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Nell’era post digitale la Comunicazione è Business

La società post digitale, trainata da un’accelerazione convergente di più tecnologie mai sperimentata dall’uomo, si sta lentamente modellando. I fenomeni da analizzare sono tantissimi e uno di questi è senz’altro il ruolo della comunicazione.

Una prima riflessione riguarda il fatto che tra i principali protagonisti della società post digitale ci sono delle media company come Meta e Google, due aziende private che ogni anno investono in nuova tecnologia più o meno la metà di quello che investe tutto il sistema Italia. L’altro aspetto da sottolineare è il conseguente ingresso della comunicazione nel DNA delle strategie di business e quindi la capacità di generare valore per le organizzazioni e gli stakeholder.

La Comunicazione come fattore produttivo

Sempre più, quindi, la comunicazione è da intendere come uno dei fattori produttivi da combinare tra loro per massimizzare i profitti e generare valore sostenibile. Ritengo quindi lecito affermare che nella società post digitale non esista una strategia di business senza una strategia di comunicazione.

I germi di questo fenomeno sono presenti nel sistema da molto, segnali deboli da catturare durante la tempesta digitale che si è abbattuta su un ecosistema per troppo tempo impegnato nel biblico esercizio di provare a svuotare il mare del nuovo con la piccola conchiglia della resistenza. Con risultati che sono sotto gli occhi di tutti.

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Il caso della nuova Fiat 500

Il primo segnale che ricordo è il rilancio della Fiat 500 nel 2007, forse potremmo affermare che in quella occasione la comunicazione coincideva con la strategia di prodotto. Il risultato fu il rilancio dell'azienda, il miglioramento della percezione del brand, in Italia e all’estero, e l’aumento del valore nominale in borsa. Qualche dato può aiutare a focalizzare meglio.

Nei primi due giorni, Fiat ricevette 57.000 ordini dai concessionari, superando la produzione prevista per i due trimestri successivi. La Fiat 500 fu prodotta in più di 2.5 milioni di unità nei primi dieci anni dal suo rilancio. La milionesima auto venne prodotta nel 2012, mentre il traguardo di 2 milioni di modelli venduti fu raggiunto nel 2017.

Il ruolo degli stakeholder nelle strategie di Comunicazione

Non ritengo sia un caso se oggi la 500 è l’unica automobile a trazione elettrica nel parco auto Fiat che contribuisce al portafoglio dei prodotti del Gruppo Stellantis. Un acceleratore alla dimensione strategica della comunicazione arriva anche dal basso, ovvero dai clienti quelli che nella vita dell’azienda sono "gli stakeholder".

Abbiamo analizzato spesso l’evoluzione che porta le persone ad esigere dalle aziende un comportamento sempre più virtuoso e coerente. Ciò ha portato alla definizione di organizzazioni purpose driven.

Il valore della Leadership nella Comunicazione

Nella società post digitale quanto più è ampio il gap tra la comunicazione e la strategia di business tanto più è probabile che in quello spazio si annidi la sfiducia dei consumatori e la conseguente perdita di mercato da parte dell’organizzazione. Certo assumere il ruolo di comunicatore richiede una grande preparazione hardware e la capacità di apprendere continuamente, come del resto accade per le altre figure apicali.

Nello stesso tempo è necessaria una presa di coscienza dell’intero ecosistema e una leadership che sappia guidare le organizzazioni guardando alla gestione del cambiamento richiesta dal passaggio alla società post digitale ponendo nuova attenzione alle figure chiave del proprio team di business.

 

 


sanremo 2024 social media armandobarone

Sanremo 2024: la TV social nell'era del digitale

Il Festival di Sanremo 2024, guidato da Amadeus, ha segnato una pietra miliare nella storia televisiva, chiudendo con un record senza precedenti. La finale, trasmessa su Rai1 dalle 21.27 all'1.59, ha catturato l'attenzione di ben 14 milioni 301mila spettatori, raggiungendo una quota di mercato del 74.1%. Questo straordinario successo solleva interrogativi rilevanti sulla capacità dei media tradizionali di rinnovarsi e prosperare in un'era dominata dal digitale.

