capitale umano crescita india armandobarone

India, come il capitale umano qualificato traina la crescita del paese

L'India è uno dei paesi più grandi del mondo, con una popolazione di oltre 1,4 miliardi di persone. È anche una delle economie che si sta sviluppando più velocemente, con un tasso di crescita del PIL costantemente tra i più elevati negli ultimi anni. Uno dei fattori chiave del successo è la sua imponente forza lavoro altamente qualificata, che include ingegneri, scienziati, programmatori e altri professionisti specializzati.

Nonostante la presenza di una grande povertà nel paese, l'India ha un sistema d'istruzione molto ampio, diversificato e in grado di gestire numeri elevatissimi.

Secondo le statistiche, questo Paese immette sul mercato del lavoro ogni anno due milioni di laureati di cui circa mezzo milione ingegneri. Per renderci conto del valore di queste cifre basta constatare che in Italia il numero complessivo di ingegneri è di circa 250 mila persone. Un risultato notevole, considerando le molte sfide da affrontare, tra cui la povertà, la disuguaglianza e la mancanza di infrastrutture di base in alcune parti del territorio. Tuttavia, nonostante queste sfide si è riuscito a creare un capitale umano differenziante, che diventa il miglior alleato per la stessa crescita economica.

La maggior parte delle scuole e delle università sono gestite dal governo, anche se ci sono scuole e Università private di alto livello. C’è anche un gran numero di istituti tecnici e di ricerca, tra cui l'IT (Indian Institutes of Technology), che sono considerati tra le migliori scuole di ingegneria del mondo.

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Un sistema di istruzione oggetto di investimenti crescenti, molto orientato alla specializzazione e alla sperimentazione di metodi innovativi, con tanti studenti che scelgono di concentrarsi su aree specifiche come l'ingegneria, la medicina, l'informatica e così via. Ciò significa che i giovani che escono dalle scuole e dalle Università sono in grado di contribuire immediatamente al fabbisogno di industrie e alle organizzazioni del paese.

Con l’obiettivo di avere un capitale umano in grado di gestire positivamente le discontinuità macro-economiche è molto attiva la collaborazione pubblico-privato. Le aziende, infatti, investono percentuali importanti dei loro ricavi per programmi di formazione e di sviluppo dei dipendenti.

La strategia dell’India appare avere il chiaro intento di rendere il Paese molto attraente per il mercato e per gli investitori. I dati aiutano ad inquadrare la strategia.

Già nel 2018 il rapporto “Educational at glancer 2021”, confermava che il 34% dei laureati indiani avevano completato un corso di laurea in una disciplina STEM. Questo accadeva nel momento in cui l’Europa si fermava al 24% e gli Stati Uniti ristagnavano in un povero 11%. Aggiungiamo a questo che mentre i paesi occidentali invecchiano secondo l’Organizzazione Internazionale del Lavoro, i due terzi della popolazione indiana ha meno di 35 anni.

Possiamo quindi affermare che l’India ha deciso di mettere a disposizione dell’economia mondiale un'enorme riserva di talento giovane.

Ma non solo. Anche gli investimenti nell'innovazione e nella ricerca stanno crescendo rapidamente, con molte aziende, start-up e istituzioni che collaborano per sviluppare nuove tecnologie e prodotti. Questi sforzi di innovazione stanno contribuendo a posizionare l'India come una delle principali potenze tecnologiche del mondo, e molte organizzazioni indiane stanno guadagnando una reputazione globale per la loro innovazione e la loro capacità di adattarsi rapidamente ai cambiamenti in corso.

È strabiliante costatare come un paese con un reddito medio annuo di poco più di 2 mila dollari sia stato in grado di darsi una strategia tanto lucida ed efficace per proiettarsi nel nuovo millennio.

Certamente il caso India è molto interessante visto dall’Italia, che ha la grande occasione di affrontare alcuni di questi temi attraverso gli investimenti previsti dal PNRR. Comunicare l’innovazione è quindi sempre più importante per contribuire a tenere alta l’attenzione su una sfida che può determinare il posizionamento del Paese nel contesto mondiale dei prossimi decenni.


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Come la tecnologia sta cambiando il modo di apprendere

L'apprendimento è un processo in continua evoluzione e le modalità sono cambiate notevolmente nel corso del tempo, grazie alla tecnologia e all'innovazione. Oggi, la formazione continua e l'istruzione sono fondamentali per la crescita economica e la prosperità di un Paese. Investire in un sistema formativo che abbraccia l'innovazione può aiutare a creare una forza lavoro altamente qualificata, aumentare la competitività delle imprese e ridurre la disuguaglianza economica.

In passato, l'apprendimento era principalmente basato sulla trasmissione di conoscenze da parte di un insegnante o di un esperto e gli studenti apprendevano attraverso modalità analogiche. Questo approccio era spesso standard e non adattato alle esigenze individuali degli studenti. Con il tempo, tuttavia, l'approccio all'apprendimento è cambiato notevolmente, con un maggiore richiesta di partecipazione attiva degli studenti e sulla sperimentazione pratica.

L'avvento dell'era digitale ha avuto un impatto significativo. L'uso di computer e dispositivi mobili ha reso possibile l'apprendimento online e la formazione a distanza, con l'accesso a una vasta gamma di risorse educative, come video, podcast, tutorial e corsi online. Questo ha permesso a chiunque, ovunque nel mondo, di accedere a informazioni e conoscenze in modo rapido ed efficiente.

Tuttavia, la tecnologia ha anche aperto nuove opportunità, come l'uso della realtà virtuale e aumentata e dell'intelligenza artificiale. La realtà virtuale, ad esempio, può fornire esperienze di apprendimento immersive e coinvolgenti, permettendo agli studenti delle scuole di interagire con ambienti simulati e di apprendere attraverso la sperimentazione pratica. Altresì l'intelligenza artificiale, proprio in questi giorni, sta dando vita a nuove forme di apprendimento personalizzate, che adattano il processo di acquisizione delle conoscenze alle esigenze individuali degli studenti.

