GenZ armandobarone

Generazione Z, alcune best practise per conoscerla meglio

La Gen Z è un gruppo di persone nate tra il 1995 e il 2010. Si tratta della prima generazione di veri nativi digitali e costituisce quasi un terzo della popolazione globale, il che significa che è il segmento demografico più grande. Cresciuta durante il tumulto di una crisi finanziaria e della guerra al terrorismo, sullo sfondo della crescente digitalizzazione e della crisi climatica, la Gen Z è caratterizzata da un insieme unico di valori e ambizioni. Ma questo va oltre un'etichetta demografica. La Generazione Z può anche essere definita come uno stile di vita, una nuova forza trainante che modella la cultura e i comportamenti nell’atto di consumare, lavorare e vivere il tempo libero, che avrà un effetto a catena attraverso le generazioni.

La Generazione Z dà la priorità al lavoro autodiretto, flessibile e significativo rispetto a percorsi di carriera lineari e sicuri. Si prendono meno sul serio rispetto alle generazioni precedenti, si concentrano sulla creazione di comunità inclusive e si preoccupano del loro impatto sociale e ambientale. Questa generazione ha forgiato la propria identità all'incrocio tra online e offline e si sente a proprio agio nell'interazione attraverso meme, GIF ed emoji. Non hanno paura di usare il loro potere e le loro abilità digitali per esprimere e amplificare le loro opinioni sulle questioni che li riguardano. Una formula per conquistare questa audience? Concentrarsi sulla costruzione di comunità inclusive, abbracciare l'autenticità e l'individualità e dare la priorità a creatività, giocosità e spirito imprenditoriale.

Parlando di Gen Z e media, voglio condividere con voi alcune interessanti Best Practise.

3 best practise per capire la Gen Z

Informed

La prima è Informed con sede a Berlino che sta cercando di riguadagnare un po' di libertà di notizie dai paywall. Con le tariffe pubblicitarie che soffrono a livello globale e le aziende che si rivolgono ai paywall, Informed prevede di fungere da strato in cima a importanti notizie a pagamento e sta collaborando con fonti come The Economist, The Washington Post e Bloomberg. Il livello funge da 'playlist'; le fonti possono curare una selezione di articoli e opinioni che attireranno i lettori della Gen Z che potrebbero non essere in grado di permettersi abbonamenti alla pubblicazione originale. Infomed raggrupperà gli articoli da tali fonti negli elenchi di lettura e aggiungerà il proprio riepilogo delle notizie all'evento.

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Gimi

La seconda è un’app di educazione finanziaria per bambini, Gimi che ha collaborato con ABN AMRO. L'app in co-branding, sviluppata in soli 90 giorni, consente ai giovani clienti della banca di età compresa tra i 7 e i 13 anni di gestire facilmente i propri soldi attraverso il proprio conto bancario connesso utilizzando Open Banking. L'app Gimi è disponibile in tutti gli app store ed è tradotta in inglese, svedese, norvegese e olandese, coprendo tutte le valute in tutta Europa. Coloro che vi accedono tramite ABN AMRO avranno accesso gratuito all'abbonamento Superskills Pro di Gimi, che in genere è di 2,99 EURO per bambino al mese.

Chill Time

L’ultima best practise della Gen Z è in contro tendenza e coinvolge Sprite che ha annunciato a maggio scorso il lancio di una nuova campagna Chill Time, incoraggiando il mondo a ripensare il tempo sullo schermo degli adolescenti come non tempo perso, ma necessario al relax. Sprite sfida il motivo per cui gli adolescenti vengono puntualmente interrotti con le cuffie e il telefono in mano. Quando un boomers legge un libro, viene per caso disturbato? La campagna afferma che la generazione Z è una generazione incompresa di appassionati del digitale e dei social appassionati del mondo che li circonda

La campagna ritrae adolescenti che arrivano a casa dopo una giornata faticosa, cercando di ristabilirsi, rilassarsi e godersi un po' di relax.

I cervelli della generazione Z si stanno, sempre più, adattando al loro mondo digitale e interconnesso, in cui sono immersi, più velocemente delle generazioni precedenti.

Happy Innovating!


EdTech, il futuro della formazione e dell'apprendimento | armandobarone

EdTech, il futuro della formazione e dell′apprendimento

L’acronimo EdTech è spesso considerato sinonimo di formazione online. In realtà, questo concetto è molto più ampio e comprende l'intero set di strumenti digitali volti a migliorare l'efficienza del processo educativo, sia questo riguardante lo studente, o le competenze della forza lavoro. Il cosiddetto "apprendimento permanente", ovvero le attività intraprese in modo formale o informale in varie fasi della vita per migliorare le proprie conoscenze in una prospettiva personale, sociale o professionale, sta diventando una tendenza crescente.