Negli ultimi anni, il panorama mediatico ha assistito a un'inversione di tendenza, con gli investimenti pubblicitari online che superavano quelli televisivi. Tuttavia, Sanremo 2024 ha dimostrato come una strategia di comunicazione ben orchestrata, che integra i social media, possa rivitalizzare un format considerato obsoleto, attrarre un pubblico vasto e diversificato, e riconquistare lo slancio per i media generalisti.

Sanremo 2024 e la forza dei social media

Amadeus ha sapientemente sfruttato la convergenza dei media, selezionando artisti con un forte seguito e un elevato livello di engagement sui social in segmenti estranei all'audience tradizionale dell'evento. Questa mossa ha non solo amplificato la presenza del festival sui nuovi media, ma ha anche creato un ponte tra il tradizionale e il digitale, rendendo il festival più accessibile e coinvolgente per i nativi digitali.

La presenza influente di artisti con radici profonde nei social media, come evidenziato dal successo di Goelier, che ha ottenuto il 60% delle preferenze attraverso il televoto, dimostra l'importanza di queste piattaforme nel modellare le preferenze e le scelte del pubblico e di coinvolgere audience molto più ampie.

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Sanremo 2024, tre lezioni fondamentali

Il caso di Sanremo 2024 sembra sottolineare tre lezioni fondamentali per i comunicatori contemporanei:

  • Primo, i social media rimangono il canale più dinamico a disposizione dei professionisti - in altri articoli abbiamo segnalato il momento di bivio per i social in termini di sostenibilità ma ciò non esclude il valore dello strumento in sé;
  • Secondo, l'immagine e la reputazione di figure pubbliche influenti devono essere supportate da una presenza sinergica sui social media, che possa amplificare il loro impatto su altri canali;
  • Terzo, il ruolo del comunicatore deve continuare a ruotare, richiedendo una comprensione strategica delle dinamiche di convergenza tra i vari media, superando la visione dei social come strumenti isolati.

In conclusione, Sanremo 2024 non è solo un trionfo nell'audience televisiva, ma anche una dimostrazione eloquente di come le strategie mediatiche innovative e integrate possano rinvigorire format tradizionali, coinvolgere pubblici eterogenei, e sfruttare il potere trasformativo dei social media.

I social se ben usati contribuiscono in modo significativo a dare rilevanza ai giovani, linfa del sistema sociale ed economico, cosa che sappiamo essere non semplice in contesto di paese che vive un  "inverno" demografico.

 Questa edizione del festival lascia un'eredità di preziose intuizioni per chi opera nel campo della comunicazione, evidenziando la straordinaria capacità dei media di adattarsi, innovare e prosperare nell'era digitale.

Happy social!

 


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L'IA generativa e l'importanza dei basic nella comunicazione

L'evoluzione tecnologica nel campo dell'Intelligenza Artificiale (IA) ha portato con sé un cambiamento sismico nel modo in cui concepiamo e creiamo contenuti. L'IA generativa ha aperto le porte a un mondo di possibilità, consentendo a chiunque di produrre rapidamente una vasta gamma di contenuti con pochi e semplici prompt. Si tratta di un cambiamento epocale, con profonde implicazioni per le aziende, le organizzazioni e le persone che operano nel campo della narrazione e della comunicazione.

L'IA generativa e la sua versatilità

Uno dei punti di forza dell'IA generativa è la sua versatilità. Questi strumenti possono essere utilizzati per creare contenuti di ogni genere, dalla scrittura di testi e articoli alla produzione di video e immagini. Questa versatilità offre un potenziale senza limiti per l'innovazione e l'empowerment delle marche e delle organizzazioni. In effetti, l'unico limite nella creazione di contenuti è l'immaginazione del creatore.

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Con l'avvicinarsi di sogni diurni e visioni creative alla realizzazione pratica, è essenziale considerare come il proprio marchio possa capitalizzare su questa nuova era dell'immaginazione. La capacità di generare contenuti rapidamente e con precisione offre un vantaggio competitivo significativo. Tuttavia, è importante mantenere un equilibrio tra l'uso dell'IA generativa e l'esperienza umana nell'arte della narrazione.