Questo consente di fornire un'esperienza di qualità e di garantire che i giovani ricevano l'attenzione e il supporto di cui hanno bisogno per ottimizzare i loro talenti.

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Tuttavia, l'innovazione e la tecnologia possono spaventare molti, in particolare coloro che sono abituati a metodi di insegnamento e formazione tradizionali e che possono percepire l'innovazione come un'incognita o un ostacolo al processo di apprendimento della conoscenza. Ecco perché gli insegnanti hanno un ruolo fondamentale in questo cambiamento epocale, e dovrebbero anche loro sottoporsi a una formazione continua per acquisire nuove competenze e abilità legate alle innovazioni.

In un mondo in cui la conoscenza è in costante evoluzione, anche gli insegnanti devono essere pronti a imparare e ad adattarsi continuamente. Un rapporto di Unioncamere, dice che entro il 2025, il 60% dei lavoratori italiani dovrà possedere competenze digitali per soddisfare le richieste del mercato del lavoro. Questa previsione è un chiaro segnale che la formazione continua basata sulle nuove tecnologie è la chiave per la competitività delle imprese e la creazione di valore economico e sociale.

La formazione continua e l'istruzione sono fondamentali per la crescita economica e la prosperità di un paese. Investire in un sistema formativo che abbraccia l’innovazione, può aiutare a creare una forza lavoro altamente qualificata, aumentare la competitività delle imprese e ridurre la disuguaglianza economica. Compito di chi si occupa della comunicazione è raccontare questi benefici, affrontando anche i temi scottanti dell’etica e della sostituzione uomo-macchina, affrontando le ortodossie che minano il progresso.

Nell'ambito degli approcci innovativi all’apprendimento, un caso interessante è rappresentato dalla collaborazione tra il Central Board of Secondary Education (CBSE) dell'India, l'Innovation Cell del Ministero dell'Istruzione e l'IIT-Bombay, che hanno creato il primo corso opzionale di pensiero e innovazione basato sul design, destinato alle scuole.

Il corso è stato introdotto per gli studenti di classe 6 (età compresa tra 11 e 12 anni). L'obiettivo è fornire agli studenti gli strumenti e l'esperienza necessari per affrontare i problemi utilizzando il processo basato sul design thinking, una metodologia che pone l'accento sulla risoluzione dei problemi in modo creativo ed innovativo.

Il corso ha avuto un notevole successo tra gli studenti e le scuole, tanto che il CBSE ha deciso di estendere il programma lanciando una nuova raccolta di libri di testo per le classi 7-12, a partire dal prossimo anno scolastico.

Gli obiettivi del corso sono molteplici: aiutare gli studenti ad acquisire competenze come il pensiero critico, la risoluzione dei problemi e l'innovazione, promuovere il loro sviluppo personale e la loro creatività, prepararli ad affrontare le sfide future e dotarli di competenze e conoscenze utili per il mondo del lavoro.

L'iniziativa rappresenta un esempio concreto di come l'innovazione nell'istruzione possa portare a risultati concreti e positivi. La metodologia del pensiero basato sul design è un'ottima opportunità per gli studenti di acquisire nuove competenze e sviluppare la creatività, in un mondo in cui la tecnologia e l'innovazione sono sempre più importanti. Inoltre, il corso rappresenta un'importante opportunità per colmare il divario tra il mondo dell'istruzione e quello del lavoro, fornendo le competenze necessarie per essere competitivi nel mercato globale del lavoro.

 


alessandro volta comunicazione leadership armandobarone

Alessandro Volta, esempio di comunicazione e leadership

Alessandro Volta è noto soprattutto per aver inventato la pila elettrica, uno dei dispositivi più importanti della storia dell'elettricità. Ma questo grande personaggio non è stato solo un grande scienziato e inventore: è stato anche un abile comunicatore e un leader carismatico.

In questo articolo, voglio condividere come Volta abbia usato la sua abilità di comunicazione e la sua leadership per diffondere idee e convincere gli stakeholder a seguirlo.

Volta era un oratore eloquente e un appassionato sostenitore delle sue idee. In particolare, era molto capace a semplificare a spiegare concetti complessi in modo chiaro e accessibile. Ad esempio, quando presentò per la prima volta la sua pila elettrica all'Accademia delle Scienze di Parigi nel 1801, fu in grado di comunicare con chiarezza i principi di base del dispositivo e le sue potenzialità.

La comunicazione dell'innovazione è una sfida costante per ricercatori, imprenditori, consulenti  ed esperti di tecnologia. Per spiegare in modo efficace una nuova innovazione, è importante comunicarla in modo chiaro e semplice. La semplicità nella comunicazione della tecnologia risulta quindi cruciale per coinvolgere un pubblico più ampio e far sì che le persone possano comprendere e apprezzare l'innovazione, quindi incide sulla diffusione della stessa.

Inoltre, Volta era abile anche nella scrittura. I suoi articoli e le sue lettere erano sempre ben strutturati e argomentati, e dimostravano una grande padronanza della lingua italiana e francese. Questo gli permise di far circolare le sue idee non solo tra i colleghi scienziati, ma anche tra un pubblico più vasto.

Ma la sua comunicazione non si limitava solo alle parole. Volta era anche un grande sperimentatore, e spesso usava esperimenti pubblici per dimostrare i suoi principi. Ad esempio, quando fece una dimostrazione della sua pila al Conservatorio di Parigi nel 1801, progettò uno colpo di scena che catturò l'attenzione del pubblico e dei mezzi di comunicazione di allora. I colpi di scena nella comunicazione dell’innovazione sono importanti strumenti perché aiutano il pubblico comprendere i concetti principali più velocemente. Per esempio, tutti ricordiamo ancora il momento il coup de théâtre di Steve Jobs quando presentò il MacBook Air come il computer più sottile del mondo durante una delle sue famose presentazioni, inserendolo in una busta manila.

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Volta non era solo un abile comunicatore, ma anche un leader carismatico. Era rispettato e ammirato dai suoi colleghi e dagli studenti, che lo consideravano un esempio da seguire.