L’esempio Talent Garden, che ha creato luoghi d’innovazione per sostenere i talenti e che conta ben il 50% dell’intero investimento del settore EdTech in Italia, testimonia la vitalità di questo settore che ha potenzialmente davanti a se un’iperbole di crescita sostenuta. L'Italia rappresenta solo il 2% di tutti gli investimenti in Digital Education in Europa.

Con una previsione di crescita da 106 a 377 miliardi di dollari tra il 2021 e il 2028, il mercato dell’EdTech sta entrando nell’età dell’oro, se pensiamo che nel 2018 il volume del mercato globale dell’EdTech era di appena 12,8 miliardi di dollari.

La pandemia certamente ha spostato gli equilibri rafforzando la crescita e spingendo molto sull’integrazione delle nuove tecnologie  digitali dal momento che una delle preoccupazioni degli educatori era la necessità di coinvolgere maggiormente gli studenti. Questo si traduce in un costante aggiornamento delle piattaforme che consentono l’utilizzo di strumenti interattivi sempre più coinvolgenti.

Allo stesso tempo, tutti abbiamo imparato, soprattutto chi aveva dei figli in DAD, che i programmi statali di istruzione secondaria e superiore non erano in grado di soddisfare tale domanda di cambiamento. Gli attuali metodi di insegnamento, utilizzati nelle scuole statali e nelle università, non tengono il passo con i bisogni  della società che deve virare verso la sostenibilità, le  peculiarità delle generazioni native digitali e delle nuove competenze che il mercato del lavoro chiede.

EdTech, il futuro della formazione e dell'apprendimento | armandobarone

Al momento a livello mondo, il segmento di popolazione che è maggiormente coinvolto dalla trasformazione è la fascia di popolazione che va dai 6 ai 18 anni, ovvero tutti gli studenti che frequentano la scuola primaria e quella secondaria. Secondo recenti stime, questa fascia di età contribuisce ad oltre il 41% dei ricavi ottenuti dalle società di EdTech.

Una  delle ragioni per cui questo segmento è così importante deriva dalla tendenza ad aumentare il coinvolgimento degli studenti con metodi di apprendimento basati su esperienze più immersive e gamification. Chi di voi ha figli o nipoti in età scolastica avrà certamente potuto sperimentare la fatica delle nuove generazioni ad apprendere attraverso modelli, strumenti e metodologie ideati in epoca pre-internet.

A proposito di esperienze immersive, voglio condividere con voi la best practice di Africa Metaverse Academy.

Nel maggio scorso è stato annunciato che più di 300 giovani in 15 paesi africani beneficeranno di programmi di formazione gratuiti sul metaverso offerti da 3D Netinfo e dai suoi partner, è la prima African Metaverse Academy. Le opportunità di formazione riguarderanno le "professioni del metaverso", tra cui blockchain, criptovaluta, intelligenza artificiale, realtà virtuale, 3D, giochi e design. I confini del digitale azionano meccanicismi di democratizzazione sorprendenti come in questa best practise. Il progetto mira  a costruire un ecosistema africano sostenibile dell’industria culturale creativa e rispondere ai cambiamenti attuali (Blockchain, NFT e criptovaluta). E contribuire allo sviluppo delle competenze e al supporto per le startup del continente, che faranno l'Africa di domani.

EdTech modella il futuro della forza lavoro e un ruolo importante nel settore lo avranno la nuova generazione di startup che porteranno al settore valore, maggiore coinvolgimento e capacità di favorire la socializzazione.

Un punto importante quello della socializzazione dopo l’isolamento della pandemia che ci ha aiutato a comprendere il valore del contatto umano durante il processo di apprendimento. Non importa se si tratta di relazioni insegnante-studente o studente-studente o formatore-lavoratore, stare in classe o  in team, tra altre persone, ha una sorta di effetto “magico”, incoraggiandoci ad apprendere più velocemente ed essere più efficienti.

Ecco perché qualsiasi tecnologia educativa dovrebbe essere incentrata prima di tutto sulla persona e facilitare questa interazione.


comunicazione scenari | armandobarone

La Comunicazione e la sfida dei nuovi scenari

Mentre i media tradizionali si trasformano per esplorare nuove orbite di fruizione, nuovi media atterrano sul nostro pianeta.

La comunicazione percepita nel mondo digitale ascoltando un podcast, viaggiando sul Metaverso o guadando un video su TikTok ci spinge verso nuovi linguaggi per incontrare anche le nuove generazioni. Proprio le nuove generazioni riescono più di altri ad attivare nuovi processi con una velocità elevata a cui dobbiamo prestare attenzione.

E questa velocità con cui le cose cambiano ci lascia stupiti, divertiti, disorientati, pieni di curiosità e desiderosi di superare le nuove sfide.

comunicazione scenari | armandobarone

Ogni rotazione verso il nuovo è una conquista per il comunicatore professionista, un invito ad abbracciare sempre il lato positivo del cambiamento.

