comunicazione resilienza armandobarone

Navigare l'incertezza: la nuova frontiera della Comunicazione

In un'epoca segnata da turbolenze globali, tensioni geopolitiche, eventi meteorologici estremi, il mondo si confronta con una realtà ineludibile: la capacità di programmazione di lungo periodo è estremamente complessa.

In questo contesto di continuo cambiamento, la resilienza emerge come un'imperativa competenza per i comunicatori moderni.

La Nuova Frontiera della Comunicazione

Il comunicatore moderno si trova a navigare in un mare di incertezze. Come rivelato dal World Economic Forum (2023), il 69% dei cittadini mondiali prevede un futuro di volatilità continua, con shock multipli che influenzano economie e industrie. In tale panorama, il comunicatore non solo deve trasmettere messaggi, ma anche agire come un faro di stabilità e chiarezza.

Per i comunicatori, la resilienza significa molto più che sopravvivere a una crisi. Si tratta di adattarsi, apprendere e crescere attraverso le sfide. Questo richiede un approccio proattivo e reattivo alla comunicazione, dove l'anticipazione e l'adattamento immediato agli shock diventano competenze fondamentali. Le principali aziende considerano da tempo la resilienza una priorità strategica, sottolineando l'importanza di comunicatori capaci di guidare attraverso l'incertezza. 

Comunicare con Agilità e Flessibilità

Il comunicatore resiliente si distingue per la sua capacità di essere agile e flessibile. In un mondo in rapido cambiamento, i messaggi devono essere tempestivi. E anche in grado di adattarsi a contesti in continua evoluzione.

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Dall'Informazione alla Trasformazione

La resilienza nella comunicazione non è solo una questione di gestione delle crisi. È anche una questione di trasformare queste crisi in opportunità di apprendimento e crescita. Come il team di LibreOffice ha dimostrato, ogni sfida può diventare un'occasione per innovare e migliorare.

Per il comunicatore contemporaneo la resilienza ha un impatto profondo non solo su come le informazioni vengono comunicate. Ma anche su come vengono percepite e consumate dal proprio team prima che dal pubblico. La fruizione all’informazione subisce trasformazioni significative, con una diminuzione della fiducia nelle fonti tradizionali, una sempre più acritica attenzione al mondo dei “creators”. E un aumento delle preoccupazioni tra un pubblico sempre più polarizzato.

I media, in risposta a queste tendenze, stanno adottando nuove strategie per riconquistare la fiducia del pubblico e adattarsi ai cambiamenti nei modelli di consumo.

Ciò include:

  1. Enfatizzare la veridicità e l'affidabilità: i media si stanno concentrando maggiormente sulla verifica delle fonti e sulla trasparenza nell'erogazione delle notizie per ricostruire la fiducia con il pubblico.
  2. Adattare i formati di comunicazione: per rispondere all’ascesa dei “creators”, i media stanno sperimentando formati più brevi e visivamente accattivanti con data telling coinvolgenti.
  3. Focus su argomenti rilevanti: c'è una maggiore enfasi su temi come la salute, il benessere e l'ambiente, rispecchiando le preoccupazioni del pubblico e fornendo informazioni utili e pratiche. 

In conclusione, in un mondo dove la tempesta del cambiamento è la nuova norma, la resilienza diventa un imperativo per il comunicatore moderno. Andando oltre la semplice sopravvivenza, i comunicatori devono diventare catalizzatori di cambiamento. Guidare le organizzazioni e le comunità attraverso le acque agitate del presente verso un futuro più chiaro e stabile. In questo contesto, la capacità di comunicare efficacemente, con agilità e adattabilità è essenziale per il successo. In un mondo in costante discontinuità.


trasformazione inclusiva claudia goldin armandobarone

Una Trasformazione inclusiva richiede un Cambiamento esclusivo

In un momento drammatico in cui il mondo viene risucchiato in una nuova spirale di violenza, tra le pieghe delle sfide senza precedenti che il nostro tempo ci presenta, l'inclusione emerge come un imperativo categorico, uno strumento indispensabile per tessere la trama di una società più equa e resiliente.