In particolare, aveva la capacità di ispirare gli altri con la sua passione per la scienza e la sua curiosità intellettuale. Era sempre alla ricerca di nuove sfide e nuove scoperte, e questo atteggiamento positivo contagiava anche gli altri. Quando si comunica un'idea o un progetto innovativo, la passione è un fattore che può fare la differenza, soprattutto se si vuole influenzare l'opinione degli altri e motivarli a sostenere la causa.

Per trasmettere la passione, è importante che il comunicatore dimostri un profondo interesse e coinvolgimento per l'argomento. I leader carismatici sono in grado di ispirare gli altri con la loro visione e la loro passione, e questo può essere un elemento chiave per motivare e coinvolgere il proprio team.

Ecco altre capacità di leadership di Alessandro Volta e analogia con la leadership moderna:

  1. Capacità di adattamento:  era un inventore e uno scienziato che sapeva adattarsi ai cambiamenti e alle sfide che si presentavano. Questa abilità di adattamento è fondamentale anche per la leadership moderna, soprattutto in un'epoca caratterizzata da rapidi cambiamenti tecnologici e sociali. I leader moderni dovrebbero essere in grado di adattarsi alle nuove tendenze e innovazioni, e di essere flessibili e pronti a cambiare rotta se necessario.
  2. Capacità creative: come inventore, era noto per la sua creatività e la sua capacità di innovare. Questa stessa abilità è molto importante anche per i leader moderni, soprattutto in settori come la tecnologia e l'imprenditoria. I leader che sanno stimolare la creatività e l'innovazione nel loro team sono in grado di trovare soluzioni innovative ai problemi, e di creare prodotti e servizi che soddisfano le esigenze dei clienti.
  3. Collaborazione e teamwork:  era noto per la sua capacità di collaborare con altri scienziati e inventori, e di condividere le sue scoperte con la comunità scientifica. Questa abilità di collaborazione è molto importante anche per i leader moderni, che devono saper lavorare in team e creare un ambiente di lavoro collaborativo e inclusivo. La capacità di ascoltare le opinioni degli altri e di creare un clima di fiducia e rispetto è fondamentale per il successo di un team.
  4. Etica e integrità: Era noto per la sua etica e la sua integrità, e per la sua capacità di mantenere gli standard etici più elevati nella sua ricerca scientifica. Questa stessa attenzione all'etica e all'integrità è molto importante anche per i leader di oggi, che devono essere esempi di comportamento etico e professionale per il proprio team e per l'azienda nel suo complesso. La trasparenza, l'onestà e la coerenza tra parole e azioni sono tutti elementi fondamentali per costruire la fiducia e la credibilità di un leader.

In conclusione, Alessandro Volta è stato un grande scienziato, un inventore e un leader carismatico che ha saputo comunicare con efficacia le sue idee e ispirare gli altri con la sua passione e la sua curiosità intellettuale. La sua abilità di semplificare concetti complessi, la sua capacità di collaborare e di lavorare in team, e la sua attenzione all'etica e all'integrità sono tutte qualità ancora importanti per i leader moderni.

In un mondo in rapida evoluzione, dove l'innovazione e la creatività sono fondamentali, i leader che sono in grado di adattarsi ai cambiamenti, di stimolare la collaborazione, e di ispirare gli altri con la loro passione e il loro entusiasmo, possono fare la differenza e guidare il loro team verso il successo.

La lezione di Volta ci insegna che la comunicazione efficace e la leadership carismatica sono due elementi fondamentali per ottenere l'adesione degli stakeholder, e che la passione e l'entusiasmo possono essere contagiosi e creare un movimento di persone che condividono gli stessi valori e ideali.

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Gestione crisi aziendali: il ruolo cruciale della Comunicazione

Vivere un’epoca con cicli economici sempre più brevi impone una nuova attenzione alla gestione delle crisi. Una crisi può causare interruzioni dei servizi, danni materiali e perdite economiche.

L'evolversi delle minacce e la persistenza della turbolenza stanno cambiando lo scenario anche per quanto riguarda la gestione di momenti di difficoltà. Le organizzazioni sono chiamate ad evolvere considerando le fasi di turoblenza come parte centrale della propria strategia, andando oltre alla gestione reattiva imposta dall’evento critico.

La complessità che viviamo richiede una combinazione di flessibilità, preparazione, monitoraggio costante e comunicazione efficace e costante con i vari stakeholder. Chi gestisce la comunicazione delle organizzazioni, deve essere in grado di adattarsi rapidamente al contesto con una prospettiva strategica di lungo termine.

Trasparenza e comunicazione empatica giocano un ruolo centrale nella gestione della crisi: la prima aiuta a mantenere la fiducia e la credibilità delle organizzazioni, mentre la seconda permette di stabilire un rapporto di empatia e comprensione con i vari stakeholder.
 Nel periodo di trasformazione che stiamo attualmente vivendo, il tempo ha un valore diverso rispetto al passato.
Il principio delle 24 golden hour secondo cui la capacità di agire entro le prime 24 ore fa la differenza tra il successo o il fallimento nella gestione di una crisi, oggi non è più attuale. La trasformazione compressa a cui stiamo assistendo ha compresso anche l’arco temporale d’intervento in caso di crisi.

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La capacità di prevenire attraverso lo studio dei dati e di agire istantaneamente e in modo efficace è quanto mai fondamentale per la gestione delle crisi. Le organizzazioni devono essere in grado di avere un controllo dei dati in tempo reale e la capacità di preparare una risposta adeguata per gestire le sfide. Ma non solo: i dati devono essere condivisi costantemente con gli stakeholder perché nel mondo post- digitale la capacità di protezione del singolo attore è a tutela dell’intero ecosistema. 
Anche qui emerge la centralità della comunicazione, ecco alcuni passi per gestire efficacemente la crisi:

  1. Realizzare un sistema di controllo aperto e real time degli asset aziendali
  2. Identificare le competenze necessarie: identificare le competenze relative agli asset e le conoscenze che sono necessarie per gestire efficacemente le crisi. Queste competenze devono includere quelle “classiche” di comunicazione aumentate dalla capacità di analisi dei dati
  3. Selezionare i membri del team: selezionare i membri del team in base alle loro competenze e alle loro differenti conoscenze e personalità.
  4. Definire i ruoli e le responsabilità: assicurarsi che ogni membro del team sappia cosa deve fare in caso di crisi.
  5. Fornire la formazione necessaria: questa formazione può includere l’uso delle tecnologie applicate alla comunicazione.
  6. Testare e migliorare continuamente: testare continuamente il team di crisi e migliorare la sua efficacia. Questo può includere la simulazione di scenari di crisi per verificare la preparazione del team e la sua capacità di gestione dello scenario.