IA generativa come alleato creativo

L'anno 2024 sta assistendo a un'esplosione di contenuti senza precedenti nell'economia dell'attenzione. Questa abbondanza di contenuti offre enormi opportunità, ma è anche accompagnata da sfide significative. È fondamentale comprendere che, più che mai, coloro che sfruttano l'IA generativa devono possedere una conoscenza approfondita delle basi della comunicazione.

L'IA generativa può migliorare la creatività umana, ma quando si parla di stile, rilevanza e qualità dei contenuti, l'intervento umano è indispensabile. La conoscenza è il nostro strumento di controllo. Pertanto, dobbiamo apprendere a collaborare in modo creativo con l'IA e, allo stesso tempo, perfezionare il suo output attraverso una solida comprensione dei principi fondamentali della comunicazione.

L'IA generativa forza rivoluzionaria

In sintesi, l'Intelligenza Artificiale Generativa è una forza rivoluzionaria che sta trasformando il mondo della narrazione e della comunicazione. È un potente alleato per la creazione di contenuti innovativi, ma richiede una guida umana esperta per raggiungere il massimo potenziale. L'arte della narrazione continua a essere uno strumento potente e prezioso, e l'IA generativa è lo strumento con cui possiamo amplificare la nostra creatività e la nostra voce, ma solo se ne comprendiamo appieno il potenziale e ne guidiamo l'uso in modo consapevole e competente.

Happy AI!


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La comunicazione generativa: nuovo paradigma strategico

Mentre ci avviciniamo al 2024, assistiamo all'accelerazione di un fenomeno che sta rivoluzionando il contesto: la comunicazione generativa. Questa evoluzione non solo sta trasformando il modo in cui ci esprimiamo e interagiamo, ma influenza anche in maniera significativa gli approcci strategici nella comunicazione.

Al migliorare della qualità del dato e delle skills degli addetti ai lavori, due temi fondamentali che vanno a braccetto con l’uso responsabile della tecnologia,  la comunicazione generativa alimentata dall'Intelligenza Artificiale, nel 2024, vedrà la sua adozione diffondersi rapidamente in tutti i settori.

Integrazione dell'Intelligenza Artificiale nella Comunicazione

Organizzazione e brand sfrutteranno questa tecnologia per creare contenuti e interagire con il loro pubblico in modi mai visti prima.

Nell'era della comunicazione generativa, le interazioni non si limitano più alle conversazioni tra persone. Le macchine stesse hanno già acquisito una voce e un ruolo nel mondo della comunicazione. I chatbot, gli assistenti vocali e altri software stanno proprio ora diventando parte integrante delle strategie di comunicazione aziendale.

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Innovazione e Creatività nella Comunicazione

Come abbiamo mostrato nella "experience" durante lancio della Tech Vision 23 presso l’Accenture Customer  Innovation Center di Milano, i sistemi di Intelligenza Artificiale Generativa, combinati con l’analisi dei dati, consentono un cambio di modello operativo a vantaggio della capacità dell’umano di elevare le proprie skill, lavorare meglio ed elaborare servizi e prodotti con un più elevato tasso di creatività nonché una comunicazione più mirata ed empatica.

Data l’inarrestabile avanzata della tecnologia la riflessione sui tavoli dei comunicatori è che la reputazione di un brand non è più esclusivamente legata all'opinione umana, ma anche alla “percezione” che i sistemi di intelligenza artificiale hanno di loro. Le aziende ora dovrebbero garantire che i loro algoritmi di IA siano ben addestrati, etici e sicuri. Oltre ad essere in grado di fornire un'esperienza positiva per entrambi gli “utenti”: gli umani e le macchine.

Abbracciare il futuro della Comunicazione

In conclusione, il 2024 ci sta portando nella nuova era della comunicazione generativa. Si va verso una nuova e radicale accelerazione nel modo in cui ci connettiamo e comunichiamo.

Questa evoluzione richiede nuove strategie, nonché una consapevolezza della reputazione che un brand ha non solo tra le persone, ma anche tra le intelligenze artificiali.

Il futuro della comunicazione è qui, e sta creando opportunità straordinarie per coloro che sono disposti ad abbracciarlo con fiducia e innovazione.

Happy strategy!