In un’epoca segnata da sfide mai viste, la fiducia va di pari passo con la crescita di una consapevolezza e di una richiesta di partecipazione da parte delle persone, che in tutto il mondo, stanno portando le loro frustrazioni e richieste nelle famiglie, nelle strade,  nei luoghi di lavoro e, ovviamente, nella vita digitale.

Emergono con forza esempi tangibili di un bisogno crescente d’inclusione, ma anche di una voglia palpabile di costruire qualcosa di nuovo, un sistema che sia parimenti alimentato - e crucialmente formato - da chi oggi viene spinto ai margini del cambiamento: le donne e i giovani.

La partecipazione diviene, dunque, la chiave maestra che apre le porte al cambiamento vero, una trasformazione che affonda le sue radici nel contributo di ciascuno.

Il valore insito in ogni individuo, quando riconosciuto e messo in rete, crea un tessuto sociale robusto e innovativo, capace di affrontare e plasmare il cambiamento, piuttosto che subirlo.

trasformazione inclusiva claudia goldin armandobarone

Donne e giovani, in particolare, rappresentano una forza vitale e propulsiva che, se inclusa e valorizzata, ha il potenziale di innescare una spirale virtuosa di rinnovamento e crescita. La loro voce, le loro idee e il loro entusiasmo sono risorse indispensabili per costruire il futuro che vogliamo: inclusivo, partecipativo e giusto.

Ad esempio,  scoprire nuove modalità di comunicazione con i giovani, aggiornando anche i nostri linguaggi, rappresenta un energico abbraccio verso una porzione sociale che sempre più spesso viene sacrificata nelle ambizioni e nelle opportunità. Avvicinarsi al mondo giovanile non significa solamente offrire opportunità, ma anche saper ascoltare, comprendere e valorizzare le aspirazioni, le idee e le competenze che essi possono esprimere.

Creare canali di dialogo autentico, spazi in cui i giovani possano sentirsi accolti, ascoltati e considerati non solo come destinatari, ma come attori proattivi, significa gettare un ponte verso il futuro, costruendo insieme la strada per un cambiamento inclusivo e partecipato, dove ognuno ha un ruolo determinante nel modellare l'orizzonte che verrà.

La scarsa inclusione della scuola verso la cultura dei giovani tende a minimizzare le aspettative nei confronti del futuro, rischiando di generare un'arida 'assenza di desiderio' di crescita istruttiva da parte del giovane che si sente escluso, e parallela a un ascensore sociale inceppata che priva le nuove generazioni di un futuro per cui lottare.

Questa dinamica spinge, inoltre, le generazioni precedenti a barricarsi dietro le proprie conquiste, finendo per erodere il vero valore del merito e dell'aspirazione. La chiave per invertire questa tendenza risiede nell'implementare un sistema educativo contemporaneo e autenticamente inclusivo, che promuova una cultura della partecipazione e dell'opportunità, garantendo a ogni giovane un percorso che valorizzi le proprie potenzialità e aspirazione.

In questa meditazione sulla necessità di un'inclusione sistemica, la questione della parità di genere emerge con prepotenza su due fronti nevralgici: l'ambito lavorativo e quello formativo. Parlando del contesto lavorativo, ci troviamo a giocare una partita da 28.000 miliardi di dollari, che rappresenta il valore della parità di genere nel mondo del lavoro a livello mondiale.

È fondamentale qui introdurre l’aggettivo “retribuita”, in quanto, nel calcolare il contributo femminile ai PIL nazionali, le attività di cura non retribuite, che secondo l’OCSE gravano sulle donne per un 300% in più rispetto agli uomini, restano invisibili. La bussola internazionale in questo campo è senza dubbio il Global Gender Gap Index, fornito dal World Economic Forum, che ci aggiorna annualmente sui progressi (o regressi) verso una parità di genere che non sia solo lavorativa, ma che includa anche le sfere della partecipazione politica, dell'accesso alle cure sanitarie e dell'educazione.

L’analisi, condotta su 146 Paesi nel mondo, ci ricorda quest’anno che, proseguendo su questa traiettoria, saranno necessari ancora 131 anni per colmare il divario tra uomini e donne. Gli ultimi dati, diffusi da «Forbes», segnalano che il gap retributivo di genere a livello globale ammonta al 17 per cento. Una ventenne che oggi entra a tempo pieno nel mondo del lavoro guadagnerà, lungo un percorso professionale di 40 anni, 407.760 dollari in meno di un suo collega, a fronte di ruoli e mansioni equivalenti.