In conclusione, le crisi sono sempre stati eventi imprevisti che possono avere un impatto significativo sulle organizzazioni e sulle comunità. In un momento complesso come quello che stiamo vivendo, con repentini cambi di ciclo economico e la necessità di realizzare progetti trasformativi delle organizzazioni ad una velocità mai vista nella storia dell’economia, l’impatto può essere ancora più forte. Proprio per questo il comunicatore di oggi deve cambiare prospettiva inquadrando lo scenario di crisi della propria organizzazione in un contesto di responsabilità di ecosistema.


intelligenza artificiale responsabile

Intelligenza Artificiale Responsabile: una sfida per il futuro

La discussione intorno al tool di intelligenza artificiale ChatGPT solleva due importanti questioni: la maturità delle tecnologie di AI e Machine Learning e la necessità di una accelerazione della collaborazione pubblico-privato per definire un sistema di regole condivise basato sulla Responsible AI.

La curva di sviluppo delle tecnologie di IA è sempre più ripida, grazie alla rapida trasformazione delle organizzazioni in risposta ai sempre più repentini cambiamenti macroeconomici. Ciò ha reso l'IA economicamente sostenibile a livelli senza precedenti. Parallelamente, il concetto di Responsabilità di queta nuova tecnologia è diventato il mainstream con un dibattito pubblico-privato che ha visto l’UE in prima linea. Infatti, la Commissione Europea ha presentato una proposta di regolamento sull'intelligenza artificiale, che mira a garantire che sia sicura, affidabile e sostenibile, e che protegga i diritti fondamentali dei cittadini europei. Il regolamento include misure per prevenire l'uso dannoso, come l'utilizzo di sistemi di IA per la discriminazione o per le decisioni automatizzate che possono avere conseguenze negative sui diritti fondamentali. Inoltre, il documento prevede la creazione di un quadro europeo per la certificazione dei sistemi, per garantire che soddisfino i requisiti di sicurezza e protezione dei dati.

L'obiettivo è quello di creare un mercato unico europeo per l'IA, che promuova la fiducia e l'uso responsabile delle tecnologie. C’è da augurarsi che questo spinga USA e Cina, che rappresentano l'80% del mercato globale, a seguire l'esempio e a partecipare attivamente alla conversazione globale sullo sviluppo sostenibile delle tecnologie innovative.

È innegabile che l'IA, come ogni altra innovazione, porti con sé la "distruzione creatrice" teorizzata da Schumpeter che nel suo libro del 1942, “Capitalismo, socialismo, democrazia”, scrisse:

Il capitalismo è per natura una forma o un metodo di evoluzione economica; non solo non è mai, ma non può mai essere stazionario. Questo carattere evolutivo del processo capitalistico non è unicamente dovuto al fatto che la vita economica si svolge in un ambiente sociale e naturale che muta e, mutando altera i fatti dell’azione economica; quel fatto è importante, quei mutamenti (guerre, rivoluzioni e così via) condizionano spesso le grandi trasformazioni industriali, ma non ne sono i movimenti primi. Né il carattere evolutivo del capitalismo è dovuto a un semi-automatico aumento della popolazione o del capitale, o alle fluttuazioni dei sistemi monetari, tutti fattori per cui la stessa cosa è vera.

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L’impulso fondamentale che aziona e tiene in moto la macchina capitalistica viene dai nuovi beni di consumo, dai nuovi metodi di produzione o di trasporto, dai nuovi mercati, dalle nuove forme di organizzazione industriale, che l’impresa capitalistica crea.

Mentre alcuni lavori verranno distrutti, altri ne verranno creati, migliorando le condizioni di lavoro dell'umanità. Tuttavia, se mal utilizzata, l'IA, può causare gravi problemi. Anche questo è un fattore comune a tutte le innovazioni. Tutte le tecnologie rivoluzionarie, da sempre, hanno creato preoccupazione per l'impatto che avrebbero avuto sulla società. Dalle macchine a vapore introdotte negli opifici industriali della seconda metà dell’Ottocento, all’invenzione del telefono.  Dalla stampa a Internet, abbiamo assistito a grandi cambiamenti nel modo in cui le persone interagiscono tra loro, nel modo in cui impariamo e insegniamo, nel modo in cui facciamo affari e persino nel modo in cui ci esprimiamo. Questi cambiamenti sono ancora in corso oggi.

Ecco perché dobbiamo prepararci. Il sistema educativo e formativo deve evolvere per preparare i talenti del presente e del futuro, mentre il sistema di regole deve accelerare il suo ritmo per evitare un gap troppo ampio tra il mercato e il regolatore.

In sintesi, l'Intelligenza Artificiale Responsabile è un'altra sfida che l'umanità dovrà affrontare e superare, come ha fatto con altre rivoluzioni tecnologiche nel corso della storia. Siamo fiduciosi che anche in questo caso, saremo all’altezza.

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Il valore dei libri nell′era post-digitale

È vero che i libri fisici hanno una lunga storia e un'importante tradizione, e probabilmente continueranno ad esistere anche nel post digitale. Tuttavia, con l'evoluzione della tecnologia le case editrici hanno fatto fatica a stare dietro al cambiamento. Non è facile, ma neanche impossibile!

Nel suo intervento di apertura della giornata conclusiva del 40° Seminario Superiore della Scuola per Librai Umberto ed Elisabetta Mauri, Ricardo Franco Levi, presidente dell'Aie (Associazione Italiana Editori) e della Federazione degli Editori Europei, ha sottolineato il primato dell'Europa nell'editoria libraria, un fatto eccezionale e ricco di sfide.