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Henry Kissinger e la lezione di comunicazione strategica

La scomparsa di Henry Kissinger, un uomo che ha forgiato la politica internazionale del XXI secolo, consente di riflettere rispetto al rapporto dell’ ’arte dello scegliere’ con la comunicazione.

Kissinger ha sempre avuto una predisposizione nei confronti della comunicazione. A ben vedere ciò è evidente già all’inizio della carriera, infatti,  il ventenne Kissinger già nella propria tesi di laurea decise di analizzare il ruolo dell’atomica come strumento di deterrenza fondamentale per la strategia di sicurezza degli Stati Uniti.

L'ascesa di Henry Kissinger

Una scelta che gli attirò da subito l’attenzione del governo americano, ammirato dalla lungimiranza del giovane tedesco nato a Fürth che, infatti,  a soli 39 anni divenne consigliere alla sicurezza nazionale iniziando così una carriera politica che ha avuto pochi pari nella storia degli Stati Uniti e dell’Occidente.

Ancora la comunicazione si evince come uno strumento fondamentale nella strategia di Kissinger nello storico avvicinamento alla Cina, culminato nell’incontro tra Nixon e Mao nel 1972 e che gli valse, l'anno successivo, il Nobel Per la Pace perché: "Ha contribuito a ridurre la tensione internazionale e a promuovere la comprensione reciproca tra i paesi".

La Comunicazione nella Diplomazia

Kissinger capì da subito che la chiave del successo della missione, dai più considerata un suicidio , era la relazione con il primo ministro Zhou Enlai, unica persona ascoltata da Mao Zedong. Qui il genio: Kissinger creò una strategia politica che partiva dal principio fondamentale che in una comunicazione  efficace l’empatia non poteva mancare.

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Sono storia gli accorgimenti e lo studio che portarono alla creazione di una connessione significativa  tra Kissinger e Enlai che non solo permise la distensione tra i due paesi ma che ha lasciato una legacy quanto mai attuale: ovvero ha mostrato al mondo la differenza politica tra Cina e Russia.

Nel corso del tempo la passione per la comunicazione non ha mai lasciato Kissinger e gli esempi sarebbero tanti, anche inaspettati, come quello che vide il diplomatico impegnato nella candidatura degli Stati Uniti per i mondiali di calcio del 1994.

Convincere un paese che orgogliosamente rivendicava la propria differenza con l’Europa anche nello sport dove il principio era che la palla andava usata con le mani e non con i piedi fu un capolavoro di comunicazione che fruttò agli Stati Uniti 5 miliardi di dollari di ricavi e mostrò al mondo che la super potenza americana poteva dire la propria anche in settore dove non aveva primeggiato ma il cui impatto culturale è Globale.

Kissinger e la lezione di Comunicazione

Per concludere,  Kissinger ci ha lasciato un “testamento” culturale di inestimabile valore per ogni comunicatore. Anche il suo ultimo libro Leadership: Six Studies in World Strategy dove il file rouge è stato legare 6 personaggi esaminati dal “professore di Harvard” e la loro capacità di avere una strategia di comunicazione in grado di interpretare il contesto e includere i punti di vista per creare una connessione proficua.

Happy strategy!


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Innovazione e crescita dei Territori nell'Era post-digitale

Il purpose dell’innovazione dovrebbe essere quello di rispondere alle esigenze di crescita delle comunità e dei territori in cui esse sono inserite.

Si tratta di un atteggiamento che andrebbe applicato su diversa scala e livelli. Sia alla rigenerazione di aree urbane sia al recupero di piccoli territori su scala più ristretta.  

L'approccio fondamentale dovrebbe rimanere lo stesso, indipendentemente dalla dimensione o complessità del progetto. Trasformare un territorio utilizzando la tecnologia come leva per scalare le eccellenze strategiche del luogo. 

Ci sono diversi esempi da cui possiamo dedurre che i territori, indipendentemente dalla loro dimensione o posizione geografica. Questi possono trasformarsi positivamente attraverso investimenti strategici nelle nuove tecnologie.  

Esempi di Successo: Silicon Valley, Estonia e Albania

Le chiavi del successo includono comunicazione strategica, politiche favorevoli, formazione tecnica e infrastrutture adeguate.  