Ricordando il premio che recentemente il Forbes Podcast Award ha riconosciuto al mio team Accenture per il progetto The News- Il podcast, il direttore di Spot and Web, Mario Modica, nella sua intervista in podcast, mi ha fatto raccontare del mio lavoro, dei nuovi scenari e delle nuove sfide che ci aspettano come comunicatori al servizio di un’azienda che guida i processi di innovazione come Accenture.

The News - il podcast si estende oltre i confini fisici delle notizie tradizionali per muoversi verso una audience sempre più fluida. Partendo da questo dato di fatto il comunicatore attuale deve rispondere ad una domanda apparentemente semplice: dove sta andando la mia audience?

Grazie ancora al direttore Mario Modica e vi invito ad ascoltare questa intervista facendomi sapere cosa ne pensate qui tra i commenti o sui miei canali social.


competenze futuro | AB

Valorizzare le competenze per un nuovo futuro

Avere un capitale umano adeguatamente formato è sempre stato il fattore differenziante per l’individuo e per la società nel suo complesso. In un’epoca di grandi cambiamenti è importante ribadirlo per non lasciare i canali di comunicazione in balia di messaggi che rischiano di rallentare i processi di innovazione.

Per questo ritengo ammirabile chi sa delineare una visione nuova, in grado di portare la conversazione su un altro livello. È quello che ha fatto il prof. Romano Prodi che sulle colonne de Il Sole 24 ore ha lanciato l’idea di una grande operazione culturale che valorizzi l’asse del Sud: costruire nuove università mediterranee per cambiare visione. Il progetto è naturalmente complesso ma chiaro: almeno venti università nuove, fondate ciascuna insieme da un ateneo europeo («all’inizio Italia, Francia, Spagna, Grecia e Portogallo») e da un ateneo dell’Africa, ciascuna con la metà dei professori di una sponda del Mediterraneo e l’altra metà dell’altra sponda, con la stessa proporzione fra gli studenti e con l’obbligo che ogni laureando trascorra la metà del tempo degli studi in una sede e l’altra metà nella seconda sede. Un gemellaggio culturale in grado di spostare l’asse di problemi bloccati da anni facendo leva sul capitale umano.

Esiste una vera e propria economia della competenza con la quale si intende l'utilizzo degli skills dell’individuo per generare valore, oggi con particolare attenzione a tematiche come tecnologia, relazioni umane, comunicazione, trasformazione, sostenibilità, e utilizzo della conoscenza in ogni sua forma.

competenze futuro | AB

Nessun Paese con scarse competenze e capitale umano può far crescere il proprio PIL e trasformarsi come è necessario per il nostro sistema produttivo. Dovremmo darci un paniere delle competenze che misuri il tasso di capitale umano e con il passare degli anni si aggiorna. Escono alcune competenze primarie e subentrano nuove competenze che rappresentano meglio l’ecosistema attuale.

Tanto più un sistema economico soddisfa la domanda legata al capitale umano tanto più il reddito e il benessere migliora. Un recente studio sul mercato del lavoro UK ha stimato in oltre 6 punti percentuali di PIL aggiuntivo la capacità del sistema britannico di produrre le necessarie figure professionali. Qualora questa condizione non si dovesse realizzare la spirale bassi salari, bassi livelli di produttività, calo del PIL porterebbe ad una raccolta di tasse da parte dello Stato di almeno il 10% con conseguenti tagli ai servizi e al sistema di welfare.

Nell’ambito del settore in cui opero, quello delle comunicazione, posso testimoniare quanto ogni giorno per raggiungere risultati soddisfacenti sia necessario guardare alle nuove competenze come un gap da colmare in fretta e con consapevolezza. La trasformazione guidata dalle tecnologie sta plasmando il nostro lavoro di comunicatori, dobbiamo essere più istantanei, personalizzare sempre di più, ed essere inclusivi per cogliere anche le sfumature che spesso corrispondono alla sostanza.

Il successo di un team appare oggi sempre più legato alla sommatoria delle competenze hard e soft dei singoli membri; il fattore umano è una risorsa preziosa il cui valore è collegato alla qualità del gruppo di lavoro ed è quindi uno strumento competitivo importante dal quale dipendono i risultati complessivi dell’organizzazione e della società.

La centralità della persona è ormai generalmente riconosciuta per assicurare il mantenimento e lo sviluppo dell'azienda; per vincere la sfida del futuro non basteranno tecnologie avanzate, o modelli gestionali perfetti sarà necessario disporre di risorse umane in grado di navigare i cambiamenti in maniera fruttuosa per se stessi e l’ecosistema.

Happy Innovating!