I consumatori, infatti, spingono il mercato in una situazione ibrida, fatta di fisico e digitale, una coesistenza che continuerà ad evolvere sulla spinta dell’innovazione per soddisfare le esigenze dei lettori.

Qualche tempo fa a proposito di evoluzione dell’editoria ho scritto un articolo sulla contaminazione tra metaverso ed editoria, in prospettiva di una meta-editoria che ci aspetta dietro l’angolo.

La convergenza tra editoria tradizionale e nuove tecnologie può creare valore per tutte le parti coinvolte: gli editori potranno pubblicare più libri che mai, perché saranno in grado di raggiungere più persone con i loro contenuti; i lettori potranno accedere a più contenuti ed in diverse modalità, perché ci saranno più opzioni disponibili; e gli autori potranno condividere le loro storie con un numero ancora maggiore di persone rispetto a prima.

Ed a mio parere la scelta dei consumatori non deve preoccupare: è possibile che vi sia una crescente preferenza per i libri fisici rispetto a quelli digitali.

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Ci sono molte ragioni per cui i lettori potrebbero preferire i libri fisici: la fatica visiva in un paese sempre più anziano, la mancanza di sensazioni tangibili associate alla lettura di un libro fisico o la preferenza per la rilegatura e il design dei libri tradizionali.  Già oggi, come ci ricorda Franco Levi: “in qualche modo certi effetti sono visibili nella dinamica degli e-book che, quanto a produzione in Italia, è calante visto che le 35.200 novità pubblicate nel 2022 sono il 28,6% in meno in meno rispetto al 2019. Di differente segno gli audiolibri che con 25 milioni di ricavi nel 2022 segnano un +4,2% Sul 2021, emergendo come un comparto in ascesa.”

Tuttavia, è importante considerare che entrambe le dimensioni del libro, fisico-digitale hanno i loro vantaggi e svantaggi; quindi, la preferenza dipende dalle preferenze individuali dei lettori e dalla capacità di generare valore sostenibile per l’ecosistema.

Un fenomeno post digitale che merita molta attenzione è la combinazione Libro fisico- Social media, su più livelli di prospettiva.

Con l'aumento della popolarità dei social media e la diffusione delle tecnologie digitali, sempre più lettori stanno sfruttando questi canali per scoprire, discutere e recensire libri.

D'altra parte, le case editrici stanno sfruttando i social media per promuovere i loro libri e raggiungere un pubblico più ampio. Ad esempio, molte case editrici stanno creando contenuti, come estratti dai libri, interviste con gli autori e recensioni dei libri, per attirare l'attenzione dei lettori e aumentare la consapevolezza del marchio.

Il futuro della convergenza tra libri fisici e social media potrebbe vedere una maggiore integrazione tra i due settori, con le case editrici che utilizzeranno sempre di più i social per creare esperienze di lettura interattive e coinvolgenti per i loro lettori. Ad esempio, potrebbero essere sviluppate app per la lettura che integrano i social, permettendo ai lettori di condividere commenti e recensioni sui libri con i loro amici e follower.

Inoltre, potrebbe esserci un aumento della produzione di libri originali per i social media, con autori che sfruttano questi canali per pubblicare i loro libri e raggiungere un pubblico più vasto. Questi libri potrebbero essere pubblicati in formato digitale e sfruttare le funzionalità del media, come le chat e i gruppi, per creare esperienze di lettura coinvolgenti e interattive.

Le case editrici possono cogliere questa opportunità per rimanere competitive e continuare a raggiungere in modo contemporaneo i loro lettori.

Ecco alcuni spunti concreti di convergenza tra editoria e social media:

  1. Lettura condivisa: I social media stanno facilitando la condivisione della lettura. Ad esempio, molte piattaforme di social media, come Goodreads, permettono ai lettori di discutere e recensire i libri con altri appassionati di lettura. Questo sta creando una comunità di lettori online che condividono interessi e passioni simili.
  2. Marketing dei libri: Le case editrici stanno utilizzando i social media per promuovere i loro libri e raggiungere un pubblico più ampio. Ad esempio, molti autori stanno utilizzando i social per interagire con i loro lettori e creare hype intorno ai loro libri. Inoltre, le case editrici stanno anche utilizzando i social per creare campagne pubblicitarie mirate, raggiungendo i loro pubblici di riferimento attraverso annunci mirati e influencer marketing.
  3. Esperienze di lettura interattive: La convergenza tra editoria e social media sta anche portando allo sviluppo di esperienze di lettura interattive e coinvolgenti. Ad esempio, potrebbero essere sviluppate app per la lettura che integrano i social media, permettendo ai lettori di condividere commenti e recensioni sui libri con i loro amici e follower. Questo potrebbe anche portare alla creazione di libri interattivi che utilizzano la realtà aumentata o la realtà virtuale.

Un caso che ho già citato in uno dei miei articoli è TikTok Book Club, un fenomeno social molto interessante data la necessità del mercato di rivolgersi ai lettori del futuro. Nasce sulla piattaforma TikTok e consiste in un gruppo di utenti che condividono video sui libri che stanno leggendo. Questi video possono variare da recensioni dei libri, a clip di lettura, a presentazioni di libri futuri che gli utenti sono ansiosi di leggere. TikTok Book Club è diventato un modo per i lettori di trovare nuovi libri da leggere, di condividere i loro pensieri con una comunità di appassionati di libri e di interagire con altri lettori attraverso la piattaforma. In questo modo, TikTok sta diventando un nuovo modo di scoprire e discutere i libri, grazie alla combinazione dei social media e dell'editoria.

In sintesi, il libro fisico non morirà mai e anzi ha una grande opportunità di ritornare in voga sfruttando la convergenza con la tecnologia per creare una maggiore interazione e condivisione tra i lettori, una maggiore accessibilità e una maggiore integrazione dell'esperienza di lettura. 

Rimane una certezza in questa fluidità, come cita Louis L'Amour. "I libri sono finestre attraverso le quali entra la luce".