Inoltre, c’è anche un importante tema di capitale umano. Quando un territorio adotta le nuove tecnologie e le integra nella sua infrastruttura e cultura, attira più talenti, più investimenti in start-up. Tutto questo permette di posizionarsi come leader nell'era digitale.  

La Silicon Valley è diventata un’icona dell’innovazione, eppure inizialmente, era solo una regione agricola. Tuttavia, la strategia di investimenti mirati dell’amministrazione americana ha consentito l'introduzione di università, centri di ricerca, la nascita di start-up che oggi sono i giganti tecnologici Apple, Google e Facebook.  

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Su una scala diversa l'Estonia ha trasformato la sua capitale, Tallinn, in un hub di tecnologia digitale. Con iniziative come e-Residency e una forte enfasi sull'educazione digitale, il piccolo paese baltico è diventato un modello per la trasformazione digitale. 

L'Albania, ispirandosi alle esperienze di Singapore e Dubai, ha intrapreso un percorso di trasformazione digitale. Alcuni fatti sono già accaduti, come l’antico mausoleo-piramide dedicato a Enver Hoxha, il dittatore comunista dell'Albania del XX secolo. L’obiettivo di diventare l'hub tecnologico più grande dei Balcani Occidentali. Questa metamorfosi rappresenta un modo di reinventare un passato turbolento, in linea con il nuovo racconto albanese: la transizione dai call center ai centri digitali. 

In un paese che si trasforma in Digital Nation, la comunicazione è una chiave fondamentale per creare un senso di appartenenza e una visione condivisa. 

L'Importanza degli Innovation Hub nella Società Moderna

Gli Innovation Hub diventano non solo luoghi di lavoro. Rappresentano comunità vibranti e interconnesse, dove le idee fluiscano liberamente e le reti si estendano oltre le frontiere fisiche. La comunicazione efficace non solo presenta i risultati. Essa contribuisce a costruire una cultura in cui l'innovazione è parte integrante della vita quotidiana. 

Nei centri di innovazione, la comunicazione non è solo uno strumento di marketing. È un mezzo attraverso il quale si possono creare reti, condividere conoscenze e attrarre talenti e investimenti. 

Nell'era post-digitale, è sempre più evidente che la prosperità di una nazione dipende direttamente dalla sua capacità di abbracciare il cambiamento e posizionarsi come faro di innovazione nel panorama globale.

Happy Innovation! 


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Le 4 C del Comunicatore per guidare i CEO nell′era della volatilità

Di fronte a sfide senza precedenti, le aziende e i loro CEO sono chiamati a dimostrare la propria solidità.

I CEO dichiarano di vivere una stagione estremamente complessa, compressi tra numerose priorità strategiche contemporanee e disruption causate da fenomeni esterni al perimetro aziendale. Questo è uno dei dati che emerge da “United Nations Global Compact-Accenture CEO Study”  che si basa su informazioni raccolte da più di 2.600 CEO di 128 paesi, 18 settori industriali, approfondite in oltre 130 interviste

La priorità è creare valore in un ambiente globale sempre più volatile. Per i leader ciò significa prendere decisioni difficili che potrebbero non essere sempre gradite da tutti gli stakeholder.

La domanda che mi pongo, rispetto al mio mestiere, è: come possono gli specialisti della comunicazione supportare le nuove sfide e sostenere i CEO?

È il contesto che può ribadire la centralità dei comunicatori che hanno saputo abbracciare il nuovo e fatto maturare il proprio team intorno a un concetto di leadership responsabile.

In un contesto del genere appare quanto mai necessario per i comunicatori essere top of mind per i leader di business ed individuare insieme ai loro le priorità da portare sul mercato esterno. Se questo non accade è sempre più alto il rischio di uno “scollamento” tra mercato e comunicazione.

Ma non basta. La strategia di comunicazione deve essere concepita in un’ottica di personalizzazione perché le audience sono immerse nelle peculiarità del contesto, quindi gli approcci generalisti non sono più in grado di soddisfare il loro bisogno di informazione, che è sempre più verticale ma anche ricco di quei significati che le persone cercano nei brand.