Anche da un punto di vista della carriera e dei ruoli aziendali, le donne continuano a sperimentare una sofferenza palpabile rispetto agli uomini. Claudia Goldin, insignita del premio Nobel per l’Economia nel 2023 per i suoi studi sul mercato del lavoro femminile, rappresenta un faro in questo ambito. È la terza donna a ricevere il Nobel per l’Economia, la prima a vincerlo in solitaria e la prima per gli studi di genere, settore al quale ha consacrato la sua intera vita professionale.

Il suo premio non è soltanto un omaggio al notevole lavoro di una ricercatrice, ma anche un riconoscimento che l’analisi delle differenze di genere, delle cause e delle persistenti forme di una delle più acutizzate disuguaglianze, sia un argomento cardine per l’economia e una dimensione cruciale per comprendere le più rilevanti trasformazioni socio-economiche del nostro tempo.

L’accrescimento della partecipazione delle donne al mondo del lavoro rappresenta una delle metamorfosi più salienti dell'ultimo secolo. I tassi di occupazione femminili hanno più che triplicato nell’ultimo secolo, mentre quelli maschili sono rimasti sostanzialmente stabili. Nonostante ciò, al giorno d'oggi, solo il 50% delle donne nel mondo sono inserite nel mercato del lavoro, contro una percentuale dell'80% di uomini occupati. Una discrepanza che necessita non solo di analisi, ma di interventi mirati e sistematici per la costruzione di un futuro realmente paritario.

Da un punto di vista formativo in un'epoca di profonda trasformazione tecnologica, dove la necessità di manodopera specializzata in ambito scientifico e tecnico diviene cruciale per superare le sfide future, questa disparità non è solo un'iniquità sociale, ma rappresenta un autentico freno allo sviluppo e all’innovazione del nostro sistema Paese e dell’intera Unione.

Nonostante i passi avanti, nell'intero panorama dell’Unione Europea, le donne persistono a essere sottorappresentate nei percorsi formativi a impronta scientifica e tecnologica. Di fronte a una media UE di circa 21 laureati STEM per ogni 1.000 giovani tra i 20 e i 29 anni, le laureate sono soltanto 14,9, mentre il dato relativo ai maschi è quasi doppio, posizionandosi a 27,9. Un divario che si manifesta, con differenti intensità, in tutti gli stati dell’Unione.

In Italia, la media dei laureati in materie scientifiche (entrambi i sessi inclusi) è ancor più bassa, registrando un 16,4 per mille giovani residenti. La percentuale di laureati STEM maschili cresce a 19,4, mentre quella delle laureate si ferma a 13,3, evidenziando un distacco di circa 6 punti. Si tratta di una tendenza di lungo periodo che può essere invertita solo portando su scala sistemica le eccellenze spesso iper-locali che al momento produce la collaborazione pubblico- privato.

Immaginiamo per un istante un giardiniere che, volendo far prosperare il suo giardino, sceglie consapevolmente di zapparsi sui piedi, impedendo a se stesso di camminare, di prendersi cura delle piantine e, quindi, di vedere fiorire i suoi sforzi.

Metafora che trova sponda diretta con quanto accade nella nostra società quando scegliamo di trascurare l'inclusione e di non alimentarla nelle generazioni emergenti e nelle donne. Abbiamo in mano il rastrello della parità, l'acqua dell'equità e i semi della crescita economica, basterebbe far fiorire coloro che sono ancora troppo ai margini della partecipazione, per realizzare un habitat in cui l'economia e la società possano prosperare insieme, in un equilibrio sano e produttivo.

Non permettere a chiunque di accedere alle risorse, alle opportunità e ai sogni equivale a privare il terreno della nutrizione necessaria perché possano germogliare semi vigorosi e resilienti.  In uno scenario internazionale che ci vede di fronte a sfide imponenti, il coinvolgimento, la partecipazione e la condivisione di ogni singolo pezzo di terreno fertile, rappresentato da ogni individuo, diventano imperativi categorici da cui non possiamo e non dobbiamo prescindere.