La relazione tra Brand e persone si basa sulla fiducia

Svolgo questo meraviglioso lavoro da più di vent’anni e mai come oggi le sfide da affrontare sono significative. Lo scenario economico, geopolitico e sociale ha spinto ovunque il “trust gap” a livelli importanti, farsi ascoltare dalle audience diventa sempre di più complesso del catturare l’attenzione. Comunicare un brand oggi vuol dire sempre più andare oltre le qualità intrinseche del prodotto/servizio offerto per entrare sempre più nella sfera dei valori che “la persona” vuole realizzati nelle società.

Come possono le organizzazioni colmare il vuoto lasciato dai governi, proprio ora che le persone attribuiscono alle aziende un ruolo importante nella società?

Se verso l’esterno tutte le parti di un’impresa sono responsabili dell’organizazione stessa , allora un efficace strategia di comunicazione deve avere il proprio baricentro sui valori e sul credo del brand, cioè sul suo purpose. I clienti non comprano più solo ciò che facciamo ma anche ciò in cui crediamo, il pubblico obiettivo della comunicazione non è più composto da coloro che hanno bisogno dell’azienda o dei suoi servizi e prodotti, ma da coloro che credono in ciò in cui l’azienda crede.

Si tratta di un fenomeno che ha implicazioni profonde. Pensiamo al fenomeno della “great resignation” e a come trattenere e attirare nuovi talenti. Appare lecito attendersi che quelle aziende che sapranno meglio interpretare il proprio ruolo di attore sociale e colmare il vuoto potranno gestire meglio di altri il grande tema del capitale umano.

Il ruolo del comunicatore si arricchisce quindi di nuove skill perché deve contribuire alla definizione del purpose, garantire azioni coerenti, intercettare stakeholders in sinergia con le credenze e valori aziendali. Se la strategia di comunicazione sarà vincente gli stakeholder restituiranno riconoscendo al brand tempo, fedeltà e anche denaro.

A proposito di Trust Gap e di di ruolo sociale delle aziende condivido con voi 3 best practise sperando di dare qualche spunto e riflessione.

Boots è uno dei principali retailer in UK che commercializza dal 1849 prodotti per la salute e per la bellezza. Per colmare il vuoto causato dall’inflazione e dalla crisi i del costo della vita dovuto ai grandi eventi contemporanei, il retailer ha bloccato il prezzo su 1.500 prodotti.

Proprio lo scorso mese Boots ha annunciato che l'azienda sta subendo la sua "più grande variazione di prezzo in assoluto" su oltre 1.500 prodotti per aiutare i clienti alle prese con la crisi del costo della vitaper aiutare i clienti alle prese con la crisi del costo della vita. Il rivenditore segue l’iniziativa della rivale Superdrug nel congelamento dei prezzi dei prodotti a marchio proprio, inclusi shampoo, dentifricio, gel doccia e pannolini, almeno fino alla fine del 2022. L'elenco dei prodotti sarà rivisto alla fine del 2022, sono disponibili 11.000 prodotti a marchio Boots, con prezzi a partire da 40 pence, con 100 linee al prezzo di 1 GBP o meno e 1.000 prodotti a un prezzo inferiore a 2 GBP.

Telco ha celebrato la fusione con telco Vocus regalando un bonus, a ogni bambino nato in Nuova Zelanda il 1 giugno 2022 assegnabili una quota di 222.000 NZD (circa 139.061 USD).

L'iniziativa mira a dare ad alcune famiglie neozelandesi un vantaggio nella creazione del proprio futuro più equo, un gesto in linea con lo scopo della società di telecomunicazioni di “Fighting for Fair”. L’iniziativa è stata accompagnata da una campagna umoristica e commovente, con un gruppo di bambini in tailleur su misura che rappresentano il futuro della Nuova Zelanda.

Alla luce della notizia del potenziale ribaltamento di Row vs. Wade nel maggio 2022 - che ha coinciso con la festa della mamma negli Stati Uniti - l'agenzia pubblicitaria GDS&M con sede in Texas ha pubblicato la campagna "Happy Forced Mother's Day". Le carte regalo raffiguranti lo slogan potrebbero essere condivise e inviate a funzionari federali e statali, fisicamente o digitalmente, nel tentativo di esercitare pressioni sul governo per proteggere i diritti all'aborto. La campagna afferma che le mamme sono fantastiche, ma nessuno dovrebbe essere costretto a esserlo.

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The News Il Podcast Accenture | Armando Barone

Aziende e Podcast, l′esempio vincente di Accenture Italia

Trascorriamo sempre più tempo nell’intersezione tra digitale e fisico, e questo è un dato di fatto. Altro dato di fatto è che le audience sono sempre più fluide, il numero di fonti dell’informazione sono aumentate considerevolmente negli ultimi anni. Vero anche che l’ampissima offerta e disponibilità di fonti rende più difficile essere ben informati. E-mail, feed di notizie, diari, social, siti multimediali, etc etc, le occasioni per informarsi si moltiplicano.