I professionisti della comunicazione si trovano di fronte a una domanda importante: come possiamo aiutare le nostre organizzazioni a navigare in queste nuove acque?

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Non solo devono essere in alcune circostanze “la penna e la voce dei CEO" nell'ambiente volatile di oggi, i confini si sono ampliati per includere:

-Conoscere bene gli eventi dove è importante che CEO partecipino, perché possono avere un impatto sull'organizzazione.

-Comprendere l'impatto dei fattori interni ed esterni sul successo dell'organizzazione.

-Sviluppare strategie di comunicazione di personal branding per rafforzare la credibilità del CEO e garantire la sinergia di questa con quella dell’intera organizzazione

È compito del comunicatore fornire al business le evidenze per produrre la necessaria consapevolezza sulla necessità di una nuova alleanza con la comunicazione per creare vantaggio competitivo. È mia opinione che i leader solidi sanno che non possono permettersi di ignorare il ruolo della comunicazione nel successo dell'organizzazione. Sanno che in tempi di volatilità accelerata devono saper comunicare una visione strategica e uno scopo chiari, sviluppare messaggi forti per i dipendenti e agire per garantire che le loro organizzazioni continuino a crescere anche nei momenti difficili.

Il comunicatore dal canto suo deve essere connesso con l’ecosistema ed avere la capacità di cambiare rotta in un attimo, se necessario, e questo significa mettere continuamente in gioco la propria comfort zone.

Significa quindi cambiare prospettiva e agire non solo come professionista della comunicazione e specialista di un mestiere ma anche come leader.

Il mondo di oggi è complesso e in rapida evoluzione, non possiamo aspettarci che una sola persona abbia tutte le risposte. Una volta che il CEO ha tracciato la rotta, il team deve seguirlo e guidarlo nelle scelte dei messaggi per lui è per l’azienda. Nel modello tradizionale il CEO aveva il suo consulente o team di comunicazione, oggi nell’era della fluidità non ci sono più questi scollamenti. La figura del CEO e dell’azienda si sovrappongono e si alimentano.

Quindi cosa potrebbe mancare? Beh, c'è un concetto di immersione. Una volta capito il posizionamento del CEO e la rotta che lui stesso vuole intraprendere bisogna partecipare attivamente ai progetti e avere la forza di guidarlo nella direzione migliore.

E poi si aggiunge un aspetto rilevante, che riguarda il purpose. La comunicazione è sempre stata considerata principalmente come uno strumento per trasferire informazioni da una persona all'altra, ma non è mai stata vista come uno strumento per creare capitale sociale.

In un ambiente in rapida evoluzione come quello odierno, in cui i canali di comunicazione tradizionali sono sempre più fluidi nel trasmettere i messaggi desiderati, i comunicatori devono guardare oltre il loro ruolo tradizionale di fornitori di informazioni per essere maggiormente coinvolti nella formazione di valori e credenze nella società.

Siamo quindi pronti ad affrontare qualsiasi sfida, con le 4 C del comunicatore di oggi: competenza, coraggio, carattere e coinvolgimento:

Le 4 C del comunicatore di oggi:

  • Competenza: bisogna conoscere il pubblico, gli argomenti e il contesto.
  • Coraggio: dobbiamo essere disposti a condividere la nostra opinione e a parlare in modo franco, diretto e trasparente.
  • Carattere: dobbiamo gestire le resistenze, aiutare fact based il business a ragionare per decidere insieme le leve del cambiamento;
  • Coinvolgimento: bisogna coinvolgere il proprio team e tutti gli attori necessari. L’epoca dell’”uomo solo” e dell’autarchia oggi non è adeguata.

Happy innovating!


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Il flusso del pubblico nella Comunicazione dell′era del New Normal

Tutti amano le belle storyline. Il nostro pubblico non fa eccezione. Ma per raccontarne una bella, dobbiamo sapere che tipo di storia il nostro pubblico vuole ascoltare. E non è sempre facile capirlo, di certo i dati socio-demografici non riescono più da soli a darci indicazioni per coinvolgere.

