Nel mondo post digitale di oggi, dove il sovraccarico di informazioni è la norma, catturare e mantenere l’attenzione è diventata un’abilità ambita. Poiché le aziende cercano di distinguersi in un mercato affollato, i tradizionali indicatori di prestazione (KPI) potrebbero non essere più sufficienti per misurare il successo. Ecco che avanza sempre di più il concetto di attenzione come nuovo KPI. Immaginate un mondo in cui le aziende misurano il loro impatto non solo in base ai clic o alle conversioni, ma in base al livello di coinvolgimento e di attenzione che generano.
In tal senso è molto interessante lo studio “Beyond Visual Attention” realizzato da Omnicom Media Group in collaborazione con Ainem (Associazione Italiana di Neuromarketing), Ipsos e Nielsen.
L’obiettivo dell’indagine è quello appunto di valutare l’attenzione delle persone ai messaggi pubblicitari analizzando una serie di fattori che possono influenzarlo. Emerge quindi che per attirare l’attenzione, anche l’ambiente in cui viene trasmesso il messaggio è importante tanto quanto l’aspetto visivo.
Ovvero il contesto in cui viene veicolato un messaggio pubblicitario può influenzare notevolmente l’attenzione che gli utenti gli dedicano. Ad esempio, i contenuti presenti sui siti di notizie sono in grado di catturare più attenzione rispetto ai messaggi pubblicitari. Ciò significa che gli editori hanno una grande opportunità di rendere più attraente il proprio spazio pubblicitario anche ai nuovi media.
Questa scoperta è particolarmente rilevante nel contesto attuale, in cui sempre più persone diversificano le fonti per rimanere informate. Gli editori possono sfruttare questa tendenza per aumentare il coinvolgimento verso i messaggi pubblicitari che vengono veicolati sulle loro piattaforme.
L’editoria è da tempo un settore iper competitivo, in cui gli editori sebbene abbiano avviato importanti progetti di diversificazione continuano a fare affidamento sulle entrate pubblicitarie. Tuttavia, il valore degli spazi pubblicitari è stato spesso determinato da parametri quali le visualizzazioni di pagina o le impressioni, che non riflettono necessariamente il valore reale dell’attenzione prestata agli annunci.
Grazie a questa nuova opportunità, gli editori possono ora valutare e monetizzare con precisione l’attenzione che ricevono i loro spazi pubblicitari. Riconoscendo l’importanza dell’attenzione, possono comprendere meglio il valore dei loro tabellari. Invece di misurare semplicemente il numero di “occhi” che vedono un annuncio, le metriche basate sull’attenzione tengono conto di fattori quali il coinvolgimento, il tempo trascorso e persino le reazioni emotive a un annuncio.
Ciò consente agli editori di fornire agli inserzionisti informazioni più accurate sull’impatto e l’efficacia delle loro campagne. Questa nuova opportunità non solo consente di valutare con maggiore precisione i propri spazi pubblicitari, ma apre anche nuove strade alla creatività e all’innovazione. Infatti, sperimentare formati e design diversi, studiati appositamente per catturare e mantenere l’attenzione, possono creare esperienze interattive e immersive che coinvolgono realmente il pubblico e massimizzano il valore dei loro spazi pubblicitari.
Inoltre, concentrandosi sulla metrica dell’attenzione, gli editori possono instaurare relazioni più forti con il loro pubblico. Questo aspetto unito alle enormi potenzialità della AI generativa consente di avvicinarsi molto al concetto di contenuto iper-rilevante per il lettore, ovvero un prodotto editoriale perfettamente allineato agli interessi e le preferenze dei lettori.
Il KPI attenzione diventa una metrica fondamentale per la sostenibilità dell’ecosistema e uno strumento fondamentale nel set del comunicatore che si appresta a realizzare e misurare una strategia di comunicazione.
In conclusione, è fondamentale considerare l’attenzione come una metrica chiave nella pianificazione e nell’implementazione di strategie di comunicazione. Gli editori, i brand e i comunicatori devono essere consapevoli dell’importanza di questo parametro per ottenere risultati efficaci ed avvicinarsi, con il supporto delle tecnologie, a modelli di iper personalizzazione del contenuto.
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