 

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comunicazione tecnologia armandobaronea

Comunicare la tecnologia nel cambiamento globale

Nell’arco degli anni abbiamo visto il pendolo oscillare da un estremo all'altro. Dal boom delle dot-com degli anni '90 alla Grande Recessione del 2008, alla pandemia, alle Grandi Dimissioni e ora alla guerra e alla crisi energetica. Abbiamo toccato con mano come le cose possano cambiare rapidamente incidendo significativamente sui modelli di business e i comportamenti. Approfittando dell’enorme patrimonio di pensiero che anche quest’anno è stato condiviso dai leader del mondo a Davos mi è apparso chiaro che la sfida per noi comunicatori consiste nel comunicare efficacemente i cambiamenti attraverso una storia dell’organizzazione connessa al macro contesto ed in grado di guardare al futuro con pragmatica fiducia.

Ancor prima dell’econometria i fatti ci proiettano in un mondo i cui cicli economici sono compressi, con un profondo impatto anche sulla comunicazione. La nuova economia richiede un ritmo di comunicazione più veloce e connesso alle audience.

Di questo profondo processo di trasformazione il grande alleato è la tecnologia, non credo ci siano dubbi.

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E a proposito del ruolo centrale della tecnologia nel cambiamento, una rappresentazione molto efficace la fornisce il rapporto della mia Accenture presentato proprio a Davos: “Accelerating Europe’s path to reinvention”. Sebbene dallo studio emergano chiaro e forte le sfide del nostro tempo, parallelamente si respira, dati alla mano, la fiducia nel futuro e soprattutto grande consapevolezza che per tenere l’Europa a passo con il cambiamento la tecnologia fa la differenza in tutti i sensi.

Il rapporto mette chiaramente in evidenza i margini di miglioramento e come le aziende europee crescano a un ritmo molto più lento rispetto a quelle del Nord America e dell'Asia Pacifico ma restituisce anche l’immagine di un continente che sta progredendo, ma non basta. Nel 2023 e nel 2024, l'Europa registrerà una crescita dell'1,8% rispetto al +3,1% del Nord America e al +3,8% dell'Asia Pacifico. La differenza risiede quasi esclusivamente nello scarto di investimenti in innovazione tra i diversi continenti.

In sintesi, il modo migliore per raccontare la trasformazione mantenendo la massima fiducia nel futuro è spiegare come il fattore tecnologia giochi un ruolo centrale nell’economia di ecosistema contemporanea. Grazie a questa conoscenza, è possibile dipingere un quadro dell'economia più equilibrato e diversificato, e quindi argomentare in modo più convincente il motivo per cui le aziende dovrebbero continuare a seguire il loro percorso trasformativo per competere a livello mondiale e crescere in maniera sostenibile.


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Le 4 C del Comunicatore per guidare i CEO nell′era della volatilità

Di fronte a sfide senza precedenti, le aziende e i loro CEO sono chiamati a dimostrare la propria solidità.

I CEO dichiarano di vivere una stagione estremamente complessa, compressi tra numerose priorità strategiche contemporanee e disruption causate da fenomeni esterni al perimetro aziendale. Questo è uno dei dati che emerge da “United Nations Global Compact-Accenture CEO Study”  che si basa su informazioni raccolte da più di 2.600 CEO di 128 paesi, 18 settori industriali, approfondite in oltre 130 interviste

La priorità è creare valore in un ambiente globale sempre più volatile. Per i leader ciò significa prendere decisioni difficili che potrebbero non essere sempre gradite da tutti gli stakeholder.

La domanda che mi pongo, rispetto al mio mestiere, è: come possono gli specialisti della comunicazione supportare le nuove sfide e sostenere i CEO?

È il contesto che può ribadire la centralità dei comunicatori che hanno saputo abbracciare il nuovo e fatto maturare il proprio team intorno a un concetto di leadership responsabile.

In un contesto del genere appare quanto mai necessario per i comunicatori essere top of mind per i leader di business ed individuare insieme ai loro le priorità da portare sul mercato esterno. Se questo non accade è sempre più alto il rischio di uno “scollamento” tra mercato e comunicazione.

Ma non basta. La strategia di comunicazione deve essere concepita in un’ottica di personalizzazione perché le audience sono immerse nelle peculiarità del contesto, quindi gli approcci generalisti non sono più in grado di soddisfare il loro bisogno di informazione, che è sempre più verticale ma anche ricco di quei significati che le persone cercano nei brand.

I professionisti della comunicazione si trovano di fronte a una domanda importante: come possiamo aiutare le nostre organizzazioni a navigare in queste nuove acque?

4c comunicazione ceo armandobarone

Non solo devono essere in alcune circostanze “la penna e la voce dei CEO" nell'ambiente volatile di oggi, i confini si sono ampliati per includere:

-Conoscere bene gli eventi dove è importante che CEO partecipino, perché possono avere un impatto sull'organizzazione.

-Comprendere l'impatto dei fattori interni ed esterni sul successo dell'organizzazione.

-Sviluppare strategie di comunicazione di personal branding per rafforzare la credibilità del CEO e garantire la sinergia di questa con quella dell’intera organizzazione

È compito del comunicatore fornire al business le evidenze per produrre la necessaria consapevolezza sulla necessità di una nuova alleanza con la comunicazione per creare vantaggio competitivo. È mia opinione che i leader solidi sanno che non possono permettersi di ignorare il ruolo della comunicazione nel successo dell'organizzazione. Sanno che in tempi di volatilità accelerata devono saper comunicare una visione strategica e uno scopo chiari, sviluppare messaggi forti per i dipendenti e agire per garantire che le loro organizzazioni continuino a crescere anche nei momenti difficili.

Il comunicatore dal canto suo deve essere connesso con l’ecosistema ed avere la capacità di cambiare rotta in un attimo, se necessario, e questo significa mettere continuamente in gioco la propria comfort zone.

Significa quindi cambiare prospettiva e agire non solo come professionista della comunicazione e specialista di un mestiere ma anche come leader.