Come specialisti della comunicazione vogliamo sempre capire nel dettaglio quali sono le esigenze degli stakeholder. A tal fine, cerchiamo di analizzare informazioni ed esperienza per tracciare un quadro corretto e indirizzare i messaggi. Questo ci aiuta a trasformare la comunicazione in un servizio e ad avere certamente più chance di essere rilevanti.

Mettere il pubblico al centro è quindi uno degli ingredienti fondamentali per creare storyline di successo.
La domanda che ci dobbiamo porre è, nell'evoluzione e nel cambiamento che viviamo, la strategia di approccio al pubblico di riferimento è diversa o rimane la stessa di qualche anno fa? È certamente cambiata.

Il modo in cui comprendiamo il mondo si è infatti trasformato radicalmente negli ultimi anni. Un tempo pensavamo alle persone in termini demografici, come l'età, il sesso e lo status sociale. Questo è ancora un modo utile per capire un grande gruppo di persone, ma non ci porta molto lontano quando cerchiamo di comunicare con empatia. Nell'odierno ambiente di comunicazione 24/7, siamo tutti bombardati da messaggi provenienti da ogni direzione e media. Il nostro pubblico di riferimento è da un lato immerso in una quantità di informazioni senza pari, dall’altro mostra l’esigenza di ricevere informazioni personalizzate, superando quindi anche il concetto di pertinenza.

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Esistono ed esisteranno sempre di più tool in grado di darci informazioni rilevanti sul target ma a mio parere questi dati non garantiranno mai la certezza di essere scelti come fonte. Bisogna fare un passaggio ulteriore. Cosa sappiamo veramente dei nostri stakeholder e qual è il modo migliore per entrare in contatto con loro?

La parola "empatia" deriva dalle parole greche "em", che significa in o dentro, e "patheia", che significa sofferenza. È la nostra capacità di sentire ciò che gli altri stanno vivendo, come se lo stessimo vivendo noi stessi. L'empatia non è solo la capacità di comprendere una situazione, ma anche di entrare in contatto con un'altra persona a un livello più profondo. È un'abilità che ogni comunicatore deve padroneggiare e come tutte le abilità può migliorare, se allenata.

Inoltre, dobbiamo considerare che Il ciclo di notizie dei media è cambiato radicalmente. Ci sono molti modi per esprimere la propria opinione e far sentire la propria voce, sia che si tratti di un giornalista che di un lettore. È importante che il contenuto “personalizzato” sia inviato anche attraverso il canale giusto.

Quando ci accingiamo a creare una strategia di comunicazione dobbiamo quindi considerare uno scenario ed un contesto dinamico, ricette buone per tutti i gusti non esistono più.

Il pubblico è fatto da individui che possono scegliere tra migliaia di fonti provenienti da infiniti canali. Dobbiamo quindi capire cosa li spinge, quali sono le loro esigenze e come vogliono ricevere le informazioni. La sfida è considerare l'esperienza delle persone come prima leva della comprensione.

Anche se mi occupo di comunicazione da molto tempo, trovo molto delicata questa fase e per niente semplice. Ma possibile se fissiamo bene gli obiettivi di analisi.

Quali domande quindi dobbiamo porci per capire meglio i nostri stakeholder?

1)    Come sono? Mettiti nei loro panni e prova a immaginare e descrivere la loro vita.

2)    Perché dovrebbero considerare il tuo messaggio? Cosa potrebbero ottenere dalla tua comunicazione?

3)    Qual è il loro bisogno? Fai sapere al tuo pubblico che li capisci e che puoi offrire una soluzione.

4)    Spiega chiaramente qual è la soluzione che proponi.

5)    Cosa vuoi che facciano? Assicurati che sia un’azione chiara da intraprendere.

6)    Come potrebbero resisterti? Cosa potrebbe impedirgli di seguirti?

Una case-study interessante quando parliamo di attenzioni e conoscenza dei valori e delle aspirazioni del pubblico è quella di Tik Tok.