Nutriamo e irrighiamo insieme il nostro giardino comune, cosicché il futuro possa sbocciare in un'esplosione di colori, talenti e opportunità, a beneficio di tutti.

Happy inclusion!


comunicatore cambiamento armandobarone

La comunicazione del futuro: 7 segnali di cambiamento

Nel mondo della comunicazione, essere aperti al cambiamento è fondamentale per rimanere rilevanti e adattarsi alle evoluzioni del mercato. I professionisti della comunicazione che riescono ad abbracciare il cambiamento dimostrano una maggiore capacità di innovazione e di adattamento alle nuove tecnologie e alle esigenze dei clienti. In questo articolo, esploro sette segnali che indicano se sei un professionista della comunicazione mentalmente aperto al cambiamento.

  • Curiosità e ricerca costante: un professionista della comunicazione aperto al cambiamento è guidato da una curiosità intrinseca e da una volontà di apprendere costantemente. Questo si traduce in una ricerca attiva di nuove tendenze, strumenti e metodologie nel campo della comunicazione. Un segnale di apertura mentale al cambiamento è l'impegno costante nel rimanere aggiornati sulle ultime innovazioni del settore.
  • Flessibilità e adattabilità: la capacità di adattarsi rapidamente ai cambiamenti è un tratto distintivo di un professionista della comunicazione aperto al cambiamento. Questa flessibilità si riflette nella volontà di esplorare nuovi approcci e di abbracciare nuove strategie di comunicazione, anche se ciò significa lasciare da parte le vecchie pratiche. L'apertura mentale si manifesta nel desiderio di ruotare verso il nuovo.
  • Mentalità sperimentale: i professionisti della comunicazione aperti al cambiamento sono disposti a sperimentare e ad assumere rischi. Essi comprendono che l'innovazione è un vero e proprio LAB che richiede l'esplorazione di nuove idee e la volontà di provare approcci non convenzionali. Questa mentalità sperimentale consente loro di esplorare nuove strategie di comunicazione, testare nuovi formati e adattarsi in base ai risultati ottenuti.

comunicatore cambiamento armandobarone

  • Collaborazione e condivisione delle conoscenze: un segno di apertura mentale al cambiamento è la volontà di collaborare con colleghi e di condividere le proprie conoscenze. I professionisti della comunicazione aperti al cambiamento sono consapevoli che l'apprendimento e la crescita si verificano attraverso l'interazione e la relazione con gli altri. Essi sono disposti a condividere le proprie esperienze, a partecipare a gruppi di discussione e a supportare il progresso dell'intera industria della comunicazione.
  • Fare crescere il proprio team: il comunicatore che abbraccia la contemporaneità si adopera per valorizzare le aree di forza del suo team, garantendo la loro continua evoluzione, che si tratti di hard skills o soft skills.
  • Capacità di adattarsi alla tecnologia: l'era post digitale ha trasformato radicalmente il campo della comunicazione, richiedendo ai professionisti di adattarsi alle nuove tecnologie e ai canali di di consegna del messaggio emergenti. Un segnale di apertura mentale al cambiamento è la volontà di abbracciare e comprendere l'evoluzione tecnologica. I professionisti della comunicazione mentalmente aperti sono disposti a imparare nuovi da strumenti digitali, adottare piattaforme social emergenti e integrare le tecnologie digitali nella loro strategia di comunicazione. Sono consapevoli che la tecnologia è un potente superpotere e copilota per raggiungere il pubblico in modo più efficace e per adattarsi alle sue preferenze e abitudini.
  • Capacità di gestire il feedback e l'incertezza: un professionista della comunicazione aperto al cambiamento sa gestire il feedback in modo costruttivo e affrontare l'incertezza con tranquillità. Questo significa essere aperti a ricevere critiche, adattare le proprie strategie in base ai risultati ottenuti e abbracciare l'incertezza come opportunità di crescita. L'apertura mentale si manifesta nella volontà di ascoltare diverse prospettive e di adattare le proprie azioni di conseguenza, senza resistenza al cambiamento.