A proposito di fonti informative, proprio questa settimana è stata l’occasione per ritirare un premio, il Forbes Podcast Award, a nome della mia azienda e di tutto il team delle Media Relations. Non amo autocelebrazioni ma trovo interessante condividere con voi l’oggetto del premio e il suo presupposto.

Il progetto premiato è THE NEWS – Il podcast, la rassegna in podcast pensata dalle media Relations di Accenture, un progetto complesso e delicato, la cui lavorazione ha coinvolto e coinvolge quotidianamente l’intero team che spinge verso innovazione e purpose come duplice ma medesima prospettiva: ruotare verso il nuovo e aggiungere sempre più valore umano alla nostre soluzioni.

L’informazione di cui siamo parte ha un ruolo fondamentale nell’aiutare a coinvolgere le audience sull’importanza che l’innovazione riveste in un periodo di grande trasformazione come quello che stiamo vivendo. Ma questa consapevolezza non è sufficiente, l’opportunità sta nel trasmettere informazioni rilevanti che non solo parlano un linguaggio contemporaneo, ma potenziano anche modi nuovi di fruizione.

THE NEWS – Il podcast va OLTRE L’INFORMAZIONE SCRITTA  per raggiungere anche le generazioni più giovani che lavorano in Accenture e consentirli di informarsi, ruotare verso il nuovo confrontandosi quotidianamente con le notizie dal mercato sulle grandi trasformazioni guidate dalle tecnologie,  in un modo che è meglio allineato con le loro abitudini di informarsi.
Del resto i dati parlano chiaro, negli ultimi tre anni gli ascoltatori di podcast in Italia sono più che triplicati e tra gli argomenti in crescita proprio le news occupano un spazio importante.

The News Il Podcast Accenture | Armando Barone

Il fatto scatenante di THE NEWS – Il podcast risale al 2019, e come tutte le buone idee spesso nascono da necessità del momento e poi prendono una strada sorprendente. Così è stato per THE NEWS – Il Podcast  quando c’era l’impellente necessità  di dar vita a un canale di comunicazione  che ci permettesse di raccontare in dettaglio la Tech Vision, l’osservatorio annuale sulle tecnologie di Accenture,  e la strategicità delle Cybersecurity in un momento in cui il tema era ancora molto tecnico e relegato in un circolo stretto di addetti ai lavori.

Fu in quel momento esatto che realizzammo con il team l’opportunità di ottimizzare il media podcast, rendere accessibile un argomento “chiuso” e innovare il modo in cui raccontavamo e trasferivamo le notizie del giorno verso l’interno dell’azienda.

Nasce così THE NEWS – Il Podcast.

Viene erogato quotidianamente, può essere ascoltato online e  offline, sul portale aziendale oppure nella nostra app gratuita Accenture Italia News (iOS, Android).

Quando ascoltare THE NEWS – Il Podcast? Personalmente, mi sono avvicinato al mondo dei Podcast per curiosità, essendo un’amante dell’innovazione volevo sperimentare nuovi modi per informare la nostra audience. Avevo capito che con il podcast potevano non solo informare le colleghe e i colleghi di Accenture ma anche tenergli un po’ di compagnia,  persone che hanno poco tempo, che sono in viaggio o che non leggono la carta stampata.  The NEWS – Il Podcast si può ascoltare nelle più svariate occasioni e in contemporanea  ad altre attività: mentre siamo in metro, mentre guidiamo, mentre passeggiamo o facciamo sport.

Selezionare per le audience interne di Accenture le notizie più rilevanti del mondo dell’innovazione e presentarle in formato podcast ha certamente catturato attenzione e concentrazione, due risorse che non sono illimitate.

THE NEWS – Il Podcast è stato all’altezza della promessa e dal 2020 tutte le mattine questa speciale rassegna, si rivolge a ben 19 mila persone di Accenture Italia e le informa puntualmente sulle news “freschissime” del mercato dell’innovazione.

Per noi della comunicazione esterna di Accenture  la sfida non consiste solo nel conquistare l'attenzione e la fiducia delle audience interne all’azienda. Si tratta anche accompagnarli a ruotare verso il nuovo con informazioni rilevanti, accessibili, in grado di generare riflessioni.

Grazie ancora a Forbes e al suo Podcast Award per il prestigioso riconoscimento.


gen z sostenibilità

La Generazione Z sempre più attenta alla sostenibilità

Siamo certi che la necessità di trasformare il modello verso la sostenibilità sia un tema che unisce le generazioni? Siamo certi che la generazione Z di Greta Thunberg rappresenti il propulsore di questa grande rivoluzione per vivere in una società che finalmente si riconcili con i ritmi del mondo per diventare al contempo più evoluta e armonica?

Oppure stiamo provando ad imprimere un cambiamento senza garantirci di avere on board chi di fatto dovrà trainarla, e pagarla, nei prossimi decenni?