TikTok Shop UK lancerà una nuova categoria di libri in collaborazione con la casa editrice HarperCollins e i rivenditori WHSmith e Bookshop.org. La mossa consente agli amanti dei libri di acquistare una gamma di titoli dei marchi dell'editore CGP Books, che ha un forte carattere educativo, senza uscire dall'app TikTok. La partnership, annunciata nel novembre 2022, attingerà anche alla rete di editori affermati di Bookshop.org come Bloomsbury Books e librerie indipendenti. Anche librerie come Ibadah London e Lowplex Books raggiungeranno un nuovo pubblico attraverso TikTok Shop. La notizia si basa sul successo di #BookTok, la comunità letteraria e di lettura di TikTok che è rapidamente diventata uno degli hashtag più popolari sulla piattaforma, raggiungendo ad oggi oltre 88 miliardi di visualizzazioni.


omunicazione strategica cambiamento

La Comunicazione strategica che abilita il Cambiamento

Ogni aspetto del lavoro di chi si occupa di comunicazione esterna sta cambiando seguendo uno scenario macro economico più complesso e organizzazioni impegnate in trasformazioni sempre più compresse nel tempo, tanto da rendere fondamentale la capacità di decidere in segmenti di tempo ridotti, mandando così in soffitta la cultura dei piani di comunicazione triennali.

Non lavoriamo più da un posto fisso, oggi siamo in ufficio, domani a casa o chi in uno spazio di coworking. Ci sono nuove definizioni e atteggiamenti nei confronti del lavoro, come per esempio il dibattito tra umani e intelligenza artificiale. Paradossalmente ritengo che questo scenario di continuo cambiamento renda ancora più necessario dotarsi un strategia, resiliente by design.

Abbiamo bisogno di una strategia di comunicazione, di una strategia di gestione del team e di una strategia anche per noi stessi, per cogliere il cambiamento prima che arrivi. La sfida quindi è avere un rapporto differente con il tempo, accettando di ridurre i segmenti entro i quali troviamo ispirazione, soluzioni e agiamo in modo strategico.

La strategia di comunicazione deve avere il suo perno negli stakeholder, a partire dal proprio team di lavoro. Fondamentale è qui avere un approccio empatico e inclusivo. Un ambiente e un atteggiamento inclusivo fa sì che i membri del team siano coinvolti e motivati dal progetto a cui partecipano attivamente. Stesso approccio vale per gli  stakeholder (top management, partner, media, influencer…) perché in un mondo fluido dove la strategia può cambiare rapidamente se non hai tutti gli stakeholder on board non puoi essere resiliente. Su questo punto ritorna l’importanza delle relazioni pubbliche, come momento di confronto attivo con tutto ciò che è portatore di interesse esterno all’organizzazione.

omunicazione strategica cambiamento

Siamo in una fase di trasformazione che arriva con molte idee nuove e innovative ma anche molte altre domande e sperimentazioni. Alcune cose sono chiare però. Ad esempio, che le audience e gli stakeholder ai quali ci rivolgiamo hanno più influenza di prima, che il lavoro del comunicatore è di baricentro per accogliere il nuovo valorizzando gli asset e il know-how della professione  e, infine, che solo le organizzazioni che si alimentano con una comunicazione esterna ed interna veramente significativa, costruita intorno a valori sani saranno abbracciate da dipendenti, consumatori e clienti.

A proposito di avere un modello di economia dell’attenzione ma anche inclusivo nel contesto che viviamo, bella la campagna Joyful Diversity with AI di BMW che ha lanciato una sfida per trovare soluzioni per la diversità, l'equità e l'inclusione che possono essere messe in atto internamente. La sfida ha incoraggiato i partecipanti a proporre soluzioni basate sull'intelligenza artificiale e sui dati (compresi i dati in tempo reale) che testano, misurano e riducono sistematicamente i pregiudizi negli ambienti di lavoro e nella comunicazione. Con questa campagna BMW spera che le soluzioni possano consentire una migliore comprensione, riflessione e decisioni più intelligenti a livello globale, sia per l'azienda che per la società nel suo insieme. Dopo un processo di selezione iniziato in ottobre, una giuria selezionerà due squadre vincitrici entro dicembre di quest’anno.

Insomma il nostro lavoro di comunicatori è nuovamente al centro del cambiamento, sono tanti gli aspetti e le implicazioni, il lavoro che cambia, le audience che cambiano e la delivery che cambia. In questo meraviglioso mondo che si trasforma ogni giorno abbiamo l’opportunità di ribadire l’importanza di un lavoro senza pari.