In conclusione, essere professionisti della comunicazione mentalmente aperti al cambiamento è una caratteristica fondamentale per rimanere competitivi e rilevanti nel settore. La curiosità costante, la flessibilità, la mentalità sperimentale, la collaborazione, l'adattabilità alla tecnologia e la gestione del feedback e dell'incertezza sono i segnali che indicano se siamo veramente aperti come comunicatori. Mantenere queste qualità e competenze vive è essenziale per adattarsi alle nuove tendenze, tecnologie e preferenze del pubblico, garantendo il successo a lungo termine nella nostra professione.

Quindi, se vi riconoscerete in questi segnali, congratulazioni! Siete professionisti della comunicazione mentalmente aperti al cambiamento. Continuiamo ad abbracciare l'innovazione e a sperimentare nuove strategie per restare all'avanguardia nel nostro campo e guidare il cambiamento nel mondo della nostra amata comunicazione.

Happy innovating


forbes 2023 armando barone

Comunicare per comprendere il Valore del Cambiamento

A parte essere molto orgoglioso di ricevere questo premio, voglio condividere con voi una riflessione che mi accompagna quotidianamente: come deve evolvere la strategia di comunicazione in un’epoca di accelerazione esponenziale delle tecnologie, quando l’oggetto del messaggio è la tecnologia stessa?

Penso che la strategia di comunicazione debba mirare ad aiutare le organizzazioni e le persone nel comprendere il valore del cambiamento attraverso la sperimentazione del beneficio che l’adozione delle nuove tecnologie può fornire, vantaggi spesso difficilmente immaginabili.

L’esperienza permette alla comunicazione di passare dallo storytelling allo storydoing e quindi di abilitare un racconto in grado di stimolare le corde della soddisfazione del bisogno delle organizzazioni e delle persone.

Così è stato per i media coinvolti nella Tech Vision 2022, intervenuti a toccare con mano l’impatto del Metaverso sulla vita quotidiana e su un settore specifico, quello dell’editoria abilitando successivamente il racconto.

Comunicare l'innovazione in maniera “POP” significa rendere accessibili e comprensibili le nuove tecnologie per un pubblico vasto. Grazie al suo linguaggio diretto, e ai suoi contenuti coinvolgenti e pratici, questo approccio incoraggia l'accettazione del cambiamento.

Negli ultimi anni si è assistito ad un'accelerazione senza precedenti nella storia. La fase di maturazione contemporanea di nuove tecnologie convergenti come il cloud, l'intelligenza artificiale, l'internet delle cose, la blockchain, la realtà virtuale e aumentata, e tanti altri, ha avviato ad una rapida trasformazione di molte industrie e settori, generando nuove opportunità ma anche nuove sfide e problemi da affrontare.

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È umano che in questa fase prevalga un sentimento bivalente di odio-amore nei confronti del cambiamento. Per questo ritengo che contribuire ad una consapevolezza diffusa sia non solo utile ma doveroso.

Nel passato la distanza temporale tra una rivoluzione tecnologica e l'altra era generalmente molto più dilatata rispetto ai giorni nostri. Ad esempio, la rivoluzione industriale del XVIII e XIX secolo ha portato a grandi cambiamenti nel modo in cui le merci venivano prodotte, trasportate e distribuite, e ha rappresentato una trasformazione radicale per molte società dell'epoca. Tuttavia, la rivoluzione tecnologica successiva, cioè l'introduzione del telefono, dell'automobile e dell'elettricità, non si è verificata fino al XX secolo.

Al contrario, negli ultimi decenni abbiamo assistito a una rapida accelerazione del cambiamento tecnologico, che ha portato all'introduzione di nuove tecnologie e innovazioni a ritmo sempre più sostenuto. Ad esempio, l'avvento di internet ha avuto un impatto significativo sulla società e sull'economia in generale, e la sua evoluzione ha portato velocemente all'introduzione di successive e nuove tecnologie come i dispositivi mobili, la cloud computing, i social network, l'intelligenza artificiale e la blockchain. Adesso stiamo vivendo l’avvio della società post – digitale.

Se rifletto sulla mia generazione, quella dei comunicatori nati negli anni settanta, è stata la prima a vivere completamente immersa nella transizione tra l’era analogica e quella digitale e a sperimentare l'accelerazione tecnologica in prima persona. A partire dagli anni '80, con l'introduzione dei primi personal computer, si è assistito ad una rapida evoluzione della tecnologia, che ha rivoluzionato il modo in cui le persone lavorano, comunicano e si divertono.