Una survey commissionata da Enel Green Power e realizzata dall’Istituto Piepoli che analizza la Gen Z ha un output molto interessante.

L’analisi mostra che tra i giovani esiste una fascia di “paladini dell’ambiente” - il 19% degli intervistati - che dicono di fare sforzi concreti per salvaguardare il pianeta, preferiscono pagare di più per prodotti "sostenibili" e partecipano a manifestazioni di piazza. Ci sono anche i “virtuosi” - il 25% - attenti a non sprecare elettricità, acqua, cibo e a fare la raccolta differenziata dei rifiuti.

Ma i due gruppi insieme rappresentano ancora una minoranza, pur se consistente, sul totale dei giovani intervistati.

La Gen Z è la prima generazione nativa digitale e costituisce quasi un terzo della popolazione globale, sono quindi il segmento demografico più grande. Cresciuti durante il tumulto di una crisi finanziaria e della guerra al terrorismo, sullo sfondo della crescente digitalizzazione e della crisi climatica, la Gen Z è caratterizzata da un insieme unico di valori e ambizioni. Ma questo va oltre il fatto che possano essere autentici interpreti di un mondo più sostenibile.

Con la crisi in Ucraina aumentano anche le tensioni geopolitiche, i giovani, sempre dalla survey di Enel Green Power, sembrano prestare poca attenzione al legame tra sostenibilità ed energia: solo il 16% lo indica. E sempre il 16% dice di voler approfondire la questione della transizione energetica (il 14% quella della decarbonizzazione) mentre il 40% pensa soprattutto al tema generale del cambiamento climatico.

Certamente una parte della Gen Z è una forza trainante in grado di modellare la cultura e i comportamenti, ma questa minoranza saprà includere la maggioranza oppure rischia l’effetto torre d’Avorio con il possibile risultato di trasformare anche la sostenibilità in un tema divisivo?

Ancora credo che un ruolo decisivo lo debba interpretare il mondo della comunicazione che deve ancora trovare una metrica condivisa con questa nuova generazione, oscillando tra il disimpegno e l’esaltazione dei giovani ma di fatti abdicando al fondamentale ruolo di comunicare in maniera inclusiva.


transizione Energetica innovazione

Come rendere popolare l′Innovazione, l′esempio dell′Idrogeno

Proprio nei giorni scorsi su Il Sole 24 Ore, ha posto sotto i riflettori il tema della transizione verde e dell’Idrogeno con una storia eccellente come quella della Società De Nora, che punta direttamente a piazza affari con un aumento di capitale che che supera i 3 miliardi di euro.

Storie di eccellenza che non devono stare troppo lontano ma ci devono riguardare. Perché?

Le fonti alternative sono un argomento sempre più vicino ai bisogni delle persone. Gli obiettivi legati al taglio delle emissioni di Co2 coinvolgono tutti, non solo i super esperti.

I media, gli influencer e i comunicatori hanno una grande responsabilità nel divulgare questi temi perché senza un’alleanza con le persone il cambiamento stenterà a decollare.

La strada verso la transizione energetica, ha bisogno di Idrogeno come strategia per realizzare un’ efficienza energetica strettamente connessa alle energie rinnovabili.

L’idrogeno è ovunque nell’universo, è il combustibile con la massima efficienza energetica per massa e quando viene utilizzato non emette CO2.

Riuscire a favorire le conoscenze tecnologiche, lo sviluppo di infrastrutture e l’utilizzo dell’idrogeno rinnovabile significa portare evidenti benefici a tutto l’ecosistema Aziende, comunità e persone.

Perché voglio parlarvi di Idrogeno oggi? Non sono di certo un tecnico del settore o un divulgatore scientifico della materia ma credo che la comunicazione giochi un ruolo fondamentale nel difendere innovazione e creare un’alleanza con le persone comuni, quelle che pagano le bollette.

Bisognerebbe semplificare e portare cultura nelle famiglie, nelle piccole aziende che giocano un ruolo fondamentale nella transizione energetica. Un processo di innovazione così repentino come quello di cui abbiamo bisogno per abbattere l’emissione dei CO2 deve potere contare sul supporto della più alta percentuale di popolazione possibile. Mai come adesso la comunicazione gioca un ruolo determinante. Ma siamo ancora lontani. Nel momento in cui sto scrivendo questo articolo digito la parola Idrogeno su Google, i primi 10 risultati sono tutti scientifici.

transizione Energetica idrogeno

La sfida della transizione tecnologica non è relegata esclusivamente ai livelli funzionali delle soluzioni ma altresì deve spostarsi verso l’engagement di nuove audience. Solo così possiamo massificare il bisogno e l’utilizzo delle nuove tecnologie.

L’idrogeno consente di raccontare storie accessibili a tutti, vere fiabe tecnologiche: con 1 kg di idrogeno è possibile muovere un'automobile per 130 km, fornire riscaldamento per due giorni a un'abitazione, produrre 9 kg di acciaio a partire dal ferro grezzo.

