Ufficialmente il mio percorso nel mondo della comunicazione inizia nel 1999, ma ho sempre creduto di averlo iniziato molto tempo prima. Ed esattamente nel 1980 quando il terribile terremoto dell’Irpinia che aveva devastato la mia città Napoli, fu per il bambino di allora assetato di sorprese, l’occasione per ritrovare tra le mura fogli di giornale. Una vera magia! Le pareti crollate rivelavano pagine sovrapposte di quotidiani che una volta si usavano per favorire l’aderenza della carta da parato.

Strappavi un pezzo, ed ecco che appariva la cronaca della vittoria dei mondiali del 1934, ne strappavi un altro e “voilà” le arringhe di Matteotti sulle pagine dell’Avanti, e ancora con l’ingloriosa fuga dei Savoia a Pescara, e non poteva mancare l’allunaggio di Armstrong.

Da allora per me il quotidiano è diventato un’enorme fonte d’informazione, ragionamento e confronto. Questo rapporto con il mondo dell’informazione mi ha accompagnato sempre durante il percorso di studente fino all’Università. Un compagno silente, che conviveva con tutto quello che stavo apprendendo, con l’idea del mondo che mi ero fatto, e questo incideva sulla mia curiosità per l’evoluzione dei media che subito dopo alimentò il mio futuro mestiere.

Infatti quando il proprietario della catena  per cui lavoravo mi chiese  di occuparmi della comunicazione per me fu naturale accettare, ed ecco che iniziò la fortuna, si proprio così, reputo fortunato chi può fare della propria passione un lavoro.

Poi arrivarono gli anni a Londra, la bellissima esperienza in Vodafone, l’incontro con Accenture, la migliore azienda al mondo per chi ha voglia di toccare con mano le potenzialità trasformative delle tecnologie applicate al business e il beneficio che possono creare alla società.

Nel mezzo 3 figli, una bellissima moglie e tanti traslochi.