Il mondo di oggi è complesso e in rapida evoluzione, non possiamo aspettarci che una sola persona abbia tutte le risposte. Una volta che il CEO ha tracciato la rotta, il team deve seguirlo e guidarlo nelle scelte dei messaggi per lui è per l’azienda. Nel modello tradizionale il CEO aveva il suo consulente o team di comunicazione, oggi nell’era della fluidità non ci sono più questi scollamenti. La figura del CEO e dell’azienda si sovrappongono e si alimentano.

Quindi cosa potrebbe mancare? Beh, c'è un concetto di immersione. Una volta capito il posizionamento del CEO e la rotta che lui stesso vuole intraprendere bisogna partecipare attivamente ai progetti e avere la forza di guidarlo nella direzione migliore.

E poi si aggiunge un aspetto rilevante, che riguarda il purpose. La comunicazione è sempre stata considerata principalmente come uno strumento per trasferire informazioni da una persona all'altra, ma non è mai stata vista come uno strumento per creare capitale sociale.

In un ambiente in rapida evoluzione come quello odierno, in cui i canali di comunicazione tradizionali sono sempre più fluidi nel trasmettere i messaggi desiderati, i comunicatori devono guardare oltre il loro ruolo tradizionale di fornitori di informazioni per essere maggiormente coinvolti nella formazione di valori e credenze nella società.

Siamo quindi pronti ad affrontare qualsiasi sfida, con le 4 C del comunicatore di oggi: competenza, coraggio, carattere e coinvolgimento:

Le 4 C del comunicatore di oggi:

  • Competenza: bisogna conoscere il pubblico, gli argomenti e il contesto.
  • Coraggio: dobbiamo essere disposti a condividere la nostra opinione e a parlare in modo franco, diretto e trasparente.
  • Carattere: dobbiamo gestire le resistenze, aiutare fact based il business a ragionare per decidere insieme le leve del cambiamento;
  • Coinvolgimento: bisogna coinvolgere il proprio team e tutti gli attori necessari. L’epoca dell’”uomo solo” e dell’autarchia oggi non è adeguata.

Happy innovating!


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Il flusso del pubblico nella Comunicazione dell′era del New Normal

Tutti amano le belle storyline. Il nostro pubblico non fa eccezione. Ma per raccontarne una bella, dobbiamo sapere che tipo di storia il nostro pubblico vuole ascoltare. E non è sempre facile capirlo, di certo i dati socio-demografici non riescono più da soli a darci indicazioni per coinvolgere.

Come specialisti della comunicazione vogliamo sempre capire nel dettaglio quali sono le esigenze degli stakeholder. A tal fine, cerchiamo di analizzare informazioni ed esperienza per tracciare un quadro corretto e indirizzare i messaggi. Questo ci aiuta a trasformare la comunicazione in un servizio e ad avere certamente più chance di essere rilevanti.

Mettere il pubblico al centro è quindi uno degli ingredienti fondamentali per creare storyline di successo.
La domanda che ci dobbiamo porre è, nell'evoluzione e nel cambiamento che viviamo, la strategia di approccio al pubblico di riferimento è diversa o rimane la stessa di qualche anno fa? È certamente cambiata.

Il modo in cui comprendiamo il mondo si è infatti trasformato radicalmente negli ultimi anni. Un tempo pensavamo alle persone in termini demografici, come l'età, il sesso e lo status sociale. Questo è ancora un modo utile per capire un grande gruppo di persone, ma non ci porta molto lontano quando cerchiamo di comunicare con empatia. Nell'odierno ambiente di comunicazione 24/7, siamo tutti bombardati da messaggi provenienti da ogni direzione e media. Il nostro pubblico di riferimento è da un lato immerso in una quantità di informazioni senza pari, dall’altro mostra l’esigenza di ricevere informazioni personalizzate, superando quindi anche il concetto di pertinenza.

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Esistono ed esisteranno sempre di più tool in grado di darci informazioni rilevanti sul target ma a mio parere questi dati non garantiranno mai la certezza di essere scelti come fonte. Bisogna fare un passaggio ulteriore. Cosa sappiamo veramente dei nostri stakeholder e qual è il modo migliore per entrare in contatto con loro?

La parola "empatia" deriva dalle parole greche "em", che significa in o dentro, e "patheia", che significa sofferenza. È la nostra capacità di sentire ciò che gli altri stanno vivendo, come se lo stessimo vivendo noi stessi. L'empatia non è solo la capacità di comprendere una situazione, ma anche di entrare in contatto con un'altra persona a un livello più profondo. È un'abilità che ogni comunicatore deve padroneggiare e come tutte le abilità può migliorare, se allenata.

Inoltre, dobbiamo considerare che Il ciclo di notizie dei media è cambiato radicalmente. Ci sono molti modi per esprimere la propria opinione e far sentire la propria voce, sia che si tratti di un giornalista che di un lettore. È importante che il contenuto “personalizzato” sia inviato anche attraverso il canale giusto.

Quando ci accingiamo a creare una strategia di comunicazione dobbiamo quindi considerare uno scenario ed un contesto dinamico, ricette buone per tutti i gusti non esistono più.

Il pubblico è fatto da individui che possono scegliere tra migliaia di fonti provenienti da infiniti canali. Dobbiamo quindi capire cosa li spinge, quali sono le loro esigenze e come vogliono ricevere le informazioni. La sfida è considerare l'esperienza delle persone come prima leva della comprensione.

Anche se mi occupo di comunicazione da molto tempo, trovo molto delicata questa fase e per niente semplice. Ma possibile se fissiamo bene gli obiettivi di analisi.

Quali domande quindi dobbiamo porci per capire meglio i nostri stakeholder?

1)    Come sono? Mettiti nei loro panni e prova a immaginare e descrivere la loro vita.

2)    Perché dovrebbero considerare il tuo messaggio? Cosa potrebbero ottenere dalla tua comunicazione?

3)    Qual è il loro bisogno? Fai sapere al tuo pubblico che li capisci e che puoi offrire una soluzione.

4)    Spiega chiaramente qual è la soluzione che proponi.

5)    Cosa vuoi che facciano? Assicurati che sia un’azione chiara da intraprendere.

6)    Come potrebbero resisterti? Cosa potrebbe impedirgli di seguirti?