Ma non solo. Condivido tre esempi di soluzioni che hanno usato l’idrogeno, tre prospettive diverse ma tutte e tre molto interessanti.

Il caso di Ecopetrol che ha stretto alleanze con sei società internazionali per sviluppare una strategia energetica all'idrogeno, il caso di Volvo che prevede già quest'anno di avviare la produzione di concept car e componenti in acciaio realizzati utilizzando l'idrogeno e infine, il caso di un profumo che per essere prodotto utilizza CO2 convertiti in alcolici privi d’impurità utilizzando l’idrogeno nel sistema di reattore di conversione.

Veniamo al primo esempio: dopo aver testato il suo primo progetto pilota a idrogeno green, a maggio il produttore petrolifero colombiano Ecopetrol ha annunciato una collaborazione con società energetiche internazionali per sviluppare una strategia incentrata sul carburante verde. Insieme a Total Eren ed EDF dalla Francia, Siemens Energy dalla Germania, H2B2 dalla Spagna, Empati dal Regno Unito e Mitsui dal Giappone, l'azienda ha avviato una strategia per rafforzare lo sviluppo di un piano globale a basse emissioni di carbonio. Dedicherà progetti specifici alla de-carbonizzazione della produzione di idrogeno nelle raffinerie e realizzerà iniziative per il suo utilizzo nell’industria e nel settore mobilità.

La seconda innovazione che merita un accenno è una nuova produzione, quella della svedese Hybrit (Società di proprietà di SSAB)  che ha consegnato un lotto di "acciaio green” a Volvo. Mentre il carbone viene utilizzato per la produzione di acciaio a base di minerali, Hybrit utilizza energia rinnovabile e idrogeno in un impianto pilota aperto nel nord della Svezia nel 2020. Volvo  già utilizza dalla fine del 2021 l'acciaio per prototipi e parti separate di veicoli, l’azienda ha dichiarato di voler diventare un’azienda climaticamente neutra entro il 2050 in linea con l'Accordo di Parigi.

L’ultima innovazione che vorrei condividere con voi è quella di Air Eau de Perfume,  un profumo a base di etanolo prodotto da Air Company. L'azienda specializzata in tecnologie del carbonio con sede a New York crea prodotti di consumo utilizzando CO2 estratti da impianti di fermentazione tradizionali e alcolici industriali, che convertono in alcol privi di impurità utilizzando l'idrogeno nel sistema del reattore di conversione del carbonio dell'azienda. L'azienda ha dichiarato che ogni bottiglia utilizza 0,036 kg di CO2. Le bottiglie costano 220 USD ed erano disponibili con un preordine nell'ottobre 2021 con spedizione prevista nel primo trimestre del 2022.

Insomma esistono già progetti tangibili, perché non raccontarli?

Allora amici comunicatori proprio per questo motivo se avete delle innovazioni o dei POV da condividere che riguardano l’Idrogeno, eccomi qui pronto ad accoglierle tra vostri commenti.

Happy Innovating!


Oltre le Logiche dei media per una logica della rilevanza 

In un mondo sempre più connesso, in cui le informazioni si diffondono ad una velocità mai vista prima, i media assumono sempre di più un ruolo centrale nell’intercettare le persone che s’informano in modo diversificato rispetto alle fonti da cui attingono notizie e approfondimenti.

Tutti i dati disponibili fotografano una situazione di crescita e fluidità delle audience nella ricerca di ciò che ritengono rilevante.

Ma devono essere le audience a seguire i media o viceversa?

Nella mia visione sono i media che dovrebbero seguire le audience, anzi dovrebbero anticiparle.In uno scenario mediatico sempre più data driven la tecnologia si comporta da acceleratore - la case history di Club House nato, cresciuto e fallito tutto in contemporanea è interessantissima - e da abilitatore di cambiamenti improvvisi permettendo la nascita di media che in poco tempo raggiungono numeri impressionanti. Vedi per esempio TikTok che sta assumendo un ruolo centrale anche nel purpose con hashtag come #ecotok, #antirazzismo e #ecohack che hanno raggiunto oltre 1,25 miliardi di visualizzazioni in totale. Pensate che TikTok sia un media solo per i giovani? Ripensateci. Oltre 200 milioni di utenti TikTok hanno più di 35 anni.

In questo contesto di continua fluidità dove la vera contesa si sposta sulla capacità di convincere le persone ad investire il proprio tempo, il comunicatore che si è formato nel mondo dei media tradizionali come dovrebbe comportarsi?

Risposta 1 - Ripensa alle milioni di copie che le edicole vendevano solo pochi anni fa;
Risposta 2 – Butta la spugna e “munge la mucca”;
Risposta 3 – Cavalca la grande opportunità del mercato dell’informazione.

