione ibrida, fatta di fisico e digitale, una coesistenza che continuerà ad evolvere sulla spinta dell’innovazione per soddisfare le esigenze dei lettori.

Qualche tempo fa a proposito di evoluzione dell’editoria ho scritto un articolo sulla contaminazione tra metaverso ed editoria, in prospettiva di una meta-editoria che ci aspetta dietro l’angolo.

La convergenza tra editoria tradizionale e nuove tecnologie può creare valore per tutte le parti coinvolte: gli editori potranno pubblicare più libri che mai, perché saranno in grado di raggiungere più persone con i loro contenuti; i lettori potranno accedere a più contenuti ed in diverse modalità, perché ci saranno più opzioni disponibili; e gli autori potranno condividere le loro storie con un numero ancora maggiore di persone rispetto a prima.

Ed a mio parere la scelta dei consumatori non deve preoccupare: è possibile che vi sia una crescente preferenza per i libri fisici rispetto a quelli digitali.

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Ci sono molte ragioni per cui i lettori potrebbero preferire i libri fisici: la fatica visiva in un paese sempre più anziano, la mancanza di sensazioni tangibili associate alla lettura di un libro fisico o la preferenza per la rilegatura e il design dei libri tradizionali.  Già oggi, come ci ricorda Franco Levi: “in qualche modo certi effetti sono visibili nella dinamica degli e-book che, quanto a produzione in Italia, è calante visto che le 35.200 novità pubblicate nel 2022 sono il 28,6% in meno in meno rispetto al 2019. Di differente segno gli audiolibri che con 25 milioni di ricavi nel 2022 segnano un +4,2% Sul 2021, emergendo come un comparto in ascesa.”

Tuttavia, è importante considerare che entrambe le dimensioni del libro, fisico-digitale hanno i loro vantaggi e svantaggi; quindi, la preferenza dipende dalle preferenze individuali dei lettori e dalla capacità di generare valore sostenibile per l’ecosistema.

Un fenomeno post digitale che merita molta attenzione è la combinazione Libro fisico- Social media, su più livelli di prospettiva.

Con l'aumento della popolarità dei social media e la diffusione delle tecnologie digitali, sempre più lettori stanno sfruttando questi canali per scoprire, discutere e recensire libri.

D'altra parte, le case editrici stanno sfruttando i social media per promuovere i loro libri e raggiungere un pubblico più ampio. Ad esempio, molte case editrici stanno creando contenuti, come estratti dai libri, interviste con gli autori e recensioni dei libri, per attirare l'attenzione dei lettori e aumentare la consapevolezza del marchio.

Il futuro della convergenza tra libri fisici e social media potrebbe vedere una maggiore integrazione tra i due settori, con le case editrici che utilizzeranno sempre di più i social per creare esperienze di lettura interattive e coinvolgenti per i loro lettori. Ad esempio, potrebbero essere sviluppate app per la lettura che integrano i social, permettendo ai lettori di condividere commenti e recensioni sui libri con i loro amici e follower.

Inoltre, potrebbe esserci un aumento della produzione di libri originali per i social media, con autori che sfruttano questi canali per pubblicare i loro libri e raggiungere un pubblico più vasto. Questi libri potrebbero essere pubblicati in formato digitale e sfruttare le funzionalità del media, come le chat e i gruppi, per creare esperienze di lettura coinvolgenti e interattive.

Le case editrici possono cogliere questa opportunità per rimanere competitive e continuare a raggiungere in modo contemporaneo i loro lettori.

Ecco alcuni spunti concreti di convergenza tra editoria e social media:

  1. Lettura condivisa: I social media stanno facilitando la condivisione della lettura. Ad esempio, molte piattaforme di social media, come Goodreads, permettono ai lettori di discutere e recensire i libri con altri appassionati di lettura. Questo sta creando una comunità di lettori online che condividono interessi e passioni simili.
  2. Marketing dei libri: Le case editrici stanno utilizzando i social media per promuovere i loro libri e raggiungere un pubblico più ampio. Ad esempio, molti autori stanno utilizzando i social per interagire con i loro lettori e creare hype intorno ai loro libri. Inoltre, le case editrici stanno anche utilizzando i social per creare campagne pubblicitarie mirate, raggiungendo i loro pubblici di riferimento attraverso annunci mirati e influencer marketing.
  3. Esperienze di lettura interattive: La convergenza tra editoria e social media sta anche portando allo sviluppo di esperienze di lettura interattive e coinvolgenti. Ad esempio, potrebbero essere sviluppate app per la lettura che integrano i social media, permettendo ai lettori di condividere commenti e recensioni sui libri con i loro amici e follower. Questo potrebbe anche portare alla creazione di libri interattivi che utilizzano la realtà aumentata o la realtà virtuale.

Un caso che ho già citato in uno dei miei articoli è TikTok Book Club, un fenomeno social molto interessante data la necessità del mercato di rivolgersi ai lettori del futuro. Nasce sulla piattaforma TikTok e consiste in un gruppo di utenti che condividono video sui libri che stanno leggendo. Questi video possono variare da recensioni dei libri, a clip di lettura, a presentazioni di libri futuri che gli utenti sono ansiosi di leggere. TikTok Book Club è diventato un modo per i lettori di trovare nuovi libri da leggere, di condividere i loro pensieri con una comunità di appassionati di libri e di interagire con altri lettori attraverso la piattaforma. In questo modo, TikTok sta diventando un nuovo modo di scoprire e discutere i libri, grazie alla combinazione dei social media e dell'editoria.

In sintesi, il libro fisico non morirà mai e anzi ha una grande opportunità di ritornare in voga sfruttando la convergenza con la tecnologia per creare una maggiore interazione e condivisione tra i lettori, una maggiore accessibilità e una maggiore integrazione dell'esperienza di lettura. 

Rimane una certezza in questa fluidità, come cita Louis L'Amour. "I libri sono finestre attraverso le quali entra la luce".

 

Happy Innovating!