La generazione degli anni '70 ha dovuto imparare ad adattarsi a questa nuova realtà ed ha il bagaglio necessario per affrontare la comunicazione dell’era post-digitale.

La comunicazione per generare impatto deve interiorizzare la capacità di ruotare dinamicamente verso il nuovo per personalizzare le progettualità e mantenere l'attenzione del pubblico. A mio parere gli asset di questa strategia sono:

Utilizzo di nuovi canali di comunicazione: sperimentare i nuovi canali di comunicazione, come metatarso, realtà aumentata, social media, podcast, video e piattaforme di messaggistica istantanea, permette di raggiungere i pubblici che si informano in maniera sempre più frammentata.

Ricerca delle ultime tendenze: monitorare le tendenze emergenti nel settore della comunicazione, sia in termini di contenuti che di strumenti e tecnologie, consente di essere sempre all'avanguardia e di avviare sperimentazioni sostenibili e misurabili.

Raccolta e analisi dei dati: utilizzare dati e analisi per comprendere meglio il comportamento del pubblico e le sue preferenze consente una comunicazione più rilevante e coinvolgente per ciascun individuo.

Storytelling esperienziale ovvero storydoing: sperimentare nuovi modi di raccontare e presentare informazioni può aiutare a mantenere il pubblico interessato e ad attirare l'attenzione su temi importanti. Ad esempio, si può utilizzare la realtà virtuale o aumentata per creare esperienze immersive. Fare toccare con mano l’innovazione nell’epoca post-digitale è un modo potentissimo per ridurre le resistenze e fare emergere i benefici.

Ascolto adattivo: una competenza che considero di crescente rilevanza è la capacità di adattamento del proprio stile di ascolto alle diverse situazioni e alle esigenze del comunicatore. Questa abilità consente di comprendere meglio il messaggio dell'interlocutore, elaborarlo rispetto al contesto attuale e di rispondere in modo appropriato.

Collaborazione e co-creazione: coinvolgere i pubblici nel processo di creazione dei progetti può portare a una comunicazione più personalizzata e coinvolgente. La co-creazione permette di sviluppare contenuti che rispecchino le esigenze e le preferenze del pubblico.

Formazione continua: investire nella formazione e nello sviluppo delle proprie competenze consente di essere pronti a cogliere le nuove opportunità che si presentano e di rimanere rilevanti presso gli stakeholder.

Team: un team con una forte leadership individuale e competente fa la differenza nel realizzare la strategia di comunicazione in modo più efficace ed efficiente. Questo contribuisce a migliorare la qualità e la rilevanza della comunicazione.

In conclusione, il riconoscimento Forbes Top Quality ha premiato non solo me e il mio team ma l'importanza della comunicazione nell'era post- digitale, un elemento strategico per contribuire al coinvolgimento dei pubblici nell’accogliere il cambiamento focalizzandosi sui vantaggi che l’innovazione può fornire e consentire ai leader di affrontare e risolvere i nodi che il cambiamento pone sulla base di un consenso diffuso.

 


comunicazione tecnologia armandobaronea

Comunicare la tecnologia nel cambiamento globale

Nell’arco degli anni abbiamo visto il pendolo oscillare da un estremo all'altro. Dal boom delle dot-com degli anni '90 alla Grande Recessione del 2008, alla pandemia, alle Grandi Dimissioni e ora alla guerra e alla crisi energetica. Abbiamo toccato con mano come le cose possano cambiare rapidamente incidendo significativamente sui modelli di business e i comportamenti. Approfittando dell’enorme patrimonio di pensiero che anche quest’anno è stato condiviso dai leader del mondo a Davos mi è apparso chiaro che la sfida per noi comunicatori consiste nel comunicare efficacemente i cambiamenti attraverso una storia dell’organizzazione connessa al macro contesto ed in grado di guardare al futuro con pragmatica fiducia.

Ancor prima dell’econometria i fatti ci proiettano in un mondo i cui cicli economici sono compressi, con un profondo impatto anche sulla comunicazione. La nuova economia richiede un ritmo di comunicazione più veloce e connesso alle audience.