Evidentemente la risposta che accenderei è la numero tre perché il mercato dell’informazione ha un potenziale enorme. Per conquistare la merce più rara a disposizione delle persone, il tempo, l’asse si è spostato definitivamente dalla quantità alla qualità e alla trasparenza. La voglia d’informarsi che le persone manifestano va accompagnata con strategie e modi per essere più rilevanti e guadagnarsi così la fiducia delle audience.

Le skill imparate gestendo i media tradizionali sono un plus se vengono capitalizzate e rimesse in gioco nel nuovo scenario. Pensiamo ad esempio al sempre più sensibile tema delle fake news e al supporto che chi è formato al rigore della verifica può offrire.

L’opzione obbligatoria per rimanere rilevanti è ruotare verso il nuovo, facendo leva sull’esperienza per continuare ad avere una rapporto proficuo con i media tradizionali e includere tra gli asset di comunicazione nuovi media con contenuti di valore che raggiungono i target.

Man mano che il confine tra fisico e digitale continuerà il proprio processo di avvicinamento e folks e considerando che nulla si ripete perché il metaverso non è second live due, emergeranno nuovi mezzi e ci saranno sempre nuove opportunità.

Da un punto di vista del linguaggio i media tradizionali sono destinati ad andare oltre le parole per raggiungere le nuove generazioni e consentire alle persone di interagire con i concetti in un modo che è più allineato con le loro comunicazioni quotidiane. È una grandissima opportunità per i brand forti e riconosciuti del mercato dell’editoria.

Mi piace ricordare Jack London, un grande scrittore e giornalista britannico della fine dell’800, il padre delle serie che guardiamo oggi su Netflix. Era una persona orientata al cambiamento,  fece anche lo strillone di giornali, il pescatore clandestino di ostriche, il lavandaio, il cacciatore di foche e il corrispondente di guerra.
Fu uno dei primi giornalisti ad utilizzare la tecnica a puntate per farsi leggere dai suoi lettori sulla rivista in cui venivano pubblicate le sue storie. In questo modo si assicurava l’attenzione e l’engagement dei suoi lettori.

La storia ci dice che nessun media sostituisce un altro eliminandolo del tutto, ma che una convergenza intelligente è possibile. Certo è che il media è un contenitore, il suo prodotto è il contenuto, ma il produttore e il garante della qualità dell'informazione è il Comunicatore che deve contribuire a rendere virtuoso e sostenibile l’ecosistema.


transizione energetica

La transizione energetica ci sta insegnando il futuro

E se vi dicessi che l’Italia può diventare indipendente dal gas straniero entro 3 anni? Capisco che mentre si osserva la strepitosa bolletta da pagare o semplicemente si sta facendo il pieno all’automobile può risultare una provocazione.

Invece secondo uno studio Accenture – Agici è uno scenario assolutamente fattibile. La soluzione sta in un grande impegno che tutto l’ecosistema Paese dovrebbe prendere per accelerare l’installazione di fonti rinnovabili portandola a 20 GW/anno,  incrementare la produzione di biometano a 8 Bcm, aumentare l’efficienza energetica dall’ attuale 1% a 1.5% all’anno e migliorare la produzione nazionale di gas.

E’ difficile? Assolutamente ma non impossibile. I benefici di uno sforzo collettivo in questo senso sarebbero enormi. In termini macro e microeconomici ma anche di prestigio del nostro Paese che da diversi decenni fa fatica a stare al tavolo che conta dei paesi avanzati. Ci sarebbe inoltre un grandissimo contributo al tema dei temi: il cambiamento climatico. La battaglia per fermare il “disastro climatico” come l’ha definito Bill Gates, è cinta d’assedio tra la pandemia, che ancora mostra qualche picco, la guerra in Ucraina e il correlato rischio geopolitico che ne consegue.

transizione energetic

Ma non bisogna perdere la bussola perché ogni rallentamento dalla traiettoria del raggiungimento dell’obiettivo di emettere zero Co2 ci avvicina sempre di più allo scenario di rischio che secondo molti studi può costare al nostro Paese il 7-8% di PIL per la convergenza del peggioramento delle condizioni dei centri urbani, del tessuto idrogeologico, delle risorse idriche, dell’agricoltura e degli incendi boschivi. Tacendo sullo scempio che questo scenario arrecherebbe al nostro Bel Paese e al proprio patrimonio paesaggistico e culturale.

Ritornando alla “Green Acceleration” è possibile se facciamo convergere tutte le intelligenze del fare per semplificare i processi amministrativi, armonizzare gli incentivi, rendere stabili il mix di fonti, usare la tecnologia per adeguare le infrastrutture e ottimizzare gli impianti esistenti.

Ritorna quindi la necessità di dotarsi di un mind set innovativo andando oltre al business as usual e  accelerare per cogliere l’evidente bisogno di cambiamento.


Armando Barone

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