Una case-study interessante quando parliamo di attenzioni e conoscenza dei valori e delle aspirazioni del pubblico è quella di Tik Tok.

TikTok Shop UK lancerà una nuova categoria di libri in collaborazione con la casa editrice HarperCollins e i rivenditori WHSmith e Bookshop.org. La mossa consente agli amanti dei libri di acquistare una gamma di titoli dei marchi dell'editore CGP Books, che ha un forte carattere educativo, senza uscire dall'app TikTok. La partnership, annunciata nel novembre 2022, attingerà anche alla rete di editori affermati di Bookshop.org come Bloomsbury Books e librerie indipendenti. Anche librerie come Ibadah London e Lowplex Books raggiungeranno un nuovo pubblico attraverso TikTok Shop. La notizia si basa sul successo di #BookTok, la comunità letteraria e di lettura di TikTok che è rapidamente diventata uno degli hashtag più popolari sulla piattaforma, raggiungendo ad oggi oltre 88 miliardi di visualizzazioni.


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L'empatia alla base della nuova Leadership

Le nuove sfide in epoca never normal mettono nelle nostre agende la priorità di un equilibrio tra empatia e obiettivi. L’attenzione alle persone e l’utilizzo di linguaggi, toni e azioni appropriate, rendono il ruolo della comunicazione e dell’informazione più importante che mai.

Capire e collegarsi alle persone diventa l’oro delle organizzazioni, e uno scarso utilizzo di questa variabile può portare a una mancanza di fiducia interna ed esterna.

Il termine “empatia” deriva dal greco “en-pathos”, che significa letteralmente “sentire dentro”: consente di percepire le emozioni e gli stati d’animo degli altri come se fossero propri e quindi di mettersi nei panni delle altre persone.

Ma cosa significa esattamente in ambito aziendale? Significa dotarsi di una buona dose di intelligenza emotiva e dare priorità alle persone e al loro benessere. Agire in modo autentico e ruotare intorno al reale valore dell’azienda: i suoi dipendenti, i suoi clienti, i suoi partner. Questo può sembrare banale, ma ciò che all’apparenza è semplice non è scontato da eseguire.

Del resto, le tecnologie digitali hanno accelerato il bisogno di empatia. TikTok si è fatto un nome come spazio per contenuti non filtrati e autentici, dove le persone si possono esprimersi in un modo diverso. Sempre più applicazioni decentralizzate (grandi e piccole) consentiranno alle persone di interagire e scambiare informazioni direttamente tra loro, eliminando la necessità di un intermediario.

Già prima della pandemia l’esperienza contava più di ogni altra cosa nei mercati. Non è un caso che in questo ultimo quinquennio si è parlato assiduamente di economia dell’esperienza. Velocità, esecuzione, ingegnosità oggi non possono fare a meno di un approccio empatico in ogni interazione.

Il modello “empathic oriented”  è diventato centrale per affrontare il prossimo decennio di transizione digitale. È un allontanamento radicale dal passato e rappresenta la via per il futuro. Le aziende del nostro Paese attraverso questo modello consentono un'ondata dal basso di idee ed entusiasmo per affrontare con fiducia, sicurezza e collaborazione le sfide dell’innovazione in continua evoluzione.

Quando ci impegnano veramente a mettere la dimensione umana al centro, creiamo apertura nelle discussioni e aiutiamo a spingere gli stakehoder verso l’ottimismo, da sempre motore della crescita e antidoto all’incertezza.

empatia leadership armandobarone

L’empatia ha un ruolo importante anche nella leadership per guadagnarsi il permesso e l'energia di guidare e ispirare team di lavoro. Quindi cosa significa questo per un team leader? Significa guidare il tuo team in un modo che faccia sentire tutti i membri fiduciosi nel proprio contenuto e compresi. Si manifesta con un ascolto attivo che permette di uscire dagli schemi mentali e accogliere apertamente anche punti di vista molto diversi dal nostro.

Un approccio così in azienda non è determinante solo per le relazioni interne, ma anche per il business. Secondo diversi studi, la maggior parte dei consumatori dichiara di evitare l’acquisto di prodotti o servizi da un’azienda percepita come scarsamente empatica.

D'altronde, questo è alla base del moderno consumo, infatti per conquistare l’attenzione di un acquirente occorre, entrare in sintonia con le necessità e le sue emozioni per offrire un’esperienza emotiva positiva.

Ecco 4 consigli per utilizzare un approccio “empathic oriented”  al centro dei processi aziendali:

  1. Riconoscere che sono le persone a fare la differenza nella qualità dei processi e metterle nelle condizioni di lavorare con un livello di benessere massimo;
  2. Incentivare la comunicazione interna, stimolare momenti di confronto in tutti i dipartimenti. Sviluppare piani interni che facciano leva su una strategia della comprensione;
  3. Attivare sportelli e punti di accoglienza solidali direttamente in azienda affinché qualsiasi dipendente possa ricorrere e chiedere aiuto in qualsiasi situazione difficile;
  4. Dare spazio alla creatività e alle idee come motore per far sentire ogni persona partecipe al risultato globale dell’azienda;
  5. Formare nuove competenze e arricchimenti di conoscenza per elevare il sapere personale in funzione del proprio benessere economico e di crescita professionale.

A proposito di empatia segnalo una campagna pubblicitaria di Barbie, i messaggi chiave sono: E se ogni individuo fosse più empatico? Ogni amico, più generoso? Ogni collega, più paziente? Ogni comunità, più inclusiva? E ogni leader, più comprensivo?". La campagna suggeriva che il mondo sarebbe un posto migliore se più bambini giocassero con le bambole, sviluppando abilità sociali ed empatia che svilupperebbero il loro “io” adulto. La campagna si basa su una ricerca commissionata dal brand, in cui il neuroimaging è stato utilizzato per esplorare gli effetti del gioco con le bambole. I risultati sono stati pubblicati nell'ottobre 2020 e hanno concluso che giocare con le bambole attiva regioni del cervello che consentono ai bambini di sviluppare capacità di elaborazione sociale e ragionamento empatico, anche se un bambino gioca da solo.