Di questo profondo processo di trasformazione il grande alleato è la tecnologia, non credo ci siano dubbi.

comunicazione tecnologia armandobaronea

E a proposito del ruolo centrale della tecnologia nel cambiamento, una rappresentazione molto efficace la fornisce il rapporto della mia Accenture presentato proprio a Davos: “Accelerating Europe’s path to reinvention”. Sebbene dallo studio emergano chiaro e forte le sfide del nostro tempo, parallelamente si respira, dati alla mano, la fiducia nel futuro e soprattutto grande consapevolezza che per tenere l’Europa a passo con il cambiamento la tecnologia fa la differenza in tutti i sensi.

Il rapporto mette chiaramente in evidenza i margini di miglioramento e come le aziende europee crescano a un ritmo molto più lento rispetto a quelle del Nord America e dell'Asia Pacifico ma restituisce anche l’immagine di un continente che sta progredendo, ma non basta. Nel 2023 e nel 2024, l'Europa registrerà una crescita dell'1,8% rispetto al +3,1% del Nord America e al +3,8% dell'Asia Pacifico. La differenza risiede quasi esclusivamente nello scarto di investimenti in innovazione tra i diversi continenti.

In sintesi, il modo migliore per raccontare la trasformazione mantenendo la massima fiducia nel futuro è spiegare come il fattore tecnologia giochi un ruolo centrale nell’economia di ecosistema contemporanea. Grazie a questa conoscenza, è possibile dipingere un quadro dell'economia più equilibrato e diversificato, e quindi argomentare in modo più convincente il motivo per cui le aziende dovrebbero continuare a seguire il loro percorso trasformativo per competere a livello mondiale e crescere in maniera sostenibile.


omunicazione strategica cambiamento

La Comunicazione strategica che abilita il Cambiamento

Ogni aspetto del lavoro di chi si occupa di comunicazione esterna sta cambiando seguendo uno scenario macro economico più complesso e organizzazioni impegnate in trasformazioni sempre più compresse nel tempo, tanto da rendere fondamentale la capacità di decidere in segmenti di tempo ridotti, mandando così in soffitta la cultura dei piani di comunicazione triennali.

Non lavoriamo più da un posto fisso, oggi siamo in ufficio, domani a casa o chi in uno spazio di coworking. Ci sono nuove definizioni e atteggiamenti nei confronti del lavoro, come per esempio il dibattito tra umani e intelligenza artificiale. Paradossalmente ritengo che questo scenario di continuo cambiamento renda ancora più necessario dotarsi un strategia, resiliente by design.

Abbiamo bisogno di una strategia di comunicazione, di una strategia di gestione del team e di una strategia anche per noi stessi, per cogliere il cambiamento prima che arrivi. La sfida quindi è avere un rapporto differente con il tempo, accettando di ridurre i segmenti entro i quali troviamo ispirazione, soluzioni e agiamo in modo strategico.

La strategia di comunicazione deve avere il suo perno negli stakeholder, a partire dal proprio team di lavoro. Fondamentale è qui avere un approccio empatico e inclusivo. Un ambiente e un atteggiamento inclusivo fa sì che i membri del team siano coinvolti e motivati dal progetto a cui partecipano attivamente. Stesso approccio vale per gli  stakeholder (top management, partner, media, influencer…) perché in un mondo fluido dove la strategia può cambiare rapidamente se non hai tutti gli stakeholder on board non puoi essere resiliente. Su questo punto ritorna l’importanza delle relazioni pubbliche, come momento di confronto attivo con tutto ciò che è portatore di interesse esterno all’organizzazione.

omunicazione strategica cambiamento

Siamo in una fase di trasformazione che arriva con molte idee nuove e innovative ma anche molte altre domande e sperimentazioni. Alcune cose sono chiare però. Ad esempio, che le audience e gli stakeholder ai quali ci rivolgiamo hanno più influenza di prima, che il lavoro del comunicatore è di baricentro per accogliere il nuovo valorizzando gli asset e il know-how della professione  e, infine, che solo le organizzazioni che si alimentano con una comunicazione esterna ed interna veramente significativa, costruita intorno a valori sani saranno abbracciate da dipendenti, consumatori e clienti.

A proposito di avere un modello di economia dell’attenzione ma anche inclusivo nel contesto che viviamo, bella la campagna Joyful Diversity with AI di BMW che ha lanciato una sfida per trovare soluzioni per la diversità, l'equità e l'inclusione che possono essere messe in atto internamente. La sfida ha incoraggiato i partecipanti a proporre soluzioni basate sull'intelligenza artificiale e sui dati (compresi i dati in tempo reale) che testano, misurano e riducono sistematicamente i pregiudizi negli ambienti di lavoro e nella comunicazione. Con questa campagna BMW spera che le soluzioni possano consentire una migliore comprensione, riflessione e decisioni più intelligenti a livello globale, sia per l'azienda che per la società nel suo insieme. Dopo un processo di selezione iniziato in ottobre, una giuria selezionerà due squadre vincitrici entro dicembre di quest’anno.

Insomma il nostro lavoro di comunicatori è nuovamente al centro del cambiamento, sono tanti gli aspetti e le implicazioni, il lavoro che cambia, le audience che cambiano e la delivery che cambia. In questo meraviglioso mondo che si trasforma ogni giorno abbiamo l’opportunità di ribadire l’importanza di un lavoro senza pari.


purpose cambiamento

Purpose driven, modello per il Cambiamento

Le emergenze che stiamo vivendo hanno cementato le organizzazioni sul modello purpose driven. Basta digitare la parola sul web per realizzare le tante e belle iniziative delle aziende in questo senso.  Nel grafico di Google trend al termine “purpose” viene associato il valore 100 per indicare che lo stesso termine è stato cercato dagli utenti con una maggiore frequenza rispetto ad altre parole.

Ma come rendere questo importante framework parte integrante della quotidianità nel lavoro come professionista e come team? Questa è la domanda che dovremmo considerare.

Non credo che ci sia una soluzione univoca ed è anche per questo che condivido il mio punto di vista.

Credo che nella pratica il purpose coincida con l''innovazione', con la capacità di vivere il contesto di cambiamento in maniera aperta nei confronti del nuovo e pronto a mettere in discussione i processi consuetudinari valorizzando il 'business as usual' come leva per innestare positivamente il nuovo e creare valore per le persone.

Nel pratico vuol dire attivare un 'meccanismo' se vogliamo anche divertente, di fare challenge alle pratiche quotidiane del lavoro: vado in ufficio per una sessione di design thinking oppure faccio smartworking? Produco un comunicato stampa oppure un podcast? E via dicendo.

purpose cambiamento

Un atteggiamento del genere parte dalla constatazione che il concetto stesso di “comfort zone” è diventato fluido. Mentre i nostri genitori sono entrati nel mercato del lavoro e ne sono usciti ancorati a delle prassi che li hanno accompagnati per tutta la carriera questo oggi non accade. Per questo credo che la leva della formazione sia fondamentale non solo per acquisire skill ma per fare sedimentare culturalmente in ognuno di noi un contesto cambiato strutturalmente nel volgere di pochi anni.

C’è anche un risvolto motivazionale, non solo legato alle competenze, infatti mettersi in gioco rispetto all’innovazione significa un graduale avanzamento verso il purpose cioè uno sviluppo volto a trovare una versione più innovativa di noi stessi.

Questo credo è il significato pratico di purpose =innovazione, piccoli passi che ci portano tutti ad un mondo migliore, azioni che ci rendono migliori professionisti, che ci fanno crescere ed evolvere.

Ogni sfida ci offre l'opportunità di sviluppare un mindset innovativo.

Man mano che il mercato progredisce il professionista avanza, piccoli passi, di un percorso.

Certo a volte non è semplice, ma in un percorso

piccole crisi inaspettate possono aiutare a trovare soluzioni inaspettate, soluzioni innovative.

Si tratta di un processo fatto di micro innovazioni verso una versione più innovativa di noi stessi.

Proprio noi siamo i primi artefici del purpose in action, certo all'interno dello scenario definito dall'azienda dove abbiamo scelto di proseguire il nostro percorso. Connetterci al macro purpose e alle macro innovazioni ci permette di stare nell’ecosistema in modo equilibrato e avere un ruolo nel cambiamento.

È anche una questione di utilizzo innovativo della nostra intelligenza, l’innovazione è il carburante della trasformazione

Non c’è bisogno di fare il pieno ma almeno avere sempre  un livello giusto d’innovazione per non navigare a motore spento.

Happy innovating!